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nuove limitazioni all'utilizzo di rame 
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Salve ho letto che da febbraio si è ulteriormente ristretta la possibilità di utilizzare rame e suoi derivati, in quanto dal limite precedente di 6kg per ettaro all'anno sarà ora possibile utilizzare 28kg per ettaro in sette anni, lasciando la libertà di intervenire più o meno pesantemente coi trattamenti in base alle condizioni climatiche. Adesso con questa nuova restrizione mi è sorto un dubbio, in quanto, anche se generalmente non utilizzo grandi quantità di rame, volevo capire se la quantità di rame viene calcolata sul rame puro presente nel prodotto fitosanitario o sul peso totale ossia coformulanti compresi in quanto su 100 gr molti prodotti fitosanitari hanno meno della metà del loro peso di rame puro. Altra curiosità questi coformulanti ed inerti non dichiarati in etichetta cosa sono? va bene i DPI ma speriamo non ci mettano cose pericolose


08/05/2019, 0:33
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Il limite si riferisce alla sostanza attiva: ti metto un paio di link con il Regolamento ed esemplificazioni di calcolo:

https://eur-lex.europa.eu/legal-content ... 81&from=EN" target="_blank" target="_blank" target="_blank

http://www.confagricolturalessandria.it ... 6924162424" target="_blank" target="_blank" target="_blank

Come saprai i prodotti fitosanitari oltre alla sostanza attiva contengono coformulanti (servono a diluire) e coadiuvanti (servono a ottimizzare l'azione della s.a.). Per sapere cosa esattamente c'è dentro a un P.F. bisogna andare a leggere la Scheda di Sicurezza. Ad es. per il prodotto xyz (non posso nominare marche commerciali) ho trovato sulla scheda che contiene Sodio diisopropil naftalene sulfonato (il nome non deve impressionare: è un tensioattivo, nei P.F. è normale che ci siano come emulsionanti/bagnanti/adesivanti e si tratta di sostanze impiegate anche nei detersivi domestici).


08/05/2019, 13:35
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In etichetta è sempre riportata la percentuale di rame-metallo del prodotto, da cui poi riesci a calcolare il quantitativo ad ettaro usato


08/05/2019, 16:16
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comprendo perfettamente il problema inquinamento da metallo pesante.
mi vengono però in mente molte domande e dubbi:es:dove è veramente necessario fare tanti trattamenti è meglio usare il rame oppure qui prodotti dai nomi impronunciabili che il comune mortale non saprà mai cosa sono.
fortunati coloro che possono cavarsela con 3/4 trattamenti.io nel mio piccolo vigneto amatoriale viaggio su 8/9 e rispettare le coperture altrimenti (come lo scorso anno)va tutto in malora.
ho letto (forse nel forum) che nelle zone del prosecco e anche in altre viaggiano intorno ai 15 trattamenti. non credo che usino acqua minerale :lol:

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ma che film la vita grazie augusto grazie nomadi


08/05/2019, 19:32
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contadinotoscano ha scritto:
comprendo perfettamente il problema inquinamento da metallo pesante.
mi vengono però in mente molte domande e dubbi:es:dove è veramente necessario fare tanti trattamenti è meglio usare il rame oppure qui prodotti dai nomi impronunciabili che il comune mortale non saprà mai cosa sono.
fortunati coloro che possono cavarsela con 3/4 trattamenti.io nel mio piccolo vigneto amatoriale viaggio su 8/9 e rispettare le coperture altrimenti (come lo scorso anno)va tutto in malora.
ho letto (forse nel forum) che nelle zone del prosecco e anche in altre viaggiano intorno ai 15 trattamenti. non credo che usino acqua minerale :lol:


In linea generale concordo pienamente con le tue perplessità.....bisognerebbe aprire un discorso molto ampio. Fatto sta che ci troviamo con questo limite (specie "noi" bio) e bisogna cercare di conviverci. Certo, nelle zone di fondovalle dove la peronospora è molto favorita diventa assai problematico.
Nella cantina a cui conferisco l' uva già da qualche anno è iniziato un percorso di forte riduzione dei dosaggi, adesso iniziano a proporre degli olii o simili aventi lo scopo di "aiutare" la persistenza del rame......ma l' efficacia è tutta da vedere.
Ancora una volta esce comunque l' importanza di una corretta gestione a verde del vigneto e di avere piante il più possibile equilibrate.


08/05/2019, 19:53
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per come la vedo io bisognerà selezionare le zone più adatte per le viti, ed andare su varietà resistenti, lo stesso per la frutta.


08/05/2019, 19:56
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Chiaramente sarà più difficile la difesa con solo rameici, soprattutto per le aziende biologiche, il che presuppone una conoscenza ancora più approfondita del proprio vigneto e delle condizioni meteo della propria zona per poter effettuare una difesa efficace. Io credo che per la vite il futuro sarà necessariamente legato ai vitigni resistenti (se permettessero il genome editing a livello europeo avremmo già vitigni identici a quelli tradizionali con in più i geni della resistenza presi di peso dai vitigni americani, e addio ai trattamenti fungicidi, con evidenti vantaggi economici e ambientali... oltretutto non sono ogm perché mescolano in maniera puntuale geni della stessa specie di piante... va beh).

