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Attività connessa. 
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Buongiorno,
nella mia azienda coltivo cereali come grano duro, farro, grano saraceno... che poi trasformo in pasta secca nel mio laboratorio registrato come attività connessa in base al nuovo elenco pubblicato nel tuir. La mia associazione di categoria dice che la maggior parte del reddito deve venire dall'attività agricola diretta, quindi vendita di cereali in granella, ortaggi, frutta... e non dalla vendita della pasta per un discorso di "prevalenza". Tutto quello che ho trovato riguardo a questo termine riguarda la lavorazione delle proprie materie prime rispetto a quelle eventualmente acquistate da terzi, ma nulla sulla prevalenza della provenienza del reddito. Visto che lavoro esclusivamente materie prime della mia azienda hanno torto oppure ragione?
Ringrazio fin d'ora chi possa darmi una risposta certa e definitiva perchè ne ho sentite di tutti i colori... :shock:

denispol

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23/10/2018, 17:33
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denispol ha scritto:
Buongiorno,
nella mia azienda coltivo cereali come grano duro, farro, grano saraceno... che poi trasformo in pasta secca nel mio laboratorio registrato come attività connessa in base al nuovo elenco pubblicato nel tuir. La mia associazione di categoria dice che la maggior parte del reddito deve venire dall'attività agricola diretta, quindi vendita di cereali in granella, ortaggi, frutta... e non dalla vendita della pasta per un discorso di "prevalenza". Tutto quello che ho trovato riguardo a questo termine riguarda la lavorazione delle proprie materie prime rispetto a quelle eventualmente acquistate da terzi, ma nulla sulla prevalenza della provenienza del reddito. Visto che lavoro esclusivamente materie prime della mia azienda hanno torto oppure ragione?
Ringrazio fin d'ora chi possa darmi una risposta certa e definitiva perchè ne ho sentite di tutti i colori... :shock:

denispol


la tua associazione ha ragione, il maggior reddito deve provenire da attività agricola cosi anche il maggiore impiego come ore lavorate. Una soluzione sarebbe scindere le due attività, una agricola per la coltivazione e ua societa commerciale che lavora e rivende all'azienda agricola il prodotto trasformato per poi venderlo.

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23/10/2018, 17:56
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Grazie mille. Potrei cortesemente avere i riferimenti normativi? Dove ho letto, nei siti specializzati, si paragona sempre l'attività connessa a quella agricola considerandole uguali...
Grazie e buona serata.

Denispol

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23/10/2018, 19:02
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denispol ha scritto:
Grazie mille. Potrei cortesemente avere i riferimenti normativi? Dove ho letto, nei siti specializzati, si paragona sempre l'attività connessa a quella agricola considerandole uguali...
Grazie e buona serata.

Denispol


Per definizione l'attività connessa non può prescindere e non deve essere maggioritaria dell'attività principale che è la conduzione dell'azienda agricola, comunque i seguito trova l'articolo del codice civile che definisce l'imprenditore agricolo

Art. 2135. (Imprenditore agricolo).
E' imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse.
Per coltivazione del fondo, per selvicoltura e per allevamento di animali si intendono le attività dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci, salmastre o marine.
Si intendono comunque connesse le attività, esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall'allevamento di animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l'utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell'azienda normalmente impiegate nell'attività agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità' come definite dalla legge.

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23/10/2018, 19:46
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Grazie, però per i volumi che ho (poche migliaia di euro per ora) non penso valga la pena aprire una commerciale come le cantine della mia zona...
Grazie ancora, se passi da queste parti ti regalo qualche pacco di pasta ...di quella buona :D
Buona serata.

Denispol

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23/10/2018, 20:02
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Grazie, quando sarò in Veneto non mancherò.

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23/10/2018, 20:13
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denispol ha scritto:
... la maggior parte del reddito deve venire dall'attività agricola diretta, quindi vendita di cereali in granella, ortaggi, frutta... e non dalla vendita della pasta per un discorso di "prevalenza". ...


