Laguna di Orbetello, le proposte di Fedagripesca Toscana per salvare l'ambiente lagunare e la comunità dei pescatori Dalla bonifica dell'acqua al monitoraggio degli ecosistemi. ll vicepresidente Bartoli dopo il via libera in Senato alla nascita del Parco ambientale della Laguna di Orbetello: “Servono interventi urgenti e strutturali” Grosseto, 24 gennaio 2025 - “Se non si interviene in modo deciso e tempestivo, l’intera area rischia di perdere non solo il suo valore ambientale, ma anche la sua funzionalità economica, con ricadute pesanti per l’intero settore della pesca e dell’acquacoltura della regione”. Lo afferma Andrea Bartoli, vicepresidente di Fedagripesca Toscana, dopo l'approvazione in Senato del Parco naturale per la Laguna di Orbetello, area che ormai da oltre un decennio è afflitta da gravi problematiche legate alla qualità delle acque, in particolare all’anossia e all'accumulo di sedimenti, che stanno compromettendo irreparabilmente l'ecosistema locale e le attività economiche ad esso collegate. La Laguna di Orbetello, un tempo fiorente ecosistema acquatico e una risorsa fondamentale per la pesca e l’acquacoltura, oggi è diventata un ambiente fortemente degradato. L'elevato riscaldamento delle acque, l’accumulo di alghe e detriti stanno portando l’ecosistema verso un punto di non ritorno.
Fedagripesca Toscana propone un pacchetto di interventi urgenti e strutturali per invertire la rotta e restituire alla Laguna di Orbetello la sua capacità di auto-rigenerarsi e di ospitare un ecosistema equilibrato:
1. Bonifica delle acque e gestione dei sedimenti Gli interventi di bonifica e gestione devono diventare una priorità. È necessario rimuovere i sedimenti in eccesso ed intervenire sulle fonti di inquinamento, solo così si potrà iniziare con un vero ripristino ambientale
2. Raccolta e gestione delle alghe E' necessario un incisivo piano di raccolta che preveda l'attivazione di una gestione preventiva del fenomeno. Le attività di raccolta e smaltimento delle alghe devono essere effettuate in maniera continuativa, secondo un cronoprogramma definito, al fine di anticipare la problematica e non trovarsi nei mesi estivi a gestire una situazione di emergenza.
3. Monitoraggio e gestione sanitaria degli ecosistemi acquatici È essenziale implementare un piano di monitoraggio continuo della qualità delle acque e delle condizioni sanitarie della laguna, per prevenire morie di pesci e per rilevare tempestivamente la presenza di batteri o altri patogeni che possano compromettere ulteriormente l’ecosistema.
4. Piano di sviluppo e valorizzazione ecoturistica Al di là degli interventi di recupero ecologico, è necessario ripensare il futuro della laguna in termini di sviluppo sostenibile. Un piano di valorizzazione ecoturistica, che promuova la laguna come risorsa ambientale e punto di riferimento per l'educazione alla sostenibilità, potrebbe rappresentare una risorsa aggiuntiva per l'economia locale, creando nuovi posti di lavoro e promuovendo la cultura del rispetto per l’ambiente.
Fedagripesca Toscana è pronta a collaborare con le autorità locali, regionali e con gli enti preposti alla tutela ambientale, affinché venga avviato un progetto di recupero della Laguna di Orbetello che metta al centro la salvaguardia dell'ambiente e delle tradizioni locali legate al mondo della pesca professionale con un approccio integrato che valorizzi la sostenibilità a lungo termine.
Le esperienze, le competenze tecniche e scientifiche del mondo della pesca e dell'acquacoltura sono un elemento fondamentale per la definizione e l'attivazione degli interventi necessari. Riteniamo che sia indispensabile, per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica , la partecipazione attiva delle realtà economiche che operano nella Laguna.
