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CUN: continua il calo per suini, suinetti e scrofe

Roma, 07 maggio 2020 - Le Commissioni Uniche Nazionali dei Suini da Macello, dei Suinetti e delle Scrofe da macello hanno formulato oggi i seguenti prezzi.

La CUN Suini da Macello ha formulato il prezzo di 1,152 €/Kg (-0,050) per la categoria 160/176 Kg del circuito tutelato.

La CUN Suinetti ha formulato i seguenti prezzi: lattonzoli di 7 Kg: 50,00 cad. (-2,00); lattonzoli di 15 Kg: 4,350 €/Kg (-0,140); lattonzoli di 25 Kg: 3,275 €/Kg (+0,170); lattonzoli di 30 Kg: 2,900 €/Kg (-0,170); lattonzoli 1,890 €/Kg (-0,080); magroni di 80 Kg: 1,645 €/Kg (-0,070); magroni di 100 Kg: 1,400 €/Kg (-0,045).

CUN Scrofe da macello: ha formulato il seguente prezzo: 0,470 €/Kg (-0,050).

Prezzi ancora in calo nel settore suinicolo: si osserva una flessione rispetto alla precedente settimana pari a -0,050 €/kg per i suini da macello di categoria 160-176 kg del circuito tutelato e un ribasso di -0,170 €/kg per i suinetti di 30 kg. Il confronto rispetto al 2019 è diventato negativo per i suinetti (-4,2% su base annua) e si è accentuata la differenza negativa per i suini (-18,3%).

Le Commissioni Uniche Nazionali dei Suini da macello (CUN Suini), dei Suinetti (CUN Suinetti) e delle Scrofe da macello (CUN Scrofe) sono istituite con Decreti direttoriali del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, adottati di concerto con il Ministero dello sviluppo economico, ai sensi dell'art. 4, comma 1, del Decreto 31 marzo 2017, n. 72 pubblicati sul sito internet del Mipaaf in data 19 aprile 2018 e 5 ottobre 2018.Ddirettoriale2018

L’istituzione delle Commissioni Uniche Nazionali (CUN) nasce dall’esigenza di monitorare, tutelare e rendere trasparente il mercato.

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07/05/2020, 16:12
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Andamento prezzi delle fragole

Ribassi al Sud e stabilità al Nord

Roma, 19 maggio 2020 – Il periodo di quarantena degli ultimi due mesi, non ha inibito i consumatori all’acquisto di prodotti tipicamente primaverili, primi tra tutti le fragole che quest’anno presentano prezzi buoni e un’ottima qualità.

Occorre innanzitutto fare una distinzione tra fragole invernali e fragole primaverili. Le prime sono coltivate principalmente nelle regioni meridionali del nostro paese, Basilicata, Calabria e Sicilia mentre le seconde sono coltivate nelle regioni settentrionali, in particolar modo in Emilia Romagna, Piemonte e Veneto.

Dalle elaborazioni di Borsa Merci Telematica Italiana (BMTI) sulle rilevazioni effettuate nei mercati all’ingrosso appartenenti alla Rete di Imprese ITALMERCATI, risulta evidente come per le fragole invernali sia stato registrato un forte ribasso dei prezzi a causa del fatto che la produzione di questa categoria di fragole è giunta al termine. Si parla di prezzi che vanno, infatti, da 1,70 a 2,20 euro/Kg. Le fragole invernali stanno quindi lasciando il posto alle primaverili per le quali è stato registrato un andamento dei prezzi leggermente al di sopra rispetto alla media del periodo ma comunque stabile. Per questa categoria si registrano prezzi che vanno dai 2,50 ai 3,50 euro /Kg. La loro buona capacità di conservazione e la loro morfologia sta spingendo il consumatore ad acquistarle. Nel giro di un mese, fragole invernali e primaverili saranno sostituite dalle fragole estive tipicamente coltivate nelle zone di montagna, come Trentino e Piemonte.

