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Giornata della Suinicoltura - 28 febbraio 2018 BOLOGNA 
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FICO Eataly World (Bologna), 28 febbraio 2018



Ore 9



Torna la Giornata della Suinicoltura,

il Benessere animale al centro della scena

Bologna, 11 gennaio 2018 – “Benessere animale. Un’alleanza con il consumatore, una sfida per la competitività”.

Torna con un tema di stretta attualità uno degli appuntamenti più attesi dal mondo suinicolo nazionale: la Giornata della Suinicoltura, organizzata dalla Società Expo Consulting srl di Bologna e prevista per il 28 febbraio 2018 a partire dalle ore 9.

Prestigiosa e particolarmente blasonata la sede dove si svolgerà l’evento: il Centro Congressi di Fico Eataly World di Bologna, il più grande Parco agroalimentare del mondo.

Torna così il terzo di una serie di appuntamenti che nelle due date precedenti, (29 novembre 2016 e 26 maggio 2017) hanno riscosso un notevole successo sia per gli argomenti proposti che per il prestigio dei relatori intervenuti, registrando una numerosa partecipazione da parte di tutti gli operatori della filiera.

Oggi il tema del benessere animale è centrale e deve dare risposte a un consumatore sempre più attento al rispetto animale e alla sostenibilità ambientale.

Tra mondo produttivo e consumatore, quindi, va creata un’alleanza e non una contrapposizione, difendendo al contempo una competitività internazionale che continua a premiare l’agroalimentare made in Italy che, secondo i più recenti dati diffusi da Nomisma, nel 2017 registrerà sull’anno precedente un incremento dell’export compreso tra il 7 e il 9%, percentuali in cui la voce “salumi”, Dop innanzitutto, si impone come una delle più importanti.

La Giornata della Suinicoltura in programma il 28 febbraio prossimo offrirà ancora una volta l’occasione per approfondire un tema che coinvolge non pochi e fondamentali aspetti del comparto suinicolo: dalla logistica all’aspetto sanitario dell’allevamento passando per l’impiantistica, dall’alimentazione al ruolo della Gdo senza trascurare il rapporto con quella fetta di consumatori che guarda con scetticismo il settore dell’allevamento suinicolo intensivo.

Una imperdibile occasione quindi di approfondimento e formazione che non mancherà di gettare uno sguardo maggiormente conoscitivo sulla situazione esistente in quei Paesi europei con cui la suinicoltura italiana si confronta sempre più costanatemente.

L’appuntamento va quindi segnato per mercoledì, 28 febbraio 2018, a partire dalle ore 9 presso il Centro Congressi di Fico Eataly World, a Bologna in via Paolo Canali 8

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Giornata della Suinicoltura - 28 febbraio 2018 BOLOGNA


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28 febbraio 2018

Fico Eataly World – Bologna

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Benessere animale,

un’opportunità per gli allevatori

una garanzia per il consumatore

Bologna, 23 gennaio - Mancano poche settimane a un appuntamento che per il settore suinicolo nazionale è ormai divenuto irrinunciabile. Stiamo parlando della Giornata della Suinicoltura, evento organizzato da Expo Consulting srl di Bologna, in calendario per il 28 febbraio 2018 a Bologna, a partire dalle ore 9, presso il Centro Congressi di Fico Eataly World, il più grande Parco agroalimentare del mondo.

Il titolo della Giornata esprime al meglio l’attualità di uno dei temi più cogenti: “Benessere animale. Un’alleanza con il consumatore, una sfida per la competitività”.

Abbiamo sviscerato l’argomento con Giancarlo Belluzzi, medico veterinario, esperto di sicurezza alimentare, che anche in questa occasione, come nelle precedenti edizioni della Giornata della Suinicoltura, rivestirà il ruolo di moderatore nel corso degli interventi che si susseguiranno ad opera dei più qualificati relatori che animeranno l’evento.

- Dottor Belluzzi, quali sono i più recenti orientamenti della Ue in materia di benessere animale?

“L’Unione europea ha sempre tenuto in considerazione il tema del benessere animale fin dal suo Trattato iniziale e in ogni caso, dal 2006, ha accentuato il suo Piano strategico per ottenere un’applicazione uniforme della legislazione nazionale dei singoli Stati a tutela del bestiame allevato. A questo bisogna aggiungere un altro aspetto molto importante, rappresentato dal fatto che quando si parla di benessere occorre considerare non solo la stabulazione, bensì il trasporto, la macellazione e persino il ricovero degli animali negli allevamenti sperimentali”.

- Qual è a suo giudizio la grande opportunità che il benessere animale offre agli allevatori per valorizzare/riscattare la loro immagine nei confronti del consumatore?

