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lotta alla peronospera senza metalli 
Autore Messaggio

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E' possibile farlo in qualsiasi pianta.
Un laboratorio di genetica con un kit CRISPR che mi risulta costi meno di 1000 euro (ma non ci metto la mano sul fuoco) può prendere i geni deputati alla resistenza da patogeni di una pianta selvatica quindi della STESSA FAMIGLIA e metterli nella pianta a frutto.
Per spiegarci, si prendono i geni della resistenza da peronospora e oidio (3 geni per resistenza così che siano praticamente insuperabili da qualsiasi modificazione spontanea del patogeno) dal selvatico e li si mette nella vinifera. La modificazione CRISPR non lascia traccia della modifica e nessun laboratorio è poi in grado, analizzando il dna, di vedere che la pianta è stata ritoccata in laboratorio. Questo perchè non serve materiale genetico di supporto.
La vinifera modificata ha le stesse caratteristiche del originale (quindi non cambia nessuna caratteristica ne visiva ne qualitativa ne produttiva ne organolettica). Solo resiste alle malattie.
E' una modifica cisgenica (cioè al interno della stessa famiglia) e non transgenica che qualche dubbio etico potrebbe porlo.
Ad oggi è vietato perche la legge non distingue tra modifica trans e cis. I laboratori che già producono queste barbatelle devono distruggerle dopo aver analizzato le caratteristiche risultanti. Non è così fuori dall'Europa. Ovviamente ci sono altre stakeholders a cui la cosa non va a genio e, correttamente, spingono perchè la legislazione vada nel senso a loro più congeniale.
E' ovvio che una pianta identica a quella che conosciamo solo che non si ammala produrrebbe vantaggi per la comunità. Sono da vedere le ricadute sulla filiera produttiva.
I vantaggi sono i avere prodotto realmente bio, coltivabile in zone abitate e a un costo minore. Probabilmente anche più produttivo e qualitativo dato che le viti in questo caso trarrebbero un vantaggio anche in termini di durata.
Gli svantaggi sono sulla filiera di servizio del viticultore e quindi: produttori di atomizzatori, di fitofarmaci e, probabilmente, anche i vivaisti di barbatelle.
E' da verificare se la maggiore acessibilità alla coltura e il minor costo abbattano troppo i prezzi causa un aumento della concorrenza e se sulle piante si fatte possa scendere la scure di qualche brevetto multinazionale.
Oltre alla resistenza ai patogeni fungini si può pescare dai selvatici la resistenza al freddo, alla salinità, al calcare attivo, alla filossera; la asintomaticità a praticamente tutte le virosi oltre che aumentare la resistenza alla siccità portando anche risparmio idrico. Poi volendo si possono pescare dai cloni già esistenti le caratteristiche di profumi, produzione, accumulo zuccherino, ecc.


21/02/2020, 11:57
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acc :o sarebbe una bella soluzione per vigne come la mia che a causa delle abbondanti "guazze" mattutine è come se piovesse tutte le notti e quindi molto soggetta a peronospera e oidio.
Mi sembra, da quello che hai scritto, che questa metodologia non sia consentita in Italia quindi dovremo sperare in un cambiamento di mentalità.
Per concludere, questa metodologia viene fatta con inserimenti in viti già in essere o solo su barbatelle ?


21/02/2020, 12:07
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No, ovviamente si deve partire dalle cellule meristematiche, far crescere poi la piantina in vitro, quindi svilupparla, piantarla, farla crescere e moltiplicarla.
Esattamente il procedimento di modifica genetica non so come avvenga, non è il mio campo.
So che si fa in via sperimentale, è abbastanza facile farlo per un adetto ai lavori e in Cina mi risulta si faccia.


22/02/2020, 18:17
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CINA ? :o :? :o :o


23/02/2020, 10:54
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In Cina non si fanno tanti problemi, ne per asfaltare la concorrenza ne sulle possibili ricadute negative


24/02/2020, 8:35
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