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Provincia Autonoma di Trento 
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Oggi l’incontro a Cogolo di Peio

Parco dello Stelvio, eletti presidente e vice del Comitato provinciale di coordinamento e d'indirizzo

Lorenzo Cicolini e Ivana Pretti sono stati eletti rispettivamente presidente e vice del Comitato provinciale di coordinamento e d'indirizzo del Parco dello Stelvio. Questo pomeriggio si è insediato a Cogolo di Peio il Comitato provinciale di coordinamento e d'indirizzo, di cui fanno parte 11 componenti in rappresentanza di Provincia, Enti locali e associazioni. Alla presenza dell’assessore provinciale all’ambiente, si è parlato anche di organizzazione, priorità di intervento e programmi per il 2017.
“Il nuovo parco - ha evidenziato l'assessore provinciale all'ambiente - ci vede impegnati a livello centrale ma anche locale. Il territorio è chiamato a dare un contributo decisivo sia alla gestione che alle linee di azione da seguire. In questi mesi si è lavorato molto sulla parte organizzativa e finanziaria. Oggi ci sono le condizioni per partire effettivamente. Si può fare quindi una buona programmazione. Si confermano le risorse stanziate negli ultimi anni a cui si aggiungono le dotazioni in conto capitale che arriveranno dallo Stato”.

Lo scorso mese di ottobre la Giunta provinciale aveva approvato il provvedimento di nomina dei componenti del Comitato, completando in questo modo, almeno per la parte trentina, la governance del Parco, dopo che nel giugno scorso, a Bormio, si era insediato l’organismo chiamato ad assicurarne la configurazione - non più la gestione – unitaria.

Il Comitato provinciale esprime l'intesa sul piano, sul regolamento, sulla perimetrazione del parco nazionale e sul programma degli interventi, rilascia il proprio parere sul piano territoriale della comunità, può formulare indirizzi sui temi che riguardano la gestione del parco nazionale, è chiamato anche a rilasciare pareri sulle questioni che gli vengono sottoposte. Nel nuovo quadro istituzionale hanno un ruolo di primo piano anche i processi partecipativi che devono essere attivati per coinvolgere gli enti e le associazioni territorialmente interessati.
I membri effettivi e supplenti del Comitato provinciale sono: assessore competente in materia di aree protette (dirigente Dipartimento territorio, agricoltura, ambiente e foreste) - Provincia Autonoma di Trento; Angelo Dalpez, Ivana Pretti (Paolo Moreschini, Giulia Girardi) - Comune di Peio; Lorenzo Cicolini, Elisabetta Mengon (Adriana Paternoster, Armando Dallavalle) - Comune di Rabbi; Dennis Cova (Ennio Pangrazzi) - Comune di Pellizzano; Guido Redolfi (Alessandro Fantelli) - Comunità della Val di Sole; Piergiorgio Ruatti (Teodoro Penasa) - Comuni proprietari e Consortele; Christian Veneri (Giuseppe Rizzi) – ASUC; Salvatore Ferrari (Luca Albrisi) - Associazioni protezionistiche; Sandro Magnoni (Cristian Ferrari) – SAT.

Il parco è stato istituito con una legge nazionale nel 1935. Nel febbraio del 2015, con la firma a Roma di un accordo fra il Governo, le Province autonome di Trento e di Bolzano e la Regione Lombardia, si è avviato il trasferimento a questi ultimi tre enti delle competenze relative alla gestione delle parti di parco che appartengono ai rispettivi territori. Del gennaio di quest’anno è invece la norma di attuazione dello Statuto di Autonomia che ufficializza i contenuti dell’accordo politico.

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11/11/2016, 21:35
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Venerdì 18 novembre a Trambileno e l'1 dicembre a Brez

Due nuove serate informative sul ritorno del lupo

Nell’ambito delle attività di informazione sul ritorno del lupo messe in campo da tempo dall’Amministrazione provinciale sono in programma due ulteriori serate per il pubblico in aree interessate recentemente dalla presenza del grande carnivoro, ed in particolare in Vallarsa e nell’alta val di Non. I due incontri sono organizzati dal Servizio Foreste e Fauna in collaborazione con le Amministrazioni comunali di Trambileno e di Brez e si terranno il 18 novembre a Trambileno, alle ore 20.30 presso l'Auditorium, ed il 1 dicembre a Brez, sempre alle ore 20.30, presso la sala S. Giovanni.