“Partiamo dall’assunto che il valore attuale del bestiame allevato in Europa si aggira intorno ai 200 miliardi di euro l’anno; consideriamo che questo valore viene poi moltiplicato nell’ambito della catena produttiva. Se questo processo avviene con metodi ineccepibili, rispettosi del benessere animale, quello che arriverà sulla tavola del consumatore sarà un prodotto di sicura qualità che garantirà al produttore corretto un meritato guadagno. A tutto questo va aggiunto il valore, decisamente incalcolabile, rappresentato dalla sicurezza degli alimenti come prerequisito richiesto dal mercato, spesso però associato solo alla sicurezza sanitaria e alla salubrità del prodotto finale. Non dimentichiamo infatti che il benessere animale è un elemento non trascurabile nella catena produttiva animale, in quanto un capo allevato nel rispetto delle regole è un animale indiscutibilmente più sano, che quasi certamente avrà meno bisogno di farmaci e che prelude a una qualità assolutamente superiore. Ritengo pertanto sia compito dell’operatore economico evidenziare al mercato, e in particolare al consumatore, questo percorso virtuoso già imboccato comunque dalla stragrande maggioranza degli operatori della filiera. Per quanto riguarda le istituzioni penso che stiano già facendo la loro parte con progetti mirati e con l’applicazione responsabile della norma”.

- Da veterinario, ma anche da esperto degli ambienti istituzionali, quali ritiene siano le maggiori difficoltà che il settore suinicolo italiano incontra nell’applicazione della normativa sul benessere animale?

“In teoria non esistono difficoltà istituzionali e se esistono occorre compiere tutti gli sforzi per eliminarle. Partiamo dalle più banali: la non uniformità del valutatore. Mano a mano che procede la cultura del benessere animale, le differenze tra i colleghi valutatori ufficiali si riducono, mentre si accentua sempre più la valutazione del benessere come parametro di qualità e crescita dell’allevamento: a pensarci bene però è sempre stato così, magari con criteri meno codificati e strutturati, ma da sempre l’animale ben allevato si mostra come un soggetto sano, che spunta un prezzo superiore alla media. Adesso questo criterio è stato codificato. Così anche le istituzioni, se vogliono arginare qualche significativo problema che oggi turba il sonno degli addetti al settore come l’impiego massiccio del farmaco e il conseguente, crescente problema dell’antibioticoresistenza, devono puntare sul benessere dei soggetti allevati. Infine il rapporto con l’allevatore. Come ho già detto, i fattori di crescita della produzione sono messi in rapporto coi consumi e i costi. Due interessi quindi, il rispetto delle regole/istituzioni e i dettami di produzione/allevatore, che vanno di pari passo nella medesima direzione: il rispetto del benessere consegue alla norma, ma facilita anche un processo più naturale, meno dispendioso e più apprezzato dal mercato che esige qualità”.

- Ritiene possibile gettare le basi per quella che nel titolo dell’evento abbiamo chiamato “alleanza” tra produttori e consumatori, fondata proprio sul concetto di benessere animale e sul suo significato più profondo?

“Non la ritengo possibile, la giudico obbligatoria. E non lo diciamo da adesso. Iniziative capaci di mettere a confronto la produzione con trasparenti tracciati del processo produttivo e spiegazioni scientifiche dei metodi e dei mezzi utilizzati, sono strumenti basilari di comunicazione verso il consumatore per stimolare la sua fiducia e fugare le nubi di diffidenza sparse dai moderni ciarlatani. Sarebbe troppo lungo elencare quante malattie sono state debellate e quante tossinfezioni sono state evitate da quando gli allevatori hanno iniziato ad allevare suini in porcilaie ben costruite, aerate, luminose, riscaldate, fornendo un’alimentazione adeguata e sottoponendosi senza problemi a controlli efficaci. Era forse meglio quando si mandavano al macello suini allevati in strutture maleodoranti o legati alla catena con unghioni esagerati, ascessi purulenti o, peggio, tubercolosi nascoste?”

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28 febbraio 2018

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Coop Italia, sul benessere

un impegno basato sul rigore assoluto

Bologna, 1 febbraio 2018 - Consumatori più consapevoli, più esigenti, più attenti a ciò che acquistano e portano sulle loro tavole. Il tema del benessere animale non investe solo il mondo produttivo con i dettami imposti dalla normativa. Il suo raggio d’azione è ben più vasto e coinvolge a vario titolo tutti gli anelli della filiera. Non ultima la Gdo.

Quello della Grande distribuzione organizzata è infatti un ruolo centrale nel delicato rapporto che lega il comparto dell’allevamento al mercato. Un ruolo che alla prossima edizione della Giornata della Suinicoltura, organizzata da Expo Consulting srl e in programma il 28 febbraio 2018 a Bologna, presso il Centro Congressi di Fico Eataly World a partire dalle ore 9 (v. programma allegato), verrà illustrato e analizzato da Gian Piero Giorgi, Responsabile qualità carne di Coop Italia, che insieme ad altri illustri esperti del settore suinicolo siederà al tavolo dei relatori.