Ciao, scusa, ma intendi ai fini della tassazione?
Se sì allora ti può interessare la circolare n.44 del 15/11/2004 dell'Agenzia delle Entrate (l'ho trovata riportata su questo sito: http://www.finanzaefisco.it/agenziaentrate/cir_ris_2004/cir44-04.htm). Non so se ci sono aggiornamenti recenti, ma di sicuro era ancora valida a gennaio 2018 (viene citata in almeno una risoluzione ad un interpello fatto all'agenzia). E secondo quanto in essa specificato nel tuo caso i redditi derivanti dalla trasformazione del tuo grano in farina e/o pasta sono considerati redditi agrari (se era questo il tuo dubbio).
Che poi che senso avrebbe parlare di prevalenza in questo caso non lo so.
Di solito si parla di prevalenza dei propri prodotti rispetto a quelli acquistati da terzi oppure di prevalenza tra l'attività agricola e quelle relative all'agriturismo (ristorazione e/o alloggi ecc). Non avevo ancora sentito di prevalenza tra un'attività agricola e un'altra attività agricola (la trasformazione dei propri prodotti agricoli è anch'essa attività agricola ai sensi dell'art. 32, comma 2, lettera c del TUIR).
Quindi secondo quanto ti hanno detto, dato che il valore del prodotto trasformato è naturalmente superiore a quello del prodotto non lavorato, vorrebbe dire che se trasformi tutto il tuo grano in farina e/o pasta hai solo reddito d'impresa e non reddito agrario? E allora chi fa l'apicoltore per avere solo reddito agrario dovrebbe vendere il miele sfuso, dato è attività connessa anche la lavorazione, raffinazione e confezionamento del miele?
Comunque quella circolare mi sembra abbastanza esplicativa, sempre che non ci siano aggiornamenti che non ho visto.

Nel caso in cui avessi frainteso e ti riferivi ad un altro ambito di applicazione allora me ne scuso.

Buona serata
Mary


23/10/2018, 20:27
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Hai centrato in pieno sia quello che pensavo io e quello che invece dice la mia associazione di categoria. Loro dicono che la maggior parte del reddito deve venire dall'attività agricola e non dai trasformati, anche se fiscalmente sono uguali. Infatti ho due registri corrispettivi, uno per l'agricola è uno per la connessa.... Ho letto anch'io gli articoli di legge e ma non c'è scritto chiaramente, nero su bianco, che una DEVE prevalere sull'altra.
Viviamo nel paese dell'interpretabilita'.
Mandi.

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23/10/2018, 20:55
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Due sono le cose:
O esce fuori la norma che dice chiaramente nero su bianco sto fatto della prevalenza
O in mancanza non va rispettata alcuna prevalenza

Vediamo se qualcuno ci riesce a dare sto benedetto riferimento normativo. Nel frattempo ricontrolleró anch'io dato che potrebbe interessare anche me.

Se ci sono novità ci aggiorniamo
Per ora ti saluto
Mary


24/10/2018, 9:32
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Io non sono ancora riuscita a trovare la famigerata norma (se esiste :? ). Se tu hai novità fammi sapere, che mi interessa.

Una precisazione:
Ricordo che stiamo parlando di lavorazioni e trasformazioni fatte da un agricoltore solo su prodotti della sua azienda e non di prodotti altrui (che io sappia l'acqua per impastare la farina non influisce sul requisito come pure lo zucchero nelle confetture).

Ricapitolando:
Ti è stato detto che puoi trasformare il tuo grano in pasta (o farina) rientrando tranquillamente nell'attività agricola se il reddito realizzato col trasformato non supera quello realizzato col grano al naturale, mentre se lo vuoi trasformare tutto siccome il valore sicuramente è superiore devi scindere le due attività (l'attività agricola vera e propria di coltivazione del grano dall'attività connessa di trasformazione in pasta).

Ma poi mi chiedo: scindere fino a che punto? È come se tu fossi a capo di due aziende distinte? Se le scindi totalmente poi non perdi la possibilità della tassazione tutta come reddito agrario, dato che la trasformazione non sarebbe più attuata nell'ambito dell'attività agricola? Gli introiti della seconda attività sarebbero tassati come reddito d'impresa, no?

Allora secondo quel ragionamento, siccome lavorazione raffinazione e confezionamento del miele sono attività connesse, chi fa l'apicoltore dovrebbe vendere il miele per la maggior parte sfuso, in mano sbrodolante, magari ancora nel favo!? In qualche modo lo confezionerà comunque per venderlo, come si fa a scindere le due cose!? È ridicolo!
E chi coltiva ad esempio noci, che vanno smallate? È una sorta di lavorazione/manipolazione che va fatta e potrebbe essere considerata un'attività connessa.
Ed è ovvio che il valore del prodotto dopo la lavorazione è diverso.
Ma nemmeno venderò le noci col mallo o il miele sfuso non separato dalla cera. Chi se li prende e che valore hanno? Nessuno.
Anche solo la pulizia della frutta e verdura o mettere le fragole in una vaschetta? (Anche il confezionamento di frutta e ortaggi è attività connessa)

Scusate ho scritto un altro poema.
Ad ogni modo rinnovo l'appello: se qualcuno ha qualche riferimento pertinente certo può cortesemente darcene notizia?
Grazie mille
Ciao
Mary


26/10/2018, 18:51
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