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Agricoltura - Parlamento Italiano 
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Glifosato: M5S, ora stretta su cocktail pesticidi in alimenti

La misura già prevista in una mozione del MoVimento 5 Stelle approvata alla Camera nell'ottobre 2015

Roma, 9 novembre – “Il Governo estenda il divieto a tutti i preparati a base di glifosato, in cui il principio attivo è cioè abbinato con tutti i cosiddetti coformulanti, e avvii un monitoraggio più stringente sia a livello ambientale, includendo le acque di tutto il territorio nazionale, sia sulla catena alimentare a tutela della salute, estendendo i controlli al prodotto finito; valutando l’effetto cocktail tra pesticidi diversi e il valore nocivo anche dei quantitativi minimi, come previsto nella nostra mozione approvata alla Camera nell'ottobre 2015 e in altri atti parlamentari”. Lo dichiarano i deputati del MoVimento 5 Stelle delle Commissioni Ambiente e Agricoltura. “Attualmente infatti il divieto previsto dal decreto del Ministero delle Politiche Agricole riguarda solo l’abbinamento del glifosato con un coformulante; la normativa prevede Limiti Massimi Residui (LMR) solo per le materie prime utilizzate negli alimenti e i relativi controlli sono condotti per campionamento, non considerano l’effetto cocktail tra i residui di fitosanitari diversi, cosiddetto multiresiduo né il possibile effetto nocivo anche di bassi quantitativi, come rilevato di recente dall’Istituto Ramazzini. Inoltre, a livello ambientale, in Italia la presenza del glifosato e di altri pesticidi viene monitorata nelle acque solo di alcune regioni. Per non parlare del conflitto d'interessi sollevato da inchieste giornalistiche come la ‘Monsanto papers’. Davanti ad un simile quadro è evidente il livello di esposizione legato a diversi fattori che, in virtù del principio di precauzione alla base della normativa Ue, andrebbero contrastati da apposite misure preventive riconsiderando i parametri della normativa attuale, la macchina dei controlli e il sistema autorizzativo affinché i dati per la valutazione del rischio siano forniti da un organismo super partes, imparziale, e non dalle stesse ditte che vendono le sostanze da autorizzare, come accade attualmente”.
LINK della mozione: http://aic.camera.it/aic/scheda.html?nu ... ERA&leg=17

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09/11/2017, 17:00
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L.BILANCIO; DE BIASI(PD): DAI TABACCHI 600 MILIONI PER FARMACI ONCOLOGICI E CURE PALLIATIVE
dichiarazione della senatrice del Pd Emilia De Biasi, presidente della commissione Sanità
“Come presidente della commissione Sanità ho presentato un emendamento alla legge di bilancio, sottoscritto da tutta la commissione, che prevede il recupero di nuove risorse per la sanità”. Lo dichiara la senatrice del Pd Emilia De Biasi, presidente della commissione Sanità di Palazzo Madama.
“Con questo emendamento - spiega De Biasi - interverremo sulla variazione della tassazione dei tabacchi per un gettito di circa seicento milioni. Nell'emendamento si prevede che cinquecento milioni siano posti a copertura del fondo farmaci oncologici innovativi, fondo istituito nella scorsa legge di bilancio. I restanti cento milioni saranno invece destinati al potenziamento delle reti di cure palliative e di terapie del dolore, come previsto dalla legge 38, con particolare riferimento al settore pediatrico. In questo modo libereremo altre risorse del fondo nazionale della sanità che saranno a disposizione delle Regioni per le esigenze più urgenti, a partire da quella del rinnovo dei contratti. Mi sembra - conclude la senatrice dem - una scelta importante, certamente non una nuova tassazione quanto piuttosto un contributo alla salute pubblica e alla prevenzione”.

