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Agricoltura - Parlamento Italiano 
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CAPORALATO: VERDUCCI (PD), OK A LEGGE DI CIVILTA' CHE RAFFORZA LO STATO
"Il Caporalato è una forma odiosa di sfruttamento, nelle mani di malavita e criminalità organizzata. Nelle nostre campagne, di caporalato si continua a morire. Oggi in Senato abbiamo approvato una legge di civiltà, con strumenti di contrasto finalmente all'altezza della piaga, come la confisca dei patrimoni. Colpire le rendite è l'unico deterrente contro le mafie. Da oggi è più forte chi prima non aveva voce. É un passo importante che rafforza il nostro Stato di diritto ed ognuno di noi. Un plauso al Governo ed ai Ministri Orlando e Martina per aver con tenacia portato avanti il provvedimento. Adesso spero che al più presto ci sia il voto definitivo alla Camera". Lo afferma il senatore del Pd Francesco Verducci.

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01/08/2016, 20:49
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Agricoltura: M5S, nuovo commissario Agea segna fallimento del ministro Martina

Roma, 2.08.2016 – “La nomina di un nuovo commissario alla guida di Agea, principale erogatore di finanziamenti per l’agricoltura, segna il fallimento del ministro delle Politiche Agricole, Martina, che dall’inizio della Legislatura preferisce mettere ancora volta una toppa piuttosto che risolvere il problema della governance dell’Agenzia. Per questo oggi ci asterremo sul voto per la nomina di Gabriele Papa Pagliardini a nuovo commissario dell’Agea”. Lo affermano i deputati del M5S della Commissione Agricoltura. “È paradossale che finora l’unico atto del ministro delle Politiche Agricole, Martina, sia stato quello di cambiare il vertice da lui stesso nominato. Dalla nascita di Agea, con il decreto n.165/99, si sono succeduti numerosi commissari e direttori per un totale di 16 nomine in 16 anni. Nel frattempo i disagi per gli agricoltori, dai ritardi nei pagamenti alle multe salatissime fino ai finanziamenti dati per terreni inesistenti, sono rimasti immutati. Sarà solo colpa delle persone? O forse bisognerebbe andare oltre? Come ad esempio revisionare l’operatività? Il M5S ha da tempo depositato una risoluzione a prima firma Gallinella per rivedere la governance dell’agenzia, regolare i rapporti con le Regioni, rendere più efficiente la gestione del SIAN anche in vista della scadenza del contratto SIN per il quale stiamo ancora aspettando la pubblicazione dei bandi. Ci auguriamo che il Governo e la maggioranza intraprendano al più presto la strada del cambiamento e trovare così finalmente una soluzione, perché è troppo tempo che gli agricoltori stanno aspettando”.


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02/08/2016, 11:49
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Grano: M5S, Crea ci dà ragione. Avanti ora con nostra risoluzione

Roma, 2.08.2016 – “Il Crea ci dà ragione. Nel corso dell’audizione di oggi in Commissione Agricoltura alla Camera, il Consiglio per la Ricerca in agricoltura, tra i vari strumenti per salvare il grano italiano, ha infatti citato proprio il Piano proteico nazionale basato sull’uso di leguminose contenuto nella nostra risoluzione attualmente in discussione. Visto che anche la ricerca certifica la ricetta 5stelle contro la guerra del grano, il Governo e le altre forze politiche, la approvino e si battano per la sua applicazione”. Così i deputati del M5S della Commissione Agricoltura commentano l’audizione di Pasquale De Vita, vicedirettore e ricercatore del Crea. “Il piano proteico si basa sulla rotazione delle colture di grano e leguminose. Quest’ultime sono adatte a fissare l’azoto nel terreno, sostanza utile a garantire la quantità e la qualità di proteina nel grano sufficiente ad ottenere una pasta 'al dente' – spiega Giuseppe L’Abbate, capogruppo del M5S in Commissione Agricoltura e primo firmatario della risoluzione ‘salva grano’ – Oltre a preparare il terreno per le colture del grano le leguminose possono poi essere utilizzate come mangimi per i quali l’Italia dipende quasi interamente da quelli a base di Ogm importati dall’estero”. “Un elemento fondamentale è anche incentivare la ricerca per selezionare le varietà di grano con una certa qualità, e non solo quantità, di glutine - aggiunge la deputata 5stelle Loredana Lupo – Tra gli altri punti di contatto con quanto esposto dal Crea, anche la necessità di garantire una tracciabilità delle sementi e uno stoccaggio per le diverse qualità del grano, in modo che chi produce rispettando degli standard qualitativi sia premiato e non veda il proprio grano finire nel mucchio insieme a quello deteriorato”.

