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riflessioni sull'abbattimento dell'azoto 
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Iscritto il: 05/06/2008, 18:16
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1) SU LIMITI QUANTITATIVI, DI SPANDIMENTO AZOTO IN ZONE VULNERABILI



- chi utilizza gli effluenti di allevamento, anche solo parzialmente in zona vulnerabile zv, ha i limiti di 170 kg/ha di azoto,
- mentre chi utilizza solo i concimi minerali, può arrivare in zona vulnerabile zv anche fino a 340 kg/ha se la coltura lo prevede ad es. (silomays+erbasilo)

In questo modo non c 'è nessuna differenza tra zona vulnerabile e non vulnerabile per gli agricoltori che utilizzano solo i concimi minerali.
Questa è un’interpretazione assurda che danneggia enormemente gli allevatori. Nessun agricoltore cessionario di terreni in spandimento reflui, in zona vulnerabile, accetterà i liquami. Preferiranno disdire le concessioni, e concimare fino al massimo dei fabbisogni colturali, cioè 340 kg/ha che il pua vigente accetta solo per il doppio raccolto, ad es. silomays+erbasilo.

Questo è in evidenza e clamorosa contraddizione, con tutte le centinaia di pubblicazioni scientifiche che indicano proprio nei concimi minerali la prima causa di inquinamento delle falde, per la loro solubilità. E come seconda causa, l' inquinamento delle falde dai fiumi, per via dei milioni di quintali di nitrati immessi dai reflui urbani e industriali. ( prima causa di inquinamento dei fiumi).

E' molto difficile che siano dilavati e che diano inquinamento di falda i concimi organici, anzi dovrebbero ammettere solo quelli, soprattutto in zona vulnerabile.
E’ esattamente il contrario! Lo scopo della legge è quello di privilegiare l'uso dei concimi organici (nell'art.14 è affermato che: " sui terreni agricoli, devono essere impiegati come fertilizzanti prioritariamente, gli effluenti di allevamento", e nell'art. 22 che "gli e.a. migliorano la fertilità dei terreni").
In modo particolare i liquami sono gli unici che si possono utilizzare nell'intero sviluppo della pianta con la fertirrigazione. e non solo fino ai 50 cm di crescita della pianta, come i concimi minerali.

La normativa ci crea un danno reale, e quantificabile: ci hanno già disdetto le concessioni, e se non si chiarisce quanto prima, non ne troveremo più di concessioni. Perché mai, gli agricoltori dovrebbero accettare i liquami per avere delle limitazioni di 170 kg/ha? Potrebbero non accettarli mai più e farci chiudere tutti.

La delibera del 21/11/2007 non è per nulla chiara, infatti degli esperti come i tecnici della coldiretti, la stanno interpretando in contraddizione con la direttiva ministeriale.

INVITO LE PARTI IN CAUSA A DEFINIRE QUANTO PRIMA I LIMITI DI AZOTO DA CONCIMI MINERALI, IN ZONA VULNERABILE.

In modo particolare è ASSOLUTAMENTE INACCETTABILE l’equiparazione nei limiti quantitativi di spandimento tra le fonti minerali e quelle organiche. Nello specifico:

- I LETAMI, cioè il letame, il digestato secco, il centrifugato, il separato, il compost maturo, il compost estemporaneo (ad es. liquame maturo assorbito da stocchi tritati), ecc. nella legge sono equiparati ai concimi minerali nel rischio di inquinamento falda, e quindi equiparati nei limiti di spandimento. Questo è assurdo per vai motivi:

- Queste fonti come dimostrato da centinaia di pubblicazione scientifiche, sono a lento rilascio di azoto, e di difficile dilavamento. In caso si affermi il contrario esigo i riferimenti alle fonti scientifiche dove si afferma che i letami siano un rischio equiparabile ai concimi minerali nell’inquinamento da azoto delle falde, se usato ovviamente rispettando i fabbisogni colturali.

- Fare questo tipo di equiparazione non dà nessun vantaggio, e quindi nessun incentivo a tutte quelle pratiche di trattamento degli effluenti di allevamento, caldamente consigliate dalle direttive comunitarie, ministeriali, dal cbpa, nemmeno dall’allegato 3 della delibera 21/11/2007

- Ad esempio nel mio caso specifico: abbiamo acquistato un separatore, riusciamo a separare circa il 20% del nostro liquame, il prodotto di risulta è facilmente gestibile e trasportabile anche a lunghe distanze. E’ un prodotto stabile a lento rilascio di azoto, e di difficile dilavamento, ma con questa legge non ho alcun vantaggio nell’aver fatto questo investimento, consigliato in tutte le fonti ufficiali. Nessun allevatore investirà nella produzione di letami se non ci saranno vantaggi più che evidenti.

- Nel caso dei letami i limiti quantitativi devono assolutamente essere equiparati al digestato vegetale, e quindi 340 kg/ha anche in zona vulnerabile, sempre nel rispetto dei fabbisogni colturali. Questo perché non c’è nessun rischio di inquinamento falda con questo tipo di fonti.

- Inoltre sarebbe senza dubbio un incentivo a far scegliere, ai cessionari, una fonte organica anziché una minerale per la fertilizzazione dei loro terreni, senz’altro più rischiosa nell’inquinamento delle falde.