“Il benessere animale, la riduzione e la razionalizzazione del farmaco negli allevamenti delle carni a marchio Coop e nello specifico in quelli suinicoli rappresentano i capisaldi dell’importante cambio di paradigma che Coop Italia sta portando avanti – afferma Giorgi – Un impegno che risponde a una precisa esigenza mondiale di contribuire a contrastare il fenomeno dell’antibioticoresistenza. Per questo abbiamo coinvolto prima il settore avicolo, successivamente quello bovino. Tutto l’avicolo Coop proviene da animali allevati senza uso di antibiotici, nel settore bovino sono stati ridotti fino a non utilizzarli negli ultimi 4 mesi. Ora è la volta della carne suina che proviene da animali allevati con un ridotto uso di antibiotici e un successivo azzeramento negli ultimi 4 mesi di vita”.

Per chiudere anche questo cerchio però, è necessario avere un quadro esatto del comparto suinicolo nazionale. “Infatti – sottolinea Giorgi – al momento stiamo lavorando in questa direzione applicando le linee guida dei capitolati Coop ai 400mila maiali che fanno parte attualmente della nostra filiera, elaborate sulla base di quanto prevede la normativa europea sul benessere animale. Il rispetto scrupoloso dei disciplinari, capitolati e accordi è garantito dai nostri capifiliera che, prima di esercitare questo compito di responsabilità, devono ottenere la certificazione di filiera, nonché degli item richiesti, da parte di enti terzi accreditati. Stiamo lavorando per selezionare e quindi migliorare il parco degli allevamenti suinicoli nostri conferitori e dal 15 gennaio scorso sono partite le prime macellazioni di soggetti allevati senza uso di antibiotici negli ultimi 4 mesi di vita”.

- In base alle vostre indagini di mercato e ai riscontri che avete già registrato sia per la carne di pollo che di bovino, può confermare che il consumatore è disposto a spendere qualcosa in più se viene informato che la carne acquistata proviene da allevamenti che applicano rigorosamente la normativa sul benessere animale?

“Sì – è la risposta di Giorgi – anche se va detto che si è cercato di contenere al massimo l’aumento di costo per il consumatore”.

- Quanto ha investito Coop Italia nel progetto sul benessere animale per il comparto suinicolo?

“Va detto intanto che la nostra iniziativa è inserita all’interno di un progetto più grande denominato “Alleviamo la salute” che coinvolge complessivamente 1600 allevamenti. Diciamo che per noi questo rappresenta una sorta di marchio di fabbrica, un progetto in cui crediamo fortemente, in cui abbiamo investito ingenti risorse e continueremo a fare lo stesso nel futuro. Uno sforzo non indifferente che di fatto ridefinisce la filiera e in cui sono previsti anche progetti di ricerca che partiranno a breve grazie agli accordi sottoscritti con alcune Università ed Enti scientifici”.

- Possiamo dire che le linee guida inserite nei capitolati sul benessere di Coop Italia sono in qualche modo più restrittive rispetto alla normativa europea?

“Se non più restrittive, sicuramente molto rigorose. Tanto per fare un esempio, l’allevatore nostro fornitore che volesse o dovesse realizzare una nuova scrofaia dovrà implementare innovazioni strutturali al fine di garantire un maggiore benessere animale, come già avvenuto in alcuni casi. In questa fase, proprio perché impegnati a ridefinire la filiera, siamo al lavoro per selezionare i migliori allevatori interessati a entrare a far parte di un progetto che investe l’intero comparto sia a livello europeo che mondiale”.

- A proposito di estero, la Gdo dei Paesi europei maggiori produttori di carne suina come si sta muovendo nei confronti della filiera in materia di benessere animale?

“So che la Gdo francese è molto impegnata in progetti indirizzati alla drastica riduzione dell’antibiotico – conclude Giorgi – un percorso che ritengo molto valido e che anche Coop Italia persegue, perché meno farmaco significa più benessere per l’animale. In questo contesto il tema delle vaccinazioni si inserisce perfettamente e va affrontato valutandone tutti i benefici che ne possono derivare per l’animale”.

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01/02/2018, 20:45
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28 febbraio 2018

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Il “peso” della razione alimentare

nel miglioramento del benessere animale

Bologna, 8 febbraio 2018 – Il benessere animale, negli allevamenti suinicoli intensivi, non riguarda solamente la gestione degli animali e/o la tipologia delle attrezzature installate in porcilaia. Anche l’alimentazione è un elemento importante nel vasto scenario a cui il benessere fa riferimento.

Se ne parlerà ampiamente il 28 febbraio 2018, nel corso della Giornata della Suinicoltura che si terrà a partire dalle ore 9 a Bologna, presso il Centro Congressi di Fico Eataly World, il più grande parco agroalimentare del mondo.