“Con l’adozione di queste misure urgenti e di ampio respiro, è ancora possibile salvare la Laguna di Orbetello e restituirle il suo storico ruolo di risorsa ecologica ed economica per la comunità. Non possiamo permetterci di fallire” conclude Andrea Bartoli.
Grevepesa, Fedagripesca Toscana: “Con accordo con Colli Fiorentini salvi posti di lavoro e tutelato marchio” La cantina di San Casciano in affitto per un anno a Valvirginio. Baragli: “Il primo obiettivo è consolidare il fatturato e le esportazioni verso l'Europa e le Americhe”
San Casciano, 13 febbraio 2025. “E’ un’operazione che consente di salvare 15 posti di lavoro e tutelare un’impresa e un marchio come quelli dei Castelli del Grevepesa riconosciuti a livello nazionale e internazionale”.
Così Fedagripesca Toscana, la federazione di Confcooperative regionale che si occupa di agricoltura e pesca, commenta l’accordo che ha portato la Cantina sociale Colli Fiorentini – Valvirginio a siglare un contratto annuale di affitto della Cantina Castelli del Grevepesa.
“La Cantina Sociale Colli Fiorentini, una delle più grandi cooperative vitivinicole della Toscana, è intervenuta con determinazione per sostenere un'altra importante realtà cooperativa del territorio – spiegano da Fedagripesca Toscana -. Con questo contratto di affitto, si perseguono tre obiettivi fondamentali: la tutela del marchio Castelli del Grevepesa, la stabilità di un sito produttivo di rilevanza strategica per tutta la Toscana e la salvaguardia dell'occupazione”.
“Da oltre tre anni esiste una proficua collaborazione tra le nostre cantine: i soci di Castelli del Grevepesa conferiscono a noi le proprie uve – spiega il presidente della Cantina sociale Colli Fiorentini Ritano Baragli – noi a nostra volta restituiamo a loro il vino prodotto. Con questo accordo facciamo un passo ulteriore. Nel breve termine, l'obiettivo è consolidare il fatturato e le esportazioni verso l'Europa e le Americhe. Nel medio periodo, si valuta la possibilità di partecipare alla gara per acquisire la Cantina Sociale Castelli del Grevepesa nell'ambito della procedura di liquidazione in corso”.
“L’auspicio – conclude Baragli – è che le istituzioni locali ci sostengano attivamente, perché ciò che stiamo tutelando non è un bene né soltanto della cooperazione o del Chianti ma di tutta la Toscana”.
Grevepesa, Fedagripesca Toscana: “Con accordo con Colli Fiorentini salvi posti di lavoro e tutelato marchio” La cantina di San Casciano in affitto di 4 mesi prorogabile fino a un anno a Valvirginio. Baragli: “Il primo obiettivo è consolidare il fatturato e le esportazioni verso l'Europa e le Americhe”
San Casciano, 13 febbraio 2025. “E’ un’operazione che consente di salvare 15 posti di lavoro e tutelare un’impresa e un marchio come quelli dei Castelli del Grevepesa riconosciuti a livello nazionale e internazionale”.
Così Fedagripesca Toscana, la federazione di Confcooperative regionale che si occupa di agricoltura e pesca, commenta l’accordo che ha portato la Cantina sociale Colli Fiorentini – Valvirginio a siglare un contratto di affitto di 4 mesi, prorogabile fino a un anno, della Cantina Castelli del Grevepesa.
“La Cantina Sociale Colli Fiorentini, una delle più grandi cooperative vitivinicole della Toscana, è intervenuta con determinazione per sostenere un'altra importante realtà cooperativa del territorio – spiegano da Fedagripesca Toscana -. Con questo contratto di affitto, si perseguono tre obiettivi fondamentali: la tutela del marchio Castelli del Grevepesa, la stabilità di un sito produttivo di rilevanza strategica per tutta la Toscana e la salvaguardia dell'occupazione”.
