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Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali 
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MIPAAF: SEI NUOVE AREE ISCRITTE NEL REGISTRO NAZIONALE DEI PAESAGGI RURALI STORICI

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che l’Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale ha iscritto nel registro nazionale dei paesaggi rurali storici sei nuove aree. Ad oggi il registro include dieci paesaggi e due pratiche agricole, distribuiti dal nord all’estremo sud della penisola, con una crescita che ha visto raddoppiare il loro numero nel corso dell’ultimo anno.

“Non c’è Paese in Europa – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – che abbia un patrimonio di paesaggi rurali così diffuso in tutte le sue Regioni. Le nuove iscrizioni confermano questa ricchezza unica di identità e di capacità degli agricoltori di formare e conservare i luoghi come veri e propri beni comuni. Dai muretti a secco di Pantelleria agli oliveti secolari tra Assisi e Spoleto o quelli storici di Venafro in Molise fino ai terrazzamenti di Lamole. Sono esempi di come ambiente, storia e tradizioni si intreccino in un elemento unificante che è proprio il paesaggio rurale. Rafforzare la valorizzazione di queste aree è un impegno che confermiamo nell’anno nazionale del cibo italiano".

Queste le sei nuove aree inserite:

Fascia pedemontana olivata fra Assisi e Spoleto
Si tratta della principale area olivicola dell’Umbria, conserva un paesaggio dove il rapporto tra olivicoltura e storia si presenta particolarmente forte: borghi storici, castelli e complessi religiosi si trovano immersi negli oliveti che ricoprono le pendici, arricchiti da terrazzamenti, lunette e ciglioni, mentre nella parte pianeggiante, querce monumentali delimitano i seminativi.

La piantata veneta
Questa candidatura che rientra nella sezione delle pratiche tradizionali riguarda una antichissima pratica agricola che affonda le sue radici al periodo etrusco e che fino ad alcuni decenni orsono rappresentava la più importante qualità di coltura che occupava il centro ed il nord dell’Italia. Si tratta di più colture associate a filari alberati che oggi sono prese di nuovo a modello per le loro molteplici valenza ambientali e paesaggistiche.

Paesaggio della Pietra a Secco dell'Isola di Pantelleria
Il paesaggio di Pantelleria testimonia come le condizioni ambientali abbiano determinato lo sviluppo di tecniche colturali in grado adattare le necessità dell’uomo ad un ambiente difficile producendo un paesaggio straordinario associato ad una alta qualità dei prodotti e di grande valenza turistica. Chilometri di muretti a secco ospitano viti ad alberello, olivi potati per crescere a poche decine di centimetri da terra, capperi e agrumi, in un contesto paesaggistico di grande valenza estetico.

Parco regionale Storico agricolo dell'olivo di Venafro
L’olivicoltura di Venafro affonda le sue radici nell’epoca romana dove la qualità dell’olio di questa area era già citato da Plinio e Catone. Si tratta di un paesaggio caratterizzato da olivi monumentali e da terrazzamenti in pietra, nella diffusa consociazione con il pascolo all’interno degli oliveti, in un ambiente che conserva ancora i caratteri del paesaggio storico dell’Appennino meridionale.

Il paesaggio policolturale di Trequanda
Il paesaggio di Trequanda rappresenta un esempio di tipico paesaggio di origine mezzadrile, con un mosaico policolturale complesso costituito da oliveti, vigne, seminativi nudi o arborati e boschi a dominanza di querce, arricchito dalla presenza di terrazzamenti in pietra a secco che sostengono gli oliveti sulle pendici più acclivi.

Il paesaggio rurale storico di Lamole in Chianti
Il paesaggio agricolo storico di Lamole, conserva un paesaggio policolturale su terrazzamenti in pietra a secco e rappresenta un esempio di come sia possibile fare agricoltura di qualità nel rispetto del paesaggio storico, che finisce per essere un valore aggiunto ai prodotti locali. Lamole è la patria del Sangiovese il vitigno principale del vino Chianti.

