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Alimentazione e management delle scrofe 
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marco62 ha scritto:
Non sono purosangue Lw , ma sono Lw con gli antenati Goland.
Se pensi che la mamma della scrofa parentale Goland è una Lw, si parte dopo il primo accoppiamento ad avere un soggetto già con il
75% di sangue Lw.

Ah si vero scusa mi sono un attimo confuso. ...dopo il primo accoppiamento si hanno soggetti con il 70% di lw


08/03/2016, 23:16
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Sez. Suini
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Il prolasso nelle scrofe

Nella produzione animale, un prolasso degli organi addominale è una condizione in cui un organo interno si sposta dalla sua posizione normale nella cavità addominale verso l'esterno attraverso l'ano o vulva.
Nelle scrofe, a volte può essere difficile distinguere, prolasso vaginale o rettale tra loro.

Età - Le femmine più vecchie di età tendono a mostrare una maggiore frequenza di prolassi. Assicurarsi di avere una struttura di età equilibrata,il maggior numero di scrofe presenti deve essere al 3°-4°, mantenendo un tasso di sostituzione ragionevole.

Granulometria particelle mangime - Una dimensione grana molto fine può modificare l'equilibrio batteri nell'intestino crasso, con una proliferazione di batteri produttori di gas. IL Gas nell'intestino crasso aumenta la pressione intra-addominale. Il limite inferiore sembra essere circa 500 micron per l'alimentazione allattamento e circa 750 micron per l'alimentazione di gestazione.

Scrofe - strategie di alimentazione
a volte a causa dell'aumento di alimentazione urto a fine gestazione,(bump feeding) è stato suggerito come uno dei principali fattori di rischio. Dati raccolti risulta che scrofe con grossi aumenti di alimentazione, più di 3-5 giorni prima al parto vero e proprio, possono essere associati ad una incidenza più elevata prolasso.

Stipsi - La combinazione di scarsa disponibilità di acqua o di aspirazione e basso contenuto di fibre nella dieta può contribuire alla produzione di feci dure che sono più difficili da superare. La spinta costante per cercare di passare il feci può essere doloroso e portare a un prolasso.

Parto procedure di assistenza - Strategie di intervento quali, l'induzione del parto (vale a dire l'uso di ossitocina dosaggi elevati e mancati tempi fra un iniezione e l'altra) e l'intervento ostetrico (ad esempio guaina) può essere associato con la comparsa di prolassi al parto.

Le micotossine nei mangimi - Gli sforzi per trovare micotossine negli alimenti possono essere inutile a causa della difficoltà di raccogliere un campione di alimentazione rappresentativo. Tuttavia, l'evidenza empirica suggerisce che l'aggiunta leganti di micotossine nei mangimi riduce il verificarsi di prolassi.

Attrezzature - Gabbie strette ( 0,60 cm di larghezza), in particolare con scrofe grandi e pesanti, potrebbe aggravare l'effetto ed aumentare i fattori di rischio del prolasso.


03/06/2016, 21:55
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Sez. Suini
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Infertilità estiva nelle scrofe

L'infertilita estiva nei suini può essere ampiamente attribuita a stress termico, ma altri fattori contribuiscono, la consapevolezza e la gestione del problema si cerca comunque di massimizzare la produzione.

Sistemi di suini all'aperto sono molto sensibili alla sterilità di stagione, soprattutto a causa delle lunghe giornate e temperature elevate. Sebbene la causa può essere modulata, e può essere gestita.
I maiali allevati al chiuso sono meno sensibili, ma possono soffrire di perdita di calore, con un buon isolamento e ventilazione adeguata si può giocare un ruolo chiave nel ridurre al minimo il rischio.

Lo stress da calore può essere causato quando la temperatura del corpo di un maiale sale di un paio di gradi sopra la norma, e può avere un impatto negativo sulla capacità riproduttiva.
"In queste circostanze, il maiale in primo luogo aumenta il suo tasso di respirazione, nel tentativo di mantenere la calma, poi ricerca le opportunità ambientali per il raffreddamento, come sguazzare, e giacere nelle urine."