“Da oltre tre anni esiste una proficua collaborazione tra le nostre cantine: i soci di Castelli del Grevepesa conferiscono a noi le proprie uve – spiega il presidente della Cantina sociale Colli Fiorentini Ritano Baragli – noi a nostra volta restituiamo a loro il vino prodotto. Con questo accordo facciamo un passo ulteriore. Nel breve termine, l'obiettivo è consolidare il fatturato e le esportazioni verso l'Europa e le Americhe. Nel medio periodo, si valuta la possibilità di partecipare alla gara per acquisire la Cantina Sociale Castelli del Grevepesa nell'ambito della procedura di liquidazione in corso”.
“L’auspicio – conclude Baragli – è che le istituzioni locali ci sostengano attivamente, perché ciò che stiamo tutelando non è un bene né soltanto della cooperazione o del Chianti ma di tutta la Toscana”.
Lupi, Fedagripesca Toscana: "Situazione fuori controllo, servono misure urgenti" Il vicepresidente Baragli e l’ultimo attacco a Firenzuola con 26 pecore sbranate: "Il lupo non è più relegato alle aree boschive, ora lo troviamo ovunque"
Firenze, 11 marzo 2025. "Il lupo sta colonizzando aree non tradizionalmente sue, avvicinandosi sempre più alle zone abitate e alle attività umane. Servono misure drastiche e urgenti per contenerlo”.
A dirlo è Ritano Baragli, vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana, dopo l’ultimo di una lunga serie di attacchi di lupi in Toscana, avvenuto nei giorni scorsi a Firenzuola.
"Un allevatore si è visto decimare il gregge in pochi giorni – ricorda Baragli - con 26 pecore uccise dai lupi. Questo non è un episodio isolato, ma una realtà che colpisce con sempre maggiore frequenza gli allevamenti toscani”.
"Fino a pochi anni fa – ricorda il vicepresidente di Fedagripesca Toscana - era raro avvistare il lupo, mentre oggi lo troviamo lungo le strade, nelle pianure e in zone non boscate, creando una situazione fuori controllo. Quando un predatore si espande senza controllo e altera il fragile equilibrio tra uomo, fauna e territorio, si genera un problema che può diventare irreparabile. Il lupo sta colonizzando spazi che non gli appartenevano storicamente, con gravi conseguenze per gli allevatori e gli ecosistemi locali. Un dissesto ambientale non è solo una frana o un’alluvione”.
Per questo Baragli rivolge un appello alle istituzioni sia locali che nazionali. "È fondamentale che sia riconosciuta la gravità di questo fenomeno e si intervenga con misure concrete per tutelare gli allevatori, il nostro patrimonio zootecnico e la sicurezza del territorio. Fedagripesca Confcooperative Toscana – conclude Baragli - è pronta a collaborare per trovare soluzioni efficaci e sostenibili”.
Dazi Usa, Fedagripesca Toscana: “Rischiano di essere colpo letale al mondo del vino” Il vicepresidente Baragli: “Le imprese del settore sono già sfiancate da conseguenze delle tensioni geopolitiche, aumento dei costi energetici, conseguenze dei cambiamenti climatici e diminuzione dei consumi. Serve azione diplomatica forte per difenderle”
Firenze, 3 aprile 2025 – “L’imposizione di dazi sui prodotti agroalimentari europei, in particolare sul vino, da parte dell’amministrazione Usa rappresenta un grave danno per l’economia toscana. La nostra regione ha sempre avuto un forte legame commerciale con gli Stati Uniti: colpire il settore vitivinicolo significa mettere in difficoltà non solo le imprese, ma anche l’intera filiera produttiva e distributiva che in Toscana dà lavoro a decine di migliaia di persone”.
Così Ritano Baragli, vicepresidente di Fedagripesca Toscana, commenta le decisioni del presidente Usa Donald Trump riguardo ai dazi sui prodotti agroalimentari europei.