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19/05/2020, 19:37
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Indice dei prezzi all’ingrosso di Aprile
Andamento ortofrutta e agroalimentare

Roma, 27 maggio 2020 - La campagna degli agrumi e dei frutti raccolti lo scorso autunno è quasi giunta al termine con prezzi all’ingrosso superiori all'anno precedente, in particolare per mele (+17,4%), pere (+26,0%) e kiwi (+29,7%). Contemporaneamente sul mercato sono già disponibili le prime produzioni primaverili ed estive di ciliegie, albicocche nonché i primi meloni. La fragola, di buona qualità e molto richiesta, ha registrato prezzi superiori del +25,9% rispetto all'anno scorso. Questo è quanto emerge dall’analisi dell’indice mensile elaborato da Unioncamere e BMTI a partire dai prezzi rilevati dai Mercati all’ingrosso e dalle Camere di commercio che, da Maggio, coinvolge anche il comparto dell’ortofrutta. Per gli ortaggi, si osservano oscillazioni dovute alla fine della produzione nelle aree centro meridionali del nostro paese e all’inizio della produzione nelle regioni settentrionali. In generale, il clima mite ha favorito la produzione facendo registrare ribassi per la maggior parte dei prodotti ad eccezione delle varie tipologie di cavolo. In questo caso, infatti, la produzione è inziata in anticipo portando scarsità di prodotto nel mese di Aprile e un conseguente incremento dei prezzi all’ingrosso, in particolare per cavolfiori (+93,1% rispetto all'anno scorso) e cavoli broccoli (+54,5% rispetto all'anno scorso).

Negli altri comparti dell’agroalimentare, nel mese di Aprile si sono registrati ribassi per i prezzi all’ingrosso delle carni, in particolare per le carni avicole (-12,7% per le carni di pollo e - 7,8% per le carni di tacchino) e per i tagli di carne suina (-5,1% rispetto a Marzo)a causa della diminuzione della domanda rispetto a Marzo. La chiusura del canale Horeca (ristoranti, pasticcerie, etc.) ha provocato flessioni per il latte spot (-8,1%) e per il burro (quasi il 20% rispetto al mese precedente). Rispetto allo scorso anno i listini italiani del burro hanno perso quasi il 40%.

Settimo ribasso consecutivo per i prezzi all’ingrosso dei formaggi a lunga stagionatura (-2%), per un calo complessivo di quasi il 20% rispetto allo scorso anno. Scambi limitati e prezzi invariati rispetto a Marzo per l’olio di oliva. Tra gli sfarinati di frumento, invece, è rallentata la crescita dei prezzi all’ingrosso della farina, passati dal +6,9% di Marzo al +2,3% di Aprile.

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27/05/2020, 15:29
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Maltempo: impatto sui prezzi all’ingrosso della frutta

Roma, 08 giugno 2020 – Dalle elaborazioni di Borsa Merci Telematica Italiana (BMTI) sulle rilevazioni effettuate nei mercati all’ingrosso appartenenti alla Rete di Imprese ITALMERCATI, il maltempo degli ultimi giorni non sta provocando effetti sui prezzi all’ingrosso della frutta nazionale.

L’andamento dei prezzi all’ingrosso di questa settimana, infatti, è determinato da un livello medio-basso della domanda nei confronti della frutta estiva da parte del consumatore che ancora non è proiettato all’acquisto di prodotti tipici di questo periodo.

Per quanto riguarda le albicocche, si registrano prezzi che vanno da 2,20 a 2,80 euro/Kg. A causa dei forti danni alla produzione causati dalle gelate di fine marzo, non ci si aspetta una flessione dei prezzi.

Qualità molto buona per le ciliegie e quotazioni in calo rispetto alla settimana precedente, seppur nella norma rispetto alla media del periodo, che vanno dai 4,00 ai 5,00 euro/kg con punte di 6,00 euro/Kg per i prodotti a marchio, come le ciliegie di Vignola IGP. Nonostante le piogge degli ultimi giorni, non si è verificato il fenomeno della fessurazione tipico di questo prodotto. Questo vuol dire che l’acqua assorbita dai ciliegi in questi giorni non ha raggiunto quantità così elevate da causare lo spaccamento del frutto che presenta, infatti, un buon aspetto.

Domanda medio-bassa anche per pesche e nettarine con prezzi che vanno da 1,50 a 2,00 euro/Kg per il prodotto di calibro maggiore, fino a 2,50 euro/Kg per le nettarine sempre di calibro maggiore.

Anche per l’anguria il maltempo non sta incidendo sulla qualità del prodotto ma sta frenando i consumatori all’acquisto. Nonostante questo sono stati registrati prezzi nella norma rispetto alla media del periodo che vanno dai 0,70 ai 0.80 euro/kg.

Prezzi del melone retato leggermente al di sopra della media con una forbice che va da 1,30 a 1,80 euro/Kg grazie ad una aumento della domanda per questo prodotto.