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02/08/2016, 17:32
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SPRECHI ALIMENTARI: BERTUZZI (PD): CON DDL ITALIA PUO' FARE DA TRAINO PER ALTRI PAESI
"In Italia sono 5 milioni le tonnellate di prodotti alimentari che, ogni anno, finiscono nella spazzatura, ovvero una cifra corrispondente a 8 miliardi di euro, che è mezzo punto di PIL. Una legge contro lo spreco di cibo e che vuole incentivare le donazioni può fare dell'Italia un paese in grado di trainare gli altri nella lotta allo spreco alimentare". Lo dichiara la senatrice Maria Teresa Bertuzzi, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura a Palazzo Madama e relatrice del provvedimento.
"Il testo vuole da una parte educare i cittadini al valore del cibo - continua - e dall'altra facilitare la donazione da parte degli operatori economici. Si provvede, tra le altre cose, a rifinanziare con 2 milioni di euro per il 2016 il 'Fondo per la distribuzione di derrate alimentari' alle persone indigenti, istituendo un altro fondo, con dotazione di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018, destinato al finanziamento di progetti innovativi finalizzati alla limitazione degli sprechi. Ripristinare un giusto equilibrio sul consumo di cibo non può avvenire secondo le regole del modello ad economia di mercato che hanno, invece, determinato disparità. Con questa legge si vuole promuovere un modello nuovo che, facendo leva anche su principi di eticità, consenta di rimettere in circolo ciò che non viene consumato. Il Terzo settore e tante associazioni sono il primo esempio di questa cultura - conclude Bertuzzi - e compito della politica e delle istituzioni è agevolare, valorizzare e diffondere il loro lavoro".

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SPRECHI ALIMENTARI: VACCARI (PD), LEGGE DI GRANDE PORTATA ETICA ED ECONOMICA

"Oggi il Senato approva in via definitiva una buona legge contro lo spreco alimentare che nasce su iniziativa del PD raccogliendo oltre 10 disegni di legge alla Camera, tra cui quelli di Chiara Gadda e Donata Lenzi in particolare. Lo spreco alimentare vale nell'Ue 143 miliardi di euro all'anno, per 173 Kg procapite di cibo buttato. Il 70% dello spreco europeo deriva dal consumo domestico, dalla ristorazione e dalla vendita al dettaglio. Il 20% del cibo prodotto in Europa finisce per diventare spreco alimentare. In Italia, secondo i dati del progetto Fusions - Last Minute Market e UnIbo, lo spreco alimentare domestico vale oltre 8 miliardi di euro, circa mezzo punto di Pil, 800 euro a testa. Eppure secondo l'Istat in Italia le persone in povertà relativa sono il 16,6% della popolazione, quelle in povertà assoluta il 9,9%. In questi numeri è racchiuso il profondo senso etico ed economico di una scelta: provare a ridurre queste disuguaglianze e ad impostare un sistema economico circolare che sprechi il meno possibile, anche per ridurre i rifiuti". Lo dice il senatore Stefano Vaccari, capogruppo del Pd nella Commissione Ambiente, intervenendo con dichiarazione di voto.
"La legge - spiega Vaccari - ha l'obiettivo di rendere più semplice ed incentivata la destinazione alla solidarietà sociale dei prodotti non più vendibili, ma consumabili. Si tratta di prodotti alimentari innanzitutto, così come farmaci e vestiti, resi cedibili attraverso la semplificazione delle disposizioni fiscali, all'estensione delle categorie di prodotti essenziali ammessi alla donazione, all'ampliamento del panel degli enti beneficiari e anche grazie a misure relative al packaging, alle etichette e al Family Bag per la ristorazione, alla raccolta dei prodotti in campo che altrimenti andrebbero distrutti. La battaglia si gioca a livello globale e locale: dalla grande distribuzione allo spreco domestico. Oggi - conclude Vaccari - ci assumiamo la nostra fetta di responsabilità e scegliamo un deciso cambio di passo per il nostro Paese, con una scelta lungimirante e virtuosa, per dare attuazione agli impegni sottoscritti nella Carta di Milano a Expo2015".

