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Legambiente 
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Da Festambiente, la road map di Legambiente in 10 proposte per un uso sostenibile delle risorse del Recovery Fund per fare dell’Italia un Paese smart

Dal 19 al 23 di agosto, in occasione del tradizionale appuntamento estivo con Festambiente, la manifestazione nazionale dell’associazione ambientalista organizzata ogni anno a Rispescia (Gr), Legambiente ha messo a segno un obiettivo ambizioso e necessario: l’elaborazione di 10 proposte per un uso sostenibile delle risorse del Recovery Fund per fare dell’Italia un Paese smart. In occasione degli appuntamenti che si sono susseguiti, gli esponenti dell’associazione del cigno verde, i politici nazionali, gli amministratori locali e i rappresentanti del mondo dell’impresa hanno avuto occasione di confrontarsi in merito al presente e al futuro della necessaria ma ancora troppo timida rievoluzione. Lotta alla crisi climatica, economia circolare, innovazione industriale, mobilità ad emissioni zero, agroecologia, aree protette, turismo sostenibile, lotta all’illegalità ambientale, sviluppo della banda ultra-larga, finanza etica: è questo il solco nel quale, secondo Legambiente, il Governo dovrebbe lavorare per rendere il Paese smart e a misura di ambiente.

“Il governo italiano - ha dichiarato Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente - sembra non avere un’idea chiara di come caratterizzare il piano per il rilancio dell’economia da presentare all’Europa in autunno per spendere i 209 miliardi di euro del Recovery Fund. Lo dimostrano i progetti surreali di cui si è parlato nelle ultime settimane come il tunnel sotto allo stretto di Messina, il progetto di Eni per confinare la CO2 nei fondali marini in Alto Adriatico o le nuove strade e pedemontane nel Nord Italia. Il governo italiano ha un’occasione irripetibile per modernizzare il Paese, scegliendo la strada della lotta alla crisi climatica e della riconversione ecologica dell’economia italiana: dimostri coi fatti se crede veramente nel Green New Deal made in Italy.”



Lotta alla crisi climatica
Ondate di calore, alluvioni, riduzione dei ghiacciai alpini raccontano la storia dell’Italia in un Pianeta in piena crisi climatica. Il problema è già qui, per questo è necessario che il Governo italiano, passando dalle parole ai fatti, metta in campo azioni volte a limitare gli effetti dell'emergenza, a partire dall’utilizzo sostenibile delle risorse del Recovery Fund, con efficaci azioni per l’adattamento e la mitigazione degli effetti catastrofici della crisi climatica. Efficienza energetica, innovazione e rinnovabili devono essere messe al centro del Piano per il rilancio italiano, partendo dallo sviluppo dell’eolico a terra e a mare (sono stati già presentati progetti in Alto Adriatico e parchi eolici galleggianti a largo delle coste della Sardegna e della Sicilia) e dal fotovoltaico in tutto il Paese, sui tetti ma non solo (questa tecnologia va promossa anche in agricoltura, non in sostituzione delle produzioni alimentari ma come integrazione al reddito delle imprese agricole, con le soluzioni tecnologiche innovative oggi disponibili sul mercato). Va respinto invece il progetto inutile, costoso e dalla dubbia efficacia proposto da Eni per il confinamento dell’anidride carbonica nei fondali marini davanti alla costa ravennate. Sulla mobilità vanno finanziati prioritariamente progetti su una mobilità urbana sempre più condivisa e sostenibile, utile ora nella fase di riapertura, ma con vantaggi che potranno rendere più vivibili le nostre città. Le due sfide su cui puntare sono il potenziamento della sharing mobility e il raddoppio dei chilometri delle piste ciclabili, un intervento, quest’ultimo, già previsto nei PUMS, i Piani urbani per la mobilità sostenibile, che i Comuni devono mettere in campo al più presto. Si tratta di progetti per 2.626 km di nuove piste ciclabili, da sommare ai 2.341 km di quelle già esistenti in 22 città italiane. Qualche esempio? Secondo i piani, Palermo passerebbe dagli attuali 48 a 155 km di piste ciclabili; Firenze da 66,3 a 108,5; Pesaro da 100 a 180; Napoli da 21,3 a 184,3; Bologna da 248 a 969; Bari da 45,7 a 202,7; Milano da 220 a 406; Parma da 125,5 a 296 km.



Economia circolare
L’Italia può giocare un ruolo da capofila grazie alle tante esperienze di economia circolare promosse da Comuni, società pubbliche e aziende private che fanno in Italia quello che neanche i Paesi del nord Europa sono in grado di realizzare. Cruciale però sarà puntare su: realizzazione di nuovi impianti per la valorizzazione delle frazioni organiche e la produzione di biometano, a partire dal Centro-sud; riduzione della burocrazia, semplificazione della normativa end of waste per la cessazione della qualifica di rifiuto, costruzione di una chiara visione del percorso verso una piena applicazione della teoria “Rifiuti zero” che impone di realizzare 1000 nuovi impianti di riciclo; realizzazione di una rete di impianti per trattare le filiere dei rifiuti oggi inviati all’estero (es. apparecchiature elettriche ed elettroniche) per recuperare materiali preziosi e terre rare; promozione dei distretti dell’economia civile.



Innovazione industriale
In una fase difficile come quella che sta vivendo il sistema industriale italiano a seguito della crisi del Covid-19 occorre dare certezze agli investimenti del settore industriale italiano finalizzati solo ed esclusivamente all’innovazione ambientale. La competitività del sistema industriale italiano può trarre grande beneficio dalla possibilità di prodursi direttamente l’energia attraverso le fonti rinnovabili in autoconsumo, riducendo la bolletta energetica, e di ridurre la spesa per la gestione dei rifiuti, punta sulla riprogettazione dei beni e massimizzazione del riciclo (dalla chimica verde alla siderurgia), decarbonizzando gradualmente i cicli produttivi sia nell'approvvigionamento delle materie prime che nella produzione energetica. In questi anni, si sono fatti passi avanti tecnologici rispetto alle possibilità di autoproduzione da fonti rinnovabili e nei processi di recupero e riciclo di rifiuti che devono entrare nei processi industriali per produrre vantaggi diretti per le imprese e di interesse generale sia per la riduzione di inquinanti atmosferici e gas serra che di smaltimento di rifiuti industriali. I fondi comunitari devono essere finalizzati solo agli investimenti delle imprese che vanno in questa direzione.