Italmercati è la rete d’imprese a cui aderiscono i principali mercati all’ingrosso italiani finalizzata a restituire centralità ai mercati e agli operatori come obiettivo principale.

Borsa Merci Telematica Italiana S.c.p.A. (BMTI) è il mercato telematico dei prodotti agricoli, agroenergetici, agroalimentari, ittici e dei servizi logistici.

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08/06/2020, 20:06
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Borsa della spesa
Aumenta la domanda per la frutta estiva

Roma, 19 giugno 2020 – La Borsa della Spesa di oggi, frutto della collaborazione di Unioncamere, Italmercati e BMTI, riporta un ottimo rapporto qualità/prezzo per tutti i prodotti estivi. In generale, l’arrivo del caldo sta portando ad un aumento della produzione tipica di questo periodo e sta incentivando l’ aumento della domanda nei confronti di frutta estiva.

Per quanto riguarda le albicocche, si registra un miglioramento della qualità del prodotto con la produzione pugliese, campana e lucana con prezzi che oscillano dai 2,00 euro/Kg a 2,50 euro/Kg. Nei mercati è stata rilevata anche la presenza di prodotto romagnolo nonostante i grandi danni causati dalla gelata di fine marzo. Inoltre, non avendo piovuto spesso, i prodotti non presentano problemi legati alle malattie fungine ma, al contrario, sono prodotti sani e che si conservano molto bene.

Produzione in aumento e buona qualità anche per pesche e nettarine, con prezzi che vanno rispettivamente da 1,50 euro/Kg a 1,80 euro/Kg e da 1,50 euro/Kg a 1,90 euro/Kg.

Ottime le ciliegie che, però, presentano leggeri incrementi di prezzo, con oscillazioni che vanno da 4,50 a 5,00 euro/Kg, poiché tardive e di montagna.

Annata buona anche per angurie e meloni con prezzi nella norma rispetto alla media del periodo che vanno da 0,45 a 0,75 euro/Kg per le angurie e da 0,60 a 1,00 euro/Kg per i meloni.

Buona qualità, livello della domanda medio e prezzi in calo per gli ortaggi, dovuto al tipico aumento della produzione di questo periodo. La domanda si orienta soprattutto su prodotti estivi che si possono mangiare crudi, come pomodori (da 0,70 a 1,00 euro/Kg), cipolle fresche (da 1,70 a 2,00 euro/Kg), cetrioli (da 0,60 a 1,00 euro/Kg) ma anche zucchine (da 0,70 a 0,90 euro/Kg).

Italmercati è la rete d’imprese a cui aderiscono i principali mercati all’ingrosso italiani finalizzata a restituire centralità ai mercati e agli operatori come obiettivo principale.



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19/06/2020, 15:49
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Prezzi all’ingrosso: la lenta ripartenza della ristorazione

nella fase 2 abbatte il prezzo delle carni

Aumenti per la frutta estiva



Roma 23 giugno 2020 – Brusco calo dei prezzi all’ingrosso della carne nella fase 2 dell’emergenza a causa della lenta ripartenza del settore della ristorazione. Le famiglie nn rinunciano alla prima frutta estiva, disponibile già ad aprile grazie all’aumento delle temperature.

A maggio, rispetto ad aprile, infatti, l’indice mensile elaborato da Unioncamere e BMTI a partire dai prezzi rilevati dalle Camere di commercio e dai Mercati all’ingrosso, mostra il netto ribasso delle carni di suino (-11,8%), di pollo (-12% comunque in lieve ripresa nella seconda metà del mese) e di tacchino (-9,8%) In calo anche le carni bovine (-1,5% rispetto ad aprile) a causa di un basso livello della domanda.

Per quanto riguarda le commercializzazioni nei mercati all’ingrosso, al termine della quarantena è stata osservata poca richiesta di prodotti invernali e primaverili a favore della prima frutta estiva, come drupacee (alberi da frutta tra cui pesco, susino, albicocco, mandorlo e ciliegio), angurie e meloni. L’aumento delle temperature ha favorito sia la produzione di questi prodotti sia la domanda da parte del consumatore portando, di conseguenza, ad un incremento dei prezzi, anche rispetto allo scorso anno, in particolare per ciliegie e nettarine.