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SPRECHI ALIMENTARI: BERTUZZI (PD): CON DDL ITALIA PUO' FARE DA TRAINO PER ALTRI PAESI
"In Italia sono 5 milioni le tonnellate di prodotti alimentari che, ogni anno, finiscono nella spazzatura, ovvero una cifra corrispondente a 8 miliardi di euro, che è mezzo punto di PIL. Una legge contro lo spreco di cibo e che vuole incentivare le donazioni può fare dell'Italia un paese in grado di trainare gli altri nella lotta allo spreco alimentare". Lo dichiara la senatrice Maria Teresa Bertuzzi, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura a Palazzo Madama e relatrice del provvedimento.
"Il testo vuole da una parte educare i cittadini al valore del cibo - continua - e dall'altra facilitare la donazione da parte degli operatori economici. Si provvede, tra le altre cose, a rifinanziare con 2 milioni di euro per il 2016 il 'Fondo per la distribuzione di derrate alimentari' alle persone indigenti, istituendo un altro fondo, con dotazione di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018, destinato al finanziamento di progetti innovativi finalizzati alla limitazione degli sprechi. Ripristinare un giusto equilibrio sul consumo di cibo non può avvenire secondo le regole del modello ad economia di mercato che hanno, invece, determinato disparità. Con questa legge si vuole promuovere un modello nuovo che, facendo leva anche su principi di eticità, consenta di rimettere in circolo ciò che non viene consumato. Il Terzo settore e tante associazioni sono il primo esempio di questa cultura - conclude Bertuzzi - e compito della politica e delle istituzioni è agevolare, valorizzare e diffondere il loro lavoro".

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02/08/2016, 20:46
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IL SENATO APPROVA IL DISEGNO DI LEGGE PER LIMITARE GLI SPRECHI ALIMENTARI E FAVORIRE LA DONAZIONE DI PRODOTTI ALIMENTARI E FARMACEUTICI A FINI DI SOLIDARIETA'

FASIOLO (PD). Signora Presidente, signor Ministro, signor Vice Ministro, cari colleghi, ho sentito da tutti gli interventi una generale convergenza e una positività generalizzata, che non è cosa da poco. Infatti, questo disegno di legge persegue finalità, oggi più che mai necessarie, di riduzione degli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione dei prodotti alimentari.

Educare al riutilizzo e alla donazione delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale (è l'aspetto che vorrei sottolineare come elemento assolutamente positivo del provvedimento) deve partire, a mio parere, dal mondo della formazione e della scuola, come peraltro qualcuno ha già accennato. Andrebbe valorizzato in tal senso il ruolo degli istituti scolastici in generale e, in particolare, quello degli istituti tecnici agrari e professionali con annesse aziende, il mondo dell'istruzione e della formazione professionale (alberghieri, indirizzi di cuochi, camerieri). È assolutamente importante valorizzare questo elemento attraverso i vari indirizzi.

Il processo educativo dovrebbe coinvolgere tutto il mondo della scuola, incluse le mense scolastiche, come ho avuto modo di rilevare in 7a Commissione, che ha ampiamente discusso su questo provvedimento.

Contribuire ad azioni positive per limitare gli impatti negativi sull'ambiente e sulle risorse naturali, ridurre la produzione di rifiuti e promuovere il riuso e il riciclo al fine di estendere il tempo di vita dei prodotti significa contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali stabiliti dal Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti.

