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API RESISTENTI ALLA VARROA teoria del 4,9mm 
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yuvan ha scritto:
ti posso dare ragione, a livello teorico, sul fatto di non bocciare subito l'idea (anche se per me rimane boiata).

Tra persone ragionevoli si raggiunge sempre un accordo anche solo "sull' essera d'accordo nel non-essere d' accordo". Hai ragione: non ho fatto uno studio sistematico ma il polso della situazione mi porta a pensare di avere ragione anche se non sono il depositarie della Verita'. Inoltre, e mi sto ripetendo, le celle grandi sono una situazione artificiale creata dall' uomo poco piu' di un secolo fa il che in termini evolutivi equivale a ... niente. Non sono le celle piccole a non aver subito un test adeguatamente lungo: sono le celle grandi quelle di cui non conosciamo l' effetto.
Un problema che coinvolge tutti gli animali da reddito e' la scriteriata selezione genetica degli ultimi decenni durante i quali i breeders hanno selezionato gli animali come se fossero elettrodomestici, senza tenere conto della biologia. Polli, vacche, capre sono stati assoggettati a selezioni che hanno aumentato le rese senza tenere conto di fattori importantissimi tra i quali il restringimento della base genetica. Un esempio e' il tacchino gigante del Jersey. Altro esempio il pollo Dorking la cui caratteristica principale era quella di essere enorme e rustico: adesso per entrare in competizione basta che un gallo raggiunga 3-4 kili ... oh! ma quelle penne della varieta' argentata devono avere ognuna delle righine nere il cui spessore non deve eccedere i 2millimetri +/_ 0.03 micron.
A quanto sembra per le api l' effetto e' stato devastante. Sono state selezionate api che:
1) covano pochi fuchi. Ottimo, noi avremo piu' miele, peccato pero' che le spermateche delle regina abbiano una infima base genetica
2) fanno poco propoli. Certo perche' quelle deficienti delle api hanno sprecato milioni di anni per inventare il propoli solo per curare i nostri mal di gola.
3) sono gentili, gentilissime, mansuetissime. Perfetto, cosi' anche i bambini possono raccogliere il miele senza tuta. Peccato che una tarma della cera o uno scarafaggio degli alveari possano entrare e proliferare senza essere massacrati. Io per esempio voglio che le mie api siano ragionevolmente cattive e figlie ... perche' non voglio usare insetticidi e miticidi. Senza contare il fatto che i miei alveari devono essere in fondo alla lista dei ristoranti di puzzole o tassi ...
4) sono alacri ed operosissime: la perfezione totale. Sfortunatamente si sderenano all' infinito per fare cera in frettissima, covata in frettissima, miele in frettissima ...
5) Sono uniformi, uniformissime ... non una operaia o una regina che abbia un singolo tratto fuori bolla. Sono bellissime cosi' tutte uguali e uniformi. Anzi FACCIAMO UNA LEGGE: rovinare l' uniformita' non solo e' peccato ma e" ILLEGALE. Perche' le nostre api Italiane e' meglio che muoiano in purezza piuttosto che vivano imbastardite.
E' ora di ripensare Alle api in modo globale con strategie radicali accettando idee nuove alcune delle quali saranno boiate mentre altre saranne geniali. Evolversi, cambiare, adattarsi l' ha capito anche un artropode come la varroa!
COrdialmente
Maddmax1

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27/11/2011, 19:00
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Ciao maddmax, non condivido appieno quanto esponi.
In teoria tutto si potrebbe fare , anche l'oro :lol: :lol: dal piombo.
Dici che l'ape italiana va difesa, e poi tu mi fai un bel matrimonio italo-russo :o
Dici di avere tre alveari selezionati; ma come puoi selezionare se sono in mezzo al altri alveari :?: , ma sei sicuro che solo i tuoi fucazzi vadano con le tue reginelle :?: :?:
Tre trattamenti con ossalico se gocciolato, non sono bruscolini :mrgreen:
Per quanto riguarda il diametro delle celle, io dico: prima del 1980 che diametro avevano :?: :?: la varroa esisteva :?: :?:
In teoria e sempre in teoria , mi viene da pensare che su telai vecchi in quanto le celle man mano si restringono le varroe non dovrebbero riprodursi :o :o . MA :?:
Le varroe prediligono le celle da fuco, ma vanno anche all'occorenza in quelle da ape ,
non penso che il mm. possa inibire alle varroe l'istinto della procreazione .
nicol