Anche per i liquami vale lo stesso tipo di discorso. Anche se il rischio inquinamento falde, è più alto dei letami, è sempre e indiscutibilmente, molto più basso nei confronti dei concimi minerali. . In caso si affermi il contrario esigo i riferimenti alle fonti scientifiche dove si afferma che le fonti organiche, come liquami digestati, fanghi di depurazione, e liquami zootecnici, siano un rischio equiparabile ai concimi minerali nell’inquinamento da azoto delle falde, se usati ovviamente rispettando i fabbisogni colturali. Nello specifico:

- I LIQUAMI DIGESTATI, E I FANGHI DI DEPURAZIONE, dovrebbero avere un limite di 280 kg/ha, anche in zona vulnerabile, sempre nel rispetto dei colturali., e per gli stessi motivi dei letami, e cioè minor rischio di inquinamento falde, un incentivo a far scegliere ai cessionari, una fonte organica anziché una minerale per la fertilizzazione dei loro terreni, senz’altro più rischiosa nell’inquinamento delle falde, e quindi un incentivo per gli allevatori a fare scelte di trattamento anaerobiotico dei liquami. Come consigliato da tutte le fonti ufficiali.

- A questo proposito, non riesco a capire come mai, in Italia non sia ancora possibile fermentare, le carogne degli animali morti, all’interno degli impianti di digestione anerobiotica. Pratica assolutamente semplice da gestire, come dimostrato dalle sperimentazioni fatte dall’università di agraria di Piacenza. Si tratta di bollire le carogne, tritarle ed immetterle nel digestore. I vantaggi sono: la resa energetica che è 300 volte più alta di quella dei liquami, vantaggi sanitari perché si evitano i camion di raccolta carogne, che fungono da untori nella diffusione delle malattie, vantaggi economici perché si risparmia sulla conservazione e sullo smaltimento delle carogne, e un vantaggio in quanto fonte di energia rinnovabile. Questa tecnica sarebbe un incentivo alla scelta degli allevatori nell’investire in impianti di digestione anaerobica, consigliati da tutte le fonti ufficiali.


L’assurdità è che gli allevatori anziché investire nei trattamenti dei liquami, dovranno spendere sempre di più per gli affitti delle concessioni spandimento reflui, a causa di un’infame speculazione, favorita da questa legge.

- I LIQUAMI ZOOTECNICI infine, dovrebbero avere un limite di 230 Kg/ha in zone vulnerabile perché è inaccettabile che vengano equiparati ai concimi minerali. I liquami zootecnici sono quantitativamente, la prima fonte di concimi organico, quindi anche, e soprattutto in questo caso, i limiti più alti dovrebbero incentivare i cessionari alla scelta di una concimazione organica, anziché minerale, senz’altro più inquinante per la falda. Mi si dimostri il contrario altrimenti






2) SU MONITORAGGI E CONTROLLI

I cessionari che ci hanno disdetto le concessioni, hanno affermato, che la col diretti ha detto loro che chi usa i liquami avrà più controlli.
Questo oltre a essere falso è enormemente discriminante nei confronti degli allevatori. Ci crea un danno reale, e quantificabile: ci hanno già disdetto le concessioni, e se non si chiarisce quanto prima, non ne troveremo più di concessioni.

INVITO LE PARTI IN CAUSA A DEFINIRE QUANTO PRIMA CHE TUTTE LE AZIENDE AGRICOLE, SIA CHI UTILIZZA GLI EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO, SIA CHI UTILIZZA SOLO I CONCIMI MINERALI, DOVRANNO FARE A PROPRIE SPESE: POA, PUAS, REGISTRO DI CONCIMAZIONE, E AUTOMONITORAGGIO. E TUTTI AVRANNO I CONTROLLI CON LA STESSA PROBABILITA’. (sempre nei limiti dei 3000 kg/anno in zv e di 6000 kg/ha in znv)

Anzi sarebbe meglio affermare che: chi usa solo i concimi minerali avrà molti più controlli perché più facilmente inquinante.



3) SU DIVIETO DI SPANDIMENTO INVERNALE DI LIQUAMI E DI LETAMI

I divieti sono i seguenti:

ZONA VULNERABILE ZV:

-dal 01/12 al 28/02 per i letami
-dal 01/11 al 28/02 per i liquami

ZONA NON VULNERABILE ZNV:

-dal 01/12 al 28/02 sia per i letami, sia per i liquami.

Questi divieti non hanno nessuna motivazione scientifica, e nemmeno logica, nella tutela all’inquinamento della falda acquifera da parte dei nitrati.

- Per il divieto non c’è nessuna motivazione scientifica, perché i concimi organici sono a lento rilascio, una volta interrati, sono difficilmente dilavabili. In modo particolare non si riesce a capire, come possa una concimazione organica, fatta dal 15 gennaio alla fine di febbraio, andare ad inquinare la falda, quando il rilascio di azoto, avviene proprio durante la fase di accrescimento delle colture in primavera. In caso contrario ci dovrebbero essere delle pubblicazioni scientifiche che dimostrino quest’inquinamento, sia nelle modalità, sia nelle quantità.

- E’ totalmente inaccettabile l’equiparazione nei divieti, tra concimi minerali, molto solubili e facilmente dilavabili, ed i concimi organici a lento rilascio in particolare i letami. Come gia dimostrato per i limiti quantitativi.


- Per il divieto non c’è nessuna motivazione logica, perché è permessa una concimazione in prearatura fino a novembre, e l’azoto di questi spandimento, non è utilizzato da nessuna coltura fino alla semina primaverile. Non c’è nessuna logica nei divieti di spandimento invernali, perché si permette una concimazione autunnale, dove l’azoto rimane a rischio dilavamento per tutto l’inverno. Questo è particolarmente vero per i concimi minerali. Quindi perché mai dovrebbe essere rischioso uno spandimento di concimi organici, in inverno?


