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conviene incenerire i rifiuti oppure a chi conviene 
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Finche' validi scienziati e ricercatori sosterranno tesi sfavorevoli agli inceneritori la mia risposta alla costruzione di tali impianti e' scontata :!: Potenziamo la catena del riciclo, riuso, raccolta differenziata. Spero vivamente, da laziale, che venga aggiornato in senso sostenibile l'attuale modello di gestione regionale; c'e' gia la proposta per aggiornarlo e non mancherebbero certo le opportunita' per sostenerlo con i mezzi adeguati. Attenzione pero': io mi riferisco anche ad un fatto di educazione civica che parta dalle scuole e coinvolga anche le persone piu' mature....
Per quanto riguarda il discorso delle dimensioni delle citta' fatto da dommi, occorre ricordare che citta' come Roma hanno moltiplicato nel corso degli anni gli enti istituzionali sul territorio (consigli di municipio e via cantando). Dunque il probelma non dovrebbe proprio porsi :!:
A Napoli avrei scommesso che finiva cosi'. A mio avviso troppo spettalo a fini politici, ma mi fermo qui perche' non voglio accendere discussioni in tal senso


05/10/2009, 11:08
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in questo caso sono scettico xchè credo che gli inceneritori saranno costruiti in quanto espressione del malaffare italiano intascando i contributi del cip6

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06/10/2009, 19:57
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Il CO.RE.ri (Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania) si è fatto promotore della seconda visita dei giornalisti dell'associazione "Stampa estera" in Campania, invitati venerdì 23 ottobre ad un nuovo "spazzatour" tra le provincie di Napoli e Caserta, per documentare il perdurare dello sversamento dei rifiuti tossici provenienti dal Nord, e la gestione scellerata della cosiddetta "emergenza" dei rifiuti urbani.
27 ottobre 2009 - Coordinamento Regionale Rifiuti