L’evento, organizzato dalla Expo Consulting srl di Bologna, avrà come titolo “Benessere animale. Un’alleanza con il consumatore, una sfida per la competitività”.

Oggi, per il mondo produttivo, è più che mai importante trasmettere correttamente al mercato i metodi di allevamento adottati e al contempo accrescere il livello qualitativo delle produzioni per competere su un terreno globale che vede nell’export la grande opportunità da sfruttare.

Dunque benessere e alimentazione. Tra gli esperti che animeranno il dibattito della Giornata della Suinicoltura, toccherà a Roberto Bardini, medico veterinario nutrizionista, illustrare quanto e come la razione alimentare può contribuire a migliorare il benessere dei suini in tutte le loro fasi di crescita.

“In questi ultimi anni l’attenzione delle aziende mangimistiche verso la formulazione di diete che possano favorire un maggior benessere dei suini è sensibilmente aumentata – spiega Bardini - In particolare, per le scrofe in gestazione, si sta lavorando molto sul miglioramento del colostro che viene assunto dai suinetti subito dopo la nascita. Un miglioramento che secondo i risultati delle più recenti ricerche è in grado di stimolare una maggiore risposta immunitaria della nidiata, riducendo il pericolo di infezioni e, di conseguenza, l’impiego del farmaco. Non solo. Una razione studiata anche per favorire il benessere animale può attenuare o ridurre taluni atteggiamenti stereotipati come le aggressioni all’interno del gruppo che spesso sfociano in episodi di cannibalismo, primo fra i quali la morsicatura della coda, oggi al centro di un grande dibattito sia a livello istituzionale che tra gli addetti ai lavori, rispetto al quale si sta lavorando per trovare una soluzione”.

Razioni studiate per soddisfare le esigenze di un maggiore benessere animale sono frutto di studi, ricerche e soprattutto devono essere formulate utilizzando materie prime di elevata qualità. Tutti requisiti che impongono costi maggiori. “L’approccio delle aziende mangimistiche non prescinde da una valutazione del rapporto costo/beneficio – sottolinea Bardini – e chiaramente molto è legato all’aspetto che si vuole controllare. Per le scrofe in gestazione, come ho già detto, l’obiettivo può essere quello di migliorare la qualità del colostro, mentre per i suinetti l’aspetto da tenere sotto controllo può essere quello enterico. Le variabili quindi sono diverse, e diversi sono i componenti che all’occorrenza devono essere inseriti nella dieta: dalla fibra agli amidi a fermentescibilità differenziata, dagli additivi agli aminoacidi”.

Sarà quindi interessante ascoltare dalle parole di Roberto Bardini quali traguardi ha raggiunto la ricerca nel settore dell’alimentazione dei suini, quali sono le prospettive e gli obiettivi futuri ma anche in quale risultato si traduce il rapporto costo/beneficio di una razione alimentare che tra i suoi obiettivi si pone anche quello, molto importante, di favorire un soddisfacente standard di benessere.

Per info: www.giornatadellasuinicoltura.it

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08/02/2018, 16:37
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28 febbraio 2018

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Gabbie e taglio della coda,

il punto di vista di Ciwf

Bologna, 15 febbraio 2018 - Nel corso del 2017 la Commissione europea ha avviato un Piano triennale volto a migliorare la reale implementazione della Direttiva suini negli allevamenti degli Stati membri. Di questo Piano fanno parte anche degli audit di verifica già condotti negli allevamenti in diversi Paesi europei, tra i quali anche l’Italia.

Un’iniziativa importante, peraltro già attuata anche in passato quando in presenza di casi non rispondenti a quanto previsto dalla normativa furono avviate le relative procedure di infrazione, che vede impegnati i rappresentanti della stessa Commissione e del ministero della Salute.

Sul tema del benessere animale Compassion in World Farming (Ciwf), principale organizzazione no profit internazionale che lavora esclusivamente per la protezione e il benessere degli animali allevati a scopo alimentare, sta portando avanti da sempre un impegno a 360 gradi.

Elisa Bianco, responsabile del settore alimentare di Ciwf in Italia, farà parte del gruppo di relatori che interverranno alla Giornata della Suinicoltura dal titolo “Benessere animale. Un’alleanza con il consumatore, una sfida per la competitività”, organizzata da Expo Consulting srl di Bologna e in programma presso il Centro congressi di Fico Eataly World (Bologna) il 28 febbraio 2018 a partire dalle ore 9.

- Dottoressa Bianco, secondo le vostre indagini cosa sa il consumatore di benessere animale, come lo interpreta e cosa si aspetta dal mondo produttivo?