Resta positivo che finalmente passa il messaggio che biologico non è necessariamente sinonimo di "non velenoso", ma devo riconoscere che i più onesti tra i viticoltori bio sono anni che lo dicono che il rame è un male necessario


09/05/2019, 11:42
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il rame ha il problema di essere dilavato, anche se sinceramente la scorsa settimana ha piovuto abbastanza ma le foglie sono ancora un pò colorate dal rame, sono ancora protetto secondo voi??? poi ho visto che esistono dei teli in commercio con cui si può coprire il filare il problema è quanto costa questa soluzione? l'eventuale umidità del terreno circostante non dovrebbe creare alcun problema a maggior ragione se il vigneto è stato trattato con rame. certo non è facile e quando sono previste piogge si devono stendere chilometri di teli


09/05/2019, 12:10
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leorasta ha scritto:
...Resta positivo che finalmente passa il messaggio che biologico non è necessariamente sinonimo di "non velenoso", ma devo riconoscere che i più onesti tra i viticoltori bio sono anni che lo dicono che il rame è un male necessario


Il problema dei residui di rame è tutt'altro che nuovo. Se ne parlava diffusamente già a fine ottocento quando apparve chiaro come i sali di rame fossero il rimedio per contrastare la peronospora da pochi decenni comparsa sulle viti europee.

Riporto qualche stralcio dalla Riunione viticola di Conegliano (16 marzo 1890 - Relatori: Prof Enrico Comboni, Prof. Edmondo Mach*)
"Con tanto sperdimento di mescolanza rameica sulle cose sottostanti alla vite, specialmente in quelle plaghe nelle quali è generale l'uso di coltivare sotto i filari piante foraggere che vengono consumate allo stato verde, quali possono essere le conseguenze per la salute degli animali che si pascolano di quel foraggio? Non mancarono invero gli allarmi ed il segnalamento di accidenti interpretati come casi di avvelenamento..."
..."Alla Stazione sperimentale agraria di S. Michele in Tirolo, nella polenta cotta si riscontrò per ogni chilogrammo da milligrammi 1, 41 a milligrammi 1. 628 di ramo. Maggiori quantità si rinvennero alla Scuola di Conegliano nello croste che si staccano dai recipienti di rame ove viene fatta la polenta"


La conclusione fu favorevole con alcune raccomandazioni...ma da allora quanto rame è finito nei terreni coltivati a vite?

* E' il chimico ed enologo che fondò l'istituto di S.Michele all'Adige


09/05/2019, 14:27
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Alessandro1944 ha scritto:
leorasta ha scritto:
...Resta positivo che finalmente passa il messaggio che biologico non è necessariamente sinonimo di "non velenoso", ma devo riconoscere che i più onesti tra i viticoltori bio sono anni che lo dicono che il rame è un male necessario


Il problema dei residui di rame è tutt'altro che nuovo. Se ne parlava diffusamente già a fine ottocento quando apparve chiaro come i sali di rame fossero il rimedio per contrastare la peronospora da pochi decenni comparsa sulle viti europee.

Riporto qualche stralcio dalla Riunione viticola di Conegliano (16 marzo 1890 - Relatori: Prof Enrico Comboni, Prof. Edmondo Mach*)
"Con tanto sperdimento di mescolanza rameica sulle cose sottostanti alla vite, specialmente in quelle plaghe nelle quali è generale l'uso di coltivare sotto i filari piante foraggere che vengono consumate allo stato verde, quali possono essere le conseguenze per la salute degli animali che si pascolano di quel foraggio? Non mancarono invero gli allarmi ed il segnalamento di accidenti interpretati come casi di avvelenamento..."
..."Alla Stazione sperimentale agraria di S. Michele in Tirolo, nella polenta cotta si riscontrò per ogni chilogrammo da milligrammi 1, 41 a milligrammi 1. 628 di ramo. Maggiori quantità si rinvennero alla Scuola di Conegliano nello croste che si staccano dai recipienti di rame ove viene fatta la polenta"


La conclusione fu favorevole con alcune raccomandazioni...ma da allora quanto rame è finito nei terreni coltivati a vite?

* E' il chimico ed enologo che fondò l'istituto di S.Michele all'Adige


Interessante.....è Eè altresì innegabile che il problema di grosso accumulo nel terreno è legato ai decenni scorsi dove se ne fece un uso spesso sconsiderato.
Tutti dovranno avere massima attenzione: ad esempio nella mia cantina trovano più residuo di rame nelle parcelle "convenzionali" che in quelle "bio" in quanto molti fanno sì meno trattamenti ma a dosi considerevolmente maggiori.
Finchè non si trovano alternative davvero paragonabili come efficacia temo che la strada sugerita nei commenti precedenti da qualche utente sia inevitabile...


10/05/2019, 13:00
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