27/11/2011, 20:07
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Ciao Massimo,
Benvenuto nel nostro forum, mi fà piacere conoscere l' esperienza di persone che vivono in altre nazioni ,soprattutto quella americana sempre all' avanguardia nella ricerca grazie all' esercito di bravi ricercatori che formiamo a nostre spese e che poi cacciamo di casa per tenerci stretti gli altri perchè raccomandati.
Non riesco a capire da quanti anni sei in america (almeno 10) ma ho notato che hai una buona padronanza della lingua italiana (liceo + università).
Se è da poco che stai in america dovresti sapere che i giovani di oggi conoscono bene l' inglese e figurati che anch' io , nonostante i mie 67 anni, quando dovevo scrivere software per i computers ibm negli anni 70-80 non potevo non conoscere l' inglese eppure appartengo a 2 generazioni fà.
Quando ci dici che hai incrociato l' ape italiana con la russa spero tu abbia fatto l' inseminazione artificiale altrimenti ha ragione Nicolsp , il primo bastardello che è passato vicino alla tua verginella ti ha rovinato la festa.
Concordo con te che la scriteriata selezione genetica va contro natura ed è per questo che allevo la ligustica che si è ben adattata a vivere nel mio ambiente così come la carnica viene allevata nel nord italia e la sicula in sicilia.
La mia avanzata età non sempre mi fà capire bene quello che leggo ma da un lato te la prendi con la "scriteriata selezione genetica" e poi tu incroci api italiane con russe e ci inviti ad incrociare le nostre italiane perchè è meglio avere api imbastardite che morte in purezza.
Mi pare di capire che anche tu usi prodotti antivarroa e quindi le celle piccole non ti hanno risolto il problema.
Seguo , con interesse, Apibio che stà sperimentando le celle "di una volta" , l' ho invitato a proseguire nella ricerca ma non sono ancora convinto e aspetto.
Ninno


28/11/2011, 0:26
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Grazie per il benvenuto. Sono qui dal 1998.
Innanzitutto una premessa. Non ho mai detto che le celle piccole da sole risolveranno il problema della varroa. Non esistono bacchette magiche ma, mettendo insieme le celle piccole, gli incroci opportuni, l' utilizzo oculato dei prodotti chimici, lo zucchero a velo, l' interruzione della covata, la selezione oculata sulla base di criteri biologici che non siano solo i kili di miele prodotto al minor costo possibile, la cura costante degli alveari etc. etc. si arriva ad un punto per cui si puo' CONVIVERE con la varroa.
Difendere l' integrita' genetica dell' ape italiana mi interessa fino ad un certo punto: lo faccio per quanto posso. Se devo scegliere tra l' "imbastardimento" o la sparizione delle api ... non ho dubbi.
Il primo incrocio l' ho fatto mettendo celle di regine italiane vergini -cresciute sul 4.9- in nucs di api russe. Per quattro settimane ho portato i tre alveari in un posto isolato. Poi li ho riportati nel recinto dove gli "altri" alveari sono di api italiane (a dire la verita' "erano" api italiane perche' nel frattempo i miei fuchi bastardelli ci hanno dato che ci hanno dato!). Non posso essere sicuro di quali fuchi fecondino le mie regine ma sono sicuro del fatto che solo i piu' tosti ce la fanno: e' tutto quello che mi serve. Io creo una feroce competizione tra i fuchi. Il che mi porta a parlare dei trattamenti. Tutti i miei trattamenti ruotano intorno alla fecondazione delle regine. Ogni tre anni cambio le regine residenti e in preparazione di cio' non tocco la covata da maschio, anzi, la aumento quanto piu' possibile. Solo in questi anni, e solo ad accoppiamento presumibilmente avvenuto, uso i trattamenti di acido oxalico (sublimato) oppure di acido formico o anche l'apistan (A ROTAZIONE).
Per quanto riguarda la selezione, non sono stato chiaro. In realta' stiamo parlando di DUE processi distinti.
1) La costituzione di una base genetica allargata. Italiane x Russe ed il reincrocio con le italiane.
2) La selezione vera e propria nella quale il criterio di produzione del miele e' l' ultimo dei miei pensieri.