Ma significa anche di più. Il potenziale del riuso per i viventi implica una sfera etica, una serie di valori da cui non possiamo prescindere: quelli della solidarietà sociale, dell'attenzione alle fasce deboli, del rispetto dell'ambiente. Sappiamo che i beni ambientali non sono inesauribili, per cui la cultura del non spreco deve sostituirsi all'incultura, alla banalità dell'usa e getta, un usa e getta a cui la comunità educante ha guardato nel passato forse con troppa superficialità, senza linee educative forti di contrasto, a volte persino abdicando ad un ruolo fondamentale.

Ed è ai giovani che va trasmessa una formazione culturale diversa, una cultura della donazione e un'etica della responsabilità e della consapevolezza dell'impatto sull'ambiente di ogni nostro gesto. Ciascuna azione, ciascun bene consumato lascia un'impronta ecologica più o meno sostenibile. Sta in noi saper amministrare le nostre impronte, non consumare in eccesso o consumare senza errori eccessivi, attraverso un riutilizzo positivo che non intacchi in modo irreversibile le risorse da destinare alle future generazioni. Sono questi il senso, la ratio e la filosofia del disegno di legge.

La Carta di Milano, che in molti abbiamo sottoscritto e condiviso, è richiamata in questo disegno di legge, quando fa riferimento ai diritti di tutti ad una quantità sufficiente di cibo, sano e nutriente, che soddisfi le necessità alimentari personali; quando richiama alla consapevolezza che una delle maggiori sfide dell'umanità sarà quella di nutrire una popolazione in costante crescita - come ha detto qualcuno prima - senza danneggiare l'ambiente; quando richiama gli impegni alla cura del cibo di cui ci nutriamo.

Il disegno di legge prevede un'attività di corretta informazione e sensibilizzazione dei consumatori, che deve coinvolgere i media, il servizio pubblico radiotelevisivo, le istituzioni, il mondo della formazione e della ricerca, per indurre comportamenti improntati a criteri di solidarietà e sostenibilità. Esso prevede inoltre, per chi attui la cessione gratuita degli alimenti al fine di solidarietà sociale, procedure semplificate che incoraggino produttori, distributori e trasformatori. Questo è previsto dal capo II, dove il disegno di legge invita a dare priorità nelle donazioni agli indigenti, ferma restando la piena garanzia sull'integrità dell'imballaggio primario e delle idonee condizioni di conservazione.

Sottolineo quanto sia significativo che il disegno di legge introduca il criterio di premialità, dando ai Comuni la facoltà di applicare alle rese, alle attività commerciali, industriali, professionali e produttive in genere, che distribuiscono beni alimentari e che, a titolo gratuito, cedono tali beni alimentari agli indigenti, un coefficiente di riduzione della tariffa di asporto rifiuti, proporzionale alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione. È davvero un'importante opportunità, che auspico i sindaci vogliano cogliere convintamente, poiché i benefici ricadono sulla collettività.

Cito l'articolo 7, che coinvolge il mondo degli enti pubblici, nonché gli enti privati del non profit costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche e solidaristiche, in attuazione del principio di sussidiarietà, che potranno attuare gli scopi della presente legge.

Rilevo infine l'importanza della costituzione del previsto tavolo di coordinamento, con compiti di formulazione di proposte e pareri relativi alla gestione del fondo per la distribuzione di derrate alimentari; di formulazione di proposte per lo sviluppo di iniziative di informazione, sensibilizzazione alla donazione e al recupero di eccedenze; di formulazione di proposte per la definizione di provvedimenti relativi a specifici incentivi per i soggetti coinvolti nella donazione; di monitoraggio delle eccedenze e degli sprechi alimentari; di promozione di progetti innovativi e studi finalizzati alla limitazione degli sprechi alimentari e all'impiego delle eccedenze; di formulazione di proposte per favorire la messa in rete e l'aggregazione delle iniziative promosse da soggetti pubblici e privati.