“Il protezionismo - dice Baragli - non giova a nessuno e rischia di compromettere relazioni economiche consolidate, con ripercussioni negative su entrambe le sponde dell’Atlantico. Confidiamo in un’azione diplomatica efficace da parte dell’Italia e dell’Europa che tuteli le nostre imprese e i lavoratori del settore vitivinicolo, preservando un comparto che rappresenta non solo un pilastro dell’economia toscana, ma anche un simbolo della nostra tradizione e cultura”.
“Siamo di fronte a una sfida che non possiamo sottovalutare. Le nostre cooperative hanno già dimostrato grande resilienza di fronte al peso del conflitto tra Russia e Ucraina e delle tensioni geopolitiche, l’aumento dei costi energetici, il calo delle vendite e le conseguenze dei cambiamenti climatici - conclude Baragli -. Questi dazi possono essere colpo letale ad anni di lavoro e investimenti. Il mercato americano è fondamentale per il nostro vino, e perdere competitività significherebbe lasciare spazio a prodotti concorrenti o, peggio, a imitazioni che sfruttano l’immagine del Made in Italy senza garantirne la qualità. È il momento di agire con decisione per difendere le nostre imprese e il lavoro di migliaia di persone. È un appello che rivolgiamo al governo italiano e in particolare all’Unione Europea”.
Dazi Usa, Grilli (Confcooperative Toscana): “In Toscana prospettive preoccupanti non solo a livello economico” Il presidente dell’associazione all’incontro promosso da Nardella con le categorie economiche: “Misure protezionistiche mettono a rischio migliaia di posti di lavoro. Gli effetti su agroalimentare e vino colpiranno molto le aree interne”
Firenze, 9 aprile 2025. “Le misure protezionistiche decise dal presidente Usa Donald Trump colpiscono duramente l’economia toscana e in particolare il settore agroalimentare, con effetti pesanti sul vino, comparto chiave anche per la cooperazione. Parliamo di migliaia di posti di lavoro e di un tessuto produttivo che tiene insieme intere comunità, soprattutto nelle aree interne. Questo nuovo protezionismo rischia di compromettere relazioni commerciali consolidate e di danneggiare anche i consumatori americani”.
A dirlo è Alberto Grilli, presidente di Confcooperative Toscana, al termine dell’incontro promosso oggi a Firenze dall’Europarlamentare Dario Nardella con i rappresentanti delle categorie economiche regionali.
“Serve una risposta concreta da parte dell’Unione Europea, con misure di supporto alle aziende. Al tempo stesso - spiega Grilli - è urgente accompagnare le nostre imprese nella diversificazione dei mercati, per non dipendere da un solo sbocco commerciale. Le cooperative sono pronte a fare la loro parte, ma è il momento che la politica europea si assuma fino in fondo le sue responsabilità”.
“Ringrazio l’europarlamentare Nardella - conclude il presidente di Confcooperative Toscana - per aver promosso tempestivamente questo momento di confronto. È importante ora tenerlo vivo, perché purtroppo le gravi criticità create dai dazi sono destinate a durare e richiederanno risposte politiche strutturali”.
Pesca, Fedagripesca Toscana: “Tra vincoli e calo delle imbarcazioni è a rischio l’intero settore” Il referente Bartoli: “La piccola pesca contribuisce a tutelare e pulire il mare. Oggi il 70% dei pesci che mangiamo arriva dall’estero e la situazione rischia di peggiorare”
Firenze, 14 maggio 2025. “Le attività di pesca in Toscana sono fortemente sotto pressione: i vincoli sono sempre di più e le nostre imbarcazioni sono in forte calo. Questo vuol dire anche calo della pesca, e infatti oggi più del 70% del prodotto ittico che mangiamo arriva dall’estero. Il rischio concreto è che, insieme alle barche, sparisca anche la nostra identità marittima, con gravi ripercussioni sull’economia costiera e sul turismo legato alla cultura del mare”.
A dirlo è Andrea Bartoli, referente pesca per Fedagripesca Confcooperative Toscana, al convegno dedicato alla pesca professionale in Toscana che si è tenuto oggi alla Biennale del mare e dell’acqua a Livorno.