Le difficoltà riguardano:

- I fanghi di depurazione hanno una produzione continua e quindi si dovranno stoccare, in vasconi che non ci sono


- Nelle zone vulnerabili, gli allevatori dovranno vuotare i vasconi del maturo, entro i primi di novembre, e questo è discriminante per gli allevatori, che dovranno convincere i cessionari a fare l’aratura preinvernale. Mentre gli agricoltori con la concimazione minerale, possono decidere a piacimento i programmi delle lavorazioni.

- Sia nelle zv, che nelle zvn, si arriverà ai primi di marzo con i vasconi pieni e l’obbligatorietà di spandere, in tutta fretta, perché i cessionari dovranno preparare i terreni per la semina. Anche questo è discriminante per gli allevatori, poiché lo spandimento con i minerali è molto più rapido, dell’organico, inoltre si può fare simultaneamente in più aziende perchè ognuno ha il suo girello, mentre per l’organico gli allevamenti hanno a disposizione una sola botte e un solo carroletame, perché sono attrezzature dai costi elevati. Gli operai agricoli addetti allo spandimento saranno costretti ai primi di marzo a fare dei turni massacranti di lavoro, per riuscire a vuotare i vasconi in tempo prima delle semine. E bisognerà chiedere ai cessionari di aspettare a seminare. Non è detto che ci si riesca.

- In una sola riga, della legge, si buttano al vento anni di discussioni, fatte con i cessionari, nel cercare di convincerli a pianificare le lavorazioni, per fare uno spandimento razionale, dilazionato, frazionato, e organizzato. Con il risultato che gli allevatori in zv saranno costretti a vuotare completamente i vasconi a novembre, anche con il fresco, per non rischiare la tracimazione in febbraio.


I limiti di spandimento invernali devono assolutamente essere modificati in base alla fonte di azoto, e nello specifico sia in zona vulnerabile, sia in zona non vulnerabile dovrebbero essere:

- Nessun limite invernale allo spandimento dei letami e dei digestati vegetali, salvo le condizioni del terreno
- Dal 15/12 al 30/01 per tutte le altre fonti organiche
- Dal 01/11 al 28/02 per tutte le fonti minerali



INVITO LE PARTI IN CAUSA AD ABOLIRE I DIVIETI INVERNALI DI SPANDIMENTO SOLO PER I CONCIMI ORGANICI, ALTRIMENTI SI DIMOSTRI SCIENTIFICAMENTE CHE IL DIVIETO SERVA REALMENTE.

Lasciando chiaramente il divieto allo spandimento dei concimi minerali.
Questo potrebbe essere un incentivo alla scelta dell’organico da parte dei cessionari.



4) SU CONTROLLO DELL’ACQUISTO DEI CONCIMI MINERALI

Le aziende agricole dovranno fare il puas, nel caso utilizzino più di 3000 kg/anno d’azoto in zv e più di 6000 kg/anno in znv. Questo non ha nessuna logica nella tutela dell’inquinamento di falda perché:

- nelle zone vulnerabili, la somma di migliaia di aziende agricole, che dichiareranno di utilizzare meno di 3000 kg/anno di azoto minerale, potranno distribuire migliaia di quintali d’azoto senza nessun controllo e senza nessun limite pur essendo la zona vulnerabile. Questo è un vantaggio che potrebbe portare al frazionamento delle aziende agricole per non rientrare nei parametri.

- ad esempio 10000 aziende, ma sono molto di più, che dichiarino l’utilizzo di 2900 kg/anno di azoto minerale, andranno a spargere 29 000 000 di kg/anno d’azoto minerale facilmente dilavabile in zona vulnerabile senza nessun controllo, senza limitazioni sia per la vulnerabilità sia per i fabbisogni colturali

- Questo tra l’altro, è discriminate nei confronti degli allevatori, che invece sono perfettamente controllati nel numero dei capi e quindi nella produzione di azoto organico. Inoltre gli agricoltori ad es dai 18 ai 25 ettari potrebbero decidere di non fare il puas e comprare 2900 kg/anno di azoto in fattura, per restare sotto i parametri. Hanno altresì molti mezzi per integrare le concimazioni perché:


- non è previsto nessun controllo sulle fatture d’acquisto dei concimi minerali. Infatti, si possono comprare con lo scontrino, anche in grandi quantità, trasportare senza bolla con i carri agricoli, e volendo, si possono acquistare in nero, dai produttori, dai commercianti, e da altri agricoltori. Quelli ad esempio che non devono fare il puas, e quindi possono comprare tutte le quantità di concimi che vogliono, o che non sono in zona vulnerabile, e quindi ne possono comprare di più di quello che usano ecc..


- E’ particolarmente facile l’acquisto in nero di quantità parziali di una fornitura, ci siamo già informati dai commercianti, basta ordinare in fattura, i quantitativi di azoto massimi previsti dai limiti di vulnerabilità e di coltura, ad esempio 7000qli, e farsene portare invece 14000 ql, metà in fattura e in bolla, l’altra metà in nero, o con lo scontrino.


L’acquisto in nero non è legale, non andrebbe menzionato: l’ho fatto per sottolineare che non ci sarà MAI nessun controllo reale, sulle concimazioni minerali.

