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Hobby cardoncello 
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redcif ha scritto:
Lotus se vuoi del buon micelio di cardoncello devi prenderlo da bologna, chi materialmente ha incominciato la sperimentazione in pani è un certo dott. Ferri di bologna, da noi nasce spontaneo, in autunno e in primavera la murgia è invasa da migliaia di raccoglitori di funghi cardoncelli.


Ti ringrazio per la risposta redcif,
ma cosa centra questo che mi dici , con la mia domanda che era in riferimento della vendita e commercializzazione del cardoncello nel resto d'Italia ?
forse hai frainteso la mia richiesta?


24/12/2012, 1:28
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no non ho frainteso.
Domani posto la risposta


24/12/2012, 1:57
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Per Lotus2002....Anche in Sicilia si mangiano i cardoncelli e nel Lazio pure........penso che sino a qualche anno addietro i prezzi del cardoncello erano abbastanza remunerativi e la totalità della produzione era quasi sempre assorbita dal mercato del meridione. Quindi non c'era il problema smaltimento........ora chiaramente vuoi per l'aumentata messa a dimora dei pani e vuoi un pò per la crisi economica, il problema smaltimento comincia ad esistere e di pari passo esiste pure il problema " prezzo " di vendita. La produzione del cardoncello attuandosi nelle serre che io chiamo ecologiche accentua questo problema in quanto la produzione è legata all'andamento climatico....ma questo gli adetti lo sanno benissimo. Il cardoncello solo ultimamente si è cercato di introdurlo al Nord o si sta cercando di esportarlo dove possibile. Penso che ci vorrebbe un consorzio adetto esclusivamente alla vendita del cardoncello con destinazione Nord o estero........forse una struttura così, come il Consorzio di Treviso nel veneto che arriva a commercializzare dapertutto sino alla Sicilia, potrebbe aiutare a risolvere la vendita del cardoncello con prezzi accettabili per i produttori.........la mia è solo un'idea e so quanto sia difficile affrontare un discorso del genere........cordiali saluti da Raoul.


24/12/2012, 11:02
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Ecco centrato il problema subito da Raoul,
e non poteva essere altrimenti, infatti lui con la sua grande esperienza nel settore, ha indovinato subito.
Purtroppo può sembrare anche brutto a dirsi ragazzi, ma al sud siamo sempre più difficoltosi per le aggregazioni,
specie dal punto di vista economico e commerciale.
Per me è questo il problema più grosso, la mancanza di un consorzio o una associazione, chiamiamola come vogliamo,
che possa liberare gli agricoltori dal peso della vendita e contemporaneamente gestire il commercio per portarlo al nord Italia,
ma soprattutto fuori dai confini.
Come ha fatto tempo fa il Consorzio del Treviso e credo che i risultati siano sotto gli occhi di tutti noi.
Purtroppo sono cose che richiedono tempo, dedizione , ma soprattutto fiducia e capacità organizzativa.


24/12/2012, 15:31
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La problematica è diversa, io smisi di produrre funghi anche per questo, avevo già fatto fare i preventivi dell'autoclave e di tutto l'occorrente per produrre i pani, e all'epoca in zona solo due fungaie esistevano, una a senise e aveva aperto da poco gravina.
Ricordo che a taranto non conoscevano il cardoncello e ho dovuto faticare non poco per far capire la differenza con l'ostreatus, parlando con commercianti di regioni come l'emilia e il veneto loro vantavano tanto il pioppino, e il porcino, paragonavano il cardoncello al gelone o orecchione (come lo chiamano loro l'ostreatus).
Anche in basilicata se i cardoncelli avevano prezzi elevati non tiravano, il materano preferiva comprare un chilo di agnello al posto di un chilo di cardoncelli a differenza del barese che faceva il contrario.
Il problema della commercializzazione nasce dal fatto che ci sono una miriade di persone che per hobby tentano la coltivazione del pane e acquistano dalle 50/100 ballette al mese e quando arrivano temperature alte e quindi hanno una bella volata pur di vendere si abbassano i pantaloni, vanno dal fruttivendolo che gli mette il coltello alla gola, così facendo abbassano il prezzo di vendita del fungo.
Ci fu un periodo che una fungaia rifilava certi bidoni (pani tutti infetti di tricoderma viride e tricoderma koningii, o di dactylium dendroides o monilia "Muffa Rosa") se ti andava bene erano solo virosi che le riconoscevi dalle escrescenze sul cappello del fungo.
Fino a quando le fungaie (hanno interesse a vendere il maggior numero di pani) continueranno a rifornire i coltivatori per hobby (quelli che non mettono più di 1000 balle al mese) non si potranno avere cose buone.
L'idea di Raoul che io ho incontrato anni fa a Matera (molti anni fa) è ottima ma bisogna chiudere la filiera, mi spiego meglio, formare un consorzio di x soci che fanno le ballette, poi ognuno coltiva le sue e conferisce al consorzio che commercializza, otterremo un costo minimo del pane, nessuna concorrenza (quando non tira il fresco, si lavorano sottolio e funghi secchi)
In questo modo si potrebbero conquistare altre regioni, il porcino se lo sai cucinare fai ottimi piatti altrimenti fa schifo, il cardoncello se non lo sai cucinare fai ottimi piatti se lo sai cucinare fai piatti superlativi.


