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Miglioramento genetico per la resistenza alla varroa 
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Piu' di una volta si e' dibattuto sul fatto che alcuni ceppi di Apis mellifera abbiano una certa tollerenza che puo' esssere aumentata con incroci opportuni.
A parte la mia personale esperienza e quella di migliaia di apicoltori eretici, esistono delle pubblicazioni scientifiche (in inglese) che ne parlano.

- Arathi and Spivak. 2001 Influence of colony genotypic composition on the performance of hygienic behaviour in the honey bee Apis mellifera ligustica. Anim. Behav. N. 62 p57-66

- J Econ Entomol. 2012 Apr;105(2):313-21. Functionality of Varroa-resistant honey bees (Hymenoptera: Apidae) when used in migratory beekeeping for crop pollination. Danka RG, De Guzman LI, Rinderer TE, Sylvester HA, Wagener CM, Bourgeois AL, Harris JW, Villa JD. SourceUSDA-ARS Honey Bee Breeding, Genetics, and Physiology Laboratory, 1157 Ben Hur Road, Baton Rouge, LA 70820, USA.

- Rinderer et alii 2001. Resistance to the parasitic mite Varroa destructor in honey-bees from far-eastern Russia. Apidologie 32(4) p. 381-394

- Le Conte et alii 2007. Honey bee colonies that have survived Varroa destructor. Apidologie, 38 p. 566-572

-Seeley, T.D. Honey bees of the Arnot Forest: a poulation of feral colonies persisting with Varroa destructor in the northeastern United States. Apidologie 38 p.19-29

- J Econ Entomol. 2001 Apr;94(2):326-31. Varroa destructor infestation in untreated honey bee (Hymenoptera: Apidae) colonies selected for hygienic behavior. Spivak M, Reuter GS.

- J Econ Entomol. 2001 Apr;94(2):326-31. Varroa destructor infestation in untreated honey bee (Hymenoptera: Apidae) colonies selected for hygienic behavior.Spivak M, Reuter GS.

Ci sono molte altre fonti bibliografiche ma mi sono rotto di cercare.
Uno dei meccanismi di resistenza di Apis ceranae e'quello per cui i fuchi pesantemente infestati muoiono e tappano la cella avendo un bozzolo spesso. Marvel, hai qualche commento da fare a riguardo, tenendo presente le foto che hai recentemente postato sul tuo thread?
Maddmax

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22/08/2012, 2:01
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Mi è capitato di leggere (sul Contessi) proprio per il problema varroa che ci sono un sacco di Apis Mellifera (di vario ecotipo) che sono più o meno resistenti... vado a memoria perchè non ho approfondito ma se non erro erano le api africane quelle meno soggette e le più aggressive. E ricordo anche le api russe...

Quelle meno colpite erano appunto le api ceranae per via della piccolezza che non fa parassitizzare le celle femminili e ne fa covare molto meno nelle celle da fuco.

Ci sono altre api che invece riescono a distinguere le api parassitizzate all'interno delle celle (con un particolare feromone emesso dalle api parassitizzate) e che quindi eliminerebbero la larva.
Quindi non mi meraviglierebbe se altre api "murino vivo" il fuco anche se poi mi chiedo: "il fuco da dentro non prova cmq ad uscire"?

Nelle mie foto ho trovato i fuchi parassitizzati per bene... ho trovato 1 varroa matura e 6-7 varroe immature.
Ma di genetica non ne capisco nulla... :D


22/08/2012, 8:09
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Maddmax1 ha scritto:
Uno dei meccanismi di resistenza di Apis ceranae e'quello per cui i fuchi pesantemente infestati muoiono e tappano la cella avendo un bozzolo spesso.

Mi riallaccio a questa frase per chiedere conferma sulle informazioni che ho io, premetto che essendo un po' datate potrebbero essere sbagliate. A quanto sapevo il ciclo di sviluppo nella cerana da uovo ad individuo adulto è sensibilmente più corto sia per l'ape che per il fuco. Questo implica che il ciclo dell'operaia sia troppo breve per permettere alle varroe di completare il loro ciclo mentre sia sufficentemente lungo per i fuchi. Il risultato di questo ciclo più breve dovrebbe essere che una varroa riesca a riprodursi efficacemente soltanto nelle celle maschili e con un numero medio di varroe figlie inferiore rispetto a razze di api con il ciclo più lungo. Quindi allo sparire della covata da fuco finisce anche la possibilità della varroa di riprodursi. Sempre secondo l'articolo che ho letto questo spiegherebbe perchè tutt'ora le varroe prediligano la covata da fuco (si sono evolute in un ambiente in cui solo i fuchi davano la possibilità di continuare la spece)
Se poi consideriamo che una varroa può completare solamente 8 cicli riproduttivi (ha solo 8 ovociti) ecco spiegati i 4 motivi per cui nella cerana non fa danni
1) Riesce a riprodursi efficacemente solo quando ci sono celle da fuco
2) Quando non ci sono i fuchi tenta nelle celle da operaia ma spreca 1 o più delle 8 pallottole a disposizione
3) Il groaming
e con il contributo di max
4) murando i fuchi troppo infestati