Un altro criterio molto discutibile di selezione e' la tendenza a non sciamare (una delle ragioni per cui le api italiane sono considerate eccellenti mente le russe sono considerate una fetecchia). La sciamatura crea si' un danno commerciale ma mantiene gli alveari in condizioni di non-sovraffollamento. Inoltre la sciamatura crea colonie di api inselvatichite che sono una fucina di selezione naturale ai patogeni a costo zero per gli apicoltori. Tutte le volte che mi avanzano delle api, vuoi perche' sfoltisco le colonie, vuoi durante il cambio delle regine, prendo 1-2 telaini con covata fresca, le api e le mollo tutti nella foresta insieme ad un fondant di quattro libbre appeso ad un albero vicino.
Credo nel concetto di Karma: un giorno uno di quei "satanici" fuchi di boscaglia, sopravvissuto alla varroa, alla nosema, agli orsi, alla siccita', alla fame, agli inverni glaciali, alle estati torride, ai tassi, ai paenibacilli fecondera' qualcuna delle mie regine. Nella mia discutibile percezione del business, il teorema che i fuchi selvatici sono pieni di malattie e' una megastrBEEEPata.
Tanto per essere chiari, tutte queste cose, sulle quali si puo' benissimo essere d'accordo o in disaccordo ma che comunque sarebbe opportuno almeno ascoltare, non sono assolutamente farina del mio sacco ma vengono da gente esperta che ha deciso di provare strade alternative e piu' in sintonia con il fatto che le api non sono un elettrodomestico che produce miele: sono esseri viventi con le loro "storie' e le loro esigenze. Domanda: quanti conoscono il numero di microorganismi ed artropodi che vivono in consociazione con le api e che si suppongone essere parte integrante della vita sana dell' alveare? Quando trattiamo, una gran parte degli organismi benefici viene decimata creando nicchie ecologiche che sono prontamente colonizzate dai "bad boys". Bad boys, bad boys whatch yar gonna do when they come for you?!
Cordialmente
Maddmax

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28/11/2011, 4:14
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apibio ha scritto:
pero' tra dire la propria opinione e fare disinformazione c'e' una bella differenza!!! e mi riferisco a Gandalf
Non faccio disinformazione, vorrei fatti, fatti! Trovo solo parole e teoria.
La disinformazione semmai viene inglobata da chi deve partire adesso e sente soluzioni miracolose sulla sconfitta della varroa con il 4,9mm o con altri metodi campati in aria, magari prova ad adottare tali metodi e l'anno dopo gli muoino tutti gli alveari, sconfortato dall'insuccesso, desiste e addio ad un'altro provetto apicoltore.

apibio ha scritto:
i dati e le esperienze ci sono!!! eccome!!! il fatto che tu non le conosca non vuol dire che non ci siano!!!
Infatti non le conosco perchè non le trovo (forse non ci sono?)
Postali, documentaci, illuminaci.
Vorrei vedere questi dati, dove sono? Chi li ha?
Perchè non vengono postati?
Per ora è solo teoria, ho letto tantissima teoria, molti "dovrebbero", "si riduce sicurmanete" e "siamo stati noi ad aumentare la grandezza delle celle", ma alla fine del discorso, non si sa come, questi dati o non ci sono o non sono completamente dimostrabili.