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18/01/2018, 18:24
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MIPAAF: VIA LIBERA DEL CDM ALLA RIORGANIZZAZIONE DELLA ZOOTECNIA

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che il Consiglio dei Ministri nella riunione di oggi ha approvato lo schema di decreto legislativo con il quale si punta alla riorganizzazione dei servizi al settore zootecnico e in particolare della disciplina della riproduzione animale, finalizzata al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla politica agricola comune e dalle norme nazionali in materia.

“Continuiamo a lavorare per rafforzare la zootecnia italiana – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina -. Il miglioramento genetico, attività cardine del sistema allevatori del nostro Paese, oltre a comportare importanti benefici per gli allevatori che vi aderiscono, è un investimento strategico di lungo periodo, con effetti per tutta la filiera produttiva. Viene assicurata la produzione di latte, carne e derivati con i più elevati standard di sicurezza alimentare e di qualità, valorizzando la tipicità e la biodiversità delle nostre produzioni zootecniche”.

L’adozione del provvedimento legislativo garantirà infatti un adeguamento delle normativa alla disciplina comunitaria, la specializzazione e liberalizzazione dei servizi legati al miglioramento genetico animale, la semplificazione ed ottimizzazione dei modelli organizzativi e la riorganizzazione e valorizzazione delle banche dati e delle informazioni raccolte negli allevamenti zootecnici italiani.


LE PRINCIPALI NOVITÀ

1. Il riconoscimento degli “Enti selezionatori” quali soggetti deputati alla realizzazione e gestione di programmi genetici se in possesso di determinati requisiti;

2. il riconoscimento del principio per il quale la gestione dei libri genealogici e dei registri anagrafici è un necessario strumento della conservazione della biodiversità animale e della valorizzazione delle razze autoctone;

3. il riconoscimento del principio per il quale l’iscrizione ai libri genealogici e ai registri anagrafici costituisce elemento fondamentale per l’individuazione della razza e per la certificazione d’origine;

4. la specializzazione delle attività e della separatezza delle funzioni tra la raccolta dati zootecnici nelle aziende e loro elaborazione ai fini della selezione da parte degli Enti selezionatori;

5. il riordino del sistema di raccolta e gestione dei dati in allevamento, con particolare riguardo agli aspetti legati alla unicità e multifunzionalità del dato raccolto e alle modalità di accesso da parte di terzi, oltreché all’utilizzazione del dato ai fini della consulenza;

6. la costituzione di una Banca Dati Unica Zootecnica a livello nazionale e la definizione da parte del Mipaaf delle modalità di accesso ai relativi dati;

7. la costituzione di un Comitato nazionale zootecnico (CNZ), con compiti di regolazione, standardizzazione e di indirizzo dell’attività di raccolta dati negli allevamenti e di programmazione della politica di settore.

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19/01/2018, 18:15
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MIPAAF: PAGATI DA AGEA OLTRE 128 MILIONI DI EURO PER 36 MILA DOMANDE

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che l’ente pagatore Agea ha effettuato pagamenti per un valore complessivo di oltre 128 milioni di euro per più di 36mila domande.

In particolare, si riferiscono alle erogazioni eseguite nell’ambito dello sviluppo rurale (misure superfici e strutturali) a seguito di istruttoria regionale, in favore di 2.619 beneficiari inseriti negli elenchi trasmessi dalle regioni Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia Umbria e Valle d’Aosta per un totale di oltre 17 milioni di euro; dello sviluppo rurale (misure a superficie e animali), a seguito di istruttoria automatizzata, per 34.183 beneficiari e un valore complessivo di oltre 99 milioni di euro; dei Programmi Operativi in favore di 10 Organizzazioni di produttori per più di 12 milioni di euro.

Riguardo ai programmi regionali di sviluppo rurale, da inizio programmazione Agea ha erogato complessivamente 1,3 miliardi di euro. Di questi, 698,5 milioni sono relativi al FEASR, con 223 milioni erogati in favore di impegni assunti nella programmazione corrente.