Anche per la gestione del lupo, così come per quella dell’orso, la Provincia autonoma di Trento ha dunque da tempo avviato una campagna di informazione che si articola in serate pubbliche dove si parla del ritorno del lupo, proprio cominciando nelle aree dove esso è presente, realizzando anche un opuscolo informativo ad hoc ed un poster. Ogni informazione è inoltre costantemente pubblicata sui Rapporti orso nell’”Appendice Lupo”. Ciò in un quadro che vede la partecipazione attiva anche del Muse, il quale per la provincia di Trento aderisce all’importante progetto internazionale Life “WolfAlps” (www.lifewolfalps.eu) con rilevanti azioni di monitoraggio, mitigazione dei conflitti e comunicazione previste per i prossimi 4 anni.

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16/11/2016, 20:07
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Al via le pre-iscrizioni al un nuovo corso per diventare esperto apicoltore

Nasce il primo corso mastro apicoltore

La Fondazione Edmund Mach attiva la prima edizione del corso per formare apicoltori professionisti. Il percorso della durata di 608 ore è promosso congiuntamente dal Centro Istruzione e Formazione e Centro Trasferimento Tecnologico. Ci sono 25 posti e le preiscrizioni sono aperte fino al 15 gennaio 2017 sul sito http://eventi.fmach.it/MastroApicoltore
Il corso, il primo di questa vastità e con docenti da tutta Italia presso il campus di San Michele, si rivolge a chi intende conoscere a fondo tutti gli aspetti teorici e pratici legati al mondo delle api e dell’apicoltura, dalla biologia delle api, alla storia dell’apicoltura alle problematiche burocratiche e di marketing.

Iscrizione. Iscriversi ai colloqui di selezione entro domenica 15 gennaio 2017. Seguiranno dei colloqui di selezione e relativa graduatoria. Quota massima di partecipanti: 25 per l'intero corso e 10 uditori per singola lezione.
Durata e struttura. Il corso si svolgerà dal 3 febbraio al 2 dicembre 2017. Si compone di 9 moduli per un totale di 402 ore di lezione frontale e 126 di attività pratico laboratoriali internamente a FEM. A queste seguiranno 80 ore di attività pratiche presso i partner professionali dell'iniziativa per complessive 608 ore. Sarà possibile frequentare anche singoli moduli.
Organizzatori e partner del corso. Il corso è promosso dal Centro di Trasferimento Tecnologico e dal Centro Istruzione e Formazione della Fondazione Edmund Mach. L'organizzazione è la gestione del Corso sono curate dal Dipartimento di istruzione post secondaria. Tra i partner ci sono le principali istituzioni, gruppi di ricerca e realtà produttive nel campo dell'apicoltura in Italia.

Per info
http://eventi.fmach.it/MastroApicoltore
mastroapicoltore@fmach.it

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19/11/2016, 9:53
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FEM, incontro tecnico sui sistemi per gestire i reflui provenienti dal lavaggio atomizzatori

Agrofarmaci, dal lavaggio atomizzatori ai sistemi sostenibili per ridurre l'impatto ambientale

Di lavaggio atomizzatori e gestione dei reflui per prevenire l’inquinamento delle acque superficiali si è parlato alla Fondazione Edmund Mach nell’ambito di una giornata tecnica che ha messo in luce con i massimi esperti in materia l’importanza del corretto lavaggio in campo delle macchine irroratrici, l’adeguata formazione dell’operatore, ma anche i sistemi sostenibili attualmente in fase di sperimentazione a San Michele. L'incontro ha visto partecipare 160 persone, tra operatori del settore, tecnici, universitari e rappresentanti del mondo produttivo.