apibio ha scritto:
io non voglio convincere nessuno ma questa estate sono andato alle canarie nell'isola di la palma....
Ogni paese ha un clima diverso, figuriamoci già solo in italia ci sono grosse differenze per quanto riguarda il clima e gli interventi da fare ogni anno.
E tu vieni a dimostrare la tua teoria dicendo che sull'isola di palma il 4,9mm funziona?
Su un isola che è praticamente...isolata, quindi un ambiente fortemente limitato, quasi libero da contaminazioni esterne, dove è infinitamente più semplice il controllo della varroa perchè molto improbabile e difficile che l'isola e gli alveari vengano contaminati da "altre api della zona".
Tu puoi andare a fare visita anche a Peleliu o Guadalcanal e verificare il tutto......ma noi stiamo parlando di realtà italiana, non di realtà di (piccole) isole dove gestire la facenda è infinitamente più semplice.

apibio ha scritto:
Per quello che mi riguarda sono arrivato a 12 casette quest'anno, di cui 10 sul 4,9mm...... e non ho mai trattato contro la varroa dal 2008.
Fortunello? Continua così, almeno a te funziona, però quando non ti funzionerà piu' ti ritroverai gli alveari orfani. Nel frattempo, siccome io AMO le mie api e non le voglio far morire per seguire "teorie" forse campate in aria, le tratto come devo, e QUANDO avrai/ci saranno dati a sufficienza, potrò provare il 4,9mm.
Nel frattempo aspetto gli studi condotti da flightofthebumblebee, che mi sembrano molto più "scientifici" di tutte le teorie sul 4,9mm.

apibio ha scritto:
Il prossimo hanno spero di iniziare finalmente a fare miele oltre a solo nuclei...
Lavoro tutto il giorno, quando torno a casa potrei riposarmi e godermi l'home sweet home, invece mi tocca prendere andare a controllare le arnie, fare i trattamenti (con tutti i dovuti pericoli che comporta...vedi ossalico sublimato), ecc,ecc, se va bene dopo due ore (ri)torno a casa distrutto mi faccio un bagno e MUOIO sul letto.......se non devo fare il miele allora sono masochista?

apibio ha scritto:
...e qui trovate sia la mia esperienza che le informazioni: http://www.apibio.it" target="_blank" target="_blank
Ripeto: e i dati? Dove sono?
Non vedo dati.
Non vedo tutte le tabelle, tempi, periodi, cadute varroa, ecc, ecc. Dove sono i dati?
Mi sbaglio io? Dove sono gli studi condotti dal 2008 ad oggi? Forse non li ho trovati?

apibio ha scritto:
..... tra le altre cose c'e' stato anche un tempo in cui gli esperti sostenevano che la terra era piatta.... al centro dell'universo e che il sole le girava intorno........
Certo e "se la mi' nonna c'aveva le rote era un carretto" oppure "se gli asini volano il cielo sarebbe pieno".
I tempi son cambiati, le informazioni sono cambiate, adesso abbiamo la tecnologia che ci permette di calcolare l'orbita di un satellite attorno a Marte partendo dalla terra......errori del genere non se ne commettono piu', se mi dici che un asino vola, allora ci credo solo quando lo vedo, se mi dici che la mi nonna con le rote è un carretto...ci credo solo quando la vedo.....e se mi dici che la TEORIA del 4,9mm funziona.....ci credo solo quando la vedo/vedo i dati/le prove scientifiche/ ecc ecc.

Nel frattempo, a chi comincia o vuole cominciare un solo consiglio: SEGUITE I METODI ED I TRATTAMENTI TRADIZIONALI, almeno di quelli possiamo fidarci (anche se non al 100%, ma la certezza nel nostro campo praticamente non esiste).