Il tavolo è composto da rappresentanti di vari Ministeri: Ministero delle politiche agricole e forestali, Ministero del lavoro, Ministero dell'economia e delle finanze, della salute, dell'ambiente del territorio e del mare, dello sviluppo economico e quant'altro, ma anche il Ministero dell'istruzione. Voglio sperare che, considerate le implicazioni educative del provvedimento, si aggiunga un posto a tavola anche per una rappresentanza del MIUR e che, nella concreta attuazione dei regolamenti, se ne tenga conto, tanto più che la presenza al tavolo non comporta alcun onere aggiuntivo, neppure rimborsi spese. (Applausi dal Gruppo PD).

Sen. Laura Fasiolo

Componente della 9a Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare
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Componente del Comitato parlamentare Schengen, Europol e immigrazione
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03/08/2016, 20:32
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Signora Presidente, signor Ministro, colleghe e colleghi, l'intervento del collega Candiani mi sembra pretestuoso, perché il provvedimento in esame è stato ampiamente discusso e condiviso. La collega Gatti e tutti noi ci abbiamo messo una grande passione e tutti avevamo una forte urgenza di portarlo a termine. Questo vogliamo ribadire e lo vogliamo prima della raccolta. Non si raccontino altre fiabe, altre storie, altri film. Sarà il suo film, caro collega Candiani, ma non è la realtà. È pretestuoso, perché non risponde al vero.
Voglio sottolineare come questo intervento normativo di contrasto ai fenomeni del caporalato che stiamo approvando sia urgente, in quanto impatterà fortemente sul comparto agricolo e sull'economia del Paese. È questo che vogliamo. È giusto dire che gravi fatti di sfruttamento del lavoro turbano il nostro Paese. Si verificano in più di un comparto, specialmente nell'agricoltura e, in particolare, con riferimento alla raccolta agricola, dove la frequenza è massima. Le organizzazioni agricole più volte hanno evidenziato anche nelle audizioni - ne ho sentite molte, senatore Candiani - che la presenza del lavoro nero e del caporalato in agricoltura costituiscono un gravissimo problema nel Paese, anche per le imprese agricole che adempiono con correttezza agli obblighi necessari nei rapporti di lavoro dipendente. Esse si trovano a competere con le aziende del sommerso, che operano nell'inadempienza, con conseguenti costi di produzione nettamente inferiori. Il fenomeno incide sui lavoratori dipendenti, spesso privi di copertura previdenziale e assistenziale - lo ha ben detto in tutti i suoi passaggi la senatrice Gatti - nonché privi di un'idonea tutela sul piano della sicurezza. E non si può sottacere che la questione in alcuni territori e contesti economico-sociali sia di ordine pubblico. Le imprese non sono immuni dal rischio di presenza reale di criminalità organizzata, un fenomeno purtroppo pervasivo che riguarda tanti settori portanti della nostra economia. Mi riferisco anche alla grande industria. Vengo dal Nord-Est. La Fincantieri, nel territorio da cui provengo, ha visto più volte impiegate le Forze dell'ordine e la magistratura. Processi e condanne inducono ad approfondire il tema e a inquadrare un ambiente in cui il reclutamento dei lavoratori avviene in un contesto non sempre estraneo a infiltrazioni camorristiche e a fenomeni di illegalità anche nel Nord-Est, checché se ne dica.
Il fenomeno è diffuso in molti settori e in agricoltura - come si è più volte ribadito - è particolarmente pesante e grave. Ha portato il Governo alla predisposizione di un disegno di legge condiviso - lo sottolineo - da molte parti, dalla stragrande maggioranza di noi. Individua strumenti di contrasto per far fronte a un diffuso e dilagante problema.
Sono circa 1.200.000 i lavoratori del comparto agricolo in Italia, di cui il 42 per cento in nero. Le agromafie muovono un giro di affari che, secondo i dati ISTAT e FLAI CGIL, tocca vertiginosamente i 2,5 miliardi di euro. Il caporalato è parte di questo preoccupante sistema. Eccome se era urgente! È interessante e confortante che il rafforzamento dell'attività di verifica abbia portato da circa 5.400 accertamenti nel 2014 a 8.600 nel 2015. Questo Governo ha rafforzato le attività di verifica con un aumento degli interventi di ben il 60 per cento. Si sono riscontarti circa 6.000 casi di lavoratori irregolari, di cui 3.600 in nero e circa 180 extracomunitari privi del permesso di soggiorno. Il tasso di irregolarità ha riguardato oltre la metà delle verifiche.
Questo provvedimento era, dunque, un atto dovuto, necessario e urgente che ha trovato una sintesi condivisa grazie allo sforzo e alla tenacia della Commissione, della relatrice Gatti e alla determinazione del Governo, pienamente disponibile al confronto, alla modifica e all'arricchimento del testo originario che il Presidente della Commissione ha portato avanti con determinazione.