“Rispetto a pochi anni fa la consapevolezza del consumatore sul benessere animale è notevolmente aumentata – risponde Elisa Bianco – in particolar modo, per il settore suino, riguardo le gabbie destinate alle scrofe e il taglio della coda dei suinetti. Una consapevolezza e una sensibilità che derivano in gran parte dalle informazioni acquisite dai fatti di cronaca. Il tema quindi è molto sentito dall’opinione pubblica e lo testimonia anche un sondaggio che pochi mesi fa Ciwf Italia ha commissionato a YouGov: la maggioranza degli intervistati ha infatti dichiarato di essere disposta a pagare fino al 10% in più per prodotti ottenuti da animali allevati con maggiore benessere. In questo contesto si inserisce a pieno titolo la questione della paglia come elemento fondamentale nel miglioramento del benessere animale per i suini. Infatti non solo nell’immaginario del consumatore il suo impiego in allevamento è visto come un fattore positivo, ma anche le ricerche e le sperimentazioni condotte in alcune porcilaie di scala commerciale con cui collaboriamo, hanno dimostrato che il materiale che meglio riesce a gestire il fenomeno della morsicatura della coda è proprio la paglia. Essa non rappresenta solo l’arricchimento che da solo è più in grado di soddisfare le esigenze dei suini, rispecchia anche le convinzioni dei consumatori”.

- Quali sono le iniziative e/o i progetti che Ciwf sta portando avanti sul benessere animale nel settore suinicolo oltre all’abolizione del taglio della coda?

“Per noi il tema delle gabbie per le scrofe, sia nella fase della gestazione che dell’allattamento, è prioritario perché non si può parlare di benessere animale senza affrontare questo nodo cruciale. Sicuramente si tratta di una questione che, per essere affrontata, richiede un atteggiamento di grande apertura mentale, privo di pregiudizi di qualsiasi natura, perché la soluzione da individuare, oltre a rispettare il benessere degli animali, deve soddisfare anche tutti gli attori della filiera a seconda del ruolo ricoperto da ognuno. Quello delle gabbie è un tema fondamentale per il benessere animale, a cui i consumatori sono estremamente sensibili, come sta dimostrando al momento attuale la filiera delle uova. Il confinamento in gabbia delle scrofe, se necessario, dovrebbe al più essere utilizzato solo per le poche ore in cui dura la procedura di fecondazione, dopodiché la scrofa deve essere rimessa subito in gruppo. Anche nella fase dell’allattamento riteniamo sia indispensabile abbandonare le gabbie e passare a sistemi liberi in recinti, dove scrofe e suinetti siano liberi di muoversi: le prime potrebbero così esprimere il comportamento legato alla costruzione del nido, gli allevatori potrebbero invece entrare e muoversi agevolmente per procedere alle operazioni di volta in volta necessarie come ad esempio le vaccinazioni”.

- Ritiene possibile la creazione di quella “alleanza” tra allevatori e consumatori basata proprio sul terreno condiviso del benessere animale?

“Nella maniera più assoluta – è la risposta decisa di Elisa Bianco – ritengo sia indispensabile e i risultati scaturiti dal sondaggio YouGov lo dimostrano. Oggi non è più sufficiente parlare all’opinione pubblica di benessere animale, bisogna presentare progetti concreti, realizzabili e comunicare gli effettivi miglioramenti fatti in allevamento per gli animali. Una strada forse in salita, ma l’unica effettivamente praticabile”.

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15/02/2018, 19:51
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Castrazione e taglio della coda,

un dibattito acceso e contrapposto

Bologna, 21 febbraio 2018 - “Il 100% degli allevatori italiani ha preso atto dell’importanza del benessere animale. In base alla mia esperienza ritengo che almeno il 60% di loro sia convinto che il miglioramento delle condizioni di vita dei suini si traduca in un miglioramento dei risultati aziendali. Ma meno del 50% ha provveduto ai necessari adeguamenti”.

Così Silvio Zavattini, medico veterinario, protagonista insieme agli altri relatori della prossima edizione della Giornata della Suinicoltura dal titolo “Benessere animale. Un’alleanza con il consumatore, una sfida per la competitività”, organizzata da Expo Consulting srl e in programma il 28 febbraio 2018 a Bologna, presso il Centro Congressi di Fico Eataly World a partire dalle ore 9.

Se nemmeno il 50% degli allevatori italiani ha ancora provveduto a migliorare le strutture in ottemperanza a quanto prevede la normativa sul benessere animale, ci troviamo di fronte a un dato un po’ preoccupante. “In effetti la percentuale non è purtroppo elevata – spiega Zavattini – nonostante la conoscenza dei requisiti richiesti sia ampiamente diffusa. Occorre però fare alcuni distinguo. Se il tema legato allo spazio da destinare alle scrofe, al truogolo e all’accesso all’acqua è stato affrontato e risolto in una considerevole percentuale di casi, oggi le maggiori criticità sono rappresentate dalla castrazione chirurgica e dal taglio della coda dei suinetti”.