Rispetto alla cosiddetta "emergenza rifiuti" il CO.RE.ri, il Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania attivo ormai da due anni e comprendente più di cinquanta associazioni da tutte le provincie della regione, denuncia che nonostante le dichiarazioni ufficiali ne abbiano più volte affermato la fine e abbiano dipinto la cartolina di una gestione esemplare dei rifiuti urbani, in Campania la realtà sia ben diversa: il territorio e la popolazione continuano ogni giorno a subire il traffico illegale di rifiuti tossici provenienti dal Nord, e la gestione criminale dei rifiuti urbani ormai depositati senza alcuna cautela in pregiate aree agricole, con gravissime conseguenze sulla salute umana, sulla salubrità dell'ambiente e sull'economia agricola.
I processi in corso a Napoli, sebbene privi dell'attenzione della stampa nazionale, stanno confermando le denuncie che i comitati portano avanti da anni: i poteri forti - la Fibe-Impregilo e le banche - hanno strumentalizzato il bisogno fisiologico della gestione dei rifiuti urbani al fine di ottenere enormi profitti, impedendo la raccolta differenziata per accumulare tutti i rifiuti e trasformarli in ecoballe da bruciare in enormi inceneritori in modo da poter usufruire dei contributi pubblici per l'incenerimento (Cip6) sull'intero quantitativo dei rifiuti prodotti, contrariamente a quanto previsto dall'ordinanza dell'allora Ministro dell'Interno on. Giorgio Napolitano del 31 marzo 1998. Infatti, come ha spiegato l'ing. Paolo Rabitti (consulente della Procura di Napoli) sia nel libro "Ecoballe" che durante le sedute del processo "FIBE - IMPREGILO" (processo di enorme portata storica condotto coraggiosamente dai Pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo) l'ordinanza 2774/98 prevedeva che, per non scoraggiare la raccolta differenziata, il contributo Cip6 per l'incenerimento riguardasse solo la metà dei rifiuti prodotti, ma l'influenza dei poteri forti ha fatto estendere il contributo Cip6 all'intero quantitativo dei rifiuti scoraggiando la raccolta differenziata.
Inoltre la raccolta differenziata è stata scoraggiata una seconda volta, perché cedendo alle richieste delle banche, è stato imposto ai Comuni di dover pagare la quantità di rifiuto che non veniva dato a Fibe-Impregilo per essere trasformato in ecoballe, rendendo così la raccolta differenziata un costo doppio e insostenibile per i Comuni.
La raccolta differenziata ai minimi nazionali, le discariche, come quella di Ferrandelle o di Sant'Arcangelo Trimonte, sempre più grandi e inquinate, la salute dei cittadini - anche in zone prevalentemente agricole - che subisce un crescendo di malattie e tumori, e il rischio che gli uccelli che affollano le discariche diventino i vettori di gravi malattie infettive: queste le conseguenze della truffa Impregilo, documentata nel libro "Ecoballe" di Paolo Rabitti, nel processo FIBE-IMPREGILO, in quello "Rompiballe" entrambi in corso a Napoli, e in alcuni articoli apparsi sulla stampa (cfr. "Radiografia di una truffa", di Roberto Fuccillo, Repubblica 1 aprile 2009; "Napoli, processo alle ecoballe e al disastro dei rifiuti campani", di Eduardo Di Blasi, L'Unità 23 aprile 2009; "Napoli, così la gara europea produsse l'enorme costo delle ecoballe", di Eduardo Di Blasi, L'Unità 30 aprile 2009).
Inoltre, denuncia il Co.Re.ri, anche se il termovalorizzatore di Acerra - impianto giudicato obsoleto già dalla VIA del 1999 - sfora continuamente i limiti di emissione di gas nocivi, tuttavia continuano a restare in vigore i piani di gestione dei rifiuti che prevedono soltanto la costruzione di decine di inceneritori tutti di enormi dimensioni, a volte mascherati anche come "impianti a biomasse".
Una intollerabile speculazione finanziaria ha compromesso l'economia agricola campana - famosa in tutto il mondo, ed unica per la qualità della sua terra - e ha aggravato la crisi sanitaria già in atto nella regione a causa di quarant'anni di sversamento di rifiuti tossici che, come ha confermato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sul quotidiano "la Repubblica" il 5 giugno 2008 - provengono dalle aziende del Nord che si servono con la camorra per sversare nella Campania e nel Mezzogiorno i rifiuti tossici.
La recente riscoperta del disastro delle navi colme di decine di migliaia di fusti di rifiuti tossici e radioattivi, provenienti dal nord Italia e dai maggiori paesi industrializzati d'Europa e d'America, e affondate in varie zone a largo della penisola italiana e in particolare di fronte alle coste calabresi e pugliesi, ha confermato che il Mediterraneo e il mezzogiorno d'Italia sono stati condannati a diventare il centro dello sversamento di gran parte dei veleni industriali. Infatti il Mediterraneo non è stata l'unica rotta percorsa dai trafficanti di rifiuti: come ha confermato il pentito di camorra Gaetano Vassallo, centinaia di migliaia di tir gremiti di veleni hanno quotidianamente, per quarant'anni, attraversato le strade dell'Italia, finendo la loro corsa scellerata nelle contrade più fertili del Mezzogiorno, in quella che un tempo era chiamata Campania felix per la fecondità della sua terra. Con quei rifiuti sono state avvelenate le campagne e le acque, e costruite le mura delle case dei cittadini meridionali che da Caserta a Crotone muoiono ogni giorno di mali terribili che mai prima d'ora avevano così diffusamente colpito queste terre.