24/12/2012, 19:46
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100 soci a 5/10.000 euro socio fanno bei numeri


24/12/2012, 19:49
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nelle nostre zone bene o male abbiamo consorzi di ogni tipo dal Parmigiano reggiano,al vino, passando per le pere e finendo coi meloni,ma non pensate che sia stata una scelta facile,anzi,probabilmente una scelta obbligata.
Il prezzo con questo sistema si è livellato,ma nella parte bassa della forchetta,si produce tanto ,si vende a poco ,ci si lamenta,in parole povere si sopravvive,ma facendo grossi numeri :shock:

_________________
tirag a dos
traduzione : spara sul bersaglio


24/12/2012, 22:37
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ciò che dici tu redcif, mi trova daccordo in gran parte,
ma secondo me la difficoltà più grande che ha impedito di portare il cardoncello in altre regioni italiane, centro e nord,
è dovuta principalmente alla mancata aggregazione da parte dei vari coltivatori di cardoncelli.
In quanto se si fosse creato un consorzio con una sola entità addetta alla vendita dei cardoncelli prodotti nel sud italia,
si sarebbe ottenuto l'obbiettivo a cui mi riferivo: diffondere il cardoncello in tutta l'Italia.

Poi che ci sono o meno dei coltivatori per hobby che prendono 100 ballette al mese e magari si accontentano di prezzi più bassi rispetto al mercato, quelli ci sono un pò in tutti gli ambiti, anche qui in zona mia con i pleorotus (orecchioni) ci sono e comunque sono in minoranza e non possono intaccare la media di mercato se confrontati con un consorzio che assorbe e rivende almeno l'80 / 90 % di tutta la produzione di cardoncelli prodotti nel sud.

Tra l'altro vorrei farvi presente e sottolineare anche un ulteriore scenario di un eventuale creazione di un consorzio:
diciamo che il consorzio riesca ad abbracciare 10 coltivatori professionisti ed ognuno abbia disponibili 10 serre,
si stà parlando di una roba tipo 300.000 pani da acquistare 2 / 3 volte all'anno dalle platee che producono il composto e nel caso i coltivatori professionali abbiano serre climatizzate anche molto di più di questi numeri di composto,

ebbene voi sapete tutti, che presentarsi con determinati numeri su qualsiasi mercato, significa potenza e potenza nel commercio significa stabilire i prezzi delle ballette su un tavolo molto più cordiale e con un fornitore pronto a venirti incontro su tante richieste,
le caratteristiche di un commercio vincente: 1. grande potere di acquisto 2. grandi numeri 3. grande potere di vendita, il tutto unito alla garanzia di fornire il prodotto per 12 mesi all'anno,
bhe ragazzi sono nel commercio da bambino ed ho sempre fatto solo e sempre questo in vita mia e sono sicuro che questo è il giusto mix per sbarcare all'estero con il piede giusto, nel commercio e dominare l'italia con questo meraviglioso fungo.


25/12/2012, 1:16
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Ase da noi se incominci con un consorzio la politica vuole entrarci con tutte le scarpe specie se chiedi dei finanziamenti pubblici per costruire le strutture, si attaccano come sanguisughe e non te li togli più di dosso, altrimenti niente finanziamento, ti trovano scuse e oltre a perdere anni di tempo in burocrazia se ti sei esposto ti fanno pure fallire, di esempi del genere la basilicata è piena, belle cooperative che fino a quando non avevano chiesto finanziamenti andavano da favola, chiesti i finanziamenti , di obbligavano ad aderire alla lega delle cooperative (gestione politica) e ormai il danno era fatto, l'azienda dopo alcuni anni di agonia falliva, e i soliti ignoti ne diventavano proprietari.
La cosa migliore è allargare il numero dei soci e rendersi auto sufficenti, se il socio ha una serra o dieci serre sono problemi suoi, nel senso che non interviene il consorzio,se il socio è bravo a produrre o trova convenienza nel produrre cardoncelli si costruisce altre serre.
Io ho 2500 metri quadrati di serre climatizzate, e quasi un ettaro di serre fredde (adesso smontate) alte 5 mt. e nei tempi passati sono arrivato in un anno a mettere a coltura 150.000 pani. (quello è stato l'ultimo anno che ho messo cardoncelli dopo 15 anni di produzione)
Ogni settimana dai 3/5000 pani a seconda del periodo, ho girato mezza puglia per far conoscere i miei funghi.
Per LOTUS i pani deve produrli il consorzio, perchè se ti rivolgi ad altri rendi più forte la fungaia che ha già una richiesta alta dal consorzio e quindi può produrre altre decine di migliaia di ballette da rivendere agli hobbysti.
Invece se la coperativa dispone di una sua fungaia produce i pani che i soci richiedono, mentre le altre fungaie possono tenerseli sullo stomaco.
Concordo con te quando parli del potere contrattuale perchè l'ho sperimentato da me quando tagliavo in alcuni periodi una media di 27/30 ql di cardoncelli al giorno, comunque a volte il piccolo che arrivava con 3/4 ql faceva abbassare il prezzo e dovevi per alcuni gg non fare quella piazza, poi ti chiamavano di nuovo loro.
Spero di essere stato chiaro, a volte quello che si scrive viene interpretato in modo non corretto.


25/12/2012, 11:11
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si si certo, è tutto chiaro ciò che dici e mi trovi pienamente daccordo.
Posso permettermi di chiederti perchè hai terminato di coltivare cardoncelli pur avendo un bel numero di serre ed anche quelle climatizzate?

Inoltre vorrei chiederti un pò di consigli sulle climatizzate proprio, in quanto ci stò pensando seriamente e credo che nella posizione geografica ed altitudine in cui mi trovo io mi risolverebbe enormi problematiche e mi permetterebbe almeno 2 o 3 mesi di pieno lavoro in più rispetto alle serre al naturale che già ho.

Che dici ne parliamo in privato oppure posso aprire un tread nuovo qui ?

Sempre che a te vada bene darmi consigli, questo è sottointeso e grazie comunque


25/12/2012, 17:51
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