Lo stress da calore può causare inutili sofferenze e ridurre la produttività.

"I maiali sottoposti ad alte temperature possono drasticamente ridurre i tassi di crescita e nella mandria di allevamento i tassi di parto potrebbero diminuire ben il 25 per cento e oltre.
Fattori da considerare


Le alte temperature -

La zona termica neutra 'normale' per i suini possono variare 7-21 ° C. Se i suini sono esposti a periodi prolungati di temperature elevate può portare a stress termico e ridotta produttività, e in alcuni casi di mortalità. In esterno i suini tendono ad avere una capacità di recupero inferiore per alte temperature di maiali alloggiati, all'interno in quanto essi sono più adattati al freddo.
Lo stress da calore può colpire anche il maialino alla nascita, se il flusso di sangue al feto in via di sviluppo viene reindirizzato alla pelle per contribuire a ridurre la temperatura corporea.

Esposizione ai raggi solari-

Una prolungata esposizione ai raggi solari può provocare scottature, le scrofette sono essere particolarmente suscettibili quando si spostano prima all'aperto o in alloggi scrofa con paddock all'aperto.

Alimentazione-

E' difficile mantenere l'appetito di una scrofa nella stagione calda, ma è essenziale per mantenere la condizione scrofa e l'assunzione di conseguenza di nutrienti, in particolare durante l'allattamento. Scrofe con una minima perdita di condizione dovrebbe tornare a estro 4-5 giorni dopo lo svezzamento.

L'assunzione di acqua e di qualità -

Le temperature calde possono provocare problemi al loro cibo e possono poi bere meno, nel cercare di risparmiare energia, che può ostacolare la crescita. La qualità dell'acqua deve essere buona nella bella stagione, si può verificare un aumento della crescita microbica.

Svezzamento e intervallo di estro e problemi riproduttivi -

Le alte temperature possono disturbare gli ormoni coinvolti nella gravidanza e interferire con il ciclo estrale, portando a lunghezze di calore in piedi variabile, i tassi di ovulazione ridotti e un aumento della mortalità embrionale. Le scrofe possono essere particolarmente sensibili durante i primi 15 giorni dopo l'accoppiamento.

Verro libido -
Il caldo può indurre i verri ad un letargo e ridurre la loro libido.

La qualità dello sperma -

Temperature elevate possono ridurre la qualità dello sperma per un massimo di otto settimane.

Immagazzinamento dello sperma -

Il seme deve essere conservato durante il trasporto in una scatola termostatica fuori del sole per evitare qualsiasi deterioramento.

Prevenire è meglio che curare

Sguazzare nel fango e sdraiarsi nella terra fredda sono i due metodi principali utilizzati dai maiali per raffreddarsi quando sono all'aperto, Il calore viene disperso attraverso l'evaporazione dell'acqua dalla pelle e uno strato di fango può ridurre le scottature.
Si consiglia di preparare pozze di fango prima dell'estate, assicurando che siano rifornite regolarmente con acqua in periodi di siccità, anche se non dovrebbe essere permesso di diventare stagnante, perchè questo può portare a infezioni.
Pozze d'acqua dovrebbero fornire sufficiente spazio per il doppio del numero di suini che sono destinati in quanto questo permetterà ad animali più sottomessi di utilizzare il pantano.

Altro fattore importante, i maiali sono suscettibili ad essere più sensibili in tarda primavera e all'inizio dell'estate quando sono esposti per la prima forte luce solare dopo l'inverno a scottature gravi, e le bolle della pelle, possono causare il fallimento della gravidanza, e il dolore e il disagio porterà ad un aumento dei livelli di stress.
Il fango è in grado di ridurre le scottature nei suini, ma è comunque importante per fornire ombra con lettiera di paglia pulita che incoraggerà i maiali a fare uso della zona.
La sistemazione esterna dovrebbe riuscire a mantenere le temperature più basse possibili nel caldo estivo. Uno dei modi più efficaci per farlo è quello di dipingere il bianco l'esterno.
Questo può ridurre le temperature interne di ben il 7 ° C. Altri metodi includono quello di mantenere arche ben isolate, e ombreggiate approfittando del vento prevalente e aprendo le prese d'aria posteriori per migliorare la ventilazione.
Può aiutare il servire alle scrofe il pasto all'inizio e alla fine della giornata, quando è più fresco.
E' anche importante mantenere una buona igiene, in particolare per quando le scrofe sono state a sguazzare.