Il CO.RE.ri denuncia che i poteri forti del nord Italia hanno tradito la loro missione industriale che consisteva nel produrre beni e servizi d'interesse generale, e accecati dal profitto hanno stretto un patto d'acciaio con mafia, camorra e ‘ndrangheta, per lo smaltimento illegale nelle regioni meridionali dei rifiuti tossici prodotti dalle loro industrie, nonché provenienti dalle maggiori industrie dei paesi occidentali, e imponendo la creazione di leggi criminogene come quella del Cip6 che hanno scatenato l'avidità dei gestori di rifiuti ed impedito la raccolta differenziata facendo costruire ad Acerra uno degli inceneritori più grandi d'Europa.
Per queste ragioni venerdì 23 ottobre 2009 il Il CO.RE.ri ha guidato una delegazione della stampa estera in giro per la Campania, per far documentare le terribili condizioni in cui tutt'ora si trova la regione, ed ha concluso il giro con una conferenza stampa in cui ha distribuito ai giornalisti ampia documentazione.

Il CO.RE.ri, solidale con le altre regioni oppresse dal traffico di rifiuti tossici e da subdoli poteri finanziari che impediscono la raccolta differenziata, invita tutti i giornalisti ad occuparsi del processo "Rompiballe" e della vera e continua emergenza rifiuti: il traffico di rifiuti tossici provenienti dal Nord e l'impedimento della raccolta differenziata che scatena l'emergenza rifiuti urbani ed è la causa della creazione di enormi discariche come quelle di Ferrandelle e Maruzzella, oggi descritte da un articolo di Eduardo Di Blasi apparso su L'Unità.
Il CO.RE.ri chiama fortemente la stampa ad intervenire nel processo di svelamento delle verità, per scuotere l'opinione pubblica nazionale ed europea da un torpore che impedisce di riconoscere la portata storica dei processi che si stanno celebrando contro i responsabili di un disastro di proporzioni inaudite, un disastro che ha bruciato, oltre a milioni e milioni di fondi pubblici, il futuro stesso della regione e del Mezzogiorno e che ha scolpito nel bronzo della storia l'infamia dei poteri forti del Nord Italia che hanno, dopo un lungo sfruttamento di tutte le risorse destinate al Mezzogiorno, colonizzando il territorio della Magna Grecia con spietata violenza e asservendo a questo fine anche i poteri dello Stato.

CO.RE.ri - Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania

Per informazioni:
tel: 329 29 42 818 - 334 622 43 13
sito: http://www.rifiuticampania.org/
mail: contatti@rifiuticampania.org

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27/10/2009, 16:29
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DOPO AVER LETTO IL PRECEDENTE BISOGNA LEGGERE QUESTO E SOLO PER DOVERE DI INFORMAZIONE

Giornale di Napoli del 25/10
«Rifiuti, Napoli da Terzo Mondo»
di Salvatore Garzillo