Le prime 170 grandi opere pubbliche da realizzare
Stiamo parlando di 170 opere grandi, medie o piccole, suddivise per Regione e per tipologia di intervento – messa in sicurezza, bonifica, trasporti, infrastrutture – che consentirebbero agli italiani di vivere meglio. Tra le 170 opere veramente necessarie al Paese, c’è ad esempio la bonifica delle falde delle province di Vicenza, Padova e Verona dai Pfas per garantire l’acqua potabile, la messa in sicurezza della falda acquifera inquinata del Gran Sasso in Abruzzo, la bonifica della Valle del Sacco nel Lazio, in Calabria i 129 Comuni in infrazione europea per la mancata e cattiva depurazione, il porto di Gioia Tauro senza collegamento ferroviario, la diga sul Metrano ancora incompiuta. In Veneto, un quarto degli interventi ritenuti urgenti nel 2010 per la mitigazione del rischio idrogeologico è ancora da cantierare. In Campania, pur essendoci finanziamenti disponibili, i Comuni non riescono a individuare i siti e realizzare gli impianti per trattare l’organico differenziato necessari per chiudere il ciclo dei rifiuti. La linea ferroviaria Pontremolese che collega Parma con La Spezia passando per la Toscana è per il 50% a binario unico, nonostante rappresenti un pezzo potenziale del corridoio Tirreno-Brennero. Roma aspetta, da oltre vent’anni, l’avvio dei lavori per gli ultimi 10 chilometri dell’anello ferroviario. Il nodo ferroviario di Genova tra crisi aziendali e attese giudiziarie è un cantiere infinito. Naturalmente, c’è Taranto e la bonifica di vaste aree a carico del pubblico di cui non è dato conoscere ancora “il quando e il come” degli interventi da effettuare (il dossier completo è consultabile qui -> https://www.legambiente.it/wp-content/u ... l-2020.pdf)



Agroecologia
Si dovrà inoltre promuovere l’agricoltura a basso impatto ambientale per tutelare meglio gli ecosistemi naturali e la salute dei consumatori. Col Recovery Fund si deve finanziare solo un nuovo modello di agricoltura che sposi appieno la sostenibilità ecologica e sociale; un’agricoltura che possa restare un asse portante dell’economia made in Italy, diventando anche un settore strategico dal punto di vista ambientale a cominciare dalle sfide imposte dalla crisi climatica. Il dossier che il ministro Bellanova sta predisponendo su sollecitazione del premier Conte, per il piano per il rilancio che l’Italia presenterà in autunno all’Europa per utilizzare i finanziamenti europei, deve essere basato solo sullo sviluppo dell’agroecologia nel nostro Paese, fondata sulla riduzione dell’utilizzo della chimica attraverso il ricorso a buone pratiche agronomiche, della plastica e dei consumi energetici e idrici, e sullo sviluppo delle rinnovabili per la produzione energetica e nella filiera dei trasporti dei prodotti, puntando con vigore sull’innovazione nell’agricoltura integrata e sullo sviluppo del biologico. Occorre guidare l'agroalimentare italiano verso un modello che guardi all’innovazione, alla riduzione degli impatti climalteranti, alla valorizzazione del biologico e alla qualificazione ambientale dell’agricoltura integrata, promuovendo l’economia circolare e l’utilizzo di materiali riutilizzabili, riciclabili e compostabili, fino al profilo etico del lavoro in agricoltura e alla lotta all’uso dei fitofarmaci illegali, prevedendo da subito meccanismi premianti e scoraggiando anche economicamente pratiche agricole e zootecniche intensive ed a elevato impatto ambientale.



Aree protette
Attraverso il Recovery Fund si può migliorare il Capitale naturale del nostro Paese, incrementando le aree marine e terrestri tutelate (il 30% del territorio nazionale), istituendo i parchi e le riserve in attesa di completare l’iter e aumentando le aree sottoposte a tutela integrale (il 10%). Servirà poi dare piena attuazione alla strategia marina per migliorare la tutela dello spazio marino/costiero e per ridurre l’inquinamento del mare; promuovere maggiori investimenti a favore della blue-economy, valorizzando le filiere ittiche sostenibili e plastic-free; puntare su una gestione forestale sostenibile del nostro patrimonio boschivo, incrementando i boschi vetusti, creando santuari di biodiversità vegetale e facendo crescere foreste urbane per rendere le nostre città più vivibili e resilienti al cambiamento climatico.



Turismo sostenibile
Le risorse del Recovery Fund dovranno avere un ruolo strategico nel miglioramento della strutturazione dell’offerta turistica sostenibile attraverso la creazione di una “fabbrica dei nuovi prodotti”, un vero e proprio laboratorio di ricerca e sviluppo del settore turistico, puntando fortemente - tra le altre cose - sul turismo degli itinerari attraverso il quale valorizzare al meglio e tradurre in prodotto turistico la varietà di patrimonio diffuso caratteristica del nostro territorio. Definire le caratteristiche (criteri e confini) per un’etichetta che contraddistingua prodotti turistici "attivi e sostenibili" e procedere a un'adeguata promo-commercializzazione degli stessi. Rilanciare con forza il Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche integrandolo inoltre con quei percorsi che necessitano di poca infrastrutturazione perché insistono su strade a scarsa o nulla intensità di traffico veicolare. Valga a titolo esemplificativo il percorso di animazione e amministrativo sviluppato per la Ciclovia dell'Appennino. Accelerare percorsi di semplificazione normativa che consentano lo sviluppo di traffico cicloturistico su questo tipo di percorsi e lavorare per un'adeguata segnalazione degli stessi.



Lotta all’illegalità ambientale
Si deve operare un’accelerazione da una parte della lotta all’illegalità ambientale e dall’altra delle procedure autorizzative di carattere ambientale per la realizzazione di opere pubbliche, bonifiche dei siti inquinati, impianti per l’economia circolare, e non solo, potenziando e rendendo uniformi su tutto il territorio nazionale le azioni di prevenzione, controllo e repressione delle attività illegali. Per tale ragione è fondamentale rimuovere la clausola di invarianza dei costi per la spesa pubblica prevista nella Legge 132/2016, che ha istituito il Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente, perché la sua applicazione porta inevitabilmente a risorse inadeguate nei controlli ambientali e sanitari. Parallelamente è fondamentale finanziare le attività atte a garantire su tutto il territorio nazionale le prestazioni essenziali delle Arpa per la tutela del diritto a un ambiente sano (Lepta).

Sviluppo della banda ultra-larga
L’emergenza Covid-19 ha fatto emergere con forza un problema cronico dell'Italia: il digital divide​. La disparità nelle possibilità di accesso ai servizi telematici rende impossibile a numerose persone di lavorare in smart working, fare video-lezioni scolastiche o universitarie da casa, partecipare più in generale alla vita sociale, economica e democratica del Paese, mettendo in evidenza disuguaglianze tra territori e persone che rischiano di diventare incolmabili. ​La diffusione della banda ultra-larga su tutto il territorio nazionale è fondamentale per colmare questa lacuna intollerabile​. A tal fine è fondamentale procedere allo sviluppo della banda ultra-larga, con la fibra e non solo, mettendo in campo tutte le precauzioni necessarie per minimizzare l’esposizione ai campi elettromagnetici relativi alla tecnologia 5G, garantendone allo stesso tempo un adeguato sviluppo. A tal fine sarà fondamentale mantenere tassativamente i valori di attenzione cautelativi per i valori di campo elettrico di 6V/m, dato che negli studi sperimentali a questi livelli di inquinamento elettromagnetico non sono stati osservati effetti avversi alla salute; promuovere presso i Comuni l’adozione del regolamento per la localizzazione delle antenne come strumento di pianificazione e minimizzazione delle esposizioni; finanziare una ricerca indipendente, epidemiologica e sperimentale sulle ondemillimetriche del 5G a 26GHz finalizzata ad approfondire i possibili impatti sulla salute.

