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SARDINIA 
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Sez. Cani
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Dal quotidiano di Sassari “La Nuova Sardegna” in data odierna, riporto la parte iniziale dell’articolo di di Paoletta Farina
http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassa ... -1.8933228" target="_blank

Volpi, cinghiali, picchi e falchi: la foresta arriva nel cuore di Sassari

SASSARI. Un cinghiale che grufola in via Milano. Una volpe che si aggira in corso Angioy. Una coppia di picchi rossi maggiori che martella su un albero di viale Italia. E, ancora, ecco un falco pellegrino volteggiare sulla cupola del Duomo e una coppia di gheppi che, dal nido sulla facciata della stessa chiesa,scruta intorno pronta a ghermire la preda. Quanti abitanti sconosciuti nella foresta urbana sassarese dove ormai si avventurano specie che per secoli hanno avuto casa solo nei boschi e nelle campagne. Ci passi vicino e magari manco ti accorgi che una cinciallegra ha fatto il nido sul palo del semaforo. Come non fai caso ai barbagianni e alla civette in volo notturno sui tetti dei palazzi. Siamo poco allenati, è vero, a guardarci intorno, a vedere questi nostri ospiti. Eppure loro sono lì, a convivere con gli umani e a reclamare i loro spazi, forse perché altri glieli abbiamo rubati proprio noi, antropizzando i loro habitat.
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27/03/2014, 14:05
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Meda Augurios de Bonu Annu Nou a totu sos amigos Sardos

Intanto ascoltate questa canzone, che mette un po' di allegria
https://www.youtube.com/watch?v=LH_eQ8vMLmA

Saludos
Pedru

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02/01/2015, 12:18
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Preferisco spostare qui, il discorso da te aperto con queste parole
Laurarulli ha scritto:
Ciao a tutti. Non sono pratica di forum e spero di non sbagliare.... Inoltre non sono sarda ma di Roma. Però mi sento sarda d'adozione. Vengo nella vostra splendida isola da venti anni. Andiamo a Castelsardo ma da alcuni mesi io e mio marito abbiamo comprato uno stazzo e un pezzo di terra ad Aglientu.. Meraviglioso, verdissimo, infestato di cinghiali :)...
Vento, il mare in lontananza, le rocce dietro le spalle. Un'emozione ogni volta più' forte. Mi accogliete tra di voi? Laura

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18/01/2015, 23:38
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Ciao Laura, noi non abbiamo nessun problema ad accoglierti, anzi ci fa piacere, visto che che sei interessata e ami tanto la Sardegna. Piuttosto questo sito (o argomento) è da tempo poco frequentato, ma almeno io ci sono e, magari, ogni tanto si fa vivo qualche altro. Io sono di Sassari e, quindi, conosco bene Castelsardo che è a circa 30/35 km di distanza, posto stupendo sul Golfo dell'Asinara. Adesso vi siete spostati più ad Est verso ad Aglientu, in Gallura, sempre sul Golfo, posto selvaggi, su granito rosso. Chiedi pure tutto ciò che vuoi, sarà un piacere rispondere.
Saluti
Pedru

PS: ce anche un altro argomento sulla Sardegna, che forse è più adatto perché è stato aperto coll'intenzione di trattare della Sardegna più nello specifico, se vuoi, puoi scrivere anche lì, si chiama "SARDINIA", in questa stessa pagina

