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Allevamento intensivo e qualità delle carni 
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Ciao a tutti,
ho appena letto l'editoriale di Antonio Felice su GreenPlanet, il quale ha rinnovato dubbi (o certezze?) che ho da anni.
Ciò si ricollega benissimo con la discussione di questa sezione sul caso diossina tedesco ed apre interessanti domande su cosa mangiamo in realtà.
Riporto quanto da lui scritto sperando che ciò possa stimolare in voi domande, dubbi e commenti sul sistema-allevamento italiano ed estero che praticamente satura il mercato di carni di scarsa qualità: è il momento di dire veramente "c'è troppo cibo per poter mangiare tutti"!

"A leggere Giuseppe Altieri non si dorme la notte. Ma l'agroecologo Altieri (così si firma), anche se con toni a volte sopra le righe e accostamenti azzardati, mette spesso il dito nella piaga. L'ultima cosa che abbiamo letto di lui è un documento sulla zootecnia industriale, un comparto enorme del settore agro-alimentare mondiale, forte, solo per quanto riguarda i bovini, di circa 8 miliardi di capi. Un comparto su cui andrebbero fatte molte valutazioni, su cui si dovrebbero sollevare interrogativi che toccano da vicino la salute umana e l'impatto ambientale. Come vengono allevati gli animali oggi? Cosa mangiano? E poi cosa mangiamo noi e con quali conseguenze per la salute?

I periodici scandali alimentari, come quello recente della diossina nelle uova in Germania (la stessa cosa era successa tre anni fa), provocano le solite reazioni allarmate e qualcuno pure si frega le mani, alza barriere nazionalistiche (dimenticando che nel maggio 2009 uova alla diossina erano state trovate anche in Italia), inneggia al chilometro zero o alle uova biologiche da mandare (non più a chilometro zero) dall'Italia ai consumatori tedeschi per fare business. Ognuno gira la frittata come gli pare ma alla radice di quella diossina nessuno ha la voglia o la forza di andare. Perché è difficile, perché è complicato, perché tocca interessi enormi, anche in Italia, andare a riformare il sistema della catena alimentare che parte a monte degli allevamenti, che parte dai mangimi, e che si estende a valle nei mille rivoli della trasformazione industriale, per cui, ad esempio, ritrovare in un biscotto le tracce di un uovo alla diossina non è proprio semplice. Il sospetto che dietro alle uova alla diossina ci possa essere un sistema alimentare malato, in Germania e altrove, si ferma al sospetto, non si va in fondo con analisi e studi di parte terza, non coinvolta nel business, indipendente, analisi e studi tesi a stabilire le conseguenze sull'uomo di un certo modo di produrre carne, uova e altri derivati dell'allevamento. E non solo: perché bisognerebbe anche stabilire come mettere in piedi l'alternativa.

Per stare dentro i parametri di legge, gli allevamenti si sono trasformati in ospedali per animali. In alcuni casi, nei grandi gruppi alimentari, i veterinari si spostano in elicottero per far fronte a emergenze che si ripetono abbastanza spesso in allevamenti lontani l'uno dall'altro. Guai a non intervenire subito. Per stare nei costi, per fare business, negli allevamenti si dosa tutto come in una industria di precisione. Gli animali sono dei robot. Assumono medicine, ormoni, sono alimentati con farine in cui la soia OGM cinese non è certo il peggiore degli ingredienti.

Ora, se si volesse affrontare una buona volta per davvero la questione, bisognerebbe avere la forza di riformare il sistema, di ristabilire con la natura, animale e vegetale, un rapporto meno spinto, più corretto, più rispettoso degli animali e di noi. Certo, non con la nostalgia del passato, ma con la volontà di lanciare, nel rispetto della natura, una rivoluzione verde.
"


Attendo fiducioso vostri interventi...anche dalle altre sezioni sugli animali da reddito.
Buon lavoro a tutti,
Jacopo

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Vandana Shiva


17/01/2011, 10:19
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Sicuramente il sistema degli allevamenti industriali deve essere corretto per eliminare gravissime storture, anche economiche.
Ma dobbiamo agire anche sui consumi di carne: ne consumiamo troppa !!
Marco

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17/01/2011, 10:29
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