Il lavaggio in campo per pulire l'atomizzatore dopo il trattamento fitosanitario rappresenta ad oggi la soluzione più semplice ed economica per prevenire l’inquinamento puntiforme dei corpi idrici. E attualmente è anche l’unica misura prevista dalla normativa nazionale. Esistono però altri sistemi, più complessi, che il Centro Trasferimento Tecnologico FEM sta sperimentando e che oggi ha presentato, al fine di ridurre al minimo l'impatto ambientale degli agrofarmaci e mantenere efficiente l'attrezzatura.
Il Piano di azione nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari consente il lavaggio in campo delle attrezzature al termine dell’applicazione, ma non deve essere ripetuta sempre nella stessa area per evitare la possibilità di generare inquinamento puntiforme da agrofarmaci. Alcune società produttrici di prodotti fitosanitari ed aziende che forniscono mezzi tecnici per l’agricoltura hanno sviluppato dei sistemi per lo smaltimento di queste acque direttamente in azienda. Il loro impiego deve però essere autorizzato a livello locale e l’azienda deve essere dotata di un’idonea area di lavaggio e raccolta dei reflui.
Il direttore generale FEM, Sergio Menapace, ha portato i saluti in apertura dell’incontro e ha sottolineato l'importanza della tematica affrontata, quella del lavaggio degli atomizzatori e della gestione dei reflui per prevenire fonti di inquinamento puntiforme. Ha evidenziato l impegno della Fondazione Mach in tema di sviluppo sostenibile del territorio e salvaguardia dell'ambiente, auspicando che la giornata "rappresenti un punto di partenza per concretizzare anche in un contesto di collaborazione extraprovinciale queste soluzioni tecniche: tecnologie e sistemi sostenibili attualmente allo studio in FEM, in un contesto regionale che rimane all' avanguardia in tema di ricerca, innovazione e sostenibilità ambientale".
L'incontro, moderato da Giannantonio Armentano dell'Informatore Agrario e rivolto ha visto intervenire illustri esperti in materia. Paolo Balsari e Paolo Marucco dell'Università di Torino hanno parlato delle problematiche legate al lavaggio interno ed esterno dell'irroratrice e hanno fornito indicazioni sulle possibili strade da seguire per rendere la loro gestione più sostenibile, presentando le soluzioni tecniche attualmente disponibili per lo stoccaggio e il trattamento dei reflui. Aldo Ferrero dell'Università degli studi di Torino ha parlato delle misure di mitigazione per evitare il ruscellamento e la contaminazione dei corpi idrici superficiali e quindi tecniche di lavorazione del terreno, la rotazione colturale, l’impiego di fasce tampone vegetate e di colture di copertura, la realizzazione di strutture di ritenzione e dispersione.
Si è parlato poi di sistemi di biodepurazione a livello europeo, con una sintesi dello stato dell'arte in Europa. Ettore Capri e Maura Calliera dell'Università cattolica del Sacro Cuore di Piacenza hanno fornito indicazioni sull'approccio legislativo e i sistemi di approvazione dei paesi in cui questi sistemi sono ufficialmente riconosciuti indicando le principali criticità che ne limitano l'adozione e la diffusione a livello europeo e nazionale.
Sono seguiti gli indirizzi normativi a cura di Enrico Accotto ed Elena Anselmetti della Regione Piemonte, il punto di vista del comparto agro-chimico con Gian Luca Tabanelli di Agrofarma che ha delineato il contesto generale nel quale le imprese si trovano ad operare relativamente alla gestione delle acque di lavaggio delle irroratrici. Raffaella Canepel, dirigente sostituto dell'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente di Trento ha parlato di problematiche locali e possibili soluzioni in provincia di Trento. Ha illustrato lo stato di qualità delle acque in Trentino, descrivendo la normativa di riferimento e gli esiti relativi ai monitoraggi condotti sui corpi idrici, individuando le principali fonti di inquinamento per giungere poi a proposte tecnico-gestionali per limitarlo.
Daniel Bondesan della Fondazione Edmund Mach ha affrontato il tema delle tecnologie di gestione per impianti di trattamento collettivi. Si tratta di sistemi di derivazione industriale ed agro-industriale per la depurazione dell’ acqua, spesso impiegati per desalinizzarla e renderla potabile, che sono stati testati nei mesi scorsi dal CTT e dall’Azienda agricola FEM, mostrando una notevole capacità di abbattimento dei contaminanti provenienti dal lavaggio degli atomizzatori e dunque potenzialmente adatti a gestire anche quantità elevate di acque reflue.
Delle diverse soluzioni messe a disposizione dalla ricerca per il lavaggio degli irroratori va certamente valutata la rispondenza ai vincoli normativi e alle caratteristiche dell’agricoltura trentina. È importante però che sia anche effettuata un’analisi di tipo economico. Nell’intervento di Giorgio De Ros e Fabio Zottele della Fondazione Edmund Mach sono state comparate soluzioni di diversa scala: aziendali e sovraziendali. Per queste ultime sono state prese in considerazione le informazioni ottenibili con l’utilizzo di Sistemi Informativi Geografici e i limiti delle basi dati attualmente disponibili. Poi la parola è stata data al tema della cooperazione interregionale in materia di smaltimento delle acque di lavaggio delle irroratrici con Astrid Weiss del Südtiroler Bauernbund.
Infine Alessandro Dalpiaz, direttore di APOT ha spiegato che l'attenzione della frutticoltura trentina verso il tema della qualità delle acque è forte. Proprio per questo APOT condivide uno specifico programma di attività con FEM e con l'Agenzia di Protezione dell'Ambiente finalizzate a garantire un livello elevato delle acque del Trentino. Nel corso del 2016 e del 2017 saranno realizzate iniziative per assicurare un corretto comportamento dei frutticoltori non solo durante i trattamenti, ma anche al momento del rifornimento dell'acqua e per il lavaggio delle attrezzature. “Da questo importantissimo convegno -ha detto Dalpiaz- attendiamo una sintesi ed una proposta tecnica operativa per offrire al settore soluzioni innovative ma anche di facile realizzazione per poter continuare a dare risposte adeguate alle tematiche ambientali, in questo caso con attenzione particolare alla qualità ed alla vitalità delle acque trentine”.