Con l’applicazione della Dichiarazione di Bruxelles “Boar 2018”, dal primo gennaio di quest’anno nei Paesi della Ue la castrazione chirurgica è vietata. L’Italia però, in virtù delle sue produzioni di salumeria Dop, ha ottenuto una deroga. Nel frattempo gli esperti discutono e sperimentano metodi alternativi a quello chirurgico posto che, come ricorda Zavattini “la castrazione chimica, in buona sostanza il vaccino, non ha dato risultati soddisfacenti. Se l’intervento con anestesia locale va effettuato solo dal veterinario, l’allevatore può viceversa intervenire somministrando dell’analgesico qualche giorno prima dell’intervento seguendo le indicazioni fornite da un protocollo ad hoc. Un’ulteriore alternativa è rappresentata dalla criochirurgia, una combinazione analgesico-iniettiva certificata e approvata dall’Asl che rappresenta un buon compromesso e garantisce al suinetto un dolore locale decisamente inferiore senza però eliminarlo, perché questo può avvenire solo con l’anestesia”.

Un altro grande tema con cui gli allevatori si devono misurare in porcilaia è rappresentato dal taglio della coda dei suinetti.
“In effetti il problema è molto sentito – sottolinea ancora Zavattini – e investe l’intero management aziendale. Le esperienze condotte da alcuni allevatori che hanno deciso di sospendere questa pratica senza però intervenire sulla gestione complessiva dell’allevamento, infatti, si sono rivelate degli autentici fallimenti. Dal mio punto di vista, frutto dell’esperienza quotidiana in allevamento, se eliminando il taglio della coda si vogliono evitare le conseguenze degli inevitabili episodi di cannibalismo, occorre pensare a una riduzione dei soggetti allevati in ogni box, a un efficiente sistema di raffrescamento, a un vero arricchimento di materiale manipolabile, alla somministrazione di una razione alimentare più fibrosa, che riducendo lo stimolo della fame induce gli animali a un maggiore riposo e quindi a una minore aggressività”.

Ma chi valuta, in allevamento, il livello di benessere degli animali?

“Su questo fronte le scuole di pensiero sono diverse – conclude la sua analisi Silvio Zavattini – Io credo che il compito spetti al veterinario attraverso una valutazione soggettiva e non oggettiva, come invece altri colleghi sostengono. Se, come nel caso degli spazi previsti per i box delle scrofe, è giusto fornire indicazioni precise sulle misure, è altrettanto vero che ogni allevamento ha caratteristiche diverse e non si può pensare a una standardizzazione che vada bene per ogni realtà aziendale. Gli aspetti da considerare sono infatti molteplici, ma non vi è alcun dubbio che la figura professionale del veterinario sia l’unica in grado di stabilire se in allevamento esistono realmente condizioni di benessere per gli animali allevati”.

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21/02/2018, 18:33
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Benessere animale,

un’alleanza con il consumatore

una sfida per la competitività

Bologna, 26 febbraio 2018 – Il Centro Congressi di Fico Eataly World, a Bologna, è pronto ad ospitare la terza edizione della Giornata della Suinicoltura organizzata da Expo Consulting srl, società di Bologna specializzata nella gestione e nello sviluppo di format convegnistici innovativi oltre che in servizi per fiere, eventi e internazionalizzazione delle imprese.

Il titolo di questa edizione è “Benessere animale. Un’alleanza con il consumatore, una sfida per la competitività”.

Puntuali e cogenti i temi che verranno affrontati dai relatori: dalla situazione esistente negli allevamenti italiani in materia di benessere animale considerando le eventuali criticità e le aspettative del mondo produttivo, agli approfondimenti sul miglioramento della razione alimentare finalizzata a garantire ai suini un maggior grado di benessere; dal ruolo della Gdo, impegnata a promuovere una produzione che risponda alla normativa in vigore e alle richieste del mercato, all’impegno delle associazioni come Compassion in world farming che su temi come la castrazione o il taglio della coda dei suinetti sta portando avanti da tempo una serie di esperienze e istanze, senza dimenticare il fondamentale ruolo della Ue che nel benessere animale individua un importante strumento di sostenibilità e sicurezza per il sistema alimentare (v. programma allegato).

L’alto profilo professionale dei relatori che parteciperanno alla Giornata della Suinicoltura fornirà i migliori strumenti per approfondire dunque un tema di grande attualità che in un Paese come l’Italia, dove le produzioni Dop rappresentano uno dei più importanti fiori all’occhiello del sistema agroalimentare, sta già trovando ampia applicazione, ma nondimeno necessita ancora di ulteriori aggiustamenti.

L’inizio dei lavori è fissato per le ore 9.30 puntuali per garantirne il corretto svolgimento, al termine degli interventi dei relatori ci sarà spazio per una Tavola rotonda di ulteriore approfondimento.