Come ridurre lo stress da calore in allevamenti al chiuso.

Ridurre il rischio di stress termico al chiuso può essere gestito in vari modi, garantire l'isolamento degli edifici è efficace, ed avere sistemi di allarme e di controllo della temperatura.
La ventilazione è importante, come evitare sbalzi di temperatura giornaliere. Considerare l'utilizzo di ventole supplementari per i grandi capannoni, assicurandosi che il sistema sia pulito e in buone condizioni perchè lo sporco può limitare la sua efficienza.
Impianti a spruzzo d'acqua funzionano bene al fianco di ventilatori per aiutare a mantenere i maiali al fresco.
Accesso all'acqua è la chiave vincente.
Si raccomanda l'uso tettarelle o succhiotti fornite ad un ritmo di uno ogni 10-15 maiali fino a 35 kg di peso vivo. Per allattamento la fornitura di acqua deve avere una portata di 2-2,5 litri al minuto, mentre il lattonaggio e ingrasso dovrebbe avere 1-1,5 litri al minuto da 30-70kg peso vivo.
La genetica può anche avere un ruolo importante da svolgere. Uno studio effettuato da AHDB su 32.935 scrofe in 29 branchi tra 2004 -2009 ha trovato che l'infertilità stagionale potrebbe essere parzialmente diminuita dalla genetica di oltre il 25% nelle scrofe.


22/06/2016, 23:47
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Riporto un articolo di un amico,e professionista del settore ed anche mio paesano,argomento utile anche ad allevatori amatoriali, che vogliono affinare tecnica e benessere dei propri animali.

Il mangime pre-parto per preparare la scrofa

Non solo un ruolo di connessione tra la fase di gestazione e la lattazione. Questa tipologia di alimento, se correttamente bilanciata da un punto di vista nutrizionale, può rappresentare un valido aiuto al momento del parto, riducendo i casi di natimortalità


Francesco Bertacchini • 20 giugno 2016
mangime pre-parto

Protagonista di questa trattazione è proprio il mangime pre-parto che, in questi ultimi anni è stato snobbato, ma che invece rappresenterebbe una necessità in virtù di alcune considerazioni che cercheremo di motivare di seguito.

Innanzitutto va detto che con l’adeguamento delle scrofaie alla normativa sul benessere animale, la gestione delle scrofe in gruppo ha fatto emergere alcune problematiche che le gabbie individuali riuscivano a mascherare. Infatti, sappiamo che le scrofe per buona parte della fase di gestazione vengono alimentate su livelli prossimi al mantenimento, per cui non è infrequente vedere comparire quei fenomeni cosiddetti stereotipati che portano alla masticazione a vuoto con produzione abbondante di saliva.

Ovviamente anche la scrofa in gabbia può andare incontro a tale tipo di comportamenti; va detto però che quando l’animale si trova in gruppo, questo senso di fame può portare ad aggressività e provocare danni agli altri soggetti che si manifestano attraverso lotte e/o morsicatura di code, vulve, ecc.

Questa, insieme ad altre considerazioni, hanno fatto sì che i nutrizionisti iniziassero a concepire formule con un alto contenuto in fibre le quali hanno il potere di dare “riempimento intestinale”. Le fibre infatti hanno la capacità di legarsi all’acqua contribuendo così ad aumentare il volume del mangime ingerito e fornendo quel senso di sazietà che è auspicabile nelle scrofe gestanti. Inoltre, lo stomaco si abitua a una certa distensione e si prepara a un’alta ingestione alimentare, fondamentale nel corso della lattazione.