Saluti

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Fernando Caivano
Skype: f.caivano

Dalle Terre Selvagge agli occidentali lidi,
Dai deserti del Nord ai colli verdeggianti,
Nel covo del drago e nei nascosti nidi
Egli camminò a lungo nei boschi ombreggianti.
Lament for Gandalf


28/11/2011, 10:58
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Il cambiamento radicale della gestione degli alveari va fatto cum grano salis.
Cambiare le regole del gioco comporta un impatto enorme sulla popolazione delle api.
In particolare chi possiede alveari gia’ avviati e ha api per scopi commerciali
deve mettere in conto per i primi 1-3 anni delle perdite del 50-90% in termini
di mancata produzione di miele e di diminuito numero di api. Ne consegue che un
approccio prudente sia assolutamente necessario. I dati sono li’ fuori: basta cercarli (in inglese).

ESEMPIO (e non sto dicendo di incrociare le api con le api africane, ovviamente!!)
Genet Mol Res. 2003 Mar 31;2(1):36-42.
The influence of brood comb cell size on the reproductive behavior of
the ectoparasitic mite Varroa destructor in Africanized honey bee colonies.
Piccirillo GA, De Jong D.
SourceDepartamento de Biologia/Area Entomologia, FFCLRP, Universidade de São Paulo,
14040-901 Ribeirão Preto, SP, Brasil.
Abstract
Africanized honey bees (Apis mellifera, Hymenoptera: Apidae) in Brazil are tolerant of
infestations with the exotic ectoparasitic mite, Varroa destructor (Mesostigmata: Varroidae),
while the European honey bees used in apiculture throughout most of the world are severely
affected. Africanized honey bees are normally kept in hives with both naturally built small
width brood cells and with brood cells made from European-sized foundation, yet we know that
comb cell size has an effect on varroa reproductive behavior. Three types (sizes) of brood
combs were placed in each of six Africanized honey bee colonies: new (self-built) Africanized comb,
new Italian comb (that the bees made from Italian-sized commercial foundation), and
new Carniolan comb (built naturally by Carniolan bees). About 100 cells of each type
were analyzed in each colony. The Africanized comb cells were significantly smaller
in (inner) width (4.84 mm) than the European-sized comb cells (5.16 and 5.27 mm for
Italian and Carniolan cells, respectively). The brood cell infestation rates
(percentage cells infested) were significantly higher in the Carniolan-sized comb cells (19.3%)
than in the Italian and Africanized cells (13.9 and 10.3%, respectively). The Carniolan-sized
cells also had a significantly larger number of invading adult female mites per 100 brood cells (24.4)
than did the Italian-sized cells (17.7) and the natural-sized Africanized worker brood cells (15.6).
European-sized worker brood cells were always more infested than the Africanized worker brood cells
in the same colony. There was a highly significant correlation (P<0.01) between cell width and the
rate of infestation with varroa in four of the six colonies. The small width comb cells produced
by Africanized honey bees may have a role in the ability of these bees to tolerate infestations
by Varroa destructor, furthermore it appears that natural-sized comb cells are superior to over-sized
comb cells for disease resistance.

Resta il fatto che le api hanno fatto celle piccole per milioni di anni e che le celle grandi sono
una introduzione artificial fatta dall’ uomo poco piu’ di un secolo fa.
Cordialmente
Maddmax

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28/11/2011, 18:15
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Scusate se mi intrometto, ma la discussione è sì interessante ma è anche piena di inesattezze!!

Premetto che chi sperimenta ha tutta la mia "solidarietà"!!
E premetto anche che secondo me le api hanno il loro bel daffare per difendersi dalla Varroa, dai trattamenti degli apicoltori ed anche dagli sperimentatori, come me, che una ne pensano e 100 ne fanno!!!

Riguardo agli studi da dove Apibio trae le sue "certezze", ci sono, ed in parte anche in italiano, tradotti da me e pubblicati in un altro forum, di cui evito il nome per correttezza ma cercandolo lo si trova facilmente e l'American Bee Jornal li ha sempre puntualmente pubblicati, magari non ha fatto lo stesso con altri studi, ma con questi si, e ne ha preso sempre i risultati con le "molle" e con le dovute distanze!!!