Ricordiamo ai numerosi partecipanti provenienti da fuori città che, una volta raggiunta Bologna, NON è consigliabile imboccare la tangenziale, bensì immettersi sulla A14 uscendo al casello di Bologna Fiera.

Da lì le indicazioni vi porteranno a Fico Eataly World – Via Paolo Canali 8.

Giunti sul posto occorre entrare dal Casello 9 e dopo aver ritirato il ticket seguire le indicazioni di Parcheggio P1.

Il Centro Congressi è proprio di fronte: http://www.expoconsulting.eu/giornata-d ... -arrivare/

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26/02/2018, 16:37
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28 febbraio 2018

Fico Eataly World – Bologna

www.giornatadellasuinicoltura.it

Il benessere animale

ha chiamato a raccolta tutta la filiera

Bologna, 28 febbraio 2018 – Oltre 250 persone hanno gremito la platea che questa mattina, presso il Centro Congressi di Fico Eataly World, a Bologna, hanno partecipato alla terza edizione della Giornata della Suinicoltura organizzata da Expo Consulting srl.

Un evento che sta diventando un irrinunciabile appuntamento per tutti gli operatori della filiera.

Il tema della giornata è stato il benessere animale e le sue implicazioni nel rapporto con il consumatore e la sfida per la competitività.

Moderati da Giancarlo Belluzzi, medico veterinario ed esperto in sicurezza alimentare che al comparto suinicolo ha dedicato tutta la sua attività professionale, i relatori hanno sviscerato il tema a 360 gradi, fornendo spunti di approfondimento e riflessione che sono stati poi oggetto di un animato dibattito al termine delle relazioni.

“Gli allevatori sono disposti ad affrontare gli investimenti aziendali che l’adeguamento al benessere animale richiede – è stato l’incipit di Belluzzi - ma legittimamente vogliono sapere quali possono essere i ritorni, non solo economici, che ne conseguono”.

“Il ruolo del veterinario aziendale è fondamentale – ha sottolineato nel suo intervento Silvio Zavattini, medico veterinario – perché è a lui che spetta il compito di valutare il livello di benessere in porcilaia. Ma si tratta di un ruolo che non va a sostituire quello dell’allevatore, perché ognuno ha responsabilità diverse e chiare. Per questo la collaborazione tra queste due figure deve essere forte e costruttiva, soprattutto perché alle normative europee introdotte sul tema del welfare in allevamento non si può derogare o peggio far finta che non esistano”.

“Purtroppo il benessere è spesso visto come qualcosa preteso dal legislatore – gli ha fatto eco Enrico Arioli, allevatore e lui stesso medico veterinario – ma è indubbio che condizioni di maggior benessere garantiscono più qualità produttiva e reddito. È sbagliato pensare di focalizzare il problema solo sull’incremento dei costi, perché la valutazione del benessere animale deve essere utile all’allevatore e funzionale alla sostenibilità economica dell’allevamento”.

Parlare di benessere animale non significa investire solamente in strutture o nei cosiddetti arricchimenti ambientali. “Il tema riguarda anche l’alimentazione – ha affermato nel suo intervento Roberto Bardini, nutrizionista - perché una razione complessa, in cui vengono inseriti componenti come la fibra, che non necessariamente riduce le performance produttive, possono al contrario favorire una migliore condizione sanitaria, fornire un maggior senso di sazietà riducendo di contro quella condizione di stress che spesso è alla base di atteggiamenti aggressivi e che portano al cannibalismo come la morsicatura della coda nei suinetti. I più recenti studi hanno dimostrato inoltre che anche la distribuzione del pasto incide sull’aggressività: più somministrazioni nell’arco della giornata, infatti, ne riducono gli episodi”.

Oggi il benessere animale è un tema al centro di un dibattito in cui la Gdo ricopre un ruolo certo non secondario. “Dallo scorso mese di gennaio Coop Italia ha avviato nel settore della carne suina un cambio radicale – ha affermato Gian Piero Giorgi, Responsabile qualità carne di Coop Italia – che fonda i suoi capisaldi nella riduzione e nella razionalizzazione del farmaco negli allevamenti che producono carne a marchio Coop. Attualmente sono 400mila i maiali che fanno parte della nostra filiera, ad essi vengono applicate le linee guida dei capitolati Coop elaborate sulla base di quanto prevede la normativa europea sul benessere animale. Si tratta di 16 scrofaie, 31 siti di svezzamento e 95 da ingrasso. Per noi il riferimento principale per il rispetto del capitolato sarà il veterinario aziendale, il fulcro di questo processo innovativo e la persona capace di svolgere questo ruolo. Stiamo predisponendo una check-list per aumentare gli standard richiesti agli allevatori che vada oltre quanto prevede la legge e in questo documento è compresa anche l’eliminazione del taglio della coda dei suinetti”.