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19/11/2016, 9:54
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In occasione del mercatino di Natale di Trento: venerdì 25 novembre, 2, 9 e 16 dicembre

Visite guidate a Tridentum e alla mostra “Ostriche e vino. In cucina con gli antichi romani”

Con l’apertura del mercatino di Natale in piazza Cesare Battisti a Trento, venerdì 25 novembre, 2, 9 e 16 dicembre, alle ore 15.30, tornano le visite guidate alla scoperta di Tridentum la città sotterranea. Una proposta per fare conoscere ai numerosi visitatori delle casette addobbate a festa il volto più antico della città, nascosto sotto la piazza ma altrettanto ricco di suggestione. Il programma prevede la visita al S.A.S.S. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, alla mostra “Ostriche e vino. In cucina con gli antichi romani” e all’area archeologica di Palazzo Lodron in compagnia di un archeologo. L’itinerario si conclude a Palazzo Roccabruna, sede dell’Enoteca provinciale del Trentino, con possibilità di degustazione di prodotti trentini al costo di 5 euro. Sono ammesse 35 persone per ogni visita, previa prenotazione (tel. 0461 230171). L’iniziativa è dei Servizi educativi dell'Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali.

Sito simbolo di Tridentum, il S.A.S.S. custodisce duemila anni di storia, 1.700 mq di città romana in un allestimento affascinante e suggestivo, esito degli scavi archeologici effettuati in occasione del restauro del Teatro Sociale. L’ampia area, situata in parte sotto il teatro e in parte sotto piazza Battisti, è costituita da spazi ed edifici pubblici e privati: un lungo tratto del muro di cinta della città, un esteso segmento di strada pavimentata, resti di case con mosaici, cortili e botteghe artigiane. Nel sito è allestita la mostra “Ostriche e vino. In cucina con gli antichi romani” che propone un excursus sulle abitudini alimentari e la cucina in età romana sulle sponde dell'Adige. Sono esposti reperti inediti, databili tra il I ed il IV secolo d.C., provenienti dalle indagini archeologiche del territorio trentino. Molte le curiosità, come le ostriche di mare provenienti probabilmente dall'Adriatico.

