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Quali razze scegliere.. 
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Iscritto il: 20/02/2009, 10:02
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Ciao, Mario, grazie per il consiglio, ma permettimi di chiederti di approfondirlo e di trovarne i meriti.
Premesso che la mia mancanza di esperienza diretta mi pone mille riflessioni, ascoltando un allevatore di Cinta Senere, (che comunque aveva anche una linea di meticci c.s.x l.g. e perciò non vantava la cinta solo per vendermela) mi diceva:” prova a farne salumi e prima di mangiarne la carne, avrai mangiato il profumo”. Ma poi anche sul Forum stesso, Francesco ha scritto: La Cinta Senese ha un colore della carne rosso intenso, invece l'altra è un rosa pallido. Spero che in futuro potrai assaggiare la vera Cinta Senese, così da poterne apprezzare le qualità organolettiche; Recenti studi hanno dimostrato che anche a parità di alimentazione il tipo genetico Cinta Senese tende ad accumulare nel grasso un maggior percentuale di acidi grassi insaturi; Una caratteristica è quella della forte presenza di grasso di marezzatura ( ma questo non era un difetto?); e poi: caratteristiche della carne, che ha minor calo di salagione e sopratutto minor perdite d'acqua per sgocciolamento.
e anche, Dave afferma: la cinta è una razza con caratteristiche uniche ha una rusticità paragonabile a quella dei cinghiali che le permette di valorizzare e sfruttare tutti i suoli.
Tutto questo mi porta a farti una domanda, Mario, quali sono le caratteristiche del Nero di parma che te lo fanno preferire, alla cinta Senese ?
Perché io ho solo trovato :
Origine
La Nera parmigiana, si caratterizzava per una cute color ardesia e un mantello con setole molto scure, orecchie dirette in avanti, possibile presenza di tettole nella regione della guancia, tronco di media lunghezza e muscolosità con coscia larga e profilo posteriore convesso, arti di media lunghezza con unghielli neri.
Ma la vera peculiarità della Nera parmigiana, stava nella qualità delle carni e del lardo. La carne, abbondante e squisita, era ottima per la produzione di salumi pregiati e il lardo era compatto, serbevole (Che si conserva facilmente, senza deteriorarsi) e non soggetto a irrancidimento.
Progetto
Nel 2000, prende avvio il progetto di recupero dell’antica razza suina, da qui in poi si sussegue una serie di importanti passaggi, quali l’istituzione del registro: “Riproduttori ibridi del tipo genetico Suino Nero Parma” e del disciplinare di produzione, che preparano il terreno alla costituzione, nel 2006, del Consorzio di Tutela. Grazie ad un intenso piano di incrocio ad opera dell’Associazione Provinciale Allevatori, si giunge ad un primo nucleo di esemplari riconducibili nell’aspetto all’antico tipo genetico.
Conclusione
Occorre promuovere e valorizzare il tipo genetico recuperato dall’antica razza e i prodotti ottenibili, facendo conoscere ai consumatori le caratteristiche e le qualità che rendono uniche le carni del maiale nero, nel segno della qualità e della piena tracciabilità del percorso di produzione.
Cortesemente, Mario, mi puoi dare i Tuoi parametri di valutazione.
Grazie e Cordiali saluti, mariofrancesco


22/02/2009, 18:51
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Sono in forte difficoltà nel risponderti, perché ho una mia idea molto precisa e circoscritta derivante da informazioni e altro (esperienze dirette) che in questi anni, calcando il mondo della suinicoltura, mi sono stati segnalati e di cui ho piena conoscenza, ma le mia versione (che poi non è solo mia) si scosta da quella l'ufficiale e non voglio aprire nuove polemiche. Le tue domande sono così precise che non posso risponderti in "politichese" e quindi sfuggire, pertanto non posso che invitarti a continuare ad informarti presso allevatori in modo che autonomamente possa raggiungere un tuo verdetto finale, nota bene allevatori, credo comunque che allevare il Nero di Parma non è un salto nel buio ma potresti avere, benissimo grandi soddisfazioni. Per concludere Cinta, Casertana, Nero dei Nebrodi e Calabrese per un mio personalissimo giudizio sono, al momento al top della qualità, ma anche i loro derivati non scherzano e quindi fai le tue riflessioni, ciao a presto Mario


23/02/2009, 13:09
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Ciao Mario, ed un grande grazie, a presto, "Ad Maiora"
mariofrancesco

_________________
Wendell Berry un contadino del Kentucky, poeta e intellettuale, diceva “ Se mangio carne voglio che venga da un animale che ha vissuto una bella vita all’aperto, senza affollamenti, su pascoli abbondanti, con acqua buona e alberi per ombra”…


23/02/2009, 13:19
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Ciao a tutti,

io allevo nero di parma da un anno per il solo ingrasso all'aperto allo stato semibrado.
E' una bella esperienza, la prima, ma molto bella. Innazitutto al di la della razza, ci vuole molta passione.