“Oggi operano circa 450 imbarcazioni – continua Bartoli – di cui solo poco più di un centinaio sono di dimensioni medio-grandi (tra i 12 e i 24 metri), impiegate nella pesca a strascico e nella circuizione. Il restante è costituito da piccole unità sotto i 10 metri, spesso a gestione familiare, legate a una tradizione antica e profondamente radicata nelle comunità costiere. Le nostre imbarcazioni hanno in media oltre 40 anni, e oggi mancano totalmente gli investimenti necessari per sostituirle”.
“La nostra è la piccola pesca – continua Bartoli – una pesca sostenibile, che rispetta il mare. La nostra attività non è impattante ma anzi contribuisce a pulire il mare, a tutelarlo e a togliere i residui di plastica. La pesca è anche cultura del pesce, è turismo, sono ricette da salvaguardare. Il pescato locale è più salutare, più fresco, a chilometro zero”.
“Con il primo bando del Fondo Europeo Attività Marittime, Pesca e Acquacoltura (FEAMPA) – dice Bartoli – che sostiene le imprese di pesca che decidono di cessare definitivamente l'attività, ci sarà una nuova ondata di demolizioni. A questo si aggiungono i numerosi vincoli alla pesca imposti nelle acque toscane: impianti di distribuzione energetica, condotte sottomarine, zone militari, aree portuali, parchi eolici offshore. In molte di queste zone l’unico obiettivo sembra essere quello di impedire la pesca, senza tenere conto delle ricadute socio-economiche. Noi non siamo contrari alla tutela della biodiversità o all’istituzione di nuove aree protette, purché siano strumenti di equilibrio, non barriere alla pesca”.
“Inoltre sono sempre più i pescherecci di altre regioni nelle acque toscane – conclude Bartoli – che pescano pesce di grande valore economico come il tonno rosso, il gambero rosso, il gambero viola e il pesce spada. A fronte di una pressione esterna crescente i vincoli continuano a ricadere solo sulla nostra flotta locale. Questo è inaccettabile. Serve un piano di gestione locale, che definisca regole e limiti in base alle caratteristiche specifiche del nostro mare, coinvolgendo direttamente pescatori, enti locali, biologi marini e istituzioni per conciliare la tutela dell’ambiente con la sopravvivenza della nostra pesca, delle nostre comunità e della nostra cultura marina”.
Alimentazione, dalla freschezza alla stagionalità: il vademecum di Fedagripesca Toscana per un consumo consapevole e sostenibile di pesce I 5 consigli presentati durante la Biennale del Mare di Livorno Livorno, 16 maggio 2025 - Consumare pesce di stagione, rivolgersi ai produttori locali, controllare che il prodotto sia fresco. Sono alcuni dei consigli di Fedagripesca Toscana per un consumo di pesce sostenibile, consapevole e salutare.
Il “vademecum” è stato illustrato da Andrea Bartoli, referente pesca per Fedagripesca Confcooperative Toscana, durante la Biennale del Mare di Livorno nell'incontro "Il mare a tavola: Le politiche del cibo a Livorno. Sostenibilità, stagionalità e sicurezza alimentare nei nostri piatti" organizzato del Consiglio del Cibo di Livorno (di cui Fedagripesca Toscana fa parte dalla sua istituzione), organo statutario del Comune di Livorno nato con l'obiettivo di supportare e proporre all'amministrazione comunale politiche, progetti e idee per lo sviluppo del sistema del cibo locale e l'accesso a un'alimentazione sostenibile da parte dei cittadini di Livorno.
Questi i 5 consigli di Fedagripesca Toscana:
Preferire pesce locale, per avere prodotti più freschi e sostenere l'economia territoriale e per abbattere le emissioni di carbonio nell'atmosfera
Prestare attenzione alla stagionalità dei prodotti ittici (come per quelli agricoli): ogni specie ha la sua stagione, in questo periodo per esempio è maggiore la produzione di mazzancolle, pesce azzurro, pesce spada, pesce da zuppa.