Dal S.A.S.S., lungo l’antico tracciato viario romano, la visita prosegue nell'area archeologica di Palazzo Lodron, sotto l’omonima piazza, dove è visibile un settore della città antica caratterizzato dalla presenza di un tratto delle mura di cinta meridionali, di una torre, trasformata poi in porta, oltre a significative porzioni di una strada lastricata, tratti di edifici serviti per attività commerciali, produttive e abitative. Fra le parti rinvenute spicca una caupona ovvero un “bar” dell’epoca romana dove si vendevano cibo e vino, riconoscibile per la presenza di grandi fosse circolari adatte a contenere dei tini o delle botti.

L’itinerario si conclude a Palazzo Roccabruna dove gli archeologi hanno riportato alla luce resti di strutture murarie che delimitavano alcuni campi coltivati, posti al di fuori della cinta muraria meridionale di Tridentum e un tratto di strada, una via glareata (in ghiaia e ciottoli) che si dirigeva verso la Valsugana. Si tratta di testimonianze risalenti al I - II sec. d.C., nel momento di massimo sviluppo insediativo ed edilizio per il municipium di Tridentum. Successivamente nel IV - V secolo, dopo una serie di alluvioni che comportarono l’abbandono di questa zona, venne ripristinata la strada e realizzata una necropoli.

Ed infine una novità riservata agli instagrammer che per il Natale 2016 potranno dare una nuova cornice alle loro foto. Il S.A.S.S., assieme ad altri musei del Trentino, aderisce all’iniziativa #nataletrentinoalmuseo: in occasione della visita all’area archeologica gli instagrammer potranno utilizzare la sfera di vetro con la neve, un tipico oggetto natalizio, che troveranno a disposizione all’ingresso, scegliere l’ambientazione preferita lungo il percorso espositivo e scattare una foto da pubblicare su Instagram usando #nataletrentinoalmuseo #tridentum e @soprintendenza_beni_culturali.

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21/11/2016, 20:17
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Sabato 26 novembre a Palazzo Venturi di Avio evento sulle Ambrusche della Terradeiforti

Anche FEM alla giornata sulle Ambrusche: focus sui vitigni storici della Vallagarina

Alla Giornata delle Ambrusche, in programma ad Avio sabato 26 novembre, presso Palazzo Venturi, parteciperanno anche ricercatori e tecnici della Fondazione Edmund Mach di San Michele che parleranno del ruolo della ricerca e del trasferimento tecnologico per la valorizzazione dei vecchi vitigni coltivati in Bassa Vallagarina, in particolare di Enantio, Casetta e Lambruscone.
All'evento parteciperà anche l'assessore provinciale all'agricoltura.

Interverranno Stella Grando sulle origini genetiche dei vitigni Lambrusco a Foglia Frastagliata (Enantio), Casetta e Lambruscone, Francesco Penner sulla storia della coltivazione delle Ambrusche in Trentino. Della caratterizzazione enologica e della possibile valorizzazione del Lambrusco a Foglia Frastagliata parleranno Luciano Groff e Giorgio Nicolini; Marco Stefanini e Tiziano Tomasi presenteranno invece i risultati del lavoro di recupero e valutazione di biotipi del vecchio vitigno Casetta.

http://www.fmach.it/Comunicazione/Event ... -Ambrusche


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25/11/2016, 23:24
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Ad Avio una giornata dedicata ai vitigni storici

Alla scoperta delle Ambrusche della Terra dei Forti: Enantio, Casetta e lo scomparso Ambruscone

Solo pochi specialisti della zona della Bassa Vallagarina conoscono le Ambrusche della Terra dei Forti. Le uve di questo territorio vengono trasformate in vini Enanzio e Casetta e un tempo nell'ormai scomparso Ambruscone. A questi vitigni storici è stata dedicata la giornata odierna ospitata a Palazzo Venturi di Avio. A fare gli onori di casa il sindaco del comune lagarino.

