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LATTE UHT STRANIERO IN 2 BUSTE SU 3 MA NON C'E' SCRITTO 
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ASCA) - Roma, 28 feb - Due buste di latte a lunga conservazione su tre contengono latte straniero all'insaputa dei consumatori perche' non e' obbligatorio indicare il luogo di mungitura.
E' quanto denuncia la Coldiretti che domenica 1* marzo a partire dalle ore 10,30 nel centro di Torino a piazza Palazzo di Citta' distribuisce gratuitamente il latte a sostegno di una petizione per l'etichettatura di origine obbligatoria dei prodotti lattiero caseari a partire dal latte a lunga conservazione UHT, come previsto dal disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia.
Nel 2008 in Italia sono stati importati 9 miliardi di chili in equivalente latte tra creme, yogurt, latte, latticelli e formaggi da spacciare spesso come Made in Italy a spese degli allevatori e dei consumatori che spesso, credendo di acquistare un prodotto del territorio, comprano invece un'anonima mozzarella, caciotta o caciocavallo fatti con latte proveniente da chissa' dove senza adeguate garanzie ne' di qualita'. L'importazione riguarda prodotti spesso destinati ad essere lavorati o trasformati in Italia per i quali al consumatore viene mantenuta nascosta - sottolinea la Coldiretti - l'indicazione della reale origine che e' obbligatoria solo per il latte fresco, ma non per quello a lunga conservazione, per lo yogurt, i latticini o i formaggi.
Una situazione che ha fatto crollare i compensi riconosciuti agli allevatori italiani e peraltro - precisa la Coldiretti - non ha portato alcun vantaggio economico ai cittadini con i prezzi dei prodotti lattiero caseari al consumo che in Italia sono aumentati in misura rilevante nel 2008.
Per il Presidente della Coldiretti Sergio Marini ''in Italia salveremo le stalle da latte solo se avremo una etichetta chiara nel latte a lunga conservazione e nei formaggi per distinguere cio' che e' italiano da cio' che e' sfacciatamente spacciato come italiano. Una necessita' che - conclude Marini - va accompagnata da norme e controlli per azzerare il commercio di latte in nero e latte irregolare che genera concorrenza sleale e incertezze tra i produttori e dalla riduzione della forbice tra prezzi pagati dal consumatori e quelli riconosciuti agli allevatori che la Coldiretti e' impegnata a realizzare con il progetto di filiera tutta agricola ed italiana, firmata dagli agricoltori.
ASCA

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I


01/03/2009, 21:24
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Ho controllato sulla confezione di latte UHT che ho in casa (granarolo Accadì): c'è scritto solo Prodotto e confezionato da Granarolo e non la provenienza del latte.
Ciao,
Marco

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09/03/2009, 13:32
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aglia-ia-gliai :!: :!:
ti hanno pagato x fare pubblicità :?:

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I


09/03/2009, 21:19
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E' veramente troppo.Passi per quelle confezioni anonime che nei grossi spm vanno collocate negli scaffali primo prezzo ma per confezioni di latte a marchio noto e che con la scusa di omega vari e vitamine aggiunte hanno prezzi alti sarebbe il minimo indicare l'origine del prodotto.Se non si ha nulla da nascondere perchè non metterla?

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I


11/03/2009, 17:53
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ciao a tutti!
oltre al discorso latte, vorrei porre alla vostra attenzione un altro problema...
lo sapevate che l'inchiostro di stampa sulla confezione ha contaminato il latte contenuto all'interno???
io sono rimasto sconvolto :o
date un occhio qua : http://www.aamterranuova.it/article3129.htm


11/03/2009, 21:28
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Si, l'hanno detto anche in TV ieri l'altro. La vicenda risale a qualche hanno fa. In na partita di latte in Tetrapak della Nestlè ci si accorse che il colorante usato sulla confezione aveva contaminato il latte. Tutta la partita venne immediatamente ritirata dal commercio ma la notizia fece molto clamore. La sostanza non era tossica, ma il giudice ha riconosciuto il danno psicologico subito dai genitori delle figlie che avevano bevuto il latte incriminato.
Ciao,
Marco

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11/03/2009, 21:39
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Ciao a tutti,
scusatemi ma faccio una partecipazione-lampo al forum riguardo all'argomento in questione.
Atteso che con la legislazione attuale c'è l'obbligo di segnalazione in etichetta della provenienza solo per alcuni prodotti, il problema è fondanmentalmente la necessità di protezione del mercato nazionale e degli operatori che in esso si muovono, poichè sono convinto che, aldilà della superiorità qualitativa dei prodotti italiani rispetto a diversi omologhi esteri, la genuinità di un prodotto non la difendiamo indicando la provenienza (esperienza insegna che anche su quello si possono fare cose "turche", con tutto il rispetto per i turchi...): il problema, ripeto è la necessità di evitare che ci sia danno per i nostri operatori. E' autarchia? Beh, non esageriamo... Comunque, ..."ai posteri l'ardua sentenza",... diceva Manzoni. Saluti a tutti


27/03/2009, 10:33
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Ciao Paolo,
io la vedo in modo un po' diverso. Non parlerei tanto di difesa degli interessi nazionali (al limiti parlerei di interessi degli agricoltori e allevatori dell'UE). Per me è un problema di corretta informazione del consumatore. Anche se tutti i prodotti in commercio devono rispettare le norme in tema di sicurezza alimentare (tutti, compresi quelli che vengono dalla Cina), quando si acquista un prodotto si dovrebbe sapere con certezza la provenienza. Poi ciascuno può decidere cosa acquistare, in base ai gusti, prezzo, desiderio di difendere le produzioni nazionali, ecc. Io, nel limite del possibile, cerco di acquistare prodotti agricoli italiani, anche perchè sono un po' contrario al consumo di ortaggi non di stagione e perchè mi sembra moralmente poco accettabile consumare uva che viene dal Sud America o dal Sudafrica. Preserisco mangiare l'uva in agosto settembre, le fragole in maggio giugno, ecc.
Ciao,
Marco

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27/03/2009, 14:04
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Quando si parla di latte gli interessi sono enormi e se non esiste una legislazione seria è perchè forse a qualcuno fa comodo. Di certo non fa comodo al piccolo allevatore che con passione e professionalità prodice latte di qualità (ed ho fatto anche la rima :D ). Ricordate le notizie (del tutto false ed infondate) sul latte crudo distribuito nelle città. Quando un prodotto non può essere sfruttato dalle grandi multinazionali deve sparire... in questo caso l'etichetta incompleta favorisce le multinazionali e quindi va bene così. Ma le varie associazioni di allevatori non servono per spingere lo stato ad affrontare questi problemi?


27/03/2009, 15:00
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Ciao Andrea,
concordo in pieno.
Qualche settimana fa mi è proprio sembrato che stessero per architettare una campagna per mettere in crisi la vendita di latte crudo, mettendo in grave difficoltà i bravi e intraprendenti allevatori che hanno investito in questa nuova forma di distribuzione.
Ciao,
Marco

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27/03/2009, 15:23
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