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18/01/2015, 23:39
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Laurarulli ha scritto:
Ciao Pedru, grazie dell'accoglienza. Questo sito e' fantastico e pieno di idee!
A proposito di Aglientu e' vero, e' selvaggio e, in parte, incontaminato. Ci ha affascinato subito e non vediamo l'ora di poterci trascorrere il poco tempo che riusciamo a rubare alla vita romana:(
A Castelsardo siamo molto affezionati ma cercavamo qualcosa di più vicino alla natura e i nostri ragazzi di 18 e 16 anni sono delle vere caprette quando si arrampicano veloci sulle rocce...
Il nostro percorso sardo e' iniziato da Bados dove facemmo la prima vacanza 20 anni fa in una casa prestata ed e' continuato verso Palau, Santa Teresa, poi si è momentaneamente fermato a Castelsardo, passando per la splendida Alghero. Ma cercavamo, cercavamo, verso l'interno, qualcosa di più, qualcosa di intimo e autentico..
In Aglientu crediamo di averla trovata e speriamo di riuscire a vivere anche la terra che abbiamo, magari coltivando qualcosa, degli olivi, un orticello, cinghiali permettendo :)
Spesso capitiamo a Sassari, ci piace molto, soprattutto quando veniamo a comprare qualche libro nella libreria vicino alla piazza (non ricordo il nome, quella dove ci sono i portici).
Quasi ogni mese prendiamo 2,3 massimo 4 giorni e salpiamo oppure voliamo. Pioggia, sole, freddo o caldo non hanno importanza: il profumo ci pervade appena mettiamo piede a Porto Torres o ad Alghero.
Poi torniamo a Roma un po' più ricchi di vita.

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18/01/2015, 23:41
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Ciao Laura, scusa il ritardo nella risposta, ma o avuto davvero molto da fare.
Mi piace il tuo giudizio su questo Forum: “fantastico”, è anche una soddisfazione da parte mia e di tutti i partecipanti. Mi raccomando, se hai qualcosa da chiedere o da proporre, sia in questa discussione che in qualunque altra, fallo tranquillamente, riceverai sempre delle risposte adeguate.
E apprezzo l’entusiasmo con cui parli della Sardegna.
Aglientu è bello, ma tutta la Sardegna è bella, e a te piace perché “e' vero, e "selvaggio”. E’proprio così, diciamo però che quello non è l’unico posto della Sardegna “vero, e selvaggio”, anzi io direi che la Sardegna è tutta “vera”, con l’eccezione della Costa Smeralda e di alcune altre zone più rinomate ma snaturate per i turisti. Castel Sardo,tra le località da te menzionate, credo sia la più autentica. C’è da dire anche che il comune di Aglientu confina col mare, Golfo dell’Asinara, e questa e una grande comodità.
“Selvaggia”: sicuramente sì. Piace a molti continentali, specialmente delle grandi città, per questo, ma non a tanti sardi (come me), che preferiscono zone più abitate. Ma immagino i vostri ragazzi, mentre si arrampicano felici sulle rocce e mi fanno pensare a me stesso, quando avevo quell’età: anche a me piaceva molto arrampicarmi sulle rocce in posti selvaggi. E capisco perché approfittate di ogni momento libero per venire in Sardegna.
Dici che il vostro percorso in Sardegna è iniziato a Bados, ma io non so dove sia questo “Bados”, perché, “badu” in sardo significa “guado di fiume” e bados è il plurale (“guadi”) e ci sono molte località con quel nome.
Comunque, tornando ad Aglientu, credo proprio che i cinghiali non vi permettano di coltivare qualsiasi cosa, e tantomeno un orto, perché quelli sfasciano tutto, a meno di non recintare le parti da salvaguardare con muro solido e sufficientemente alto o con rete elettrificata. Anche le piante di olivo, da giovani, possono essere distrutte dai cinghiali.
Andate spesso a Sassari? Bene: è la mia città e ci tengo. Comunque ha tante cose interessanti e vere (fra cui il Centro storico Medioevale più grande dell’Isola), purtroppo ignorate dai più.
La piazza con i portici di cui parli, credo che sia la Piazza Caduti sul Lavoro, del tutto anonima e banale, e i portici che finiscono in quella piazza fanno parte di Via Rolando, e lì c’è una libreria che fa capo ad una casa editrice sassarese, “Delfino”, che stampa e vende libri sardi, ma vende anche testi universitari e altre opere interessanti, specialmente di argomenti sardi. Ci sono però piazze molto più caratteristiche e belle. La più grande, e forse la più bella, è Piazza d’Italia, anche lì si affacciano dei portici, al centro della città.
Saluti
Pedru