Riguardo alle celle più piccole abitate da milioni di anni, devo dire che la cosa non corrisponde al vero, o almeno il discorso non è così netto!!
Diciamo che quello che hanno fatto le api per qualche milione di anni ci riguarda poco e ne sappiamo anche poco, mentre quello che fanno da circa 6000 anni è "quasi" documentato, ma è solo dall'invenzione dell'arnia razionale che si hanno dati certi e osservazioni molto approfondite.

Esistono molte razze di api ed ognuna fa la sua cella, ed esiste uno studio, ripreso anche dai fratelli Lusby, quelli del 4,9, che confronta le celle di tre razze di api, Africana-Carnica-Ligustica, anch'èsso da me pubblicato (mi pare anche tradotto), che riporta le differenze in mm tra le celle di questi tre "insetti"!

L'introduzione della misura standard nei fogli cerei è stata presa per convenzione commerciale qualche annetto fa e non è stata rispettata alla lettera, così oggi ci ritroviamo fogli cerei con celle di diverse dimensioni, che differiscono anche di 4-5 mm.

Riguardo a quello che alcune api fanno in natura con le celle o con i fogli in plastica(teoria Lusby ripresa da Apibio) per costatarne la veridicità basta allevare una famiglia per tre anni con cera da loro integralmente prodotta, e i risultati che ho io sono molto diversi e contrastanti fra loro, già fra famiglie dello stesso apiario e della stessa specie!!

L'incrocio con la ligustica è oramai vecchio, fin dai primi del '900 era consuetudine importare api italiane in tutto il mondo perchè considerate le migliori .
Le migliori perchè risultato di migliaia di anni di selezione naturale, e certamente risultato di incroci di molte speci.
Probabilmente anche il futuro prevede un'ape forte, risultato di incroci etc. etc., anche perchè questo è un fattore "antropologico" certo:
L'evoluzione è sempre frutto di incroci di sangue, razze e culture!!(alla faccia dei borghezzisti e dei sostenitori della purezza della razza :lol: )

Le sperimentazioni poi si devono fare rispettando alcuni criteri, distanze, soggetti test, etc. etc. se no i dati ottenuti risultano poco evidenziabili e poco certi!
Per questo le isole son ottimi posti dove provare ma i risultati rimangono una incognita se trasportati sul continente!
Bisogna dire che tutto questo è anche difficile da attuare senza l'appoggio delle istituzioni, di istituti o di soggetti "interessati e facoltosi", e tutti sappiamo come siamo messi, almeno in Italy!!!
Non parlo poi del business delle aziende farmaceutiche che mentre "aiutano" l'apicoltore, rendono tutto più difficile.!!

La lotta alla Varroa e ad altri "soggetti" senza una concertazione tra apicoltori-associazioni-istituti- mezzi di comunicazione risulta oltremodo difficile essendo l'ape un insetto che "vola" e a cui piace "socializzare".

Per esempio, a me risulta che in una determinata zona del sud-Italia si è adottato lo spazio Mussi a livello associazioni-apicoltori e la cosa ha dato ottimi risultati, questo, se corrisponde al vero, implica che non ci sono stati apicoltori che si sono ostinati a trattare in altro modo e la selezione di pochi anni ha dato già i suoi piccoli frutti!!

Chiaramente sorge la domanda spontanea:
Perchè le altre associazioni, magari limitrofe, non hanno adottato lo stesso sistema??
Non solo ma qualcuno ha fatto, decantato e divulgato studi opposti, cioè interspazi tra favi ancora più stretti!!!!

Prendiamo poi la mia "sperimentazione", esistono dati certi o ritenuti tali, fin dal 1930 e ribaditi da altre sperimentazioni di altri soggetti molto quotati e molto competenti, ma su di loro è calato un silenzio incomprensibile, senza contro-sperimentazioni divergenti, un silenzio inspiegabile, rotto solo in due occasioni, negli anni ottanta dal Crivelli, un patriarca dell'apicoltura italiana moderna, e poi oggi da un "bischero" come me!!! :P

Concetti come sciamatura, sovraffollamento o mansuetudine, sono facilmente controvertibili sia che li si ritenga positivi o negativi.