«Non posso credere che tutto ci stia accadondo a Napoli. Questa situazione
è da Terzo mondo». Si apre con questa dichiarazione del procuratore
argentino Antonio Gomez l'incontro del coordinamento regionale sui rifiuti
(Coreri), presso la Società di studi politici di piazza Santa Maria degli
Angeli. Le parole di Gomez arrivano come un pugno allo stomaco dei
presenti, curiosi di ascoltare le impressioni del procuratore dopo una
mattinata passata nelle terre dell'hinterland campano. «Oggi ho scoperto
due cose ailarmanti. La prima è che la preoccupazione della popolazione
non è adeguata al rischio che corre. La seconda è che in Italia non esiste
una legge dai contorni definiti contro i crimini ambientali. Sono qui per
creare un ponte tra Argentina ed Italia che possa essere il primo passo
verso una lotta concreta contro i reati ambientali. Una lotta che può
essere vinta - prosegue il procuratore - solo con la creazione di una
Corte penale internazionale». «In Argentina abbiamo condannato a tre anni
di reclusione persone che facevano quello ho visto fare oggi: mischiare i
rifiuti senza alcun criterio. La corte internazionale priverebbe
dell'impunità, di cui godono ora, tanti imprenditori che operano in
assoluta libertà. Ma affinché la proposta al Parlamento europeo venga
accolta, occorre che in Italia si definisca precisamente il reato
ambientale e soprattutto che i napoletani appoggino il progetto». Una
scelta obbligata visti i dati allarmanti diffusi durante l'incontro. Il
professor Giuseppe Comella, ex direttore del dipartimento di Medicina
interna presso l'Istituto nazionale di ricerca sul cancro Pascale di
Napoli, mostra l'aumento vertiginoso delle discariche nella provincia di
Napoli e Caserta. Secondo uno studio della Protezione Civile del 2001, le
discariche a Caserta erano 140, mentre a Napoli solo 86. Dai rilievi
dell'Arpac del 2008 le cose sono molto diverse: Caserta passa ad 815, e
Napoli a 1.186. «Un aumento senza precedenti - dice Comella - che
determina un conseguente incremento di malattie nei nascituri e tumori
negli adulti». Sempre secondo i dati forniti da Comella (tutti raccolti da
studi scientifici accertati), sarebbe dimostrato che nei Comuni con un
maggior numero di discariche - quelli definiti gruppo 5 c'è il 19% in più
di possibilità di contrarre il tumore al fegato rispetto a quelli "del
gruppo 1". Un'incidenza che passa addirittura all'83% quando parliamo di
malformazioni del sistema nervoso centrale e al 9% quando si calcola la
mortalità generale. Un'emergenza straordinaria, della quale ci
dimentichiamo appena sparisce la spazzatura in strada. Antonio Marfella,
tossicologo del Pascale , aggiunge altri drammatici dati a quelli forniti
da Comella. «Nel 2008 a Napoli ci sono stati 135 sforamenti delle polveri
sottili. Nel 2009, fino al 15 Ottobre, gli sforamenti registrati sono 178.
Se consideriamo che Napoli non ha fabbriche, appare evidente che c'è
qualcosa che non va. E non può essere solo colpa del traffico». La
responsabilità sarebbe infatti degli incendi notturni appiccati per
bruciare illegalmente i rifiuti, con le evidenti ripercussioni sulla
salute. «Ad oggi si è giunti alla conclusione - aggiunge Antonio Marfella
- che chiunque nasca a Napoli ha due anni di vita in meno rispetto a
qualsiasi altro cittadino italiano».

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27/10/2009, 16:38
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La domanda e': ma fino a quando tutto questo ?
Emerge un connubio che spaventa: un intreccio di interessi malavitosi, economici e politici che strozzano una delle aree piu' pregiate del nostro paese (ricordate la Magna Grecia? beh prendete in mano un libro di storia...), la diffusione di discariche ed inceneritori con le coseguenze che possiamo immaginare e purtroppo in molti casi anche constatare.
Stiamo parlando di salute pubblica e crimini ambiantali ! La cosa che piu' sconcerta e pero' la mancanza di notizie dai principali circuiti di informazione di tutto cio'. D'altronde la scoperta di un pescheto (gestito da un mascalzone in odore di camorra gurda un po')che sorgeva su una discarica di rifiuti tossici la dice lunga.RIFLETTETE GENTE E RIFLETTA, visto il circuito vizioso da piu' parti denunciato, qualche politico che spara facili sentenze sul meridione d'Italia


29/10/2009, 22:04
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una risposta come quella di armado rincuora e conforta xchè vuol dire che c'è ancora gente che pensa e ragiona con la propria testa.
secondo il mio personale parere c'è più di un politico a sparlare a vanvera

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29/10/2009, 23:43
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UNA MONTAGNA DI BALLE

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30/10/2009, 0:00
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Ringraziando Dio ancora c'e' gente che denuncia quello che non va e spinge altre persone a riflettere e ragionare. Ormai e' chiaro che il circolo vizioso e' globale e scaricare le colpe su luoghi comuni riguardanti le persone (il pregiudizio e' pericoloso) e' la cosa piu' spregevole che possiamo fare.


03/11/2009, 14:12
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