Roma 10 novembre 2017

Giovanni Orfei
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DL FISCALE; LAI (PD): EVITATA PARALISI PAGAMENTI FONDI PAC AD AGRICOLTORI
"Eliminata certificazione antimafia per 800 mila micro imprese agricole per contributi sotto i 5000 euro"
Dichiarazione del senatore Silvio Lai (Pd)

"Il codice antimafia modificato nel luglio scorso aveva esteso a chiunque avesse ricevuto contributi attraverso la Pac, anche solo di 100 euro, a presentare entro il 30 novembre l'apposita certificazione. Dopo la segnalazione delle associazioni agricole, abbiamo potuto verificare che il Ministero degli Interni e dell'Agricoltura avrebbero dovuto predisporre, a fronte delle duemila del 2016, ben 900 mila dichiarazioni entro novembre e altre 900 mila in primavera, numeri che, oltre al ritardo dei pagamenti per gli agricoltori, avrebbero paralizzato le prefetture di tutta Italia. Con un emendamento al decreto abbiamo evitato questo caos annunciato, eliminando l'obbligo di certificazione per le micro imprese, circa 750 mila, che ricevono contributi inferiori a cinquemila euro". Lo dichiara il senatore dem Silvio Lai, relatore del provvedimento di conversione del dl fiscale.

Roma 15 novembre 2017

Giovanni Orfei
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15/11/2017, 17:25
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AGRICOLTURA: IL GOVERNO RESPINGE GLI ASSALTI CAMPANI ALLA MOZZARELLA DI GIOIA DEL COLLE

Il Ministero delle Politiche Agricole risponde all’interrogazione del deputato campano Russo (FI) sulla DOP al prodotto murgiano. L’Abbate (M5S): “Una risposta scontata che spero ponga fine ad ogni inutile e poco proficua polemica”

Il Ministero delle Politiche Agricole reputa positiva l’istanza di registrazione della DOP “Mozzarella di Gioia del Colle” proprio nella direzione della valorizzazione e tutela delle produzioni di qualità del settore agroalimentare nazionale. È ciò che emerge dalla risposta del sottosegretario Giuseppe Castiglione all’interrogazione parlamentare presentata dal deputato campano Paolo Russo (FI), il quale richiamava il Governo a “ritenere più utile e rispondente alla natura del prodotto che la denominazione sia attribuita non a ‘mozzarella’ in generale ma alla Treccia dei Trulli e di Barsento, senza creare duplicati dannosi per entrambe le filiere produttive”. Ma il Ministero delle Politiche Agricole, fermo restando il periodo di presentazione delle opposizioni tuttora in corso, dichiara di aver ritenuto finora sussistenti i requisiti indicati nella normativa vigente. “Mi riferisco – ha dichiarato il sottosegretario Castiglione – in particolare all’uso del nome oggetto di richiesta di riconoscimento e al legame con la zona geografica, che non risultano tali da indurre in errore il consumatore, in ordine alla natura del prodotto, in linea con il disciplinare di produzione”.

“Non posso che esprime soddisfazione per una risposta, a mio modo di vedere scontata, del Ministero – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – che ribadisce quanto noto a tutti al di là di ogni strumentalizzazione campanilistica che vorrebbe instaurare una inutile e dannosa ‘guerra delle mozzarelle’, conflitto tutto italiano e meridionale con la contrapposizione tra due tipicità vanto del made in Italy, una di latte di bufala l’altra di latte vaccino, per presunti equivoci e confusioni che potrebbero ingenerarsi nei consumatori nazionali e internazionali. Piuttosto che disperdere energie in fuorvianti ricorsi e intraprendere una insensata guerra all’intero del comparto caseario, sarebbe più utile e proficuo per l’intero comparto zootecnico e agroalimentare del Mezzogiorno adoperarsi per promuovere le singole filiere. Peraltro – prosegue L’Abbate (M5S) – è paradossale che la genericità del termine ‘mozzarella’ sia stata fortemente voluta in passato proprio dagli stessi produttori di mozzarella di bufala per contrastare le contraffazioni di chi utilizzava latte vaccino o mischiava i due latti per la loro realizzazione. Ora si punta a mettere in contrapposizione, per polemica politica o insensati campanilismi, due filiere di latte importanti: una bufalina e l’altra vaccina che andrebbero sostenuto come espressione tipica dei territori campani e pugliese”.