Perciò Infine faccio i miei migliori auguri ad Apibio sul suo proseguimento nella "ricerca" e invito tutti a non disprezzare il lavoro e le convinzioni di altri, almeno senza cognizione di causa, spesso ho sentito dire:
<<Ma va son tutte "cazzate"....>>
Oppure:
<<Secondo me è una boiata>>
Senza addurre ragionamenti logici o intelligenti!!
Questo è un atteggiamento secondo me sbagliato e controproducente, solo unendo sforzi e competenze, prove ed esperienza, riusciremo a venire a capo dei problemi che affliggono le nostre api, aspettare che lo facciano altri, magari con interessi "milionari", è lecito ma non sufficiente o perlomeno non garantito!!!

Intanto ieri, aiutato da questo clima pazzo, in Toscana a 500m slm, ho tolto gli ultimi melari, e dopo Millefiori, Acacia, Castagno e Melata, mi accingo a smelare un altro quintalozzo di miele molto giallo-oro e molto saporito che le mie api dopo aver riempito i nidi hanno accumulato nei melari, che io avevo lasciato loro per fargli avere spazio ulteriore, visto il sovraffollamento delle famiglie a Settembre\Ottobre!!! ;)


28/11/2011, 21:25
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amico te lo adduco subito un ragionamento logico ed intelligente.. a me le api danno da mangiare (e ti assicuro che sono dimagrito un casino) immagino che non lo diano ne a te ne al nostro simpatico amico oltre oceano. sono curioso di sapere se altri pofessionisti si preoccupano della dimensione delle celle oppure cercano come me di produrre nel più efficace dei modi. dove si è mai visto che la parte di produzione si occupa della sperimentazione? la ricerca spetta a voi (e magari anche a università e qualcuno più qualificato...) e meno male che ci siete, però non è credibile se non riportate dati VOSTRI e sperimentate con 3 o 10 casse provando questo e quello.... poi evviva la ricerca e la sperimentazione.
andate avanti che vi leggo.


28/11/2011, 22:08
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yuvan ha scritto:
... la ricerca spetta a voi (e magari anche a università e qualcuno più qualificato...)
Campa cavallo che l'erba cresce. Come mi pare di aver già scritto in un'altra occasione, purtroppo la ricerca in Italia è delegata ai singoli apicoltori, vista anche la perenne mancanza di fondi delle istituzioni che la dovrebbero fare. Basti pensare alla "sperimentazione" dell'efficacia di Apibioxal fatta su 5 (cinque) alveari. Tra l'altro, l'autorizzazione dell'ossalico era stata richiesta a gran voce, perché indispensabile alla sopravivenza delle api e nonostante sia stata ottenuta, anche se con una soluzione "all'italiana", la situazione a fine stagione non è tra le migliori, colpa anche del clima sicuramente ma se c'è una cosa immutabile in apicoltura, questa è proprio la variabilità del clima. Forse è l'approccio al problema che è sbagliato, forse non abbiamo capito niente per l'ennesima volta. Ci siamo illusi, e ci stiamo tuttora illudendo di poter guidare la natura con le nostre polverine. Al momento funzionano (ho fatto ieri il secondo giro di sublimato :mrgreen: ) ma tra un anno, o due, o dieci, la polverina di turno sarà obsoleta e la sostituiremmo con un altra più efficiente, la "soluzione definitiva" dimenticando che si tratta dell'ennesima "soluzione definitiva". Difficile decidere a chi dare retta, alla scienza "ufficiale" che ci propina polverine con efficienza del 98% o a individui come Oscar Perone o John Kefuss che propongono soluzioni diverse tra di loro ma comunque lontane dalla chimica. Per non parlare delle teorie di Matthias Thun che sanno tanto di vanmarchismo. Veramente una soluzione ce l'avrei anch'io ma ho paura che sia improponibile dal punto di vista economico, quindi sto aspettando i risultati di Apibio e di Thefligt, gente che si trova qui, a portata di mano, cosicché, se un giorno mi venisse voglia, posso infilare il calibro in tasca e andare a misurare di persona queste benedette celle e a contare la varroa. E giusto per non stare con le mani in mano, ho iniziato a traforare un'arnia.