Dal ciclo di audizioni della Commissione è emersa con chiarezza la necessità di intervenire sul reato di cui all'articolo 603-bis, più volte richiamato in questa sede, sanzionando i caporali, i datori di lavoro e le imprese che si avvalgono di tale metodo, modulando le responsabilità e riscrivendo il reato. Il caporalato può sostanziarsi in una serie articolata di operazioni, per cui occorre intervenire con una molteplicità di strumenti di contrasto. È fondamentale il versante non soltanto della punizione e della repressione, ma soprattutto del controllo e della prevenzione. Come è stato detto nell'intervento precedente del senatore Lumia, è importante aiutare le imprese inadempienti a rimettersi sulla strada corretta e giusta. Sono importanti, inoltre, le misure finalizzate a non interrompere la continuità aziendale, e, ove intervengano le confische, la destinazione degli introiti al Fondo annuale per le misure anti-tratta.
Quanto alla Rete del lavoro agricolo di qualità, istituita all'articolo 6 del decreto-legge n. 91 del 2014 (il cosiddetto campolibero), convertito dalla legge n. 116 del 2014, si prevede la pubblicazione di elenchi di aziende virtuose che volontariamente si iscrivono alle Rete. Le imprese ammesse alla Rete compaiono in un apposito elenco pubblicato sul sito Internet dell'INPS - lo ha in precedenza citato la relatrice Gatti - e non sono ricomprese negli orientamenti dell'attività di vigilanza adottati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dall'istituto previdenziale, che devono invece concentrare i controlli sulle aziende non iscritte alla Rete. La Rete, così come è prevista attualmente, favorirebbe l'auspicata intelligence nell'attività di vigilanza.
Quindi, il costante monitoraggio dell'andamento del mercato del lavoro agricolo, la promozione di iniziative in materia di politiche attive del lavoro e di contrasto al lavoro sommerso e all'evasione contributiva, le iniziative sull'organizzazione dei flussi di manodopera stagionale, di assistenza dei lavoratori immigrati sono misure, oltre che di contrasto, di civiltà. La Rete di qualità costituisce, dunque, un importante impegno e una scelta innovativa per favorire un corretto andamento dell'attività delle imprese: essa dovrebbe intervenire anche con modalità sperimentali nel campo dell'intermediazione del lavoro agricolo, attraverso un approccio integrato, ad esempio con le commissioni provinciali per l'integrazione dei salari degli operai agricoli.
È quindi importante la collaborazione con gli enti locali: un passaggio ritenuto necessario per vari aspetti che interessano il fenomeno del caporalato, tra cui il trasporto nelle zone agricole. Come ho detto poc'anzi, nell'imminenza dell'inizio della stagione delle raccolte, possiamo oggi, grazie anche alla disponibilità del Ministro e dell'intero Esecutivo, in sinergia tra Governo e Parlamento, dare un segnale davvero importante al comparto. La risposta fornita dalla Rete del lavoro agricolo di qualità, a cui aderiscono le molte aziende che operano positivamente nella legalità, nel rispetto dei controlli e delle norme sui contratti dei lavoratori, deve essere sviluppata e potenziata anche attraverso una maggiore diffusione sul territorio delle buone pratiche, soprattutto attraverso una forte e veloce sburocratizzazione. Anche questo è stato un lavoro e un impegno molto forte da parte del nostro Governo.
L'impegno è dunque concentrato sia sulla repressione delle condotte illecite, che tutelerà e farà crescere il fatturato delle imprese agricole che agiscono nella piena legalità, che - come ho detto - sulla prevenzione.
Voglio spendere poche parole ancora sull'importanza della cabina di regia, che dovrà essere competente e capace di svolgere monitoraggi costanti sul mercato del lavoro agricolo e di promuovere iniziative in materia di politiche attive del lavoro e di contrasto al sommerso. Non deve verificarsi più quanto accaduto ad Andria, fatto che abbiamo esaminato nella Commissione di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro: mi riferisco al decesso della lavoratrice agricola signora Paola Clemente. È emerso in Commissione di inchiesta, anche in quell'occasione, un quadro allarmante circa le condizioni di lavoro in agricoltura, in particolare per quanto riguarda i rapporti di lavoro accessori frequentemente irregolari: è evidente la mancanza di misure di tutela. Si tratta di condizioni di lavoro - cito dalla relazione - che si sostanziano molto spesso in un reale sfruttamento bracciantile.
In conclusione, vorrei sottolineare di nuovo l'importanza del risultato raggiunto, come anche del protocollo che ha citato precedentemente la senatrice Gatti. Devo ringraziare anche io, pure se sono semplicemente un membro della Commissione, per l'entusiasmo che ho visto in tutti i componenti, sia di maggioranza che di opposizione, che hanno dato veramente il massimo e hanno consentito di arrivare alla condivisione larga di un provvedimento che rappresenta un passo in avanti di civiltà per il nostro Paese e per un lavoro agricolo di qualità.