INVITO LE PARTI IN CAUSA AD ABOLIRE LA POSSIBILITA’ DI UTILIZZARE I CONCIMI MNERALI IN ZONA VULNERABILE, MA AMMETTERE SOLO GLI ORGANICI.
L’UTILIZZO DEI CONCIMI MINERALI DOVREBBE ESSERE AUTORIZZATO NELL’ECCEZIONE IN CUI, CI SIA CARENZA DI CONCIME ORGANICO, MA DEVE ESSERE SOTTOPOSTO AI CONTROLLI, PER I LIMITI SIA DI VULNERABILITA’, SIA DI COLTURA.
QUESTO PER TUTTE LE AZIENDE, NON SOLO PER QUELLE CHE NE USANO PIU’ DI 3000 KG/ANNO.

E’ logico che il divieto di utilizzare concimi minerali sarà difficile da far applicare e da controllare, per le ragioni esposte sopra, ma obbligando tutte le aziende in zona vulnerabile, a fare il poas, quindi a rendere conto delle concimazioni, cambierebbe enormemente l’uso dei concimi organici, facendone aumentare l’utilizzo, parte degli agricoltori, e fermando la speculazione vigliacca sulle concessioni.

Comunque la delibera del 21/11/2007, a parole, afferma che vanno privilegiati i concimi organici, ma non è previsto nessuno strumento per facilitarne l’utilizzo, anche se sono 30 anni, che i politici ce li promettono. Cosi com’è scritta, la legge, finirà per danneggiare enormemente gli allevatori, va assolutamente rivista.

Trovare delle leve che obblighino l’uso dei concimi organici, nelle zone vulnerabili, e ne incentivi l’utilizzo nelle zone non vulnerabili, porterebbe solo dei vantaggi, che vanno ad elencare di seguito in quella che dovrebbe essere la lettera destinata a tutti gli agricoltori



LETTERA AGLI AGRICOLTORI

Il programma d’azione per la tutela da inquinamento nitrati, va ancora definito nel dettaglio e nelle norme. Ci sono però chiare indicazioni sullo spirito e sulle motivazioni della legge, e cioè: limitare l’inquinamento della falda acquifera dai nitrati. Questo è possibile limitando la concimazione dei terreni, al solo fabbisogno delle colture, rispettando però i limiti massimi delle zone vulnerabili, anche se le colture richiedessero più azoto, e utilizzando come scelta prioritaria i concimi organici, ad esempio gli effluenti d’allevamento. (art.14)
Questo perché i concimi organici sono meno solubili, subiscono meno il dilavamento e quindi inquinano meno la falda rispetto ai concimi minerali. In modo particolare i liquami sono gli unici che si possono utilizzare nell'intero sviluppo della pianta, e non solo fino ai 50 cm di crescita della pianta, come nel caso ad es. dell’urea. E come?
Per chi ha la possibilità, con la fertirrigazione! Immettendo i liquami nei fossi d’irrigazione interni alle aziende, sia con tubazioni dirette, sia con carrobotte, favorendo la mescita con l'acqua. In questo modo, si riesce a fornire alla coltura il fertilizzante, nel momento del suo massimo fabbisogno, riducendo enormemente i rischi di dilavamento, e quindi d’inquinamento falda.
Inoltre la concimazione organica migliora la struttura, la capacità idrica, e la fertilità dei terreni.
(art.22)
Nello specifico caso degli effluenti d’allevamento, il vantaggio è anche economico, l’agricoltore risparmia sia sull’acquisto dei concimi, sia sullo spandimento, che in genere negli accordi privati, è a carico degli allevatori.
Ad es. una botte di liquame suino da 100 ql. (10 mc) contiene circa 25 kg d’azoto puro (l’urea è al 46%), 18 Kg di fosfato puro e 20 kg di potassio puro. Sono circa 50 euro di valore in concime minerale, a botte. Circa 600 euro/ha per una concimazione di 300 kg/ha d’azoto, più il fosfato, e il potassio. (ad es. la concimazione necessaria per produrre il silomays)
Inoltre il costo dei concimi minerali è cresciuto enormemente, e crescerà sempre di più, perché è legato al costo dell’energia.
Un'altra indicazione della nuova legge è che si potranno spandere i liquami, anche in area golenale, ma solo se immediatamente interrati, e nei periodi di magra di fiume. Questo anche nelle zone di golena vulnerabili, proprio per sviluppare il più possibile in queste zone, la concimazione organica a scapito di quella minerale che è più inquinante. (art. 13)



RIFLESSIONI

In certe zone, per la speculazione, gli allevatori sono costretti a pagare più di 100 euro/ha per gli affitti concessioni reflui. Perché gli allevatori dovrebbero subire questa speculazione, quando già forniscono molti vantaggi economici agli agricoltori, con la concimazione gratuita, e molti vantaggi all’ambiente con la tutela delle falde?
Dovrebbero essere gli agricoltori a contendersi i liquami, non gli allevatori a trovarsi in difficoltà enormi per cercare le concessioni!
Ricordo, a proposito, le megatangenti pagate dalla Montedison alla politica, negli anni 80, in cambio di una serie di favori. Tra questi potrebbe esserci stato il blocco di una legge, che favorisse realmente l'uso dei concimi organici. Legge promessa dai politici da 30 anni, e mai fatta! Chissà mai il perché.

SEMBRA CHE LA LEGGE SIA STATA SCRITTA, DA POLITICI CHE NON HANNO LA MINIMA IDEA, DELLE ENORMI DIFFICOLTA’ A CUI ANDRANNO INCONTRO GLI ALLEVATORI, NELLA RICERCA DI CONCESSIONI ALLO SPANDIMENTO. DIFFICOLTA’ TALMENTE EVIDENTI E MARCATE CHE POTREBBERO PORTARE ALLA CHIUSURA DI MOLTI ALLEVAMENTI.