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http://www.agraria.org/apicoltura.htm - Atlante di Apicoltura

Il Grande Fratello non ci osserva. Il Grande Fratello canta e balla. Tira fuori conigli dal cappello... (Chuck Palahniuk)


29/11/2011, 0:23
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Cita:
amico te lo adduco subito un ragionamento logico ed intelligente.. a me le api danno da mangiare.....


Dici bene tu, ma non è un ragionamento che permetta di giudicare "boiata" una qualunque cosa si faccia per cercare di "progredire" in apicoltura o in altri campi!!!!

Riguardo allo <spetta a voi>, mi pare che tu non sappia di cosa e con chi ne stai parlando!!
Vedere la cosa solo come una "possibilità" di chi ha altri redditi e tempo da perdere e un pia illusione e non ti assolve dalle tue responsabilità(cosmiche :D ).

Potresti, se già non lo fai, per esempio, "recuperare" una postazione lontana dal tuo apiario e destinarla alla sperimentazione, magari perdendoci un po' di tempo libero e soldi, mettendoci impegno e speranze e sopratutto senza avere la minima garanzia di riuscita!!! ;)

Io, come ho già avuto modo di dichiarare altre volte ma che ripeto volentieri, ho la massima comprensione per chi, intimorito da passate esperienze di morte e distruzione o magari solo a conoscenza di possibili tragedie di interi apiari sterminati dalla Varroa o da cause diverse, ricorre a tutti i trattamenti possibili ed immaginabili, pur conoscendo l'illegalità delle sostanze usate, ed usate la prima volta, di solito, solo per sentito dire!!!

Anzi direi che la maggioranza degli apicoltori, e non solo, agisce così e non si può biasimare!!!
Ma da lì a giudicare gli altri ce ne passa!!! :roll:

Non è detto poi che chi "campa" solo con una fonte di reddito sia un amante o studioso o anche solo curioso degli animali che alleva!!!
Io per esempio "campo" con tante attività agricole e zoologiche, ma tutte condotte in regime bio-dinamico, che mi rendono poco e niente e devo integrare il mio reddito con altre attività, molto meno "bucoliche"!

Credimi, sarebbe molto più facile anche per me curare i miei animali con metodi classici e tradizionali, ma così non sarei soddisfatto come lo sono adesso, e poi avrei una "farmacia" in casa, con oneri relativi, ma sopratutto non riuscirei a vederli come "compagni di viaggio"!!!
Per esempio:
Se tenessi galline ovaiole anzichè valdarnesi originarie, venderei molte più uova, ma di contro dovrei nutrirle con "strane" miscele create apposta per loro, indispensabili per la loro salute, costose ma vantaggiose, come con le mucche, invece di farle pascolare tenerle in stalla e nutrirle con farina di pesce e antibiotici, e così con pecore, capre, oche, anatre, cani gatti e canarini!!!

Amico mio, quando l'altra volta hai detto che per te un coprifavo trasparente è "una boiata" ho pensato ad uno che di vedere le sue api, in inverno come in estate, non gli fregasse niente e fosse solo un semplice venditore di miele, come ci sono i venditori di latte, di auto o di altro, che pensano solo a vendere, beh, certamente mi sbagliavo, perchè il fatto che tu sia quà a discutere di api fa capire che anche tu "ami" i tuoi "insetti" fino a perderci tempo prezioso in "chiacchere" su di un forum, ed il tuo approccio, sbagliato secondo me, è solo frutto di una impostazione "particolarmente" pessimista! :)

Cita:
E giusto per non stare con le mani in mano, ho iniziato a traforare un'arnia.

Chi ben comincia è già a metà dell'opera :lol: ;)


29/11/2011, 22:17
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