Ad oggi, infatti, l’unica “mozzarella di bufala” è quella campana Dop. Chiunque altro produca in Italia o nell’Unione europea una mozzarella con latte bufalino non Dop può farlo ma solamente utilizzando la formula del doppio genitivo “mozzarella di latte di bufala” alla quale non può essere associata in alcun modo una denominazione geografica. Il termine “mozzarella”, peraltro, è privo di tutela e può oggi essere utilizzato liberamente anche per indicare formaggi freschi prodotti al nord con latte vaccino come ribadito sin dal 1982 dai professori universitari Cortesi e Maranelli nel loro studio “Fiordilatte e Mozzarella: Considerazioni di ordine igienico e normativo”. Inoltre, è l’allora ministro delle Politiche agricole, il salernitano Michele Pinto (PPI), ad aver riscostruito la storia terminologica dei prodotti caseari realizzati con latte di bufala o con latte vaccino. Rispondendo ad una interrogazione parlamentare nell’ottobre 1998, Pinto ricorda il decreto del Presidente della Repubblica del 1979 volto a proteggere il prodotto ottenuto con latte di bufala rispetto al prodotto ottenuto prevalentemente o solamente con latte di vacca. Nonché la volgarizzazione del termine “mozzarella” sostenuta anche da numerose sentenze di Cassazione passate in giudicato che ne permettono l’uso a chiunque.

“Con la risposta del sottosegretario Castiglione – conclude il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) – spero si ponga fine anche la querelle territoriale che ha visto confrontarsi, senza cognizione di causa, persino i presidenti di Regione Michele Emiliano per la Puglia e Vincenzo De Luca per la Campania”.

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15/11/2017, 17:39
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AGRICOLTURA: M5S A MARTINA, DOV'È DECRETO SU GRANO DURO?

Roma, 20 novembre - "A semina del grano duro ormai conclusa, ancora non c'è traccia del decreto ministeriale per il sostegno all'acquisto dei semi certificati". Lo denuncia Filippo Gallinella, deputato del MoVimento 5 Stelle in Commissione Agricoltura. "Numerose le segnalazioni di agricoltori arrivate per dirci che hanno seminato e si aspettavano la pubblicazione del decreto. Viene spontaneo credersi: 'Ma il ministro delle Politiche Agricole, Martina, conosce i tempi della semina?'. Spero di vedere nel giro di pochi giorni il decreto pubblicato con le scuse del ritardo, anche in virtù del fatto che provvedimenti come questi sono voluti proprio dal Governo per garantire la tracciabilità delle sementi", conclude Gallinella

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20/11/2017, 21:04
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Agricoltura: M5S, più soldi per aggregazione filiere

Dall’anticipo di soldi al produttore da parte dell’azienda acquirente al prezzo minimo garantito: così si combatte la ‘guerra del grano’

Roma, 21 novembre – “Come da tempo proponiamo in Parlamento e come previsto nel nostro Programma Nazionale di Governo, la ripartizione dei fondi per l’agricoltura, da quelli europei della Politica Agricola Comune a quelli nazionali, deve incentivare l’aggregazione delle filiere agroalimentari, come le cosiddette Organizzazioni di Produttori (OP), perché dobbiamo fare in modo che per gli agricoltori stare insieme costi meno. Questo consente di: avere un maggior potere di trattativa nei confronti dell’industria della trasformazione che acquista i loro prodotti; essere più competitivi sul mercato globale e garantire ai consumatori una maggiore tracciabilità delle materie prime”. Così Filippo Gallinella, deputato del MoVimento 5 Stelle in Commissione Agricoltura a margine della presentazione ‘Pasta al pomodoro 100% Made in Italy’ promosso da Confagricoltura. “L’Organizzazione di Produttori di pomodori e grano presentate oggi alla Camera sono un esempio virtuoso da replicare perché nell’accordo che è stato descritto con l’azienda che acquista, ad esempio il grano, è previsto un anticipo di 200 euro per ettaro, saldando il resto alla consegna; è stato inoltre fissato un prezzo minimo garantito, 250 euro a tonnellate con 13,5 di proteina e premi per ulteriori standard di qualità (ad esempio la coltivazione con metodo biologico). Altre elementi preziosi per il Made in questo accordo – conclude Gallinella – è il controllo sui contaminanti e la possibilità per gli agricoltori di scegliere le sementa; cosa non comune visto che spesso le aziende acquirenti impongono, tra le altre cose, anche questo”.
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21/11/2017, 21:08
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Agricoltura: M5S, Martina non tutela biologico Made in Italy