In più, sempre parlando di questa fase, occorre ribadire come sia fondamentale evitare l’ingrassamento dei propri riproduttori e si debba cercare quindi il difficile equilibrio tra le quantità apportate e l’appetito dell’animale. Ecco che le diete fibrose vengono in aiuto in tal senso in quanto permettono di accrescere le quantità somministrate senza peraltro eccedere nei contenuti energetici.

Dall’altra parte invece, la gestione di questi ibridi sempre più prolifici ha fatto sì che la richiesta nutritiva per la produzione di latte divenisse sempre più pressante, pena l’eccessiva mobilizzazione delle riserve corporee. In più occorre riconoscere che il consumo di mangime è spesso insufficiente al fine di garantire quella produzione di latte che si richiederebbe per il sostegno delle grandi nidiate partorite oggigiorno dalle scrofe.

A fronte di questo consumo di mangime insufficiente, i nutrizionisti hanno cercato di rispondere con mangimi sempre più concentrati soprattutto in termini energetici e proteici/aminoacidici. Chiaramente questi mangimi non possono avere contenuti elevati in termini di fibra poiché questo mal si sposa con la necessità di un alto apporto energetico.

A fronte delle considerazioni fatte, è semplice comprendere come tra il mangime gestazione e quello di lattazione si sia creato un divario abbastanza netto che rende pressante il ricorso a un mangime di transizione per evitare che il passaggio da una fase all’altra sia eccessivamente traumatico per l’animale.

Considerazioni pratiche
Nella fase finale della gestazione si inizia a sintetizzare il colostro, si assiste a una crescita progressiva del tessuto mammario e i feti crescono a un ritmo vorticoso (quintuplicano il peso nell’ultimo mese).

Inoltre, anche lo spostamento fisico dal box alla sala parto può essere fonte di stress in quanto oltre al cambio di ambiente, l’animale va incontro anche a un cambio di dieta.

Il processo del parto da un punto di vista energetico è particolarmente dispendioso e quindi l’impegno è tanto maggiore quanto più grande è il numero dei suinetti partoriti.

Già in questa fase, se l’apporto energetico non è sufficiente, si può andare incontro a problematiche al momento del parto con progressiva riduzione delle contrazioni uterine, aumento del rischio di asfissia per i feti e conseguente natimortalità.

Chiaramente il ricorso a un mangime apposito per gestire questa fase deve andare al di là del semplice ruolo di connessione tra il mangime gestante e quello di lattazione: dovrà anche essere in grado di preparare la scrofa al parto (con adeguata disponibilità di calcio, fosforo ed energia), evitare la costipazione (vedi box) e favorire la produzione di latte.

Il bilancio elettrolitico
Sulla base dell’esperienza fatta sulle bovine da latte, di bilancio elettrolitico nell’alimentazione della scrofa si parla già da parecchi anni, però vale la pena di ricordarne l’importanza. Innanzitutto abbassando il bilancio elettrolitico con sostanze anioniche si ottengono i seguenti vantaggi:

– si riduce il pH delle urine favorendo la sanità delle vie urinarie stesse;

– si aumenta il livello di calcio disponibile a cavallo del parto e nel periodo immediatamente successivo.

La riduzione del pH delle urine costituisce una barriera naturale al parto e alla fecondazione, che nella scrofa rappresentano momenti critici in cui la cervice è aperta e potenzialmente suscettibile all’ingresso di batteri che possono essere causa di infezioni all’apparato genito urinario.

Allo stesso modo il calcio è fondamentale perché contribuisce alle contrazioni, favorendo parti rapidi e minor natimortalità.

In genere nella fase di gestazione si preferisce alimentare le scrofe con diete alcalogene, mentre in prossimità del parto e in lattazione si riduce il bilancio elettrolitico con conseguenti benefici sul livello di calcio in forma ionica presente nel sangue.