06/06/2008, 10:00
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Iscritto il: 05/06/2008, 18:16
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Rilinko alcune proposte per abbattere il liquame gia in biogas: ma ce ne sono di nuove.
Ho ricevuto diverse em: alcune sono suggerimenti interessanti, ve li giro, sperando che vi possano servire. Per evitare forme pubblicitarie ho criptato i nomi delle ditte e dei prodotti, se li volete basta scrivermi.

ABBATTIMENTO DELL’AZOTO CON ENZIMI DENITRIFICANTI

Da una em di un ricercatore.

E’ importante perché introduce la necessità di un piano monitoraggio liquami, in quanto i valori reali sono diversi da quelli delle tabelle, e perché il piano sarà necessario a tutti coloro che dovranno, o sceglieranno, di abbattere l’azoto con i diversi metodi: dieta ipoproteica, enzimi denitrificanti, o ossigenatori. Chi userà i fanghi attivi invece, si dovrà rifare alla legislazione dei depuratori urbani.

-“La deliberazione regionale 5668 del 21 Novembre 2007 allegato 3 parte C comma "f" dichiara "Nel caso di particolari modalità di gestione e trattamento degli effluenti, da dettagliare in una relazione tecnica e da supportare con misure dirette, la quantità e le caratteristiche degli effluenti prodotti possono essere determinate senza utilizzare i valori delle predette tabelle. Le misure accennate dovranno seguire uno specifico piano di campionamento, concepito secondo le migliori metodologie disponibili, di cui sarà fornita dettagliata descrizione in apposita relazione tecnica allegata alla comunicazione".

Come fare il piano di campionamento, salvo nuove indicazioni, è indicato nella legge regionale 37/93 ed è abbastanza semplice.
Ho monitorato parecchie aziende di bovini che usano questa tecnica e nella maggiorparte ho trovato un contenuto di Ntot ridotto del 50% rispetto a quello teorico calcolato con le tabelle!
Il monitoraggio dei liquami suini mostra invece dei livelli piu' bassi delle tabelle ,ma con differenze inferiori, rispetto ai bovini, e anche con una certa variabilità da allevamento ad allevamento.
La ditta per la quale lavoro ha un prodotto con un azione stimolante i batteri denitrificanti.
Intendiamoci, non è che con questo prodotto si elimini tutto l'azoto dal vascone ma si può contare su una riduzione del 8-12 %.
La riduzione del 50% che ho rilevato secondo me dipende:

- sovravalutazione dei contenuti di azoto nei liquami da parte delle tabelle della legge.
- corretta gestione della frazione proteica in allevamento.
- utilizzo di additivi stimolanti denitrificazioni e della minerallizzazione anaerobia con aumento delle perdite di NH3 ( il famoso 8-12%)
- movimentazione della massa di liquame che aumenta le perdite di NH3 finchè lo permetterà l'IPPC.

Comunque sia sono convinto che nei vasconi lombardi ci sia meno azoto di quanto ci impongono di dichiarare.
Per quanto riguarda i costi non so bene il prezzo al dettaglio ma siamo dell'ordine dei 30 centesimi/m3 di liquame per uno stoccaggio di 120 giorni

Questo significa che è possibile, a seguito di trattamenti particolari ai liquami, senza grandi spese, dichiarare valori di azoto inferiori a quelli delle tabelle, e cioè i valori analitici reali del Ntot presente nei propri vasconi.



ABBATTIMENTO DELL’AZOTO CON OSSIGENATORI.

Ce ne sono di mille tipi e di mille ditte. La loro azione è chiaramente facilitata dalla separazione solidi-liquidi. Io ho un preventivo da 1500 euro l’uno di una ditta famosa, ma non si sa quanti ne servono e quanto costa l’utilizzo, perché dipende da quanto azoto si vuole abbattere, nella Beccalossi si parla di un massimo di abbattimento del 48% (allegato 3 tabella 3 linea 3), che è poco perché il 31% è dato dallo stoccaggio quindi gli ossigenatori potrebbero abbattere al max il 17% dell’azoto. Infatti l’indice di 110 kg azoto per ql di pv è già al netto delle perdite di azoto (Beccalossi allegato 3 tabella 3) In realtà la produzione di azoto per i suini è di 152 kg azoto per ql/pv.
L’azoto abbattuto con gli ossigenatori va valutato con i piani di monitoraggio. Il mio preventivo prevedeva un ossigenatore ogni 1000 mc di liquame. Lo schema dell’ ossigenatore prevede una compressione del liquame, che passa attraverso dei grossi ugelli all’interno della pompa che è sommersa. Nel momento della decompressione il liquame si mischia all’aria pescata da un tubo verso l’esterno. Si può usare anche sui liquami integrali, ne facilita il rimescolamento, fungendo da agitatore, ma i costi di gestione sono molto più alti, servono molti più ossigenatori, e l’efficienza è inferiore. Il meccanismo ha un’azione deodorante sui liquami, e ne accelera la maturazione. La tecnica però non è IPPC, si consuma energia e si producono enormi quantità di gas serra, e anche in questo caso la legge Beccalossi è in contraddizione con la normativa CEE
L’ossigenazione si può usare in sinergia con gli enzimi, ma l’abbattimento reale è da verificare, con i piani di monitoraggio.
Io consiglio a tutti ( soprattutto agli allevatori di bovini) di dichiarare un abbattimento, con enzimi, o con anche solo con un ossigenatore, in modo da rendere obbligatorio il piano di campionamento, a andare a redimere il pua con i valori reali di azoto prodotto, e non quelli indicati da tabelle che non tengono conto ad es. delle variazioni dietetiche. Presentare un piano di abbattimento inoltre è un modo per ottenere la deroga fino al 2010.