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26/01/2018, 14:27
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MIPAAF: MARTINA A BRUXELLES PER DISCUTERE DI NUOVA PAC E TUTELA PRODOTTI AGROALIMENTARI NEI MERCATI ESTERI

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che il Ministro Maurizio Martina ha partecipato oggi al Consiglio dei Ministri europei dell’agricoltura e della pesca. Tra i punti all’ordine del giorno: il dibattito sulla nuova Politica Agricola Comune e il commercio internazionale dei prodotti agricoli, con particolare attenzione ai negoziati di libero scambio in corso e a quelli futuri intrapresi dall'Unione europea.

“Ci troviamo di fronte a un grande cambiamento, necessario per venire incontro alle richieste dei cittadini e degli agricoltori. Abbiamo dunque bisogno di una Politica Agricola Comune più semplice - afferma il Ministro Maurizio Martina - che tuteli il reddito di quanti operano in questo settore, dando loro risposte concrete, e che tenga conto anche delle sfide climatiche e della sicurezza alimentare, due temi cruciali sui quali dobbiamo tenere alta l’attenzione. Le regole più restrittive che gli agricoltori europei sono chiamati a rispettare in materia di ambiente, salute e benessere animale, senza considerare i diritti umani e la sicurezza del lavoro, oggi sono percepite come un insieme di vincoli che si traducono solo in maggiori costi. Un sistema produttivo basato su regole più virtuose deve invece essere valorizzato, rendendo trasparente e tracciabile l’intero processo produttivo: dal territorio di provenienza dei prodotti ai metodi di produzione, passando per la trasformazione, fino alla commercializzazione. Questioni che possono essere risolte con norme comuni sull’etichettatura obbligatoria dell’origine delle materie prime agricole, come già fatto dall’Italia.”

Sul fronte degli accordi commerciali: “Sono uno strumento estremamente importante – conclude Martina - per aprire nuovi mercati e dare opportunità ai nostri produttori. Ma servono regole giuste. La nostra priorità è tutelare i prodotti sensibili, e le nostre Indicazioni Geografiche. Il mancato riconoscimento o una tutela parziale delle Ig possono creare enormi penalizzazioni alle produzioni europee di qualità e vanificare gli effetti positivi dell’apertura di nuovi mercati.”

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29/01/2018, 19:33
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MIPAAF: FIRMATO PROTOCOLLO D’INTESA MINISTERO – AGEA – ANBSC PER GESTIRE
E VALORIZZARE AL MEGLIO I TERRENI E LE AZIENDE AGRICOLE CONFISCATE

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che è stato firmato oggi al Palazzo dell’Agricoltura il Protocollo d’intesa tra il Mipaaf, l'Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA) e l’Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. (ANBSC).

Il protocollo, che rappresenta un ulteriore tassello del percorso di collaborazione intrapreso dal Ministero con l’ANBSC già dal 2015, intende facilitare una più efficiente gestione dei terreni e delle aziende agricole confiscate. Incentivando la condivisione del patrimonio informativo, l’intesa ha una portata strategica poiché consente di conoscere, e di conseguenza valorizzare, il patrimonio fondiario che in questi anni è stato soggetto a sequestro e confisca proprio grazie allo scambio dei dati di cui ciascun soggetto dispone.

Attraverso questo modello operativo è dunque possibile mettere a sistema più informazioni e restituire una fotografia reale dei territori, facendo emergere la vocazione dei terreni e gli strumenti più appropriati di valorizzazione, stante l’alto valore simbolico.

Grazie a questa collaborazione, inoltre, è possibile mettere in campo le azioni necessarie per prevenire eventuali frodi connesse a un utilizzo improprio dei fondi comunitari ricadenti sui terreni o sul patrimonio dell’azienda agricola oggetto di sequestro e confisca.