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18/01/2015, 23:43
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26 giugno, 13:34 (2011 ?)
Sisara, terrore degli israeliti, era eroe sardo
Nuovi studi gettano luce sul mistero degli antichi Shardana

di Aldo Baquis
ROVINE DI AL-AHWAT (ISRAELE) - Tremiladuecento anni dopo la sue gesta, il ruvido e possente condottiero Sisara desta ancora brividi di inquietudine fra i bambini ebrei che leggono la Bibbia. Se quel giorno a Meghiddo (Galilea), con le sue 900 bighe, avesse sopraffatto l'esercito di Barak, per gli israeliti sarebbe stato il tracollo. Invece - come narra il 'Cantico di Debora' - al termine dell'epica giornata Sisara avrebbe trovato la morte a tradimento, trafitto alla tempia con un picchetto da una donna, Giaele (Yael), che credeva amica. Chi fosse Sisara (in ebraico Sisra'), con esattezza non si e' mai saputo.
L'alone di mistero che ne circonda il ricordo comincia forse a diradarsi adesso con la pubblicazione di un libro del professor Adam Zartal dell'Universita' di Haifa ('Il segreto di Sisara'), frutto di vent'anni di scavi e ricerche in uno dei siti archeologici piu' enigmatici di Israele: le rovine di al-Ahwat, su una collina che dominava la Via Maris, l'arteria che gia' all'epoca dei Faraoni conduceva dalla costa mediterranea verso la spianata di Meghiddo (l' 'Armageddon' delle profezie apocalittiche) e verso la Galilea. Dallo studio integrato di reperti archeologici, di geroglifici egizi, di documenti accadici e del testo biblico, Zartal suggerisce che al-Ahwat fosse una cittadella fortificata nuragica - la piu' imponente della zona, al suo tempo - eretta dagli Shardana: un popolo di navigatori e guerrieri giunti dalla Sardegna. Erano stati fieri nemici degli egizi, che li rappresentavano con un elmetto su cui svettavano due corna. Ma una volta sbaragliati, accettarono di farsene vassalli e di presidiare per loro conto localita' strategiche. Per esempio al-Ahwat: dove il comandante Sisara - secondo Zartal - avrebbe stabilito il proprio quartier generale. Il suo nome non e' semitico ed evoca radici Shardana, dice lo studioso. A riprova, cita reperti nuragici di Creta che menzionano una figura religiosa chiamata Saisara. ''Chi costrui' al-Ahwat doveva essere un megalomane'', aggiunge Zartal all'ANSA, rifendosi alle peculiarita' di questo sito inesplicabile. Le sue mura - cosa inaudita all'epoca - erano spesse cinque-sette metri. La loro forma esterna era 'ondulare', sconosciuta nella Regione. All'interno c'erano zone rigidamente suddivise da muri secondo criteri funzionali, e corridoi bassi, ciechi e lunghi, forse utilizzati come magazzini per le armi.
''Un'architettura del genere - afferma l'archeologo - esisteva allora solo in Sardegna e in Corsica. Ne deduco che fu 'importata' da combattenti Shardana'', che si sarebbero schierati al fianco dei canaanei di re Yabin contro gli israeliti per la partita finale: in palio c'era il controllo della vallata di Jezreel, d'importanza vitale per tutti. Assisteva a quegli eventi la donna-giudice Debora, un personaggio circondato da un'aura mistica. Tramandato di generazione in generazione, il biblico Cantico di Debora descrive l'inaspettata piega presa dalla battaglia quando un torrente in piena disperse le forze di Sisara per trascinarle via. E la fuga a perdifiato, tallonato da Barak, fino alla tenda della scaltra Giaele: luogo del suo destino, secondo la preveggenza dell'Altissimo.
Il Cantico di Debora e' un testo difficile, con riferimenti non sempre chiari. Secondo Zartal, anche alla luce delle informazioni recuperate ad al-Ahwat, e' tuttavia lecito interpretarlo ora come una conferma del fatto che Sisara fosse appunto un guerriero Shardana. Cosa che consentirebbe di comprendere meglio la storia di quell'antico popolo, tanto misterioso quanto evoluto, sviluppatosi in Sardegna fra migliaia di nuraghi. Ma senza lasciare ai posteri testimonianza scritta di se'.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 19343.html