22/08/2012, 12:11
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Tutto vero. Purtroppo apis ceranae ed Apis mellifera non possono essere incrociate per cui bisogna lavorare con i tratti di mellifera.
La genetica empirica non e' scienza missilistica: e' quello che hanno fatto i contadini dai primordi dell' agricoltura. Si incrociano tra loro gli animali con i tratti che interessano e si lascia alla selezione il compito di ... selezionare. Meno si "aiuta" e piu' efficientemente si selezionano resistenti ma piu' alte sono le perdite.
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22/08/2012, 17:35
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Ciao madd, ti ringrazio per la pazienza dimostrata.
Mi è piaciuto molto l'articolo di Rinderer et al., interessantissimo il fatto che le varroe foretiche siano maggiore nelle P piuttosto che nelle D (questo, letto da un sostenitore della chimica come me fa pensare anche ad una maggiore efficacia degli acaricidi, lo so sono incorreggibile :lol: ).
Scherzi a parte, ammettendo la resistenza di alcuni ceppi di A. mellifera, come ti muoveresti per distribuire questi tratti all'interno della popolazione apistica italiana?

Ps sarebbe possibile provare una delle tue regine? lo supererebbe un viaggio transoceanico? :)


22/08/2012, 21:43
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Come ho detto, la genetica empirica non e' la "Fisica degli Stati Metastabili della Materia": e' quello cha hanno fatto i contadini da sempre. Il mio bisnonno seminava a file alternate i semi delle zucche del proprio orto ed i semi comperati al mercato (ai tempi uno sperpero inaccettabile anche da parte di sua moglie - la mia bisnonna. Lo dico perche' di questi tempi le cose si mescolano in modi imprevedibili).
In un' altro post ho descritto esattamente che cosa avevamo fatto. Incrociare la ligustica con la caucasica e' complesso perche' le caucasiche hanno un odore molto diverso, ma si puo' fare tutto. Si puo' anche incrociare la ligustica con altri ceppi piu' consimili. Lasciate che il CRA di Bologna si preoccupi della purezza della ligustica: sono pagati apposta!
Gli ibridi sono aggressivi e spesso fanno poco miele, sciamano e propolizzano. Un modo per diminuire il problema e' il "reincrocio al parentale ricorrente" ES

1) Ligustica x quellochecipare
2) L' ibrido (F1) x per ligustica
3) la progenie del punto 2 x ligustica
4) la progenie del punto 3 x ligustica
...