Allora, Nero di Parma.
E' un ibrido, ninete storie, e' stato recuperato con un ottimo lavoro e i soggetti in circolazione sono spesso ottimi e si avvicinano molto a quelli di 50 anii fa (anche mio nonno li aveva prima in purezza e poi meticci con l'amico rosa d'oltremanica..) c'e' molto da fare, magari lasciare perdere un po' l'apetto economico che a mio avviso puo' portare a fare.....pastrocchi.... genetici se non si sta attenti che alla langa vanno a vanificare il lavoro di anni. Io credo che il recupero' della razza debba venire prima di tutto.

io all'ingrasso ho animali che vanno dai 6 mesi ormai ai 18 ( questi ultimi ormai hanno i giorni contati)
E' un ottimo pascolatore resiste alle intemperie (l'inverno da me e' durato 4 mesi veramente tirati tra neve e gelo e pioggia.
Gli animali hanno ricoveri coperti e lettiera di paglia o fieno (durano poco perche se li mangiano...), ma non hanno problemi a stere fuori a -15 e sotto la neve! Inoltre sono molto robusti si adattano anche a terreni pesantissi come e' capitato a me. Certo animali oltre i 2 q.li faticano un po, ma e' un attimo soggetto da allevare all'aperto.
L'alimentazione oltre al pascolo libero su prato e querceto, si compone nel mio caso di un mangime con un apposita miscela studiata da chi alleva questo suino da 4 anni e ha una certa esperienza ormai in fatto di miscele piu' o meno proteiche nelle varie fasi di vita. Un difetto riscontrato da alcuni allevatori su questo animale era il manifestarsi di cedimenti algli arti nella fase di finissaggio. modifiche all'ilimentazione hanno per ora risolto il problema (relativamente alla mia eperienza indiretta) All'aperto comunque i suinetti si rafforzano veramente bene basta non spingerli troppo nelle varie fasi e probleni non ce ne sono. Al mangime alterno miscele di cereali macinate e in azienda somministrate sotto forma di pastone con aggiunta anche di verdure bollite. Da ottobre a meta dicembre ghiande e castagne. La resa al macello e' buona tenendo conto del tipo di animale(gli ibridi commerciali non devono essere di riferimento altrimenti..) e di allevamento in 16/18 mesi 200 kg 240kg a seconda della genetica di ogni animale e del sesso si fanno e al macello ho avuto meno del 30% di scarto. la carne e' ottima e' rossa ben marezzata e anche in soggetti di 18 mesi, e' tenera. E' un animale comunque che deve essere trasformato in salumi per dare il massimo. La quantita di Lardo dorsale non e' eccessiva (parliamo di razze antiche o ricostruite) almeno nei soggetti che ho macellato, dai 4 ai 5 cm come spessore, ma e' molto sodo e tendente piu' al rosa che al bianco e anche il grasso di rifilatura non mi sembra eccessivo rapportato alla cinta o alla mora romagnola, ha comunque un punto di fusione veramente alto, ma lo strutto che se ne ricava e' fantastico....
Come animale manca un po' di pienezza nelle cosce, gli arti sono lunghi e forti ma le cosce meno piene mentre spesso e' piu' carico sull anteriore. faccio queste considerazioni, perche' ho anche alcuni soggetti di borghigiano, incrocio tar nera di parma e large white che hanno invece cosce piene e piu' globose dopotutto era l'incrocio principer per il culatello. Iborghigiani hanno accrescimenti maggiori e sono appena meso grassi quindi piu' resa sul magro la carne anche qua e' ottima. Ovvio che oltre alla genetica il tipo di allevamento e l'alimentazione influiscono tantissimo di questo ne va tenuto comunque conto.
Ho misurato senza accessiva precisione lo ammetto alcuni accescimenti e la media sui soggetti dai 140 ai 200 kg e oltre e' di 380 gr al giorno di media. A mio avviso all'arrivo della stagione fredda pero' il dato peggiora...

Da allevare all'aperto e' un ottimo soggetto, a mio avviso oltre a raggiungere una mole maggiore a parita di mesi rispettto alla calabre o alla siciliana o alla cinta (con la casertana saremo li pure con la mora) adesso come adesso c'e' una buona disponibilita di soggetti qua in provincia di parma.
Se ti servono altre informazioni ti lascio anche la mia e-mail simonesaia@virgilio.it mi trovi anche tra gli allevamenti del sito di agraria.net


02/03/2009, 15:59
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Ciao, Simone, grazie per l'intervento, leggerlo mi ha dato una bella sensazione, come dici Tu stesso, ci vuole passione e la Tua la si sente. !!!
Grazie anche per la disponibilità, ma più che informazioni avrei necessità di farmi esperienza a contatto con gli animali.
Comunque, come sviluppi la rotazione tra le zone di pascolo libero su prato e il querceto, che pendenze hai, come controlli: la conservazione della stabilità del suolo, la conservazione del cotico erboso, il contenimento del degrado del sottobosco, la limitazione dei processi di dilavamento, ai dovuto affrontare qualche problema di questo tipo? ciao e a presto, mariofrancesco


02/03/2009, 23:46
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