L’instaurarsi di una condizione di acidosi metabolica influisce sul bilancio del calcio incrementandone l’assorbimento dall’intestino, favorendone la mobilizzazione dalle ossa e aumentandone quindi la disponibilità al momento del parto.

L’eventuale ricorso a un mangime pre-parto, potrebbe poi consentire l’utilizzo di un mangime lattazione in cui il bilancio elettrolitico sia ulteriormente variato in aumento e questo andrebbe a favorire il tamponamento del pH del sangue che era stato alterato dal rilascio di elevate quantità di anidride carbonica nel sangue in seguito all’innalzamento della frequenza respiratoria instauratasi in corso di parto.


21/07/2016, 19:52
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Salve a tutti,
Da poco ho iniziato ad allevare due scrofe per la produzione di suinetti, voglio pian piano aumentare il numero, ovvero vorrei arrivare ad allevare almeno 8 scrofe. Da poco ho avuto i parti, sono nati 9 maialini da una e 6 dall'altra. Vorrei avere un consiglio sull'alimentazione. Sicuramente per queste due gravidanze ho sbagliato l'alimentazione, ho dato loro farinaccio crusca e fioccato, ma penso sia cibo per ingrassare soltanto, ho letto che l'alimentazione è molto importante durante la gestazione in quanto influisce sul numero dei suinetti. Mi potreste indicare la giusta alimentazione?? premetto che non compro mangimi, preferisco comprare la materia prima e miscelarla.grazie


08/11/2016, 13:52
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Benvenuto nel forum, credo che dovresti leggerti alcuni argomenti presenti in questa sezione dedicata alle scrofe, ora che le scrofe stanno allattando dovrai somministrare un mangime più consono alle loro esigenze, quello che hai somministrato finora è abbastanza carente, ci sono diversi manuali sul tema, se vuoi ampliare l' allevamento è necessario consultarli, l'aiuto del forum e la conoscenza diretta di alcuni allevatori della tua zona ti può essere utile.
Inserisci la zona della tua provenienza nel tuo profilo sarà più facile risponderti.


08/11/2016, 20:56
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salve,io avrei dubbi per quanto riguarda la gestione delle scrofe, il mio allevamento e' allo stato brado il 22febbraio due scrofe dovrebbero partorire, il mio dubbio e questo, le due scrofe intorno al 10 febbraio max le porto in stalla e le separo, una volta partorite (a circa 10 giorni di eta' dei suinetti) posso riportarle al pascolo e lasciarle con le altre scrofe?? ho paura che le altre scrofe possano fare danno ai suinetti.


26/01/2018, 13:21
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Nella zona dove sono allo stato brado non ci sono strutture per far partorire le scrofe?


28/01/2018, 9:15
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Iscritto il: 16/01/2019, 19:48
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salve a tutti ,
sono un allevatore per passione, ho una splendida scrofetta di cinta senese che stabula in un grande recinto con ricovero coperto . come per gli altri animali della mia azienda cerco di limitare al massimo l'impiego di mangimi e prodotti industriali raffinati. cosi essendo assolutamente inesperto di allevamento di suini, vi chiedo se è corretto dal punto di vista della salute dell'animale , una alimentazione composta dalle normali rimanenze della cucina della mia famiglia per altro di minima quantita , integrata con Farinaccio di orzo e crusca .
nel caso il farinaccio e crusca non siano sufficienti , con quali eventuali prodotti agricoli semplici ( ripeto non raffinati industrialmente ) dovrei integrare ? Risiedo nelle campagne dell'agro veientano intorno Roma .
grazie e saluti a tutti


16/01/2019, 20:17
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Gli scarti si possono utilizzare in modica quantità e non devono inacidire o fermentare. Orzo,farinaccio e crusca sono dei buoni alimenti, occorre anche un alimento che apporti proteina in più, come soia o pisello, o girasole o altro di questa famiglia, inoltre è utile anche il mais, modulato a seconda dell'età o fase di sviluppo, come il testo degli alimenti, per esempio in gestazione le esigenze nutritive sono diverse da quelle di allattamento.


16/01/2019, 22:45
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