Il consumatore al centro dunque. “Le più recenti indagini di mercato condotte da Eurobarometro – ha illustrato Elisa Bianco di Compassion in World Farming (Ciwf) – confermano che il consumatore esige informazioni chiare e trasparenti sui metodi di trasformazione delle carni, una richiesta legittima che noi appoggiamo e che riteniamo debba essere il primo passo da fare. In tema di arricchimento ambientale, pensiamo che la paglia rappresenti la miglior soluzione che si presta a nuovi e diversi modi di utilizzo. Condividiamo l’idea che la carne ottenuta da animali allevati nelle condizioni di miglior benessere debba essere pagata di più, perché anche a questo riguardo i risultati delle indagini svolte confermano che il consumatore è disposto a spendere di più, ma non condividiamo l’idea secondo la quale il benessere rappresenta un investimento che riduce la redditività”.

Infine la voce della Commissione europea, con l’intervento di Alessandro Gianini della Direzione generale salute e sicurezza alimentare con sede a Bruxelles, che ha ricordato come anche la riduzione del farmaco, con l’adozione sempre maggiore di Piani vaccinali efficaci, non solo risponda alla lotta all’antibioticoresistenza, ma rappresenti un elemento importante anche nell’applicazione del benessere animale.

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Giornata della Suinicoltura

Marco Barozzi, AD di Expo Consulting:

“Abbiamo creato un format vincente”

Bologna, 5 marzo 2018 – “Con la numerosa partecipazione di allevatori e operatori del settore registrata alla Giornata della Suinicoltura svoltasi il 28 febbraio scorso, abbiamo superato le nostre più ottimistiche aspettative. Segno evidente che i temi proposti, la scelta dei relatori, la location e, non ultima, la parte organizzativa hanno saputo centrare l’obiettivo e girare a pieno regime”.

Marco Barozzi, amministratore delegato di Expo Consulting srl, società con sede a Bologna specializzata nel marketing fieristico internazionale e nell’organizzazione di eventi che da tre edizioni organizza la Giornata della Suinicoltura, non nasconde la sua soddisfazione nel tracciare un bilancio di quest’ultimo appuntamento il cui titolo era “Benessere animale. Un’alleanza con il consumatore, una sfida per la competitività” e che ha richiamato la presenza di oltre 250 partecipanti.

“Il nostro obiettivo è sempre stato quello di riuscire a coinvolgere tutta la filiera suinicola – sottolinea l’AD di Expo Consulting – attraverso la realizzazione di un format che proponesse temi attuali di notevole interesse, la presenza di relatori nazionali e internazionali di elevato profilo professionale inseriti in un format dinamico, al termine del quale lasciare ampio spazio alla discussione per favorire quel confronto necessario ad approfondire gli aspetti spesso più delicati dei vari argomenti.

Per Marco Barozzi eventi come la Giornata della Suinicoltura devono rappresentare prima di tutto un momento per creare e sviluppare confronto, conoscenza, opportunità di business grazie alla presenza di tutti gli attori del comparto. “La traduzione di networking è proprio questa – precisa – creare un circuito virtuoso di occasioni di incontro tra allevatori, veterinari, macellatori, trasformatori e Gdo che grazie a un tema di interesse comune possono sfruttare un’opportunità difficilmente realizzabile in altri contesti. Il nostro obiettivo è anche questo e continuerà ad animare le nostre iniziative per il settore zootecnico. Stiamo infatti già lavorando ad altri progetti che andranno in cantiere entro la fine di quest’anno”.

Il successo della Giornata della Suinicoltura non può prescindere dall’adesione dei diversi sponsor che hanno creduto nell’evento. “Certo – conferma Barozzi – a loro, spesso rappresentati dalle più importanti Case farmaceutiche di livello internazionale, non può che andare un vivo ringraziamento per aver creduto nel nostro progetto e averci supportato. Parallelamente, non possiamo dimenticare il ruolo svolto fin dall’inizio da Giancarlo Belluzzi, un professionista che ha saputo individuare i temi da sviluppare e in diversi casi anche i relatori da invitare rivelandosi peraltro un capace anchorman”.

Infine la location, che spesso fa la differenza. “Eccome – conclude Marco Barozzi – dopo Modena e Montichiari (BS), quest’ultima edizione della Giornata della Suinicoltura si è svolta presso il Centro Congressi di Fico Eataly World, a Bologna, il più grande parco agroalimentare del mondo. Una location davvero esclusiva, tecnologicamente all’avanguardia, il cui staff organizzativo si è rivelato un alleato competente e prezioso per favorire il miglior svolgimento dell’iniziativa. Un grazie a tutti, quindi, mentre sono già caldi i motori in vista dei nostri prossimi appuntamenti”.

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