In apertura dei lavori è intervenuto anche l'assessore all'agricoltura della Provincia Autonoma di Trento, esprimendo agli organizzatori l'apprezzamento per il lavoro portato avanti in questi per il recupero di queste eccellenze del territorio che sono in serio pericolo di sopravvivenza. L'assessore ha colto l'occasione per ricordare il lavoro fin qui svolto durante il suo mandato a favore della valorizzazione e commercializzazione del mercato vitivinicolo provinciale. “Un lavoro non semplice - ha affermato - in un settore che si presenta spesso in maniera frammentata e divisa. Aggettivi che comunque nel contesto trentino possono assumere un valore perchè ciascuno dei player di questa partita ha in realtà potuto esprimersi nella sua personalità”.

Massiccia la presenza di ricercatori e tecnici della Fondazione Edmund Mach di San Michele che hanno relazionato sul ruolo della ricerca e del trasferimento tecnologico per la valorizzazione dei questi vecchi vitigni. Un appuntamento scientifico di grande valore, perché per la prima volta si è dato conto in maniera sistemica delle origini di questi vitigni in via di estinzione (la produzione annua sfiora le 50 mila bottiglie certificate doc), oggi vinificati solo da una decina di produttori fra Trentino e Veneto; sebbene i vini che ne derivano siano di qualità eccellente, ormai riconosciuta anche dalle più importanti guide di settore. Gli esperti della Fondazione Edmund Mach hanno presentato in anteprima i risultati dei loro studi sulla genetica di questi vitigni. Stella Grando - responsabile del progetto di Genetica e miglioramento genetico della vite - ha rivelato che tra Lambrusco a foglia frastagliata e la Negrara trentina esiste una parentela di tipo genitore-figlio provata dalle analisi del DNA. Sia Lambrusco a foglia frastagliata che Casetta mostrano inoltre una forte similarità genetica con alcune Vitis sylvestris. Le analisi escludono invece che l'Ambruscone ritrovato in provincia e riportato a suo tempo da Rebo Rigotti nella Carta viticola del Trentino, corrisponda al vitigno minore del modenese che ha lo stesso nome. Questi vitigni costituiscono l’elemento identitario più marcato della Val d’Adige trentina e veronese. Un patrimonio di biodiversità colturale e culturale che vale la pena preservare dalla scomparsa. Interessanti le presentazioni di Francesco Penner, Giorgio Nicolini e Luciano Groff che hanno mostrato l’evoluzione della coltivazione delle Ambrusche nel tempo in Trentino e suggerito alcuni accorgimenti per la moderna vinificazione delle uve di Lambrusco a foglia frastagliata. Tiziano Tomasi e Marco Stefanini infine hanno presentato il lavoro di recupero di vecchi ceppi del vitigno Casetta che ha portato alla selezione di 14 promettenti biotipi.

Nel corso della giornata è stato anche possibile partecipare ad un assaggio assistito di 15 campioni da uve Casetta vinificati in via sperimentale dalla Cantina di Microvinificazione della Fondazione Mach, che ha lavorato su altrettanti cloni. In degustazione anche 11 referenze di vini Enantio e Casetta i altrettanti produttori: Albino Armani 1607, Antico Fenilon, Lorenzo Bongiovanni Viticoltore, Cantina Valdadige, Cantina Viticoltori in Avio, Giuseppe Cristini Viticoltore, I Dolomitici, La Cadalora, La Prebenda, Roeno e Tenuta La Casetta.

Sempre durante la giornata è anche stata ricordata la figura di Nereo Cavazzani, originario di Avio, scomparso pochi anni fa, uno dei maestri dell’enologia nazionale e indimenticato direttore tecnico di Cavit negli anni pionieristici. Cavazzani è stato anche inventore di un metodo di spumantizzazione in autoclave che porta il suo nome (Metodo Cavazzani).


