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resterà qualche razza italiana al 100 % ??!!! 
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Per Paolo, esattamente questo, saluti Mario


21/09/2009, 17:04
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Le conclusioni cui giunge il De Mauro alla fine del suo articolo del 1928 sono in linea con le considerazioni svolte, nel 1872, dal Carelli nella parte del suo saggio dedicata al cavallo napolitano. Per entrambi, l'uomo, nell'operare la selezione morfologica e funzionale del cavallo, non può prescindere dal dato della selezione naturale di esso.

Per il Carelli, "non giungeremmo mai a farci il cavallo nazionale se non ritorniamo alla monta consanguinea, altrimenti detta 'entro razza', come base di miglioramento e di economia, ed allo incrociamento con cavalli orientali, in via eccezionale, dei quali ammesso che il Governo volesse ancora tenerli, ne basterebbero pochissimi per ogni provincia e con questi dovrebbero farsi covrire pur poche cavalle distinte per averne utili generatori.
Avere il cavallo di sella per la guerra da genitori naturalizzati o per incrociamento favorito dal clima, a salto libero da razza brada, allevato su pasture pascioni e variamente ondulate; emigranti secondo stagioni, significa averlo tipico, sobrio, resistente alle ingiurie dei tempi, delle stagioni, alle molestie degli elementi, ed al tormento degli insetti; fermo ad una vita longeva, e possibilmente esente da malattie acquisite per una resistenza abituale alle cagioni occasionali.".

Ed ancora: "Questo cavallo della natura che noi propugnamo a beneficio dell'Italia ubbidendo al cavaliere compie ogni evoluzione, urta l'avversario con cognizione e con forza e riprende novellamente l'assalto come mai a sfida fosse andato;".

Giuseppe Carelli, "Veterinario Capo del 3° Corpo d'Esercito presso il Comando della Brigata di Cavalleria", di cavalli da guerra e d'impieghi di essi se ne intendeva parecchio.

In certi siti web sono riprodotte vecchie fotografie del capostipite Nerone (1924) e di una sua figlia di nome Adriana (1928) - alta m. 1,50, nata nell'allevamento di Francesco Pastore di Martina Franca - che sembrano rappresentare abbastanza bene il modello di cavallo delle Murge ritenuto ottimale da Michele De Mauro.


21/09/2009, 19:40
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Se si riuscisse a formare, nell'ambito di ogni razza italiana definita "autoctona", un nucleo di conservazione del patrimonio genetico originario, direttamente gestito dall'associazione degli allevatori e composto da soggetti maschi e femmine lasciati vivere e riprodursi allo stato brado, secondo la selezione naturale, nella zona di origine, si otterrebbero brillanti risultati non soltanto nella preservazione della biodiversità equina bensì anche nella selezione morfologica e funzionale operata dall'uomo su quella razza.


21/09/2009, 23:44
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Gentilissimo GMF,
a proposito di questo le segnalo che alcuni anni or sono nel parco della Maremma-Uccellina, presso l'azienda La Valentina del Dott. Paolo Biozzi, dove svolgevo la mia funzione di consulente zootecnico, fu creato un nucleo di 25 fattrici ed 1 stallone che ricordavano il maremmano storico, con niente o quasi di sangue inglese, come proposto da lei.
Saluti Mario


21/09/2009, 23:59
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Mario questa è una notizia più che buona, anche perchè la cosa che da fastidio è il fatto che il maremmano è stato sempre allevato dallo "Stato"
quindi non capisco perchè non farlo prima o meglio tenerne puri un solo branco??? non credo che la cosa poteva incidere cosi negativamente...

Prosegue la cosa o si è fermata????



per l'avelignese secondo te che cavallo hanno usato riuscendo a tenere fermo il colore????

saluti Paolo


22/09/2009, 0:16
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La ringrazio, gentile Mario, della buona notizia che ci ha comunicato e mi complimento con lei per la sua collaborazione a quel lodevole tentativo di conservazione del patrimonio genetico originario della razza maremmana.

Le sarei grato se volesse trasmetterci alcune fotografie di soggetti tipici selezionati in quell'azienda.


22/09/2009, 7:04
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Le informazioni di cui sono a conoscenza al momento sono pochissime, il dirigente ARSIA che coordinava il progetto decise di sostituirmi con un tecnico rampante, di altra tipologia più vicina alla sua filosofia del progresso accelerato, evoluzione, trasformazione e ... . Ma l'azienda la Valentina è una importante e conosciuta realtà del Parco, il dott. Biozzi è una persona, competente (collega), squisita e disponibile, non sarà difficile avere degli aggiornamenti. Ricordo che molte delle fattrici furono reperite nel Lazio e come incidente si ricorda la nascita di un "misterioso" muletto. Si trattava di animali veramente lontani dal maremmano attuale, ma decisamente possenti, con profili frontonasali montonini e tutto il resto che ricordava il cavallo storico, personalmente ritengo che oltre il principio di conservare assolutamente fondamentale, avessero un loro fascino. Esiste anche un medico che sta lavorando al recupero di questo tipo di maremmano, benché sia estraneo alla nostra formazione ha fatto miracoli con l'asino Amiatino e con il cavallo di Monerufoli, saluti Mario


22/09/2009, 9:22
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ciao
Mario è questa l'azienda?
www.agriturismolavalentina.com/animali/ ... .wn..redir
a rileggerci
ciao

_________________
Giuseppe Acella


22/09/2009, 11:04
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Perfetto, esattamente, posto bellissimo per la nature e le attività agricole e poi i proprietari veramente persone eccezionali, saluti Mario


22/09/2009, 11:26
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Scusa vedo ora che chiedevi anche dell'incrocio sull'Avelignese, ma certamente l'Arabo, che comunque fu anche alle origini della razza, in quanto il capostipite fu uno stallone, nel 1873, di nome Folie 1/2 sangue, ciao Mario


22/09/2009, 11:35
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