Green public procurement e finanza etica
Le risorse del Recovery Fund dovranno essere orientate verso la sostenibilità, promuovendo l'applicazione del green procurement in tutte le procedure di acquisto di beni e servizi, come previsto dal Codice degli appalti, favorendo l'utilizzo di strumenti finanziari etici (es. green bond e social impact bond) e più in generale l'adozione di criteri ambientali e sociali nella finanza pubblica e privata, come previsto dai regolamenti europei in materia.

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24/08/2020, 18:17
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TORNA A RISPESCA L’ECOMERCATO DI FESTAMBIENTE: DA OGGI, MARTEDÌ 25 AGOSTO, APERTO AL PUBBLICO IL PUNTO VENDITA SOSTENIBILE DEL FESTIVAL NAZIONALE DI LEGAMBIENTE

Come ogni anno, nella storica sede del festival nazionale di festival nazionale di Legambiente che la scorsa domenica ha calato il sipario sulla sua trentaduesima edizione, apre i battenti il tradizionale ecomercato. Prodotti biologici, ecologici e sostenibili e di qualità ma anche prodotti per la casa e per l’igiene personale, cosmetici, prodotti alimentari, artigianato, magliette e mascherine: son questi solo alcuni degli articoli che da questo pomeriggio alle ore 15.30 sarà possibile acquistare nel punto vendita ormai diventato un appuntamento immancabile del dopo Festambiente. Unica differenza rispetto agli altri anni la location: per rispettare al meglio le normative finalizzate al contenimento del contagio da Covid-19, gli organizzatori hanno fatto sapere che l’ecomercato verrà trasferito nel piazzale in cui, durante il festival, vengono svolte le attività. In questo modo, sarà possibile fare acquisti in totale sicurezza. Obbligo di mascherina, igienizzazione delle mani, distanza fisica e contingentamento degli ingressi nell’area dell’ecomercato saranno ovviamente le parole d’ordine per un’iniziativa all’insegna della solidarietà e della sostenibilità a tutto tondo.

Fare acquisti all’ecomercato significa infatti dare una mano alla solidarietà. I ricavati delle vendite saranno devoluti alla raccolta pubblica di fondi a sostegno del progetto Rugiada e il centro Speranza di Legambiente. Una campagna di solidarietà avviata in Bielorussia a seguito dell’esplosione del quarto reattore della centrale nucleare di Chernobyl e che vede l’associazione del cigno verde in prima linea in un’operazione di solidarietà che ha come obiettivo quello di consentire a chi ancora oggi vive in zone contaminate di poter continuare a guardare al futuro. Il centro Speranza è una struttura interamente autosufficiente dal punto di vista energetico e situata in un luogo incontaminato, per garantire ospitalità per un mese a molti bambini che ancora oggi vivono nelle zone contaminate, consentendo loro di mangiare cibo sano, di sottoporsi a controlli sanitari e di divertirsi all’insegna dell’educazione ambientale. Non solo: Legambiente ha realizzato anche serre localizzate in numerose scuole delle aree più colpite dalle radiazioni nucleari, in cui vengono coltivati cibi sani, dimostrando che invertire la rotta è davvero possibile.

L’ecomercato vi aspetta - a partire da oggi alle 15.30 - tutti i giorni a Rispescia in località Enaoli dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle 15.30 alle 18.30.

Per info: www.festambiente.it – 0564 48771

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25/08/2020, 21:00
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Settembre mese della speleo-avventura alle Grotte di Equi, successo di adesioni.
Per le numerose richieste, prorogata all’11 ottobre la promozione che offre gratuitamente la zipline di 200 metri abbinata alla spelo-avventura.

Equi Terme, 17 settembre 2020 – Comunicato stampa


Cos’è la ‘Speleo-avventura’? Si tratta di un affascinante e avventuroso percorso che consente di esplorare il tratto non aperto al pubblico delle Grotte di Equi, frequentato finora solo dagli speleologi specializzati. È stato realizzato nel 2018 dal Comune di Fivizzano al Geo-Archeo-Adventure Park delle Grotte di Equi e gestito dalla Cooperativa di Comunità AlterEco.

Per avvicinarsi al tratto attrezzato si percorre tutto il tragitto per turisti, addentrandosi poi per 300 metri con l’ausilio di ‘vie ferrate’ e ‘ponti tibetani’ in ambiente buio. I visitatori saranno sempre assicurati ad una ‘linea vita continua’, attrezzati con imbrago e casco con lampada frontale e condotti da guide qualificate.

La ‘Speleo-avventura’ dura circa 2 ore e mezzo ed è accessibile a tutte le persone in normale stato fisico e di salute. È un percorso alternativo ma complementare alle grotte turistiche classiche. Ha riscontrato un interesse crescente negli ultimi due anni per le sue caratteristiche uniche nel panorama italiano, tanto che i numerosi visitatori ‘avventurosi’ sono arrivati da tutta Italia e dell’estero.

AlterEco ha scelto Settembre come il ‘mese della Speleo-Avventura’: Ogni sabato e domenica i visitatori, all’uscita dalla speleo-avventura, hanno potuto approfittare gratuitamente del volo di 200 metri sul torrente sulla Zipline (teleferica con cavo e carrucola).

Visto il ‘sold-out’ di queste settimane e le numerose richieste, la Cooperativa ha deciso di prorogare la promozione fino a domenica 11 ottobre.

Chi vuole approfittare dell’occasione deve prenotare al 338 581 44 82 o segreteria@lunigianasostenibile.it. (tutti i dettagli su www.grottediequi.it). Il percorso costa 30 Euro a persona, mentre la zipline è gratuita. Naturalmente sarà garantito il rispetto dei protocolli per la sicurezza sanitaria.

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18/09/2020, 6:46
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Venerdì 25 settembre nuovo appuntamento con Fridays for future: da Legambiente agricoltura l’appello a sottoscrivere la petizione per salvare la api

Venerdì 25 settembre sarà di nuovo Fridays for future. In tutto il mondo, i giovani attivisti per il clima torneranno nelle piazze e nelle strade per ricordare ai decisori politici che il momento di agire è adesso e che sono più che mai urgenti azioni finalizzate al contenimento delle conseguenze legate all’emergenza e all’adattamento ai cambiamenti attualmente in atto. In questa giornata, chi ha a cuore l’ambiente non dovrà far venire meno il proprio appoggio a Save bees and farmers, una campagna di mobilitazione cruciale per il futuro del nostro Pianeta. Promossa da una coalizione di 90 organizzazioni in 17 paesi europei con una compagine molto ampia che vede la presenza di svariate associazioni con un ruolo attivo anche in Italia, la campagna ha come obiettivo la raccolta di 1 milione di firme allo scopo di chiedere alla commissione Europea di adottare, attraverso provvedimenti normativi, una legislazione più efficace nell’ambito della tutela delle api e degli insetti pronubi, della riduzione dell’80% dell’utilizzo di pesticidi entro il 2030 e della loro totale eliminazione entro il 2035.