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Giovedì 1° dicembre al Casinò di Arco presentazione della pubblicazione edita da FEM

“Il Trentino oleario", rivive il manoscritto del prof. Hugues

Fresca di stampa una nuova pubblicazione edita dalla Fondazione Edmund Mach e curata dal tecnico Franco Michelotti. Si tratta del manuale “Il Trentino oleario”, trascrizione dell’opera inedita “Trentino oleario: Principi generali di Elaiografia e Monografia dell’olivo e dell’olio nel Trentino” scritta da Carlo Hugues, professore di origine piemontese che ha lavorato in Trentino dal 1874 al 1882, in qualità di direttore della Società agraria roveretana e dell'annessa scuola agraria.
Giovedì 1° dicembre, alle ore 17, al Casinò di Arco il volume sarà presentato agli olivicoltori trentini e agli esperti del settore. Interverranno, accanto al curatore Franco Michelotti, il direttore generale Sergio Menapace, il dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico Michele Pontalti, il direttore della Biblioteca statale isontina di Gorizia Marco Menato

Il manoscritto originale, conservato presso la Biblioteca Statale Isontina di Gorizia, è il frutto di un lavoro di scrittura, aggiornamento ed ampliamento del testo iniziato nel 1881, quando il professore era ormai alla fine della sua permanenza in Trentino.
“La trascrizione -spiega Franco Michelotti- ha inteso riportare le esatte parole di Hugues, che rappresentano una notevole fonte di informazioni ed una testimonianza delle conoscenze di quel periodo su elaiografia, storia e letteratura, suolo e clima, varietà, tecniche di coltivazione ed estrazione dell’olio. Può essere considerato altresì come una “zonazione olearia’’ che evidenzia un approccio multidisciplinare di concezione molto attuale ed un significativo documento storico, in quanto le vicissitudini favorevoli ed avverse all’olivo incorse nei secoli sono analizzate e descritte in maniera approfondita e molto avvincente”.
L'opera trova origine dal concorso oleario del 1881 a Rovereto, grazie al quale l'autore ha modo di constatare l'effettiva consistenza qualitativa dell'olio trentino e quindi decide di descriverne la zona di produzione riportata nella seconda parte dell'opera: Monografia dell'olivo e dell'olio nel Trentino. Quarant'anni più tardi, al termine della Grande guerra, l'autore implementa quanto già scritto riguardo al Trentino oleario con un capitolo di carattere storico letterario, ed una corposa prima parte di carattere generale. In essa l'autore pone le basi per il ripristino dell'olivicoltura e dell'industria olearia del Trentino e dell'intero arco prealpino, che, alla luce della disastrosa situazione del dopoguerra e dei benefici avuti dalle popolazioni mediterranee nel periodo bellico dal consumo dei prodotti dell'olivo (olio, ma anche olive), ritiene di notevole importanza strategica per la giovane nazione italiana.
La pubblicazione riporta le illustrazioni, le tavole con i disegni fatti a mano dall’autore e la mappa della “Regione olearia della Valle del Sarca”, integrate con immagini di attualità.

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29/11/2016, 22:00
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Presentata a Bruxelles martedì la presidenza bavarese 2017 Eusalp

Mounterasmus, scambio di informazioni in agricoltura

Presentata a Bruxelles martedì la presidenza bavarese 2017 Eusalp con tre obiettivi principali: uno spazio comune per la formazione duale, l'obiettivo di adattare i sistemi di trasporto pubblico tra le varie regioni dello spazio alpino e sviluppare maggiormente le infrastrutture verdi del territorio alpino.
Oggi le Alpi rappresentano un laboratorio di governance su molti livelli ed fra i vari settori. Ci sono ben 72 programmi europei che coprono lo spazio alpino. L’obiettivo dunque deve essere una collaborazione più sinergica che permette di utilizzare le risorse disponibili per dare delle risposte comuni e incisive alle sfide del territorio.