NUOVE TECNICHE DI SPANDIMENTO

- Il separato: è comodo da gestire, e da spandere, si può trasportare lontano, si può mischiare agli stocchi per farne un compost, e si può convogliare in essicatoi per farne pellets. Il costo è enorme, ma è inferiore all’essicazione del liquame, e si riesce a vendere. La tecnica però non è IPPC, e anche in questo caso la legge Beccalossi è in contraddizione con la normativa CEE
Io ho un separatore cilindrico rotante, e ne sono contento, il separato tal quale contiene circa 100 kg di azoto puro ogni m3. E’ quindi 4-5 volte più concentrato del liquame. In risposta all’amico dott. Serafino Valtulini, penso che si possa costruire una macchina per la distribuzione del separato in sarchiatura sul mays, basta una tramoggia, montata su ruote strette ed alte, con delle piccole coclee di estrazione, che scarichino il separato davanti alle zappette di sarchiatura. Per il separato bisognerà valutarne la convenienza azienda per azienda, non per i costi del separatore, che si aggirano sui 10000-20000 euro, quanto nel caso sia necessaria la costruzione di platee per lo stoccaggio. Però sarà una scelta necessaria a tutti coloro che vorranno abbattere l’azoto, perché la frazione liquida è molto più facile da lavorare rispetto al liquame integrale.

- Il sedimentato: dopo separazione la frazione liquida si può concentrare con i sedimentatori, io ce li ho in cemento fatti 30 anni fa da una nota ditta di prefabbricati. Sono due vasconi in serie, e finiscono a cono. Alla fine del cono si sedimentano le particelle fini che sono passate dal separatore,. Alla fine del cono c’è una pompa che con un timer asporta il sedimentato denso e lo convoglia nel vascone del denso, mentre il chiarificato tracima nei vasconi del chiaro. Penso che si possano fare dei sedimentatori anche con dei silos in vetroresina. I vantaggi sono:

- ad es nel mio caso: uso il chiaro per il ricircolo, e per la fertiirrigazione all’interno dell’azienda con i tubi, e il denso in spandimento con carrobotte in prearatura, presemina.
- Per chi deve trasportare i liquami fuori dall’azienda conviene sempre concentrarli, per ridurre i costi di spandimento.

- Si può usare in sarchiatura, in questo caso c’è anche un vantaggio agronomico, perché nel liquame denso l’azoto è sicuramente disponibile a breve termine, quasi come il concime minerale, a differenza del separato che invece si presta ad uno spandimento in prearatura. La distribuzione in sarchiatura potrebbe interessare agli allevatori con molta terra di proprietà, più costoso e complicato l’utilizzo nei terreni dei cessionari.

- ogni azienda dovrà fare delle analisi sul denso, per sapere quanto azoto si somministra con una botte, certamente il vantaggio della concentrazione permette un’ottima concimazione anche in copertura.

- il denso si presta anche alla fertirrigazione presso i cessionari: si riversa nei fossi, solo quelli interaziendali, in mescita con l’acqua. Ovviamente i fossi vanno prosciugati dopo l’irrigazione, di solito si fa scorrere per un po’ di tempo solo acqua, e poi si vuota il fosso nel campo con le turbine. Si usava fino adesso ma ora con il bilancio azotato penso che sia difficile far accettare questo tipo di concimazione ai cessionari. Ricordo che l’efficienza in questo caso è media, cioè solo il 50% dell’azoto in campo risulterà effettivamente disponibile alla pianta di mays (Beccalossi allegato 3 tabella 1/a)

- nel caso in cui si voglia abbattere l’azoto con enzimi e/o ossigenatori, o con fanghi attivi, si può limitare l’azione al solo vascone del denso.

- anche il sedimentato, come il separato, si presta alla produzione di compost


- Compost: un modo semplice di fare il compost è quello di mettere sotto il separatore un carro unifeed, miscelatore, con gli stocchi tritati sul fondo. A carro colmo si miscela il separato con gli stocchi che ne assorbono le parti umide.

- La stessa tecnica si può utilizzare con il sedimentato, lo si pompa all’interno del carro in miscelazione con gli stocchi tritati.

- Il compost lo si può fare anche con il liquame integrale ma non so se ne vale la pena.

ABBATTIMENTO DELL’AZOTO CON PIROLISI

Da questo sito estraggo la parte sulla pirolisi
http://www.crpa.it/media/documents/crpa ... ndolo1.pdf
La pirolisi (fig. 3) è un processo di conversione termochimica della materia
organica, chiamata anche distillazione a secco, che si basa sulla trasformazione
della biomassa ad opera del calore, in forte carenza di ossigeno. In pratica la pirolisi si può applicare a qualsiasi materiale organico purché a basso contenuto
di acqua (< 15%). Il materiale viene portato a temperature comprese tra i 200 e
i 700 °C, talvolta immettendo opportune quantità di ossigeno che consentono l’innesco di una parziale combustione che porta ad un’aumento della temperatura.
Come prodotto finale si ottengono prodotti gassosi, liquidi e solidi in percentuale
dipendente dai parametri di reazione.
La ricerca in merito ha portato a sviluppare tre tipi di pirolisi:

• pirolisi lenta, ottenuta con temperature
minori di 600 °C, e lungo periodo di permanenza
a tali temperature; il prodotto
principale ottenuto è un carbone da
legna che rappresenta circa il 30% della
sostanza secca iniziale;

• pirolisi veloce, ottenuta con temperature
tra i 500 e 650 °C: si ottengono
prodotti gassosi che raggiungono l’80%
del peso iniziale;

• flash pirolisi, condotta con temperature
sui 650 °C e tempi di permanenza molto
ridotti a tali temperature, inferiori ad 1
secondo; consente di ottenere un 60%
di prodotti liquidi.
La flash pirolisi è il processo più promettente,
in quanto consente di trasformare
la biomassa in un prodotto liquido chiamato
bioolio o raw tar, ad elevato contenuto
energetico, facilmente trasportabile
e conservabile per lungo tempo senza
problemi di degradazione.