“Il modello di agricoltura tradizionale – ha dichiarato Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente – è principalmente votato più alla resa che alla qualità e questa è senza dubbio una delle cause del rapido declino dell’ecosistema. Per questo motivo – ha spiegato Gentili -, serve mobilitarsi con sempre più determinazione allo scopo di favorire un sistema agricolo capace di puntare con forza alla tutela della biodiversità. La campagna ICE per la tutela delle api e degli agricoltori si pone un obiettivo chiaro: eliminare i pesticidi di sintesi entro il 2035. L’iniziativa ruota su tre pilastri fondamentali riassumibili nei concetti di naturalità, ambiente ed economia eco-sostenibile. Quello della naturalità – ha spiegato Gentili – è un obiettivo raggiungibile mediante la riduzione graduale delle sostanze chimiche di sintesi nell’agricoltura europea, fino a raggiungere lo stop totale previsto dall’Ue nel 2035. Ovviamente, al centro di ogni progettualità dovranno essere posti l’ambiente e la sua salvaguardia, ripristinando gli ecosistemi naturali in ambito agricolo e non, in cui le api e gli insetti impollinatori svolgono una funzione preponderante per la conservazione della flora e per il mantenimento della biodiversità. Per quanto riguarda l’economia eco-sostenibile, è fondamentale che agli agricoltori vengano fornite valide ragioni anche di natura economica per aderire alle linee guida di una nuova PAC che non miri a finanziamenti a pioggia che premiano l’agricoltura intensiva e maggiormente inquinante, ma che, al contrario, sostengano l’agroecologia e le azioni volte a tutelare la biodiversità messe in atto dagli agricoltori. L’auspicio – ha spiegato Gentili – è che, a seguito della mobilitazione, la Commissione europea presenti leggi coerenti con gli obiettivi indicati, impegnandosi ad agire allo scopo di salvaguardare gli ecosistemi naturali nelle aree agricole affinché l’agricoltura possa davvero diventare una forza motrice per il recupero della biodiversità. Per questo, chiediamo a tutti, ancora una volta, di sottoscrivere la petizione (www.savebeesandfarmers.eu/ita) e di rendersi parte attiva di questa grande mobilitazione collettiva. L'agricoltura europea - ha concluso Gentili - ha bisogno di azioni forti per sviluppare il potenziale che custodisce. Nelle prossime settimane, il Parlamento europeo approverà la nuova Pac ed è bene sottolineare ancora una volta che sarà fondamentale in tale contesto lavorare per invertire la rotta: niente più denaro pubblico ad un'agricoltura che inquina, consuma acqua in maniera eccessiva, contribuisce alla perdita di biodiversità e all'effetto serra. Dobbiamo invece investire in modo chiaro e senza indugi su un modello basato sull'agroecologia, capace di andare verso gli obiettivi del Green new deal e delle strategie dell’Ue Farm to Fork e Biodiversità.”

L’associazione ambientalista del cigno verde ha le idee chiare: un modo alternativo di fare agricoltura esiste e deve diventare l’unico faro delle politiche agricole nazionali e comunitarie, riducendo fortemente la dipendenza dai prodotti chimici per l’agricoltura allo scopo di rendere il cibo più sano e salvaguardando la ricca diversità delle tradizioni alimentari e agricole del Paese.

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23/09/2020, 13:41
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ITALIA LEADER DEL BIO E DELL’AGROECOLOGIA IN EUROPA, LEGAMBIENTE: PARLAMENTARI SI MOBILITINO PER SBLOCCARE LA LEGGE FERMA AL SENATO E LAVORARE AL QUADRO NORMATIVO

I numeri parlano chiaro: in Italia, superfici, operatori e consumi bio crescono in maniera sempre più evidente, incoronando la nostra Penisola indiscussa leader europea del settore. Tali dati dimostrano ancora una volta come l’agricoltura biologica possa fare da apripista, garantendo sostenibilità ambientale, innovazione e competitività per un nuovo modo di fare made in Italy. Anche SANA, il salone internazionale del biologico che si è tenuto nei giorni scorsi a Bologna, ha confermato il trend, indubbiamente al di sopra delle attese. Alla luce di ciò, Legambiente ricorda con forza ai decisori politici la necessità di approvare subito la legge sul biologico, ancora drammaticamente bloccata al Senato. Nell’opinione dell’associazione ambientalista, solo passando attraverso una regolamentazione legislativa del comparto si avrà la possibilità di puntare concretamente su un settore strategico per l’economia dell’intera Europa.

Stando al rapporto ISMEA e ai dati SINAB (Sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica), l’Italia è leader in Europa con 80 mila operatori e 2 milioni di ettari coltivati, pari al 15,8 % della superficie agricola utilizzabile nazionale. La Penisola si posiziona molto al di sopra della media UE, che nel 2018 si attestava all’8%, e a quella dei principali Paesi produttori come Spagna (10,1%), Germania (9,07%) e Francia (8,06%). Negli ultimi dieci anni, i terreni coltivati con questo metodo sono aumentati di oltre il 75% e i consumi sono più che triplicati. Anche sul piano produttivo è il primo Paese europeo per numero di aziende agricole, segnando un incremento significativo dell’11% del consumo di prodotti bio durante il recente lockdown che ha contribuito in maniera sostanziale ad una crescita sia in termini di valore (+13,6%) che di volume (+13,1%). Rispetto al 2019, i dati ISMEA - NIELSEN evidenziano un dato positivo sia per i prodotti a largo consumo trasformati (in particolare nelle prime settimane dell’emergenza Covid), che per i prodotti freschi sfusi come frutta, ortaggi, ma anche latte e derivati biologici, con una crescita pari al 7,2%. Secondo i dati aggiornati al primo semestre 2020, sono stati infatti superati i 3,3 miliardi di euro, una cifra record destinata ad aumentare, considerando che non include i consumi del canale Horeca, quelli delle mense scolastiche e quelli relativi all’export. In piena pandemia si è verificato un calo delle vendite dei prodotti dell’agroalimentare, registrando allo stesso tempo un dato in controtendenza: il biologico ha continuato a crescere. Ciò dimostra ancora una volta l’inclinazione dei consumatori ad acquistare sempre più sostenibile, salubre e sicuro. Per quanto concerne i consumi domestici, nel 2020 il 90% degli italiani ha acquistato più di tre volte un prodotto dell’agroalimentare biologico (+1,4% rispetto al 2019). Valore che sale al 97% se si considerano le famiglie che lo hanno fatto almeno una volta. A crescere sono anche le superfici e gli operatori. Da ciò si deduce che il settore biologico è un asse fondamentale attraverso il quale favorire l’innalzamento dell’asticella dell’agricoltura integrata, l’innovazione tecnologica dell’intero comparto, le filiere agricole made in Italy e l’agroecologia.