“L’intesa raggiunta oggi fa parte di un percorso di consapevole riappropriazione di beni della collettività, da riportare a valore della collettività - ha dichiarato il Vice Ministro Andrea Olivero - Ricollocare un bene confiscato ha un notevole livello di complessità, basta solo pensare alla pluralità di soggetti necessari per una corretta gestione. Allo stesso tempo, dobbiamo sostenere e accrescere il riconoscimento del valore sociale ed economico del bene stesso dal momento della sua “rinascita”. Per questo ritengo che la rete attivata oggi possa contribuire al rafforzamento dei principi etici e legali. Infine voglio sottolineare la stretta connessione tra i beni confiscati in agricoltura e l’agricoltura sociale come nuova forma di coalizione, di solidarietà e anche modello di welfare nelle aree rurali. È questo l’obiettivo che ho da sempre sostenuto nel mio mandato governativo, già con la promozione della Legge 141/2015 e con le attività dell’Osservatorio dell’Agricoltura Sociale”.

IL PROTOCOLLO NEL DETTAGLIO – LE AZIONI:

- Aggiornamento del database di Agea con i dati delle confische dei terreni (per la sospensione e l’eventuale recupero delle erogazioni non dovute).

- Arricchimento della conoscenza da parte della ANBSC delle caratteristiche specifiche dei terreni confiscati e delle colture associate per la programmazione delle destinazioni.

- Accesso al fascicolo aziendale da parte dell’Agenzia per la gestione delle imprese agricole confiscate.

- Pubblicazione e divulgazione dei dati specifici dei terreni ai fini dell’incentivazione da parte degli enti territoriali (e altri aventi diritto) alle richieste di destinazione.

I NUMERI:

13.141 beni immobili confiscati e restituiti alla collettività; di questi il 29% sono terreni (3.800 beni)

ANSBC attualmente ha in gestione quasi 7.000 beni classificati come terreni

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30/01/2018, 19:16
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STATO REGIONI: APPROVATO RIORDINO DEL FONDO DI SOLIDARIETÀ NAZIONALE IN AGRICOLTURA

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che la Conferenza Stato Regioni ha approvato lo schema di riordino del fondo di solidarietà.
La nuova norma promuove lo sviluppo di strumenti assicurativi innovativi, anche tramite la nuove polizze sperimentali e di fondi di mutualizzazione ed estende, inoltre, le coperture agevolate anche ad eventi di portata catastrofica, epizoozie, organismi nocivi ai vegetali.
Il Fondo di solidarietà nazionale potrà essere attivato anche a fronte dei danni causati da fauna selvatica protetta e sono state semplificate anche le procedure per mettere a disposizione delle Regioni le risorse per gli interventi compensativi e, nell’ambito delle polizze sperimentali, sarà possibile mettere a punto meccanismi di calcolo delle perdite.
Vi sarà una compressione dei costi di gestione delle polizze ed una semplificazione con maggiore trasparenza dei meccanismi di risarcimento del danno ed è stata prevista inoltre la possibilità di calcolare le perdite sulla base di indici, anche ai fini dell’erogazione degli interventi compensativi.

“ Abbiamo bisogno – ha dichiarato il Ministro Martina - di strumenti più forti a protezione del lavoro e del reddito delle imprese agricole, soprattutto davanti al cambiamento climatico. Il provvedimento approvato va in questa direzione e può aiutare ad affrontare meglio la programmazione delle imprese. La gestione del rischio è un asse fondamentale per il futuro dell'agricoltura e per questo l'abbiamo posta al centro della discussione al G7 di Bergamo. Con questa norma diamo concretezza agli impegni presi in quella occasione"

“Si tratta - dichiara il Sottosegretario Castiglione - di un intervento legislativo strategico per il rilancio degli strumenti di gestione del rischio. Questa norma affianca ed integra, nel segno dell’innovazione di prodotto e di processo, le misure finanziate nel quadro della nuova programmazione unionale 2014-2020.”
“Grazie alle nuove norme, - prosegue il Sottosegretario - sarà più semplice sperimentare nuove tipologie di strumenti integrati per la difesa dai rischi a livello aziendale e per la stabilizzazione dei redditi delle imprese agricole; sulla base dei risultati della sperimentazione sarà così possibile contribuire al dibattito sul futuro della Politica Agricola Comune (PAC) post 2020 proponendo nuovi strumenti che possano accompagnare meglio lo sviluppo delle nostre imprese e che contribuiscano a favorire la diffusione settoriale e territoriale degli strumenti di gestione dei rischi.”