Allo studio della pirolisi vengono destinate ingenti risorse in tutto il mondo,
attualmente tale processo è ancora in una fase sperimentale.

COMMENTO: Ho conferme verbali che gli impianti si possono già installare, nel pratico. Il prodotto di elezione è il separato, ma vi si può immettere anche il compost estemporaneo, anzi è da preferire perché abbassa i costi di essicazione, ed aumenta la resa energetica da combustione di carbonio. Ricordo che il compost si può fare anche con il sedimentato.

Il sistema presenta i seguenti vantaggi:

- abbattimento dell’azoto, e anche del fosforo, che invece i depuratori a fanghi non fanno
- produzione di energia rinnovabile che può usufruire dei certificati verdi
- accesso a finanziamenti, per la produzione di energia rinnovabile, cosa che non avviene con i depuratori a fanghi. Ci sono stati anche finanziamenti della Lombardia a riguardo ma il bando è scaduto il 31\12\2007, qualcuno ben informato li ha presi
- la tecnologia di pirolisi è considerata IPPC
- diminuiscono i volumi di stoccaggio del chiarificato,
- non servono strutture di stoccaggio per il separato, in quanto viene utilizzato nell’impianto.
- Possibilità di immettere nell’impianto il compost quindi di abbattere anche l’azoto del sedimentato
- Manca ancora la legislazione al riguardo, però si possono immettere nell’impianto anche le farine di carogne, destinate adesso agli inceneritori.

Non ho nessuna idea dei costi, ma immagino siano elevati, sostenibili solo da grandi impianti zootecnici.
Il sistema si presta però, verosimilmente, al consorzio di più allevatori, per gestire in comune il separato, o il compost. Se la deroga è entro il 2010 bisogna decidere in fretta!

ABBATTIMENTO CON STRIPPAGGIO

I costi sono elevati 300000 euro per un impianto che lavora 50 mc /g.
Anche i costi di gestione sono molto alti, sia per i reagenti, sia per i consumi energetici.
Si può applicare solo alla frazione liquida del digestato. Sfruttando il recupero di calore del digestore e dei cogeneratori, si scalda il liquame in una campana di strippaggio. Degli agitatori favoriscono il rilascio dell’azoto.
I gas sono aspirati in una camera di lavaggio e sono trattati con acidi e poi basi. Come reagenti si usano ac solforico e calce.
Il precipitato solfato di ammonio e altro, è un gel, per utilizzarlo bisogna seccarlo e pellettarlo.
L’abbattimento è del 75%, solo sulla frazione liquida, quindi 60- 65% sul totale
Il paradosso è che poi l’ammonio sarà usato sugli stessi campi dove si facevano gli spandimenti reflui, che non si potranno più fare ma che sono meno inquinanti dell’ammonio.


DEPURAZIONE A FANGHI


sia in aerobiosi, sia in anaerobiosi, può raggiungere abbattimenti anche del 90%. I costi sono alti. Ci sono sistemi detti biologici ad es. Stowa, che sono a basso costo…ma sembra li facciano solo in Olanda, e negli Usa.

I sistemi biologici tradizionali non sono comunque definibili come 'ad alto costo', sono infatti meno costosi rispetto ai trattamenti chimico/fisici. Questo è il motivo per cui sono i trattamenti universalmete adottati nella depurazione delle acque reflue domestiche. Sui sistemi biologici innovativi, non esistono ancora casi di studio su reflui zootecnici, in Olanda/Usa ci sono progetti di ricerca in corso.



Valutateli entrambi con preventivi, sia nei costi iniziali, sia e soprattutto, nei costi gestione (energia e reagenti)…..ma temo che sia meglio chiudere, piuttosto che aumentare notevolmente i costi kilo/carne o litro/latte, nell’ottica degli attuali mercati, e…di quelli futuri.

La depurazione a fanghi si può fare anche con la frazione liquida del digestato, ma in questo caso serve l’aggiunta di un substrato (in genere melasso)

ABBATTIMENTO CHIMICO

sistema Phosnix Unitika: si aggiunge idrossido di magnesio e si forma un sale la Struvite, utilizzabile come concime minerale. Sembra buono, solo che l’abbattimento è del 90% del fosforo, ma solo del 30% dell’azoto nella fase liquida del liquame

La regione Lombardia altresì consiglia i sistemi a pirolisi, per le polline, e per i separati bovini e suini, questi sono sicuramente vantaggiosi….sulla carta. Servono però i consorzi, perchè sono dei veri e propri termovalorizzatori, simili a centrali termoelettriche.


DENITRIFICAZIONE SUL DIGESTATO

Io aggiungo che chi ha già i digestori, può creare una vasca di denitrificazione a basso costo:

ricordatevi che anche in questo caso si tratta di nitro/denitro dato che il refluo non contiene nitrati da denitrificare, ma essi sono prodotti dal processo di nitrificazione supportato dall'aeratore.