“L’Italia – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - vede nell’agricoltura e nell’agroalimentare gran parte della sua forza e del suo prestigio internazionali. Per tale ragione, deve essere in grado di sostenere questa sfida epocale, investendo nel biologico made in Italy e utilizzando le risorse del Recovery plan e della PAC per far decollare il Green Deal e rispondere con determinazione e chiarezza alla necessità di contrastare la crisi climatica. Per cogliere al meglio tutte le opportunità del biologico - ha concluso Ciafani - occorre che il Parlamento e i decisori politici si mobilitino per completare l’iter normativo di riferimento sul biologico, facendo approvare senza indugi la legge bloccata al Senato. Il testo prevede un tavolo tecnico, un piano di azione nazionale, un fondo per lo sviluppo dell’agricoltura biologica, specifici percorsi formativi e di ricerca, la nascita dei distretti biologici per coinvolgere ancor di più i territori: non possiamo più attendere. Questo dispositivo è cruciale per la transizione ecologica e determinante sia per la salute dei cittadini che per la salvaguardia degli ecosistemi e la competitività dell’economia.”

“Le strategie Farm to fork e Biodiversità - spiega Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente - mirano a triplicare entro il 2020 le superfici bio e a ridurre del 50% l’uso dei pesticidi. Alla luce di ciò, ci auguriamo che attraverso la PAC che verrà approvata nei prossimi giorni non venga siglato un accordo al ribasso, favorendo il modello intensivo datato e non in linea con quanto previsto dal Green Deal. La coalizione Cambiamo Agricoltura, di cui come associazione facciamo parte, ha ben evidenziato che nella PAC in via di approvazione il ruolo dell’agroecologia dovrà essere cruciale. Il biologico rappresenta la buona agricoltura, quella capace di diminuire l’utilizzo di acqua, di contrastare la diminuzione di fertilità del suolo, di rispettare i cicli naturali e la biodiversità, di rispettare il benessere animale e ridurre i carichi emissivi, assicurando cibo sano per i consumatori. In questa ottica, come sistema Paese serve investire in azioni finalizzate allo sviluppo di questo comparto - ha concluso Gentili - per trainare l’intero sistema agroalimentare verso uno scenario che guardi veramente alla sostenibilità ambientale, alla salubrità dei prodotti, all’innovazione tecnologica e alla competitività nell’ambito dei mercati come cardini di un nuovo sviluppo, raccogliendo la sfida lanciata dall’Europa e divenendo a tutti gli effetti il Paese leader dell’agroecologia e del biologico.”

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19/10/2020, 18:22
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#CAMBIAMOAGRICOLTURA: DECISIVO PER LA RIFORMA DELLA PAC IL VOTO DEL PARLAMENTO UE

Dopo la posizione molto deludente espressa nel Consiglio AgriFish di ieri dalla Ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, appello della Coalizione Cambiamo Agricoltura ai Parlamentari italiani per un voto responsabile e lungimirante coerente con il Green Deal europeo: la riforma della PAC rischia di essere liquidata con il voto del maxi-emendamento frutto dell’accordo tra i gruppi politici EPP-Renew-S&D che renderebbe impossibile la discussione e il voto su altri emendamenti, azzerando l’ambizione ambientale della nuova PAC



L’Italia ha assunto ieri nella riunione del Consiglio europeo AgriFish una posizione arretrata, ostile al cambiamento dei modelli produttivi della nostra agricoltura ed avversa ad una seria conversione ecologica coerente con gli obiettivi delle Strategie UE “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030” e ieri sera a sorpresa è arrivata la decisione del Presidente del Parlamento UE, David Sassoli, di anticipare ad oggi pomeriggio il voto sul maxi emendamento frutto dell’accordo tra i tre maggiori gruppi politici EPP-Renew-S&D, voto che renderebbe impossibile, in base al regolamento del Parlamento UE, la discussione e il voto degli altri emendamenti presentati. Il maxi-emendamento concordato dai gruppi politici EPP-Renew-S&D è contestato dalle associazioni per l'agricoltura biologica e biodinamica, dagli ambientalisti e da tutti coloro che hanno realmente a cuore la sostenibilità dell'agricoltura europea. Sarebbe una vera “ecotruffa” che umilia la democrazia parlamentare facendo prevalere un accordo politico condizionato dalle grandi lobby dell’agricoltura industriale e dalle corporazioni agricole che si oppongono al cambiamento: un colpo di spugna che azzera ogni ambizione climatico-ambientale dalla proposta di regolamento PAC, minacciando la credibilità dell’intero pacchetto del Green Deal voluto dalla Commissione a guida Von Der Leyen,. “Se prevarrà questa linea nel voto parlamentare, non avremo alternative ad una opposizione frontale alla PAC, una politica europea profondamente sbagliata ed evidentemente non più riformabile, che distrae risorse di consumatori e contribuenti per sussidiare un’agricoltura e una zootecnia aggressive verso la biodiversità, la conservazione delle risorse naturali e il clima, oltre che indifferente alla grande platea di piccoli coltivatori delle aree interne. Non siamo soli in questa posizione, si tratta di un pensiero sottoscritto da vastissimi settori della ricerca scientifica, che hanno già avuto modo di esprimersi attraverso un appello sottoscritto da ben 3600 personalità europee” dichiarano congiuntamente le oltre 70 Associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica, rappresentate in Italia dalla Coalizione #CambiamoAgricoltura, che hanno rivolto un accorato appello ai Parlamentari italiani presenti nel Parlamento Europeo per bocciare il maxi-emendamento e poter discutere e votare nei prossimi giorni tutti gli emendamenti presentati, al momento neppure tradotti nelle diverse lingue dei Paesi dell’Unione.

Quello di oggi pomeriggio, a partire dalle 14.30, sarà pertanto un voto decisivo per le sorti della riforma della PAC post 2020 perché quanto sarà approvato dal Parlamento UE peserà molto sul negoziato del “Trilogo UE” (Commissione, Consiglio e Parlamento) che avrà inizio nelle settimane successive al voto per concludersi entro la primavera del 2021.

Per questo la Coalizione #CambiamoAgricoltura ha inviato a tutti i Parlamentari europei eletti in Italia una lettera – appello per chiedere un voto responsabile e lungimirante per una vera riforma della PAC coerente con gli obiettivi del Green Deal europeo.

I parlamentari europei con il loro voto sulla riforma della PAC possono dimostrare che le Strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030” non sono solo dichiarazioni di buone intenzioni ma esprimono la volontà politica di una concreta transizione ecologica della nostra agricoltura, coerente con il Green Deal.