La riapertura del canale Horeca ha segnato rialzi per i prezzi all’ingrosso del latte spot ( latte sfuso in cisterna che viene commercializzato settimanalmente al di fuori degli accordi interprofessionali tra produttori e industria) e della panna. Nella seconda metà di Maggio si sono registrati incrementi anche per il burro che, tuttavia, rispetto ad Aprile è sceso dell’11,5%. La ripresa dei prezzi di questi prodotti ha beneficiato anche dell’avvio della misura dell'ammasso privato per burro, cagliate e formaggi introdotta dalla Commissione Europea per fronteggiare la crisi causata dall’emergenza Covid-19. Su base annua rimane però forte il calo dei prezzi: -20/25% per latte spot e panna e oltre - 40% per il burro. Ancora in calo i formaggi stagionati (-3,4% rispetto ad Aprile), complice l’ulteriore ribasso del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano che hanno risentito del rallentamento delle esportazioni, soprattutto verso gli Stati Uniti, e della crescita della produzione osservata nei primi mesi dell’anno.

Nonostante la progressiva riapertura dei locali di ristorazione, il mercato vinicolo all’ingrosso rimane debole, sia per quanto riguarda i vini comuni che per i vini a denominazione, soprattutto di fascia medio-bassa. Stabilità per gli oli di oliva, per le farine. Dopo i rialzi di Aprile, anche per i prezzi all’ingrosso del riso è prevalsa una maggiore stabilità, in particolare per le varietà da risotto.

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23/06/2020, 14:09
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Basta fake news: i mercati all’ingrosso rivendicano il loro ruolo di garanzia nella trasparenza del prezzo

Roma, 7 luglio 2020 - Nel periodo del Covid 19 i Mercati all’Ingrosso hanno tenuto aperto, giorno e notte, per offrire al meglio i servizi connessi alla loro funzione pubblica e garantire la trasparenza nei prezzi.

Assicurare al consumatore libertà di scegliere e di acquistare il miglior prodotto nel suo rapporto qualità - prezzo.

Questo è l’obiettivo dell’ ANNUARIO SUI PREZZI 2019 - presentato per il secondo anno di fila questa mattina nel corso del webinar promosso dal Italmercati e BMTI - corredato da approfondite analisi sull’andamento dei Mercati in tempo di Covid.

La rete di rilevazione messa a punto da BMTI e Italmercati comprende 24 mercati nazionali in cui vengono rilevati 7000 prezzi settimanali e 7 mercati esteri in cui vengono rilevati 1000 prezzi settimanali. Sono in totale 7,2 milioni i prezzi raccolti dal 1998 ad oggi che fanno parte del data base a cui si aggiungono i 280.000 dei mercati esteri dal 2003 a oggi.

" I Mercati all'ingrosso del network Italmercati effettuano oltre 355.000 rilevazioni di prezzo annue. Un lavoro che rappresenta una garanzia di trasparenza fondamentale per il settore dell'ortofrutta, con dati pubblici sempre messi a disposizione - ha sottolineato Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati, la Rete che riunisce i maggiori sedici mercati all’ingrosso italiani con 8,3 miliardi il volume d’affari e 5 milioni di tonnellate di prodotti ortofrutticoli commercializzati -. In quest'ottica abbiamo richiesto che quest'anno l'Annuario avesse un focus sui prezzi nel periodo peggiore della pandemia. Mettendoli a confronto con lo stesso periodo del 2019, si evidenzia come le notizie di speculazione sui prezzi nelle nostre strutture fossero prive di fondamento.

I Mercati all'ingrosso durante l'emergenza sono sempre stati aperti per garantire varietà e quantità. I prezzi hanno avuto scostamenti fisiologici, in base alla stagionalità e alla modifica temporanea del consumo di alcuni prodotti.

Mettere a sistema tutti i dati con altri importanti stakeholders come abbiamo fatto oggi, ci permette di continuare a dare un contributo tecnico e imparziale ed avere una base comune di confronto con le istituzioni italiane ed europee. Per il futuro vorrei lanciare la proposta ad ISMEA per la costruzione di un cantiere sulla governance per il settore dei Mercati”.

I problemi sul tavolo da risolvere sono tanti. Li ha ricordati il moderatore dell’incontro digital, Giorgio Dell’Orefice, giornalista de Il Sole 24 Ore. Dai cambiamenti nelle modalità di acquisto, alle difficoltà della filiera, i servizi, le problematiche organizzative, il rapporto tra costi e consumi. E all'orizzonte si profila infatti anche una crisi dei consumi che rappresentano il 60% del Pil.