Durante l'incontro di presentazione della presidenza 2017 di Eusalp della Baviera (nel 2016 la presidenza è in capo alla Slovenia) si è parlato anche dell'Efsi, il piano strategico europeo per gli investimenti (il cosiddetto "Piano Juncker"), sul quale le regioni alpine potranno giocare un ruolo da protagoniste.
All'incontro ha partecipato Boglarka Fenyvesi-Kiss, che guida per conto della Provincia autonoma di Trento il gruppo 3 dedicato a formazione ed istruzione. L'input bavarese nel gruppo sarà legato alle politiche attive del mercato del lavoro. Si cercherà di creare le basi per uno spazio comune per la formazione duale, approfittando del modello di successo e dell’esperienza che le regioni a nord delle Alpi rappresentano in questo settore. Il progetto concreto bavarese proposto prevede l’avvio di un progetto di scambi transfrontaliero di studenti e di buone prassi legati al sistema duale nel comparto agricolo e la creazione di una piattaforma di informazioni inerenti, chiamata Mounterasmus.
Nel gruppo 4, guidato dall'Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino, si cercheranno di adattare i sistemi di trasporto pubblico nelle regioni dello spazio alpino, con un sistema integrato di informazione per i viaggiatori.
Il programma bavarese, del titolo “Una strategia per i cittadini delle Alpi”, prevede la stretta collaborazione con gli enti locali, e con tutti i vari portatori di interesse, come associazioni, enti di vario genere e la società civile. Il prossimo importante appuntamento è previsto per il 13-15 febbraio 2017 con l’Assemblea Generale e il Forum dei Gruppi d’Azione dell’EUSALP.

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01/12/2016, 23:34
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Mercoledì 14 dicembre, ore 11.00, palazzo della Provincia in Piazza Dante, Sala Belli

Aree protette del Trentino, presentazione della candidatura alla Carta europea del Turismo sostenibile

E’ giunto alla conclusione il processo partecipato per la candidatura di tutto il sistema delle Reti di Riserve trentine alla “Carta Europea del Turismo Sostenibile”. Per dare conto di questi percorso e dei suoi risultati, è stata organizzata una conferenza stampa a cui parteciperanno anche gli assessori provinciali all’ambiente Mauro Gilmozzi e alle foreste e turismo Michele Dallapiccola. L’appuntamento è per mercoledì 14 dicembre ad ore 11.00 a Trento, presso il palazzo della Provincia, in Piazza Dante, in sala Belli. I colleghi degli organi di informazione sono cordialmente invitati.

Nel corso del 2016 le Reti di Riserve hanno organizzato sui loro territori dei tavoli di confronto, coinvolgendo i principali attori locali nell’ideazione di progetti ed interventi nel campo del turismo sostenibile. Questi incontri hanno permesso di coinvolgere complessivamente un gran numero di soggetti locali: 67 operatori privati, 22 pubbliche amministrazioni, 15 tra aziende per il turismo e consorzi turistici, 46 tra associazioni, musei e simili. Da questi processi partecipati sono emerse complessivamente 256 azioni, che ci si impegna – nell’ipotesi di accoglimento della candidatura - ad attuare nei cinque anni di validità della Carta, dal 2017 al 2021. Queste azioni costituiscono il piano di azioni che la Provincia autonoma di Trento invierà nei prossimi giorni per la candidatura di adesione alla Carta Europea del Turismo Sostenibile.
La Carta Europea del Turismo Sostenibile è stata elaborata nel 1991 dalla Federazione Europarc, un’organizzazione europea che riunisce più di 400 aree protette. Oltre a essere il riferimento della politica turistica delle aree protette dell’Unione Europea, la Carta ha rappresentato per i parchi la prima importante occasione di confronto su tematiche, come il turismo sostenibile, che vanno oltre la conservazione e la tutela ambientale, passando da un concetto di tutela passiva del proprio territorio ad un concetto più ampio ed esteso di “conservazione attiva.

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