Per questo sono significativi gli emendamenti che la Commissione Ambiente ripropone per la plenaria affinché l'agricoltura biologica e agro-ecologica siano inseriti come obiettivo strategico in entrambi i pilastri della PAC e gli Stati membri inseriscano nei loro piani strategici un'analisi del settore bio con l'individuazione dell’obiettivo nazionale di aumento delle superfici agricole in gestione biologica per il concreto raggiungimento degli obiettivi delle due strategie europee “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”.

Questo cambiamento lo stanno chiedendo a gran voce i cittadini europei e italiani, come testimoniano i numerosi messaggi vocali raccolti dalla Coalizione #CambiamoAgricoltura e inoltrati a tutti i parlamentari europei. Una rassegna dei messaggi possono essere ascoltati a questo link: https://soundcloud.com/user-2909710-479604273

La grave Pandemia che stiamo affrontando non deve distoglierci dal perseguire gli obiettivi del Green Deal, ma anzi deve rafforzare l'impegno per un'agricoltura e un mondo sani e resilienti. Per tutto questo il voto del Parlamento europeo sarà ancora più decisivo e la Coalizione #CambiamoAgricoltura seguirà con attenzione tutta la discussione ed il voto parlamentare che ne seguirà, commentando sui social network le posizioni assunte dai diversi gruppi politici e singoli parlamentari.

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20/10/2020, 13:25
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Apo Conerpo e Legambiente presentano l’eco-rapporto sulle politiche ambientali 2020: riduzione significativa delle molecole chimiche di sintesi, più di 400.000 tonnellate di CO2 sequestrate dai frutteti, riduzione dell’utilizzo di acqua del 30%, riutilizzo di 4.000 tonnellate di ortofrutticoli non destinati alla commercializzazione

Dal contrasto alle emissioni attraverso i frutteti intelligenti alla riduzione della risorsa idrica passando da economia circolare, sperimentazioni agronomiche innovative, valorizzazione della biodiversità e politiche commerciali sostenibili: questi i principali focus delle politiche ambientali di Apo Conerpo

Presentato questa mattina in diretta streaming sulla pagina Facebook di Legambiente Agricoltura e sul sito agricoltura.legambiente.it l’eco-rapporto delle politiche ambientali di Apo Conerpo, la più grande organizzazione di produttori ortofrutticoli d’Italia e d’Europa, che segna un importante punto di svolta per l’intero settore nell’ambito delle azioni finalizzate al contrasto alla crisi climatica. Più di 400.000 tonnellate di CO2 sequestrate dai frutteti; assistenza tecnica finalizzata a proteggere le colture e a ridurre l’impatto dei trattamenti di sintesi mediante l’utilizzo di principi attivi a bassa tossicità e di attrezzature di distribuzione che riducono la dispersione nell’ambiente; sviluppo dell’agricoltura integrata con relativo innalzamento dell’asticella rispetto agli impatti negativi sugli ecosistemi e sulla salute umana; potenziamento dell’agricoltura biologica; risparmio idrico attraverso sistemi di irrigazione a bassa pressione che, oltre a consentire una diminuzione dell’utilizzo della risorsa del 30%, riduce fino al 70% anche la quantità di energia necessaria per distribuirla; approvvigionamento energetico di gran parte degli edifici del gruppo Apo Conerpo attraverso pannelli fotovoltaici, riducendo i consumi di energia elettrica di almeno il 30%; presenza di un biodigestore nella zona del ravennate; realizzazione di percorsi per ridurre la quantità di rifiuti, incentivarne il riciclo e realizzare modelli di packaging sostenibile; riutilizzo di circa 4.000 tonnellate all’anno di ortofrutta non destinabile alla vendita perché non conforme alle norme di commercializzazione o a causa di un surplus produttivo destinandolo all’industria di trasformazione, a canali di sostegno alla fascia debole della popolazione attraverso sistemi di distribuzione gratuita o alla produzione di compost; attività di ricerca e sperimentazione agronomica: sono questi i numeri presentati da Apo Conerpo che riunisce oltre 6.000 produttori ortofrutticoli con 51 cooperative associate, più di 30.000 ettari coltivati, oltre 1.000.000 di tonnellate di frutta e verdura commercializzate ogni anno, 91 strutture di lavorazione, 190 tecnici impegnati quotidianamente in sperimentazioni, assistenza e controlli di qualità su prodotti e sistemi di lavorazione.

Nella piena e completa consapevolezza che il settore agricolo, in particolare quello ortofrutticolo, è fortemente condizionato dalla crisi climatica in atto e dalle ripercussioni di questi sull’ambiente e sulle colture, Apo Conerpo ha dato seguito ad una collaborazione di sistema con l’associazione ambientalista italiana del cigno verde, ponendosi come obiettivo uno sviluppo finalizzato all’incentivazione della sostenibilità ambientale dell’intera filiera. Al centro dell’eco-rapporto anche una forte diminuzione dell’utilizzo della chimica, un decremento progressivo di gas clima-alteranti di cui l’agricoltura è in parte responsabile, una rinnovata attenzione alla tutela dei beni comuni come il paesaggio, la fertilità dei suoli, le risorse idriche e la biodiversità.

“L’attenzione all’ambiente e al tema della sostenibilità, ambientale ma anche economica, fa parte del DNA di Apo Conerpo – ha dichiarato il presidente della OP, Davide Vernocchi -: da decenni i nostri soci operano ponendo grande attenzione alla riduzione dell’utilizzo della chimica in campo e all’uso razionale delle risorse naturali, a partire da acqua ed energia. Questo eco-rapporto rappresenta un primo, importante, passo per tracciare i contorni di un impegno quotidiano, ampio nella sua estensione e vario nelle diverse forme di espressione e un modo concreto per “aprire le porte” di Apo Conerpo al pubblico e permettere ai cittadini-consumatori di avere una panoramica delle attività agro-ambientali più significative e tangibili che vengono svolte dalla nostra OP, dalle nostre filiali e da tutte le cooperative socie. I primi ambientalisti e i primi consumatori sono proprio i nostri soci, sono le donne e gli uomini quotidianamente impegnati in campo a difesa della natura che rappresenta il loro luogo di lavoro, della biodiversità, del rapporto uomo e ambiente, di un modello consapevole di produzione e consumo. Ringrazio Legambiente perché ci ha offerto l’opportunità di essere misurati su temi che consideriamo cruciali per il nostro operare quotidiano”.