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01/02/2018, 20:46
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MIPAAF, CONTROLLI SUL VERO MADE IN ITALY AGROALIMENTARE: ONLINE IL REPORT DELL’ICQRF, NEL 2017 OLTRE 53MILA VERIFICHE

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che è online sul sito web www.politicheagricole.it il report dell'attività operativa dell'Ispettorato Centrale Repressione Frodi (ICQRF) relativo al 2017 con i dettagli dell’attività svolta contro frodi, fenomeni di italian sounding e contraffazioni ai danni del vero Made in Italy agroalimentare e dei consumatori.

In particolare: l’anno scorso sono stati eseguiti 53.733 controlli, di cui 40.857 ispettivi e 12.876 analitici, confermando l’ICQRF ai vertici europei tra le Autorità antifrode.

“Questi numeri dimostrano il ruolo guida dell’Italia sul fronte dei controlli – afferma il Ministro Maurizio Martina - Siamo i primi in Europa e all’avanguardia sul web dove siamo in grado di rimuovere i falsi prodotti di qualità certificata dagli scaffali virtuali delle piattaforme e-commerce. Tutelare le nostre produzioni vuol dire non solo rafforzare il marchio italiano sui mercati internazionali ma anche garantire più sicurezza ai nostri consumatori. Un grande lavoro che vede impegnati quotidianamente gli uomini e le donne dell’Icqrf e degli altri organismi di controllo del Ministero a difesa del vero Made in Italy.”

IL REPORT IN SINTESI

Gli operatori verificati sono stati oltre 25.000 e i prodotti controllati oltre 57.000.
Le irregolarità rilevate hanno riguardato il 26,8% degli operatori, il 15,7% dei prodotti e il 7,8% dei campioni.

Gli ispettori dell’ICQRF hanno la qualifica di Ufficiali di Polizia Giudiziaria e anche nel 2017 hanno portato a termine, su delega della magistratura, importanti azioni a contrasto della criminalità agroalimentare: 455 le notizie di reato inoltrate all’Autorità giudiziaria; 22.000 le tonnellate di prodotti sequestrati per un valore complessivo di oltre 103 milioni di euro.

Elevate 3.715 contestazioni amministrative, a cui si aggiungono 3.131 diffide emesse nei confronti degli operatori in attuazione del decreto “Campolibero”.

I controlli hanno riguardato tutta la filiera agroalimentare: dei 53.733 eseguiti, l’88% ha interessato i prodotti alimentari e il 12% i mezzi tecnici per l’agricoltura (mangimi, fertilizzanti, sementi, prodotti fitosanitari).

Con riferimento ai settori agricoli: 17.527 controlli hanno riguardato il settore vitivinicolo, 7.843 l’oleario, 5.086 il settore della carne, 4.977 il lattiero caseario, 2.708 l’ortofrutta, 2.406 i cereali e derivati, 1.971 le conserve vegetali, 733 le sostanze zuccherine, 793 il miele, 613 le bevande spiritose, 518 le uova e 1.967 gli altri settori.

Per quanto riguarda il vino e l’olio d’oliva, l’ICQRF svolge il maggior numero di controlli antifrode al mondo.

FOCUS SUI CONTROLLI SUL WEB

A livello internazionale e sul web, l’attività dell’ICQRF di tutela del Made in Italy agroalimentare ha raggiunto risultati rilevanti. L’esperienza nei controlli ex officio e sul web è una best practice europea sia per la Commissione che per EUIPO.

2.202 gli interventi effettuati all’estero e sul web.

Su internet, in particolare, l’ICQRF ha consolidato nel 2017 la cooperazione con Alibaba ed ***** e ha ottenuto risultati di rilievo anche su Amazon.

Lo scorso anno, a tutela delle produzioni italiane, sulle tre piattaforme di commercio elettronico sono stati effettuati 295 interventi, con il 98% di successi.