- scaldare il liquame, in una vasca a cielo aperto, con il calore di recupero dal raffreddamento dei cogeneratori. L’aumento delle temperature favorisce la denitrificazione non conviene andare oltre i 30-35°C

- E ossigenare! Bastano anche un paio di ossigenatori speculari in una vasca circolare

Il sistema è da definire:

-nei costi (secondo me bassi)

- nell’effettivo abbattimento dell’azoto, secondo me più del 30% nella fase liquida, più il 7-8% del separato digestato, che è comunque da smaltire. L’abbattimento potrebbe essere più alto con una dieta ipoproteica.

L'abbattimento dipende molto da come viene dimensionato il sistema, ma può essere anche molto più spinto


- dal punto di vista del sistema IPPC, però penso che lo accettino in quanto: miglior tecnica disponibile perché recupera calore, e le emissioni riguarderebbero l’N2 che non è un gas serra a differenza dell’NH4, che si sprigiona, invece, ossigenando il liquame fresco, anziché il digestato.


Per chi non ha i digestori e non intende metterli, restano i seguenti sistemi:

- dieta ipoproteica

- separazione

- enzimi,

- e ossigenatori.

Cioè:

- massimo 30% con la separazione, separato da mandare poi o alla pirolisi, o all’utilizzo agronomico lontano dall’allevamento.



- dal 15% al 30 % nella fase liquida, da valutare!
Il 30% è raggiungibile secondo me solo sommando tutti gli abbattimenti, cioè dieta + enzimi + ossigenatori



- Inoltre sembra che le tabelle sovrastimino l’azoto, soprattutto nei bovini, quindi con i piani di campionamento, analizzando i liquami, l’azoto prodotto realmente potrebbe essere molto più basso, di quello preventivato. (anche grazie all’abbattimento)

DOPPIO RACCOLTO O SOVESCIO

Le possibilità sono varie:
per gli allevatori di bovini ed i loro cessionari:
- Silomays \ erba silos
- Silomays \ orzo silos
- Silomays 115 gg \ orzo distico da granella
- Silomays \ orzo distico da pastone
- Silomays 115 gg \ colza
- Silomays \ erbaio
- Orzo \ erbaio
Per gli allevatori di suini e avicoli
- Mays 115 gg \ colza
- Mays 115 gg ceroso per il pastone \ colza
- Mays 115 gg\ orzo distico da granella
- Mays 115 gg ceroso per il pastone\ orzo da pastone
- Mays 115 gg ceroso per il pastone\ orzo distico da pastone
- Mays 130 gg ceroso per il pastone \ orzo distico da pastone

Le soluzioni con il silomays interessano ovviamente gli allevatori dei bovini e i loro cessionari, mentre le altre quelli dei suini. In particolare l’ultima soluzione mi sembra molto interessante, sia economicamente, sia per le rese, sia per l’utilizzo agronomico dei reflui, ovviamente per gli allevatori che hanno la tecnologia adatta a sfruttare i pastoni. Su questo sito trovate una sperimentazione di: Successione Mais in secondo raccolto con orzo distico.
http://www.cedra.it/portal/page?_pageid ... tipodocu=S
Le rese sono bassine, però si può fare! In particolare una ditta di contoterzisti mi assicura che le rese in pianura padana sono molto più alte, se volete info basta che me le chiediate e vi mando il link.
Il vantaggio del doppio raccolto per gli spandimenti è che si riesce ad utilizzare ad alta efficienza quello autunnale, e a dividere equamente tra le due produzioni gli spandimenti. Inoltre è un modo di mascherare il calo delle rese che ci sarà a legge applicata.
Lo svantaggio sta nei costi di lavorazione della terra, che spesso incidono troppo rispetto al reddito del doppio raccolto. A questo proposito consiglio a tutti le tecniche di bassa lavorazione, o di semina su sodo (in questo caso lo spandimento deve essere fatto con gli iniettori), in modo particolare per il cereale invernale.


06/06/2008, 10:01
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Iscritto il: 27/05/2008, 15:10
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Rispondi citando
LA discussione potrebbe anche essere interessante, ma purtroppo la stai affogando con troppi dettagli.
Impossibile starti dietro.
Considera anche che molti hanno da lavorare, oltre che stare davanti al computer.

8rino


06/06/2008, 11:48
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Messaggi: 6200
Località: San Casciano V.P. (FI)
Formazione: Per. Agrario e Dott. in Scienze e Tecn. Agrarie
Rispondi citando
Ottorino ha perfettamente ragione, gli argomenti sarebbero interessanti ma messi in questo modo sono troppo dispersivi, cerca di affrontare un argomento per volta in maniera più sintetica, se gli utenti si trovano davanti a pagine e pagine di scritto si scoraggiano e non otterrai niente.
Poi ho visto che hai scritto della Pac, per quello ti consiglio di usare la sezione che è stata appositamente dedicata alla PAC, altrimenti si rischia di far confusione.
Spero che tu segua i miei consigli.
Saluti Francesco

_________________
- La morte non è niente - aveva affermato il 12 dicembre 1804, nello splendore della sua potenza. - Ma vivere sconfitti e senza gloria - aveva aggiunto - significa morire ogni giorno. (Napoleone)
Egli vive ancora.


06/06/2008, 15:28
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Iscritto il: 04/12/2008, 12:42
Messaggi: 1
Rispondi citando
Ciao ho trovato informazioni interessanti sull'abbattimento dell'azoto da liquiami sul sito:
http://www.ciemimpianti.com

presentano alcuni impianti realizzati... :)


04/12/2008, 12:46
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