Leggere le etichette e controllare la tracciabilità: la catena commerciale del pesce è lunga e questo si riflette poi sul prezzo finale al consumatore. Per questo è meglio rivolgersi direttamente alle cooperative di pesca o ai pescatori.
Accertarsi che il pesce acquistato sia fresco, quindi che abbia l'occhio vitreo e non opaco, che non sia molle, che le branchie siano di color rosso acceso e non spento, che non abbia un cattivo odore
Provare tipologie di pesce meno “di moda” ma tipiche dei nostri mari, come scorfano sardine e pesci da zuppa.
“Un consumo consapevole dei prodotti ittici permette ai consumatori di avere prodotti di qualità a prezzi contenuti ma porta benefici anche ai produttori e all'economia locale e all'ambiente” afferma Bartoli.
Turismo, Fedagripesca Toscana: “Il pescaturismo rilancia i borghi del mare, ma servono meno burocrazia e più investimenti” Il vicepresidente Bartoli: “Pesca e turismo possono crescere insieme. Dalla costa livornese a quella grossetana esistono veri e propri itinerari tra mare e natura” Firenze, 5 giugno 2025 – “La pesca non è solo lavoro: è cultura, tradizione, esperienza. E può diventare un asset turistico strategico, soprattutto per le piccole comunità costiere”. A dirlo è Andrea Bartoli, vicepresidente e referente del settore pesca di Fedagripesca Confcooperative Toscana, che rilancia il tema del turismo legato alla pesca sportiva, al pescaturismo e all’ittiturismo, come leva per valorizzare il patrimonio costiero della regione. “Abbiamo porti ricchi di storia e borghi che potrebbero vivere di più il mare – spiega Bartoli – ma manca ancora una visione integrata. Il pescaturismo è un’opportunità vera per creare occupazione, promuovere il pescato locale e attrarre un turismo esperienziale di qualità. Serve un modello blu di sviluppo sostenibile e identitario”.
“Livorno, Cecina, Marina di Campo, Marina di Grosseto, Talamone e Piombino sono alcuni dei centri costieri – aggiunge il vicepresidente - dove già operano imbarcazioni che uniscono attività di pesca a iniziative turistiche. Alcune realtà, come quella di Talamone, integrano l’esperienza a bordo con percorsi a terra all’interno del Parco della Maremma, creando veri e propri itinerari tra mare e natura. “Queste attività – prosegue Bartoli - permettono ai pescatori di ridurre significativamente lo sforzo di pesca, mantenendo la giornata lavorativa grazie ai proventi turistici. I visitatori partecipano all’esperienza di pesca, scoprono la cultura dei porti e gustano a bordo il cosiddetto “pesce povero”: specie ittiche poco valorizzate sul mercato ma ricche di sapore, salutari e sostenibili”. “Non bastano però bandi e buone intenzioni – sottolinea Bartoli –. Oggi serve rimuovere le limitazioni burocratiche e finanziarie che impediscono lo sviluppo concreto di queste attività. Infatti, nonostante le linee guida europee invitino a investire nel pescaturismo e nell’ittiturismo, i massimali previsti dai fondi comunitari (FEAMPA) risultano troppo bassi rispetto agli investimenti reali necessari, ad esempio per ristrutturare immobili o acquistare strutture per l'accoglienza e la degustazione a terra”.
“Se un'impresa deve investire 500.000 euro e i fondi pubblici ne coprono appena 75.000 – conclude il vicepresidente – parliamo di un incentivo che non permette alle imprese di pesca di poter sviluppare l'attività. Fedagripesca Toscana chiede quindi di superare questi limiti e di aprire una fase nuova, più concreta, di sostegno alle imprese della costa, riconoscendo che pesca e turismo, insieme, possono costruire un futuro più forte, equilibrato e sostenibile per le comunità del mare”.