Roma, 22 novembre – “A poco valgono leggi e buoni propositi per tutelare i prodotti biologici Made in Italy se poi l’Unione Europea approva regolamenti al ribasso, rispetto ai più alti standard di qualità italiani, per soddisfare le esigenze degli altri Paesi Ue, come accaduto oggi con l’approvazione del regolamento europeo sull’agricoltura biologica. Questa è la conseguenza dell’azione carente del ministro delle Politiche Agricole, Martina, che non è in grado di difendere l’agricoltura biologica italiana né in Europa né in Italia. Siamo infatti ancora in attesa del decreto promesso dal Governo per introdurre le sanzioni contro il falso biologico, mentre con l’ultimo decreto approvato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri viene ulteriormente frammentato il sistema di controlli e competenze. E ad esserne l’artefice è stato proprio il Ministero delle Politiche Agricole che ha delegato ad organismi privati e autorizzati funzioni che di norma vengono svolte dall'Ispettorato Centrale Repressione Frodi (ICQRF) e dal Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare”. Così i deputati del MoVimento 5 Stelle della Commissione Agricoltura.

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23/11/2017, 8:05
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SENATO: MERCOLEDI' 29 CONVEGNO SU BIODIVERSITA' CON PIGNEDOLI ED OLIVERO
Mercoledì 29 novembre 2017 alle ore 15 nella Sala Nassiriya del Senato si terrà un convegno dal titolo "La Spergola: il vitigno ritrovato. Valorizzare la biodiversità, bere con consapevolezza". L'evento sarà introdotto dalla senatrice del Pd Leana Pignedoli che presenterà il recupero del vitigno storico come esempio concreto del valore culturale-economico della biodiversità, provvedimento di cui è stata relatrice. Nel corso dell'incontro interverranno Denis Pantini, responsabile dell'Osservatorio Agroalimentare che presenterà anche il rapporto di Nomisma 'Il vino secondo i millennials', Federico Terenzi, presidente di Agivi e Alberto Grasselli, enologo. I lavori saranno conclusi da Andrea Olivero, viceministro delle Politiche Agricole, alimentari e forestali.

Le richieste di accredito per giornalisti, fotografi e operatori vanno inviate all'Ufficio Stampa del Senato (tel. 06.67062524, fax. 06.67062947, accrediti.stampa@senato.it) complete di dati anagrafici, estremi del documento di identità e numero della tessera dell'Ordine dei giornalisti. Si ricorda che per gli uomini è obbligatorio indossare giacca e cravatta.

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Camilla Povia
Ufficio Stampa
Gruppo PD
Senato della Repubblica

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24/11/2017, 14:16
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CAOS TARI: URGONO CHIARIMENTI DAL MINISTERO DELL’ECONOMIA E LINEE GUIDA PER LE AMMINISTRAZIONI LOCALI

Dopo la circolare ministeriale, il deputato L’Abbate (M5S) che ha sollevato il caso presenta una ulteriore interrogazione parlamentare per chiedere di chiarire gli aspetti ancora irrisolti del calcolo della “quota variabile” della tassa rifiuti

La circolare n. 1/2017 del Ministero dell’Economia e delle Finanze “Chiarimenti sull’applicazione della tassa sui rifiuti (TARI). Calcolo della parte variabile” non ha fatto altro che ribadire, in forma ufficiale, i concetti espressi dal sottosegretario Baretta alla risposta all’interrogazione parlamentare del deputato Giuseppe L’Abbate (M5S). Ma nonostante la discussione mediatica delle ultime due settimane e l’eco raggiunta dalla questione, persiste in tutta Italia una mancanza di chiarezza sull’esatto calcolo della componente variabile della Tari che riguarda sia le Amministrazioni e la burocrazia locali sia i singoli contribuenti. Se, difatti, è stato ribadito che “la quota variabile è costituita da un valore assoluto, vale a dire un importo in rapporto al numero degli occupanti che non va moltiplicato per i metri quadrati dell’utenza e va sommato come tale alla parte fissa” e che “con riferimento alle pertinenze dell’abitazione appare corretto computare la quota variabile una sola volta in relazione alla superficie totale dell’utenza domestica”, permangono dubbi sui nuclei familiari che detengono più immobili nello stesso Comune con la medesima finalità d’uso, ovvero “utenza domestica”.