“Il patrimonio informativo gestito da BMTI e Italmercati ci permette di osservare e analizzare quotidianamente le dinamiche del commercio all’ingrosso - ha sottolineato Riccardo Cuomo, Dirigente di BMTI nel suo intervento . Tutto questo patrimonio informativo ci permette di elaborare nei primi mesi dell’ anno un annuario che osserva e analizza graficamente gli andamenti. Quest’anno abbiamo deciso di estendere l’analisi anche ai primi mesi del 2020 in concomitanza con l’inizio del Covid. Dalla nostra analisi emerge che solo pochi prodotti hanno subito variazioni rilevanti, riconducibili principalmente al cambiamento climatico e solo in piccola parte collegati all’aumento dei costi di raccolta e di trasporto collegati al Covid. Nella maggior parte dei casi rileviamo una stabilità rispetto agli anni precedenti. L'Annuario si conferma così importante strumento, utile non solo agli addetti ai lavori ma anche, e forse principalmente, al consumatore finale spesso male orientato se non addirittura sviato rispetto alle proprie preferenze”.

" Durante il lockdown il settore dell'ortofrutta si è dovuto riorganizzare superando le difficoltà nei trasporti, la chiusura delle frontiere, affrontando i problemi derivanti dai minori sbocchi commerciali - ha evidenziato Raffaele Borriello, Direttore Generale ISMEA - Guardando al futuro da qui alla fine dell'anno si ipotizza una riduzione del 40% dei consumi extra domestici, solo in parte compensati da acquisti domestici. E accanto a temi strutturali come la carenza di infrastrutture si affiancherà la problematica di quali saranno gli effetti sul Made in Italy nel suo complesso e sul settore dell'ortofrutta in particolare".

" La filiera distributiva ha retto anche da un punto di vista psicologico e l'aumento dei prezzi è stato minimo rispetto al tasso di inflazione che avevamo nei mesi precedenti all'emergenza - ha chiarito Claudio Gradara , Presidente Federdistribuzione -. Il settore si sta riequilibrando, con il cash and carry che soffre ancora per le difficoltà Horeca. Ma all'orizzonte si profila una crisi dei consumi legata a quella economica del Paese che si va ad aggiungere ai costi vecchi e nuovi che pesano sul bilancio delle aziende dell'agroalimentare ".

" Occorre che riprenda la fiducia delle famiglie. E la produzione. Perché anche sotto questo punto di vista le notizie non sono incoraggianti. Le gelate primaverili hanno complicato una situazione già difficile - ha commentato Paolo Bruni , Presidente CSO Italy. Alcuni esempi? La produzione di albicocche ( dove ci sono stati forti investimenti in questi anni) arriverà a 136.000 tonnellate: significa il 56 % in meno rispetto allo scorso anno. Dobbiamo andare al 2003 per trovare quei numeri quando però le superfici dedicate a questo prodotto erano molto inferiori. Per le drupacee non va meglio: 874.000 tonnellate, rispetto al 2019 meno il 30%. Dato più basso degli ultimi 30 anni".

Anche se il prezzo sarà superiore, mai si potrà compensare la perdita produttiva per la frutta estiva. Se saranno superiori e di quanto lo vedremo con le ulteriori rilevazioni che BMTI e ITALMERCATI garantiranno nei prossimi mesi a tutela degli operatori e dei consumatori per prevenire qualsiasi fenomeno speculativo.

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Prezzi all’ingrosso, ribassi per frutta estiva e vini

Roma, 24 Luglio 2020 - L’aumento della produzione di frutta estiva tipica di questa stagione ha comportato un calo dei prezzi all’ingrosso per molti prodotti ortofrutticoli. Dall’analisi dell’indice mensile elaborato da Unioncamere e BMTI a partire dai prezzi rilevati dalle Camere di commercio e dai Mercati all’ingrosso emergono flessioni per i meloni (-21,1% rispetto a maggio), le angurie (-33,7%), le albicocche (-10,1%) e le pesche (-16,6%). Inoltre, il clima caldo del mese di giugno ha favorito la domanda di frutta estiva da parte delle famiglie italiane.

Per quanto riguarda il mercato vinicolo, è stato registrato un ribasso dell’ 1,4% rispetto a maggio. Ad accusare maggiormente il colpo sono stati i vini comuni e i vini a denominazione di fascia medio-bassa.

