Bungiorno,
sarei tentato a rispondere ad alcune nuove frasi qualunquiste in merito al mondo venatorio ma è un campo fuori tema e su cui ci stiamo divulgando troppo.
Rientro tra le righe e torno all'argomento principale.
Alla fine di gennaio 2011 l'ufficio stampa della Lav - lega antivivisezione riferiva che: "Sono stati presentati lo scorso 3 dicembre, presso il Museo di Storia Naturale di Milano, i primi risultati del metodo di contenimento delle nutrie tramite sterilizzazione". Nel comunicato, il biologo dott. Samuele Venturini raccontava: "Da un anno circa stiamo sperimentando la sterilizzazione nell'area urbana e suburbana del comune di Buccinasco (Milano). E i risultati positivi ci spingono a proseguire per questa strada che ci auguriamo di continuare a percorrere sempre con il supporto di Regione Lombardia." La Lav commentava: "La sterilizzazione e' l'approccio che ha consentito di risolvere in gran parte del nostro Paese il problema del randagismo canino, non vi e' quindi motivo per credere che analoga efficacia non possa essere riprodotta anche nell'ambiente selvatico."
Il “supporto” della Regione Lombardia si riferisce al finanziamento del progetto (soldoni dei contribuenti) e come fatto presente dall’ISPRA, nel marzo dello stesso anno, dei dati ufficiali su “i risultati positivi” non si è mai avuta notizia.
L'Istituto spiega che era a conoscenza del protocollo sperimentale perchè, ai sensi della normativa vigente, era stata la Regione Lombardia a chiedere il suo parere. In tale circostanza l'Ispra, però, pur non esprimendo contrarietà ad un'iniziativa che "non presentava controindicazioni dal punto di vista conservazionistico", ne aveva evidenziato "la sua assoluta inadeguatezza sotto il profilo pratico...". In particolare l'Ispra faceva notare che la tecnica prospettata "appare caratterizzata da un rapporto costi/benefici del tutto sfavorevole quando collocato nel contesto gestionale ordinario". Per essere più chiari ed usando sempre le parole dell'Istituto: "Tutto ciò può essere fatto in ambito puramente sperimentale ma appare completamente irrealistico quando collocato nel contesto delle reali disponibilità economiche ed operative su cui possono contare le Pubbliche Amministrazioni Italiane."
Al tempo è intervenuta anche FederFauna, puntualizzando che: alla luce di tali notizie e consapevole del fatto che in 20 anni di "approccio animalista" al randagismo canino (la legge 281 sul randagismo risale al 1991), sono stati spesi un sacco di soldi dei contribuenti, ma in Italia ci sono ancora 590.000 cani randagi di cui solo un terzo ospitati nei canili rifugio (fonte Ministero Salute), ha deciso di chiedere delucidazioni all'Ispra, Ente vigilato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Comunque, con il comunicato, la LAV proclamava i risultati positivi raggiunti nel primo anno, ora dopo sei anni il problema avrebbero dovuto risolverlo. E invece:
http://www.ilcittadinomb.it/stories/Cro ... 130585_11/http://www.ilgazzettino.it/home/investe ... 91219.htmlhttp://gazzettadimantova.gelocal.it/man ... 1.13914368http://www.ilgiorno.it/cremona/cronaca/ ... -1.2497511http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/ ... 1.14920024http://gazzettadimantova.gelocal.it/man ... 1.14931409http://www.veronasera.it/cronaca/nutrie ... -2017.htmlDopo anni di prese per i fondelli, per tutti i cittadini non per i cacciatori che per le nutrie non hanno mai avuto un interesse venatorio diversamente da come si vuol far credere, e sperpero di denaro pubblico, qualcuno si è reso conto che la cosa effettivamente non funzionava e si è proceduto alla modifica della legge 157/92 escludendo la Nutria dalle specie soggette alla disciplina di tale legge.
In sostanza le nutrie, al pari delle talpe, dei ratti, dei topi propriamente detti e delle arvicole, risultano escluse dall’ambito applicativo delle disposizioni in materia di protezione della fauna selvatica omeoterma dettate dalla medesima legge n. 157 del 1992.
Per effetto di ciò, le nutrie, che in precedenza rientravano nell’ambito della fauna selvatica protetta, la cui popolazione era suscettibile di controllo nei limiti e nelle forme stabilite dall’art. 19 della legge n. 157 del 1992, sono transitate tra le specie nocive, in quanto considerate animali infestanti e dannosi.
In tal senso si è espressa chiaramente la Corte Costituzionale con sentenza n. 9/2016.
Saluti, Gianni