“Ad esempio, una famiglia composta da 4 persone e che detiene due abitazioni ‘utenza domestica’, una da 100 mq più una da 80 mq sfitta, non è chiaro quante quote variabili è tenuta a corrispondere – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) – Il comportamento da attuare in altri casi particolari è solamente ‘deducibile’ alla luce delle informazioni ministeriali sinora rilasciate e suscettibile di generare ulteriori errori nell’applicazione della Tari. Per questo ho presentato una ulteriore interrogazione parlamentare per chiedere che venga fatta definitivamente chiarezza. A nostro avviso, infatti, il Ministero dell’Economia e delle Finanze dovrebbe emanare delle linee guida per le Amministrazioni comunali – prosegue L’Abbate (M5S) – affinché il calcolo della Tari nelle sue diverse componenti divenga chiaro e uniformato a livello nazionale, anche al fine di rendere consapevole il contribuente della tassazione che gli viene imposta. Inoltre, sarebbe opportuno rilasciare delle linee guida affinché i rimborsi relativi al periodo 2014-2017 avvengano in maniera autonoma da parte delle singole Amministrazioni comunali, senza che il contribuente sia costretto a seguire l’iter burocratico attualmente esistente ed evitando di causare in tal modo un ulteriore aggravio di spese a carico dei Comuni verosimilmente soccombenti. Una cifra che poi ricadrebbe nuovamente sui cittadini contribuenti”.

Il riferimento è al diniego dato da alcuni Uffici Tributi come risposta ad alcuni cittadini che si vedranno così costretti a rivolgersi in Commissione Tributaria dove le spese, seppur ripartite, graveranno ulteriormente sulle casse comunali. “Peraltro – continua il deputato 5 Stelle – sarebbe necessario identificare il capitolo di spesa del bilancio comunale da cui recuperare le somme da corrispondere. L’auspicio è che si apra definitivamente una riflessione sul costo del servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani vista la grande differenza esistente tra Comune e Comune”.

Le prime risposte delle Amministrazioni locali dinanzi ai primi rimborsi da corrispondere, infatti, hanno tranquillamente fatto riferimento all’aumento della tassazione per tutti i cittadini per coprire i costi del servizio. Ciò significherebbe un ulteriore aggravio per i contribuenti. Stando al Report dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, pubblicato lo scorso novembre, una famiglia media italiana ha pagato 297 euro ma con notevoli differenze tra la Campania (427 euro) e il Trentino Alto-Adige (193 euro) o tra Belluno (149 euro) e Reggio Calabria (579 euro). “Il concetto che il costo del servizio deve essere coperto interamente dalla tassa rifiuti in partenza mirava a far diminuire l’esborso complessivo dei cittadini – conclude L’Abbate (M5S) – Ad oggi, a livello nazionale la percentuale di raccolta differenziata, dati ISPRA 2014, è ferma al 45,2%: se non si cambia strategia non potremo mai avere una riduzione delle bollette”.

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25/11/2017, 16:19
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Glifosato: M5S, con noi al Governo stop progressivo pesticidi

Roma, 27 novembre – “Con il voto di oggi vengono svenduti non solo la salute dei cittadini europei, il Made in Italy di qualità e ogni aspirazione ad un’agricoltura sostenibile ma il principio stesso di precauzione alla base delle norme europee sulla sicurezza alimentare. Tutto questo per assecondare la lobby tedesca dell’agrochimica Bayer-Monsanto, longa manus del voto favorevole della Germania che ha determinato questo nuovo, letale, via libera. Gli Stati nazionali hanno il diritto e il dovere di far prevalere gli interessi dei cittadini su quelli delle multinazionali". Così il gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle commenta l’autorizzazione del glifosato in Unione Europea per altri cinque anni.
"Il ministro delle Politiche Agricole, Martina, aveva sbandierato promesse di una svolta sostenibile per l’agricoltura italiana. La Legislatura è finita e nulla di questo è stato fatto. Con il nostro programma nazionale Agricoltura, i pesticidi vengono progressivamente eliminati dai campi e dal piatto perché questo è quello che accade quando uno Stato serve l’interesse collettivo e non quelli privatistici”.

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27/11/2017, 21:28
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