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Tartufaia 
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Iscritto il: 04/09/2009, 13:00
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Salve sono nuovo di questo forum e da pochi anni mi interesso di tartufi. Ho una tartufaia con 80 piantine di Quercia (roverella) micorizzate con nero pregiato, piantine prese in un vivaio statale a Sant Angelo in Vado 3 anni fa il terreno è di tipo marnoso prima di mettere le piantine li nello stesso terreno c'era una pianta che metteva tartufi (posta, pianella). Non tutte le piantine hanno avuto lo stesso sviluppo durante questi 3 anni alcune anzi sono rimaste come appena messe. Ho delle domande da fare:

- Vanno potate? come? alcuni parlano di cimazione per un maggior sviluppo radicale altri me la sconsigliano

- Il terreno adiacente alla pianta va superficialmente zappato?

- L acqua potabile con 24 ore o più di areazione per eliminare la piccola parte di cloro puo' essere utilizzata per annaffiare?

Faccio presente che la zona di Ascoli Piceno è molto ricca di tartufaie naturali e non.

Ringrazio in anticipo

Saluti Luigi


04/09/2009, 13:17
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Hai già letto l'articolo di Gabriella Di Massimo?
http://www.rivistadiagraria.org/riviste ... brica=2005
Ciao,
Marco

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04/09/2009, 14:30
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Si ho letto il post veramente molto interessante, pero' non ho trovato risposta alle mie domande :(. Per quanto riguarda la potatura ho seri dubbi perchè la pianta non cresce ad "albero" cioè con un mono tronco ben sviluppato ma invece spuntano diversi rami dal terreno variamente sviluppati come se andasse a creare un cespuglio. Quindi non so se potare i rami meno sviluppati che fuoriescono o lasciare cosi come natura comanda. Anche per l acqua, chiedevo se qualcuno avesse provato a far evaporare il cloro ed utilizzare acqua di acquedotto.
ringrazio in anticipo

Ciao Luigi


04/09/2009, 22:09
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Ciao Luigi,
io le piante preferisco non potarle, però effettivamente su diversi testi consigliano il contrario.
Per quanto riguarda l'acqua non penso ci siano particolari problemi; è meglio se, come dici tu, la lasci per un pò all'aria e poi la usi per annaffiare.
Ciao

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Saluti,
Flavio.


09/09/2009, 23:45
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Grazie tanto Flavio per il consiglio,

cioè alla fine anche io vorrei non toccarle pero' da come noto in altre coltivazioni le piante le tengono molto basse, quasi altezza uomo,e mi hanno spiegato che in questa maniera riescono a mantenere soleggiata la parte bassa per sempre evitando cosi di avere una "foresta selvaggia". Da premettere che le coltivazioni di cui parlo hanno una buona produzione.
Quindi chiedevo se qualcuno di voi esperti avesse provato tale tecnica.

un saluto
Luigi


21/09/2009, 12:47
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Proviamo ad aspettare allora l'intervento di qualche amico tartuficoltore ;)
Ciao ed in bocca al tartufo

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Saluti,
Flavio.


21/09/2009, 22:05
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La potatura è soggetta a opinioni contrastanti, chi pota e chi no, io personalmente le ho spuntate eliminando parte dell'asse verticale, la parte della piantina che va verso l'alto, e togliendo i rametti che puntano verso il terreno, questo dovrebbe favorire lo sviluppo delle radichette laterali che sono le maggiori portatrici di micorrize, comunque se si decide di potare è bene farlo fin da subito educando le piantine già dal primo anno............ questo è quanto mi ha consigliato un amico che ha piante di 6 anni, micorizzate con tuber melanosporum, in produzione.

Altra cosa, tempo fa ho visto le foto di una piantagione, in Francia, le piante vengono mantenute ad un altezza massima di 2 metri con potature annuali, sono sottoposte ad una lavorazione del terreno profonda che taglia anche le radici laterali in un area circolare di 2 metri intorno al tronco........... e irrigate quando necessario solo all'interno dell'area lavorata......... questo per provocare una costante riproduzione di radichette............ ebbene questa tartufaia ha una produzione costante anno per anno..........


24/09/2009, 19:55
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Interessante la tua esperienza ase2... ma che senso ha tagliare le radici per farne sviluppare di nuove da far colonizzare ai funghi simbionti se in realtà le altre erano già micorrizzate?

Comprendo invece le nuove agrotecniche su impianti scarsamente produttivi dove si effettuano concimazioni azotate spinte per far sì che gli apici radicali, accrescendosi velocemente, sfondino la micorrizza e si "liberino" da tale associazione simbiontica (magari con specie non commestibili) per far sì che possano essere colonizzate da altri funghi del genere Tuber di nostro gradimento.

Forse anche l'impianto di cui parli ha questo tipo di problema?

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Saluti,
Flavio.


25/09/2009, 18:08
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allora il tipo diceva che le radici laterali tendono ad allontanarsi molto dalla pianta, oltre i 2 metri dal tronco........ area solitamente in cui la presenza di radichette e micorizze è maggiore, quindi lui pota la pianta, la lavora intorno al tronco per un area di 2 metri tagliando le radici, le tiene irrigate e immette vermiculite mista a spore ti melano, in questo modo le nuove radichette che si formeranno avranno molte possibilità di essere contaminate dal nostro amato tartufo creando nuove micorizze fresche ....... inoltre si concentra il micelio nell area lavorata........ si impedisce che le radici vadano a spasso e incontrino spore indesiderate...........

questo è quanto ho capito, poi nin so........ eh eh eh l'unica cosa sicura è che ognuno ha le sue idee........

ciao


25/09/2009, 19:53
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Grazie, molto interessante.
Proverò sicuramente ad informarmi riguardo la cosa.
Se poi hai altre novità non esitare a postarle ;)

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Saluti,
Flavio.


25/09/2009, 20:04
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