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06/02/2018, 19:44
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MIPAAF: SCATTA OBBLIGO DI INDICAZIONE DELL'ORIGINE IN ETICHETTA PER IL RISO E PER LA PASTA

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che scatta l’obbligo di indicazione dell'origine della materia prima in etichetta per il riso e per la pasta. Sono entrati pienamente in vigore, infatti, i decreti firmati dai Ministri Maurizio Martina e Carlo Calenda che consentono ai consumatori di conoscere il luogo di coltivazione del grano e del riso in modo chiaro sulle confezioni. Nel solco di quanto fatto per latte e derivati, la sperimentazione è prevista per due anni.

“Proteggere il Made in Italy – afferma il Ministro Maurizio Martina – significa puntare sulla massima trasparenza delle informazioni in etichetta ai cittadini. Per questo abbiamo voluto con forza sperimentare l'obbligo di indicare espressamente sulle confezioni di pasta e riso il luogo di coltivazione. Un'informazione utile ai consumatori per poter scegliere in maniera informata e consapevole. Uno strumento necessario anche per valorizzare e tutelare il lavoro dei nostri produttori. La trasparenza deve essere una battaglia comune, da condurre con tutta la filiera anche in Europa. Non c'è dubbio che l'iniziativa italiana abbia ottenuto anche un risultato politico importante: dopo 4 anni la Commissione Ue ha presentato una prima bozza di regolamento attuativo della norma sull'etichettatura. Un passo avanti che va migliorato, a partire dall'indicazione obbligatoria e non facoltativa dell'origine delle materie prime. Stiamo lavorando per una proposta che trovi il supporto della nostra filiera e di altri Paesi europei a partire dalla Francia. Se non cambierà la proposta siamo pronti a dare voto negativo nel comitato che è chiamato ad esprimersi a Bruxelles".

COME CAMBIANO LE ETICHETTE

GRANO/PASTA

Il decreto grano/pasta prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:

a) Paese di coltivazione del grano: nome del Paese nel quale il grano viene coltivato;

b) Paese di molitura: nome del Paese in cui il grano è stato macinato.

Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE;

c) se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l'Italia, si potrà usare la dicitura: "Italia e altri Paesi UE e/o non UE".

RISO

Il provvedimento prevede che sull'etichetta del riso devono essere indicati:

a) "Paese di coltivazione del riso";

b) "Paese di lavorazione";

c) "Paese di confezionamento".

Se le tre fasi avvengono nello stesso Paese è possibile utilizzare la dicitura "Origine del riso: Italia".

Anche per il riso, se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.

ORIGINE VISIBILE IN ETICHETTA

Le indicazioni sull'origine dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili.

DECRETI IN VIGORE FINO A PIENA ATTUAZIONE REGOLAMENTO UE 1169

I decreti restano in vigore fino alla piena attuazione dell'articolo 26, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 1169/2011 che prevede i casi in cui debba essere indicato il paese d'origine o il luogo di provenienza dell'ingrediente primario utilizzato nella preparazione degli alimenti, subordinandone l'applicazione all'adozione di atti di esecuzione da parte della Commissione, che ad oggi non sono stati ancora emanati.

OLTRE L'85% DEGLI ITALIANI CHIEDE TRASPARENZA NELL'INDICAZIONE D'ORIGINE DI GRANO E PASTA

Oltre l'85% degli italiani considera importante conoscere l'origine delle materie prime per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare, in particolare per la pasta. Sono questi i dati emersi dalla consultazione pubblica online sulla trasparenza delle informazioni in etichetta dei prodotti agroalimentari, svolta sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, a cui hanno partecipato oltre 26mila cittadini.

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13/02/2018, 12:05
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PESCA, MARTINA E POLETTI: GARANTITA CONTINUITÀ A SGRAVI CONTRIBUTIVI

“Sono confermati gli sgravi contributivi per il settore della pesca. Abbiamo lavorato per tutelare il reddito dei pescatori e per dare concreta attuazione alla misura contenuta nella legge di bilancio. Dopo ulteriori approfondimenti effettuati dagli uffici dei Ministeri, è stato comunicato ad Inps e Inail che non vi sono elementi che impediscono la fruizione del beneficio”.

Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina e il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Si rende così pienamente operativo, per tutti i pescatori, lo sgravio contributivo che la legge di bilancio 2018 fissa al 45,07%.

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15/02/2018, 8:26
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MIPAAF, EXPORT MADE IN ITALY AGROALIMENTARE: NEL 2017 SUPERATI 41 MILIARDI DI EURO

MARTINA: "RECORD CONFERMA GRANDE LAVORO MINISTERO SU RIAPERTURA MERCATI"

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che, sulla base dei dati Istat sul commercio estero diffusi oggi, l'export agroalimentare Made in Italy ha concluso il 2017 con il record di 41 miliardi di euro (+7% rispetto al 2016), registrando nel mese di dicembre 3,4 miliardi di euro (+2% rispetto a dicembre 2016).

In particolare, aumentano le esportazioni verso la Russia (+24%), la Cina (+14,8%) e Francia (+8%).

"Oltre 41 miliardi di euro di export agroalimentare. Mai prima d’ora – afferma il Ministro Maurizio Martina - l’Italia aveva ottenuto un risultato così. Merito delle nostre aziende, piccole, medie e grandi che hanno saputo guardare al mondo, hanno saputo portare il Made in Italy fuori dai nostri confini. Siamo stati al loro fianco in questi anni. Con il palcoscenico straordinario di Expo, con il piano internazionalizzazione voluto dal Governo, con il marchio unico per l’agroalimentare italiano che ora ci caratterizza in tutte le più importanti fiere mondiali. Con un lavoro diplomatico che ci ha portato a riaprire tanti mercati che prima erano preclusi alle esportazioni italiane, come succedeva con i salumi negli Stati Uniti o con la carne di maiale in Cina. Opportunità nuove che vanno a tutto vantaggio di agricoltori, allevatori, produttori. Che sono la spina dorsale dell’economia dei nostri territori, che sono i protagonisti del rilancio produttivo e occupazionale che viviamo. Sono il nostro patrimonio e dobbiamo difenderli fino in fondo. Anche valorizzando di più e meglio l’origine sulle etichette, come abbiamo fatto per formaggi, pasta, riso, derivati del pomodoro. Sono convinto che questa scelta sia una delle frontiere più avanzate di una concezione politico culturale che cerca di interpretare nuove vie di protezione nella globalizzazione. Il Made in Italy – conclude Martina - si protegge davvero portando a 50 miliardi le esportazioni entro il 2020, non con dazi e barriere da propaganda elettorale."

FOCUS SUI MERCATI INTERNAZIONALI RIAPERTI DAL 2014 A OGGI

Dal 2014 a oggi sono molti i mercati riaperti grazie al lavoro diplomatico del Mipaaf con i Ministeri della Salute e dello Sviluppo economico che ha portato alla rimozione di barriere non tariffarie sui prodotti agroalimentari Made in Italy.

Negli Stati Uniti d’America dal 2015 è stata aperta l’importazione ai salumi italiani e all’export di pere e mele.

In Cina è stato rimosso nel 2016 il bando sulle carni suine italiane che teneva fermo quel mercato dal 1999. Ok dalle autorità cinesi anche alle esportazioni di agrumi e kiwi dall’Italia.

In Giappone si è ottenuto il via libera a importazioni carni bovine, dopo uno stop che durava dal 2001 a seguito dell’epidemia di BSE. Via libera anche ad Arance Tarocco, Moro e Sanguinello.

I kiwi italiani si possono esportare oggi anche in Corea del Sud, Cile e Canada. Proprio le istituzioni canadesi hanno dato l’autorizzazione all’ingresso di uva da tavola e susine.

Con Marocco e Algeria sono stati risolti i problemi che bloccavano i vivaisti italiani nella vendita di materiale di moltiplicazione di vite e fruttiferi.

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15/02/2018, 17:59
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