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23/01/2015, 12:01
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Un regalo alla Sardegna da parte del Governo Italiano:
Da Palermo Meridione News:
".......Torniamo alla sistemazione del deposito di scorie in Sardegna. La cosa che più colpisce è il criterio di scelta di questa località. Sapevamo già da mesi che la localizzazione del sito sarebbe caduta in qualche regione del Centro-Sud: e così è avvenuto. Mai, però, avremmo immaginato che la motivazione fosse: “Tanto i sardi si vendono in cambio di qualche posto di lavoro e poi sono già stati imbottiti di scarti radioattivi che dai vasti poligoni militari sono fluiti nel ciclo biologico”.
C'è da rimanere inorriditi: non solo la Sardegna "ospita" oltre il 50% (in termine di superficie) delle "Servitù Militari" Italiane, altamente inquinanti e che l'Italia affitta a Paesi terzi in cambio di non si sa quanto denaro (di cui la Sardegna non vede neanche un centesimo), zone ormai avvelenate per sempre, non solo queste scorie radioattive, vengono sepolte affrettatamente, pare nelle montagne di Arizzo, cuore incontaminato del Centro Sardegna, uno di più salubri del mondo, dove ora improvvisamente si hanno casi di leucemia con una media molto più alta di quella nazionale italiana, adesso ci portano le scorie nucleari di tutta l'Italia intera: gli ascari sardi in servizio permanete attivo, a cominciare dal noto "indipendentista" Gavino Sale, che ora col suo vitalizio assicurato siede negli scranni regionali (con i voti dei poveri ingenui che lo hanno votato), con il presidente Pigliaru e Ganau e continuare con la nota sottosegretaria alla cultura del Ministero Italiano, campionessa in gaffe culturali, e finire con tanti altri di minore o infima importanza, non hanno proprio niente da dire? No, sono pienamente impegnati a narcotizzare le coscienze dei sardi che stanno vendendo come pecore da macello
Gian Piero Canalis
https://www.youtube.com/watch?v=9sB0AzyKtfQ

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12/04/2015, 10:37
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Hai detto tutto quello che bisognava dire.
Aggiungo che regioni come Calabria, Campania e perfino la Liguria, non sono immuni dall'essere pattumiere.
Sicuramente altre regioni sono interessate al fenomeno.
In Sardegna, c'è da dire, che si accaniscono particolarmente e continuamente ormai da tanto tempo.
Vorrei aggiungere parole che, se dette, potrebbero...
Chi vuol capire capisca.
Un saluto hai sardi che hanno a cuore la loro terra e la loro cultura e combattono in qualche modo per preservarne la bellezza.


13/04/2015, 18:25
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rizoma ha scritto:
Hai detto tutto quello che bisognava dire.
.......................
In Sardegna, c'è da dire, che si accaniscono particolarmente e continuamente ormai da tanto tempo.
Vorrei aggiungere parole che, se dette, potrebbero...
Chi vuol capire capisca.
Un saluto hai sardi che hanno a cuore la loro terra e la loro cultura e combattono in qualche modo per preservarne la bellezza.

Grazie Rizoma, mi aspettavo una risposta da altri sardi, invece è arrivata da un "continentale". I sardi son già in buona parte narcotizzati. Pazienza, così gira il mondo, ma un giorno o l'altro si sveglieranno.
Il saccheggio e l'oltraggio della Sardegna c'è sempre stato da tutti i governi che si sono succeduti, sin dai tempi del "Regno di Sardegna", che di sardo aveva solo il nome, ma era proprietà esclusiva dei Duchi di Savoia (dal 1718), ormai piemontesi. Anche la capitale l'avevano "portata" a Torino! I primi due deputati sardi, che per altro contavano come il due di picche (come quelli attuali!), arrivarono a Torino solo oltre un secolo dopo.
Anche io vorrei aggiungere altro, ma preferisco non farlo, almeno per ora
Un caro saluto
Pedru

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14/04/2015, 11:31
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