“Come Legambiente - ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale dell’associazione ambientalista - consideriamo strategica la collaborazione con le organizzazioni dei produttori del nostro Paese e, in particolare, siamo ben lieti di collaborare con Apo Conerpo. Il serrato confronto di questi anni ci ha permesso di conoscere la loro realtà, i loro problemi e il loro straordinario impegno per una agricoltura produttiva sì, ma anche attenta alla sostenibilità agroambientale ed etica delle produzioni. I produttori di Apo Conerpo, occupandosi delle diverse filiere, costituiscono un valido strumento di contrasto alla battaglia contro i cambiamenti climatici, che può essere vinta solo attraverso lo sviluppo e l’adozione di strategie capaci di porre al centro la sostenibilità ambientale ed ecologica delle produzioni. Nel corso del ‘900 - ha proseguito Ciafani - l’eccessivo utilizzo della chimica come unica fonte di protezione da attacchi dei nocivi e come fattore in grado di incrementare le rese o gestire i cicli colturali, ha generato una gravissima perdita di biodiversità e ridotto la fertilità dei terreni, talvolta conducendo i medesimi in uno stato di vera e propria desertificazione. Serve invertire la rotta e la collaborazione con una realtà come Apo Conerpo è fondamentale e ci consente di essere ancora una volta tramite tra le esigenze del mondo agricolo, che sappiamo pieno di sfide, e le richieste di un consumatore sempre più attento e informato. A questo scopo, continueremo a sollecitare questa importante op al fine di ridurre ulteriormente gli impatti sull’ambiente attraverso una serie di buone pratiche virtuose, nel rispetto della tradizione agricola e con il supporto dell’innovazione. Quella dell’agroecologia è una sfida ineludibile e necessita dell’impegno significativo di tutti gli attori della filiera, ma anche della collaborazione di tutto il mondo della ricerca e delle istituzioni, per far sì che la riduzione degli impatti idrici, energetici e chimici diventi il principale obiettivo verso cui tendere.”

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10/12/2020, 16:16
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NUOVO TRAGUARDO IN CHIAVE COVID PER "A SCUOLA CON LA DOP", IL PROGETTO REALIZZATO DA LEGAMBIENTE IN COLLABORAZIONE CON IL CONSORZIO TUTELA PECORINO TOSCANO DOP: 200 GLI STUDENTI COINVOLTI TRA PRIMARIE E SECONDARIE DI PRIMO GRADO

Si è concluso oggi, con la conferenza stampa in diretta Facebook sulla pagina “Legambiente Il Girasole – Centro nazionale sviluppo sostenibile”, il progetto “A scuola con la DOP”, un percorso di educazione alimentare e valorizzazione della DOP Pecorino Toscano realizzato da Legambiente in collaborazione con il Consorzio Tutela Pecorino Toscano DOP. Sono 200 gli studenti di scuole primarie e secondarie di primo grado della provincia di Grosseto che nell’anno scolastico in corso, messo a dura prova dall'emergenza Covid-19, hanno potuto prendere parte a tale preziosa esperienza formativa. Questi i numeri di una delle ormai storiche azioni del presidio grossetano del cigno verde che taglia l’ennesimo traguardo con la consapevolezza di aver contaminato positivamente studentesse e studenti. I giovani, come previsto dal progetto, rivisitato in modalità virtuale, hanno svolto attività didattiche relative al tema della sana alimentazione e hanno avuto la possibilità di acquisire una maggiore consapevolezza alimentare rispetto al marchio DOP. Non solo: grazie al percorso svolto e ai materiali video forniti, realizzati da Legambiente, hanno anche conosciuto più nel dettaglio il Pecorino Toscano e il prezioso lavoro che si nasconde dietro questo importante prodotto a marchio DOP che caratterizza il nostro territorio.

“Tornare nuovamente tra i banchi di scuola, seppure in maniera virtuale, con un progetto di educazione alimentare come ‘A scuola con la DOP’ – ha spiegato Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente – è per la nostra associazione una tappa irrinunciabile. La sana alimentazione e la valorizzazione del legame con il territorio deve essere per tutte e tutti una priorità, a partire dai più piccoli. Questo – ha continuato Gentili – rappresenta per noi un’azione strategica finalizzata a rafforzare il legame tra i giovani e il territorio, ma anche per promuovere le eccellenze di cui la nostra Toscana è culla. Educare i giovani alla sana alimentazione e spiegare l’importanza del marchio DOP consente loro di acquisire sempre più consapevolezza anche sui temi ambientali. A nome dell’associazione che rappresento, ringrazio il Consorzio Tutela Pecorino Toscano DOP che anche quest’anno ha preso parte al percorso progettuale.”

Il direttore del Consorzio Tutela Pecorino Toscano DOP Andrea Righini, che ha ringraziato Legambiente, i ragazzi delle scuole che hanno partecipato al progetto e i loro docenti e dirigenti per avere accolto, ancora una volta, il Pecorino Toscano a scuola, si è espresso così: “È stato un anno difficile sotto tutti i punti di vista e, sicuramente, ideare e realizzare un progetto del genere con tutte le limitazioni del caso ha comportato una rivoluzione totale di quanto fatto in passato, basato proprio sul contatto tra i formatori e gli studenti, sul maneggiare il Pecorino Toscano in classe, sull’andare a visitare i caseifici dove si produce. Ma Legambiente è stata in grado di ripensare il progetto in modo altamente educativo e non banale”.

Alla conferenza stampa di presentazione dei risultati finali del progetto e degli elaborati realizzati dagli studenti erano presenti per Legambiente: Angelo Gentili, segreteria nazionale; Angela Picciau e Melania Farnese, responsabili attività didattica; Federica Ferrara, coordinatrice del progetto. Hanno partecipato inoltre: Andrea Righini, direttore del Consorzio Tutela Pecorino Toscano DOP; e una rappresentanza del corpo docenti.

Durante l’evento online, è stato presentato il kit didattico multimediale fornito ai docenti e il DOP Kit Junior, un elaborato attraverso il quale si racconta la storia del formaggio Pecorino Toscano DOP e la sua filiera di produzione. In tale elaborato, disponibile online sul sito www.legambienteilgirasole.it, è possibile scoprire cosa è una DOP, come si produce il Pecorino Toscano DOP e quali sono le sue principali caratteristiche. Non solo: con il DOP Kit Junior i ragazzi avranno la possibilità di cimentarsi in numerose sperimentazioni attraverso schede didattiche, giochi e numerosi altri contenuti tutti da scoprire per imparare divertendosi. Tutti i ragazzi hanno inoltre ricevuto in omaggio la EcoPostcard: una simpatica cartolina ecologica contenente una ricetta a base di Pecorino Toscano DOP e tanti semi di peperoncino da piantare.

Il progetto è realizzato con il cofinanziamento FEASR del PSR 2014/2020 della Regione Toscana sottomisura 3.2.