Sen. Laura Fasiolo

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Vi invito all'iniziativa come Gruppo Senatori Pd in collaborazione con il circolo Pd di Cormons-Dolegna del Collio.
Relazionerò sul TTIP in generale, punti di forza e di debolezza, insieme ad Alessandro Culot, commercialista, che illustrerà alcuni degli aspetti salienti del TTIP per l'agricoltura da un punto di vista tecnico e Claudio Fabbro, noto agronomo, enologo e giornalista.
Abbiamo avuto la disponibilità dell'On.Paolo De Castro, presidente della commissione agricoltura e sviluppo rurale del parlamento europeo, relatore in Commissione Europea sul TTIP, che interverrà in videochiamata skype, in quanto bloccato a Bruxelles. Avremo comunque un suo intervento sull'argomento.
Locandina su FB

Sen. Laura Fasiolo

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ISMA -Istituto Santa Maria in Aquiro
Piazza Capranica 72, 00186 Roma
Tel. 06.6706.3319
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CAMERA DEI DEPUTATI
On. PaoloCova parlamentare del Partito Democratico

COMUNICATOSTAMPA
On.Cova: “L’accordo con Alibaba favorirà il vero ​Made in Italy. Ora i produttori si attivino per trasformare e commercializzare”

Esulta anche l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, alla notizia che il Governo ha siglato un accordo con Alibaba, la compagnia cinese attiva nel commercio elettronico, per promuovere prodotti agroalimentari italiani​ Dop e Igp​, combattendo il falso Made in Italy.

“È un ottimo accordo per la produzione dei marchi geografici ​italiani​ – commenta Cova –. Ed è un intervento importante perché in questo modo si favorisce l’esportazione dei nostri prodotti, consentendo di aumentare la richiesta di alimenti italiani trasformati​ con ottime ricadute sulla filiera. Voglio sottolineare anche che la trasformazione e la vendita all’estero sono pensate”.

Cova invita, infine, gli interessati ad attivarsi: “Ora i produttori agricoli italiani devono prendere questa opportunità al volo per organizzarsi nella
​ ​trasformazione dei propri prodotti e nella commercializzazione estera, in particolare gli allevatori del settore lattiero-caseario che devono​ ​assolutamente approfittare di questa importantissima occasione. Una opportunità che consente di trattenere alla produzione primaria parte del margine di guadagno che ora finisce solo all'industria e alla grande distribuzione organizzata”.

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05/09/2016, 13:56
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