Lo zafferano in Italia è una coltivazione di nicchia, una coltura che dev'essere connessa con altre in azienda perchè da solo può non bastare per cavarne fuori un reddito. Si tratta di una coltivazione lenta che da i suoi frutti negli anni, e i canali di vendita te li devi trovare tu, non essendoci consorzi consolidati a livelli regionali o nazionali. Le aziende sono tante e disunite, ognuno guarda il suo orto. Pensa che quando cominciai io, la mia prima domanda non è stata "a chi lo vendo" ma se esistessero consorzi o cooperative dedicate cui potessi unirmi. Mio malgrado, ho scoperto in quali condizioni versa il mercato dello zafferano in italia, siamo succubi del mercato estero, e la colpa è tanto nostra che non sappiamo stare in gruppo, quanto delle istituzioni che non capiscono il valore economico e culturale di questa spezia.
Io ho investito, e sto investendo senza uno sbocco preciso perchè per simili quantità non ne esistono se non quelli delle piccole botteghe, vendita online, sagre, mercati, fiere, gruppi di acquisto solidali. Molti pensano che basti raccogliere lo zafferano e fare peso per avere soldi sicuri, ma se non si è bravi venditori, un kg di zafferano vale meno di uno straccio sporco. Ci vuole un po di sbattimento, ma il prodotto lo vendi. In Sardegna siamo dei campioni nell'essere individualisti, pensa che una decina di anni fa è stato ideato un sistema di protezione del marchio dello zafferano sardo per cui tutti i sardi che non risiedono in quei 3 comuni di appartenenza del disciplinare, non possono descrivere, pubblicizzare o vendere il proprio zafferano come sardo e evitare qualunque rimando grafico o letterario alla Sardegna. In pratica, io vivo in Sardegna, ho l'azienda in sardegna, il mio zafferano si trova nella mia azienda ma non posso scrivere che il mi zafferano è sardo. Nella conversazione qua sotto c'è un utente di San Gavino che avrebbe tutte le leggi dalla sua parte se decidesse di segnalarmi all'ufficio repressioni frodi alimentari nel momento in cui dichiaro che il mio zafferano è sardo.
Mi dispiace essere crudo, ma nel 2017 è giusto ed è un dovere enfatizzare il lato romantico, sociale, culturale e scientifico dell'agricoltura, però non bisogna nemmeno tapparsi gli occhi quando si tratta di far notare le mille peripezie cui deve andare incontro una persona che intraprende questo viaggio, lo considero un po come mettersi il casco prima di salire in moto.
Per quanto riguarda il confezionamento deve avvenire in un laboratorio a norma per il confezionamento alimentare, a meno che non ci siano deroghe speciali per alcune zone DOP per l'essiccazione è bene usare un essiccatore in acciaio inox (c'è una nota marca molto usata anche tra noi coltivatori di zafferano), le etichette devono rispettare tutti quelli che sono gli standard di impaginazione e dimensione dei font di alimenti simili allo zafferano, ma per sicurezza dico sempre di andare presso le agenzie locali dell'agricoltura e l'ufficio repressioni frodi alimentari più vicino, onde evitare di immettere sul mercato qualcosa che risulti fuori norma.
Molti mi dicono "ma chi caspita te lo fa fare??!". Io rispondo che mi piace da morire, e anche in questi giorni dove non faccio altro che raccogliere e pulire fiori, non mi sembra nemmeno di lavorare, personalmente ho trovato l'America