E consigliabile passare rapidamente attraverso i punti 1 e 2. Ad un certo punto occorre fermarsi perche', altrimenti, il ceppo che si (ri)ottiene e' la ligustica in inbreeding, ehm ... cioe', volevo dire "in purezza".
Chi vive nel Meridione puo' fare la stessa cosa partendo con la sicula x ligustica reincrociando alla sicula.
Chi vive in montagna puo' partire dalla carnica x ligustica e reincrociare alla carnica.
Certo, se il problema e' la varroa, si incrocia con la caucasica o la scutellata :twisted: (scherzo!!!)
Durante il processo si eliminano i tratti che non si desiderano (per gli apicoltori amatoriali e' quasi sempre l' aggressivita' eccessiva) si tratta poco o niente etc. etc. Per essere onesto, questa e' la situazione teorica: nella pratica si incontrano un sacco di casini. ma si puo' fare benissimo.
Per le mie regine, mi sembrava di aver sentito dire che nessuno le volesse neanche regalate! Mi sono sbagliato? Spedire, le potrei spedire con FedEx 48 ore (prepagato dal destinatario) ma problema e' la dogana europea.
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22/08/2012, 22:52
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La soluzione, come ho già scritto da qualche parte, è tanto semplice quanto impraticabile, basterebbe sospendere tutti i trattamenti e lasciar fare alla natura. Ovviamente, anche se qualcuno lo ha fatto, una cosa del genere è improponibile su larga scala, visto che c'è ci vive di apicoltura, c'è chi vuole il miele (non tanti quanti vorremo noi :D ) e in più bisogna considerare l'impatto che può avere l'inevitabile diminuzione iniziale del numero delle colonie di api sulle specie entomofile di interesse agrario.
Altre soluzioni? Le mie speranze vanno verso la genetica, non intesa come miglioramento dell'ape ma come strumento per sterminare la varroa, anche se, ho l'impressione che ci siano poche ricerche in questa direzione. Avevo letto tempo fa della possibilità di eliminare le zanzare inducendo a qualche esemplare una malattia genetica trasmissibile che rendeva sterili i discendenti dopo non so quante generazioni. Non mi ricordo bene il meccanismo e non trovo più questa ricerca ma credo sia difficile da applicare alla varroa, visto il tipo di riproduzione che ha, molto diverso da quello della zanzara, comunque, non mi pare che si stiano facendo ricerche in questa direzione. Ovviamente, tutto era al livello teorico. Anche se a molti farebbe piacere, non si possono eliminare le zanzare, dato che sono un importante anello della catena alimentare. Noi siamo le loro prede ma anche loro non stanno messe bene :mrgreen: .
Quindi, tolto quanto sopra e tolta la chimica, la quale, secondo me, ci sta portando in un vicolo cieco, cosa rimane?
Il Buddha direbbe: la via di mezzo.

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23/08/2012, 0:28
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Penso che tu ti stia riferendo ai lavori che usano la Wolbachia per il controllo delle zanzare che trasmettono il Dengue. In giugno a S. Francisco Scott O' Neill ne ha parlato in una delle 3 plenary lectures (5000 ricercatori presenti) al congresso dell' American Society of Microbiology. Non so se hai un' idea della quantita enorme di soldi che vengono pompati nei sistemi di controllo delle zanze.
Inoltre li' si tratta di trovare qualcosa che discrimini tra insetti e mammiferi mentre nel nostro caso si tratta di trovare qualcosa che discrimini tra due artropodi (altresi' chiamati scarafi).
Imbastardisci la tua ligustica ... che' e' meglio.
Maddmax

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23/08/2012, 2:13
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Madd tutto quello che mi hai scritto vale per diminuire l'inbreeding, ma per selezionare i tratti di resistenza alla varroa?

Obombo ha scritto:
La soluzione, come ho già scritto da qualche parte, è tanto semplice quanto impraticabile, basterebbe sospendere tutti i trattamenti e lasciar fare alla natura. Ovviamente, anche se qualcuno lo ha fatto, una cosa del genere è improponibile su larga scala, visto che c'è ci vive di apicoltura, c'è chi vuole il miele (non tanti quanti vorremo noi :D ) e in più bisogna considerare l'impatto che può avere l'inevitabile diminuzione iniziale del numero delle colonie di api sulle specie entomofile di interesse agrario.


Amen!


23/08/2012, 8:12
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Maddmax1 - Il mio inizio-Marvel ha scritto:
Beh, Obombo, forse sarebbe stato più vivace se tu, che sei indubbiamente (ed a buon motivo) il membro più influente di codesto forum mostrassi un pò più di apertura verso qualunque cosa non sia la vostra pre-nuragica ligustica.
Nel miglioramento genetico bisogna stare attenti a non restringere la base genetica selezionando sempre e solo per i tratti migliori. Contrariamente alla tentazione immediata, il mantenimento di una certa variabilità genetica controbilancia la presenza di tratti non proprio ottimali.
Maddmax
Grazie per il discutibile "influente" ma quello che io scrivo non è legge, si tratta soltanto delle mie convinzioni, e finora, nel caso specifico, nessuno è riuscito ancora a convincermi del contrario, e cioè che all'interno di codesta razza prenuragica non sarebbe possibile attuare una selezione.
Mettiamo da parte per un po' gli incroci strani e forse non necessari, come dimostrato dall'ape buckfast, la più "incrociata" del mondo e con una resistenza alla varroa pari alla ligustica, da quanto mi risulta, e cerchiamo di capire perché siamo arrivati alla situazione attuale e come è (se è) possibile invertire la rotta, e più che altro se esiste un metodo di selezione valido e applicabile su larga scala.

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