Per quanto riguarda le carni, nel mese di giugno si sono attenuati i ribassi registrati in avvio di fase 2 dell’emergenza. In particolare, un parziale recupero ha interessato le carni di pollo (+8% su base mensile). Gli aumenti, però, non hanno riguardato tutti i tagli concentrandosi soprattutto sui busti, che hanno beneficiato della ripresa della domanda proveniente dalle rosticcerie. Nel mercato suinicolo, a giugno i prezzi dei suini da macello sono tornati in crescita mentre per i tagli di carne suina è stata registrata una sostanziale stabilità (-1%). Si conferma negativa la variazione rispetto a dodici mesi fa (-9,6%).

Nella filiera lattiero-casearia, i segnali di ripresa dei prezzi del latte spot e delle materie grasse osservati a maggio si sono rafforzati nella prima parte di giugno come effetto della riapertura del canale della ristorazione (bar, gelaterie, pasticcerie). Su base mensile, l’aumento per il latte spot - il latte sfuso in cisterna che viene commercializzato settimanalmente al di fuori degli accordi interprofessionali tra produttori e industria - è stato del +12%. Forte crescita che a giugno ha interessato anche le materie grasse (burro, panna). Nonostante l’incremento considerevole, i prezzi attuali rimangono inferiori ad un anno fa, con un -15,2% per il latte spot e un -31,5% per il burro.

Poche le variazioni nei listini dell’olio di oliva, stabili rispetto a maggio. Stabilità rispetto al mese precedente anche per gli sfarinati di frumento e per il riso.

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24/07/2020, 15:04
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Pesche e nettarine, qualità buona ma domanda contenuta

Roma, 28 luglio 2020 – La prima metà della campagna di pesche e nettarine, quest’anno, è stata caratterizzata da una produzione di buona qualità. Rispetto allo scorso anno la produzione romagnola, però, ha accusato una riduzione di circa il 50% a causa della gelata di marzo. Dalle elaborazioni di Borsa Merci Telematica Italiana (BMTI) sulle rilevazioni effettuate nei mercati all’ingrosso appartenenti alla Rete di Imprese ITALMERCATI risulta evidente che nonostante la buona qualità del prodotto, il livello della domanda non sia particolarmente elevato per le pesche. La scarsa produzione di questa campagna ha portato a dei rialzi dei prezzi all’ingrosso rispetto al 2019, nonostante il basso livello della domanda rilevato nei mercati. Nello specifico per le pesche bianche, presenti sul mercato sempre in quota ridotta rispetto alle pesche gialle, è stato registrato un aumento di prezzo consistente (+23%), così come per le nettarine di calibro medio (+5,1%) e le pesche Platicarpa (+29%).

Italmercati è la rete d’imprese a cui aderiscono i principali mercati all’ingrosso italiani finalizzata a restituire centralità ai mercati e agli operatori come obiettivo principale.

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Pesca bloccata a causa del Coronavirus
Primi segnali di ripresa a giugno

Roma, 03 agosto 2020 – Nonostante l’emergenza Covid-19 e le conseguenti misure di contenimento, a partire dal mese di giugno sono iniziati i primi segnali di ripresa per il settore ittico con il ritorno di quotazioni più stabili e un livello della domanda nella norma grazie anche alla progressiva riapertura del settore della ristorazione.

Con l’inizio dell’emergenza sanitaria ad inizio marzo, però, l’attività di pesca in Italia è stata bloccata a causa della scarsa domanda di prodotti ittici freschi dovuta alla chiusura delle attività di ristorazione, delle mense e degli alberghi. Durante i primi tre mesi dell’emergenza (marzo, aprile e maggio) si è registrata una flessione degli sbarchi del -40% circa rispetto ai rispettivi mesi del 2019. Da quanto emerge dal report sul settore ittico realizzato da BMTI, il calo è stato osservato per tutte le principali specie sbarcate ma soprattutto per acciughe, sardine e vongole.

Altrettanto pesante è stata la diminuzione dei consumi di prodotti ittici freschi, crollati a marzo del 30% in volume e del 29% in valore rispetto allo stesso mese del 2019. Inoltre, la riduzione della domanda è stata accompagnata da un aumento degli acquisti di prodotti ittici surgelati, trasformati e conservati (+22%). Tale andamento ha trovato conferma anche nel calo delle importazioni italiane di prodotti freschi nelle prime settimane dell’emergenza sanitaria (-18,7%), causato anche dal crollo del turismo.

La bassa attività di pesca e la diminuzione della domanda hanno comportato anche il fermo dell’attività da parte di operatori presenti nei mercati ittici all'ingrosso, dove le quotazioni hanno mostrato un andamento altalenante nella prima parte del trimestre.

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03/08/2020, 13:43
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