Messaggi senza risposta | Argomenti attivi Oggi è 28/04/2024, 5:13




Rispondi all’argomento  [ 11 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2
basta biologico nella grande distiribuzione 
Autore Messaggio
Avatar utente

Iscritto il: 17/07/2009, 18:35
Messaggi: 1302
Località: Paganico GR
Formazione: Produttore animale
Rispondi citando
Ciao a tutti,
oggi leggo quanto segue e me ne rammarico...
Jacopo


La fame nel mondo e la corsa del puledro
Chi di noi non ha visto il comportamento del puledro quando camminando al fianco della madre pratica un moto “pendolare”, fatto di slanci in avanti e corse repentine, vivaci e spesso pericolose per chi guarda “distratto”. Tanto movimento e “ginnastica funzionale” per compiere solo modesti reali spostamenti in avanti. È la sensazione che abbiamo avuto dopo le dichiarazioni del Direttore Generale della FAO, Jacques Diouf che il 12 ottobre, in occasione dell'apertura del Forum di esperti internazionali su come nutrire il mondo nel 2050, in prospettiva di un grande incremento della popolazione mondiale ha sostenuto: “"Non ci sarà altra scelta che aumentare la produttività agricola, ... incrementando le rese con una maggio re intensità delle colture....” e ancora rispetto ai modelli: "se è vero che l'agricoltura biologica contribuisce alla riduzione di fame e povertà e dovrebbe essere incentivata, non è in grado da sola di nutrire una popolazione mondiale in rapido aumento". Tale posizione, oltre a suscitare sconcerto, è causa di un certo “sbandamento”. In più di un altra occasione infatti altri autorevoli rappresentanti dell'importante Agenzia (191 paesi oltre all'EU) hanno perfettamente sostenuto il contrario. Uno tra tutti Shivaji Pandey, Direttore della Divisione Produzione vegetale e protezione della piante, solo il 4 febbraio 2009 a Delhi , in occasione del IV Congresso Mondiale di “agricoltura di conservazione” (AC) (oltre 1.000 esperti internazionali presenti) affermava: “ Gli agricoltori di tutto il mondo dovranno presto passare a sistemi agricoli più sostenibili e produttivi per riuscire a produrre il cibo necessario all'aumento della popolazione mondiale e rispondere alle sfide del cambiamento climatico”. Posizione in aperta dissonanza emersa solo qualche mese dopo ( settembre 2009 a Roma presso l'ateneo pontificio Regina Apostolum) quando altri due autorevoli rappresentanti Fao, parlando di fame nel mondo, si dicono possibilisti rispetto all'uso delle biotecnologie nelle aree in via di sviluppo. Rincuorati in questo anche dalle parole dell'Arcivescovo di Trieste che rispetto all'uso delle biotecnologie invitava a non “non divinizzarle ne a demonizzarle, ma piuttosto farne un uso corretto secondo la guida della morale”.
Forse il caos è l'origine della vita, ma di certo non aiuta i comuni mortali a risolvere i problemi del mondo. Rispetto a questioni come la “strage per fame”, la malnutrizione e il sotto sviluppo, occorrono modelli, strategie e posizioni chiari e lineari. L'incremento demografico non è una variabile indipendente dalle dinamiche sociali ed economiche globali, come non lo è la disponibilità di risorse alimentari. Se le proiezioni della Fao sono esatte: la popolazione mondiale raggiungerà nel 2050 i 9,1 miliardi di persone, rispetto agli attuali 6,7 miliardi. Ammesso che sia vero e possibile aumentare con l'agricoltura intensiva la disponibilità di cibo sino a parificare il bilancio, cosa succederà nel 2100, quando le risorse fossili di cui le agricolture intensive fanno “abuso” saranno esaurite.
Per il biologico italiano il quadro è più che chiaro, la malnutrizione non è mai solo un problema di scarsa disponibilità di cibo in valore assoluto, quanto piuttosto un problema di accesso alle risorse alimentari a causa di scarso o assente potere di acquisto delle popolazioni (in Africa l'80% della popolazione vive di agricoltura). Potere che spesso diminuisce sino a collassare quando in quelle economie si introducono ulteriori elementi esogeni e sistemi produttivi che creano dipendenza economica come i concimi chimici e sopratutto i diritti delle multinazionali sui brevetti e le biotecnologie.

Lillo Alaimo Di Loro - Vice presidente AIAB federale

_________________
Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità.
Vandana Shiva


16/10/2009, 12:45
Profilo WWW
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Rispondi all’argomento   [ 11 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 5 ospiti


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
POWERED_BY
Designed by ST Software.

Traduzione Italiana phpBB.it
phpBB SEO

Informativa Privacy