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26/05/2021, 19:08
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TORNA LA RASSEGNA DEGUSTAZIONE DEI VINI DEI PARCHI E DELLE AREE PROTETTE ORGANIZZATA DA LEGAMBIENTE IN COLLABORAZIONE CON FEDERPARCHI: ECCO COME PARTECIPARE

A Rispescia (Gr), nel cuore della Maremma toscana, torna l’appuntamento con la terza edizione della Rassegna-degustazione nazionale dedicata ai vini dei parchi e delle aree protette organizzata da Legambiente in collaborazione con Federparchi. Legambiente considera da sempre la crescita delle aree protette come un obiettivo fondamentale per il nostro Paese. Le aree protette rappresentano, per l’associazione, la risposta organizzativa e istituzionale più adeguata per proteggere paesaggi ed ecosistemi delicati e ricchi di biodiversità di cui l’Italia è custode e sono, al contempo, uno strumento formidabile di sviluppo locale equilibrato e sostenibile in settori importanti per l’economia del Paese, come la bio-economia, il turismo, la gestione dei beni culturali e la manutenzione del territorio. Promuovere una rassegna come quella dei vini dei parchi ha appunto questo scopo: valorizzare le aree protette e le loro peculiarità con una particolare attenzione alle identità territoriali.

La rassegna anche quest’anno vedrà protagonisti tutti coloro che decideranno di far conoscere il proprio prodotto al grande pubblico. Una commissione appositamente costituita, composta da docenti del D.I.S.A.A.A. dell’Università di Pisa, enologi e sommelier professionisti selezionerà, in degustazione cieca, i vini pervenuti nelle categorie: vini bianchi, vini rossi, vini dolci. La rassegna avrà il suo focus in occasione di “Parchi a Tavola”, la rassegna nazionale dei prodotti tipici dei Parchi che verrà organizzata in occasione della trentatreesima edizione di Festambiente che si terrà dal 18 al 22 agosto 2021, durante la quale verranno premiati i migliori vini per categoria.

“Siamo molto lieti di promuovere questa iniziativa per raccontare, attraverso le eccellenze vitivinicole, le peculiarità e le caratteristiche dei parchi e delle aree protette di tutto il territorio nazionale. L’invito a partecipare – ha dichiarato Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente – è rivolto a tutti i produttori che, con impegno e dedizione, lavorano per mettere in bottiglia vini di qualità, rispettando l’ambiente e valorizzando i territori. Partecipare alla rassegna organizzata da Legambiente rappresenta una vetrina importante per consentire alle produzioni realizzate in aree protette di essere valorizzate e ancor di più conosciute e riconosciute.”

Per partecipare, telefonare allo 0564 48771 o scrivere una mail a info@festambiente.it. Il termine ultimo per l’invio dei campioni è fissato entro e non oltre il 18 giugno 2021, pena esclusione dalla rassegna.

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31/05/2021, 20:07
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INIZIATA OGGI FESTAMBIENTE: INAUGURAZIONE ALL’INSEGNA DELLA SICUREZZA SANITARIA E DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA CON IL MINISTRO GIOVANNINI



Grande inizio per Festambiente, la manifestazione nazionale di Legambiente che, come da tradizione, ha acceso i riflettori sulla sostenibilità nel cuore della Maremma, a Rispescia (Gr). È iniziata oggi, alla presenza deL Ministro Cingolani la cinque giorni green che vedrà passare dalla Toscana istituzioni, politica, rappresentanti del terzo settore, dell’associazionismo, della società civile e delle imprese, per dare forma, tutte e tutti insieme, al grande dibattito pubblico all’insegna del green a cui l’associazione del cigno verde da trentatré anni ci ha abituati. Fino a domenica 22 agosto, sotto il cielo della Maremma si parlerà di transizione ecologica, declinata in ogni sua accezione. Oltre ai Ministri e al quartier generale legambientino, all’inaugurazione anche Leonardo Marras, assessore al turismo della Regione Toscana; Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto; Giampiero Sammuri, presidente Federparchi; Lucia Venturi, presidente Parco regionale della Maremma; Francesco Carri, presidente Banca Tema; Federico Dossena, direttore generale Ecopneus; Alessandro Bratti, direttore generale ISPRA. A coordinare la cerimonia di apertura Filippo Solibello, nota voce di RaiRadio2. Contingentata nei numeri, la prima giornata di Festambiente si è dimostrata ancora una volta all’altezza della complessa emergenza sanitaria con cui, per il secondo anno, si è trovata a fare i conti. L’ingresso con green pass non ha fermato le partecipanti e i partecipanti, consentendo agli organizzatori di essere ancora una volta pionieri di un nuovo modo di fare eventi sostenibili e sicuri sotto il profilo sanitario.

“Ringrazio Festambiente – ha dichiarato Enrico Giovannini, Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili - per esserci e per le puntuali sollecitazioni sottoposte all’attenzione del governo. Il Presidente Draghi ha messo al centro dell’agenda lo sviluppo sostenibile. Adesso, serve ragionare non solo in ottica di PNRR ma ragionando in funzione di una strategia condivisa con i territori. Questa manifestazione è un'occasione per fermarsi, riflettere e capire. Serve connettere il tema della transizione a quello della conversione, come indica Papa Francesco. Abbiamo bisogno di un cambiamento profondo. La grande difficoltà non è solo quella di fare politiche che vadano in questa direzione ma aiutare tutte e tutti a convertirsi. A questo scopo – ha aggiunto Giovannini - l'azione di Legambiente rappresenta un ottimo esempio. Dobbiamo fare attenzione a non arrivare sempre troppo tardi. Non è vero che le infrastrutture sono insostenibili, a patto che si prendano decisioni in prospettiva. In tale ambito, il coinvolgimento delle comunità locali è fondamentale e ineludibile. I prossimi anni – ha concluso Giovannini – sono quelli in cui o riusciremo a cambiare direzione o ci condanneremo alla rincorsa perpetua.”

“Siamo arrivati alla trentatreesima edizione di Festambiente – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -, saranno cinque giorni in cui la nostra associazione si confronterà con il governo, con gli enti locali, con imprese, per parlare di quella transizione ecologica che noi predichiamo da più di quarant’anni e che finalmente si sta praticando. Deve essere una transizione giusta, davvero verde, davvero sostenibile, davvero solidale, senza prendere scorciatoie.”

Inizio in grande stile anche per tutte le altre aree del festival, tra conferme e new entry. Francesco Bianconi, tra la altre cose frontman dei Baustelle, con il suo “Atlante delle case maledette” ha letteralmente stregato i partecipanti, tra mondi sospesi nel passato e un futuro da immaginare. Partecipatissimo anche lo spazio dedicato alla realtà virtuale con “Segnale d’allarme” di e con Elio Germano. Inaugurato poi il Clorofilla Film Festival con il reading “Aprire il fuoco a pezzi” e con i corti “Troia-ne”, “Melina”, “Roccastrada 1921, un Paese a ferro e fuoco”. Le aree per i bambini si sono confermate una delle più grandi attrazioni della manifestazione, la scelta di raddoppiare gli intrattenimenti musicali e di prevedere un dj set si è dimostrata vincente. I Quartiere Coffee, “I sette peccati capitali”, Cris dj sono stati corollario perfetto di un evento che non poteva assolutamente mancare in questa fine di estate italiana.

Domani, nuovo appuntamento con Festambiente, al centro l’ambiente, il lavoro e la legalità con il ministro del lavoro, Andrea Orlando, e Luigi Ciotti, presidente di Libera.


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18/08/2021, 23:13
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