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Congresso Europeo sul Sorgo - 7-8 novembre MILANO 
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Congresso europeo sul Sorgo,

una coltura in parte sconosciuta dalle grandi potenzialità



Charles-Antoine Courtois, responsabile del progetto europeo Sorghum ID, illustra le finalità dell’iniziativa e le aspettative per il futuro del sorgo, coltura in grado di rispondere egregiamente alle esigenze di un’agricoltura alle prese con i grandi cambiamenti climatici. Importanti i progressi ottenuti dalla ricerca scientifica europea sul suo miglioramento genetico





26 settembre 2018 – Fervono i preparativi per il secondo Congresso Europeo sul Sorgo che si terrà il 7 e l’8 novembre prossimi presso il Centro Congressi dell’Hotel Sheraton di Milano Malpensa. L’evento è organizzato dall’Organizzazione Interprofessionale Sorghum ID, il cui scopo è quello di promuovere e incentivare a livello europeo la coltivazione del sorgo, quinto cereale per importanza nell’economia agricola mondiale.

Charles-Antoine Courtois è il responsabile del progetto europeo Sorghum ID e a lui abbiamo rivolto alcune domande per spiegare meglio come sta procedendo e quali sono gli obiettivi principali del progetto triennale partito a metà del 2017. “Siamo ormai giunti a metà del nostro percorso – afferma Courtois - e ai 7 Paesi inizialmente coinvolti: Spagna, Francia, Italia, Bulgaria, Romania, Russia e Ucraina, da 6 mesi si sono aggiunti Austria, Ungheria, Iran e Turchia. Abbiamo subito puntato sulla comunicazione individuando 8 argomenti da illustrare e approfondire durante gli incontri che stiamo organizzando periodicamente avvalendoci del contributo di due esperti per il sorgo da granella e da foraggio. Quasi contestualmente abbiamo creato un sito internet (www.sorghum-id.com) disponibile ora in 8 lingue che presto aumenteranno a 12 proprio per rispondere al bisogno di conoscenza di questa coltura, nel portale è quindi possibile trovare tutte le informazioni che gli operatori ritengono più utili. A questo bisogna aggiungere l’organizzazione di incontri e viaggi per la stampa specializzata previsti nei vari Paesi coinvolti per spiegare l’attività di Sorghum ID, le piattaforme varietali su cui si sta lavorando e le nostre ambizioni”.

Giunti a metà del percorso del progetto, quali sono i riscontri che state registrando da parte dei Paesi coinvolti?

“Vorrei sottolineare che sono molto positivi, soprattutto se pensiamo che sul sorgo le conoscenze sono abbastanza scarse mentre le potenzialità, scientificamente provate, notevoli. Per questo il desiderio di approfondire le informazioni su questa coltura sono enormi e noi di Sorghum ID siamo qui per questo”.

Una delle finalità del progetto Sorghum ID è quella di arrivare al 2020 con una superficie europea coltivata a sorgo di circa 1 milione di ettari. Ritiene sia un obiettivo realisticamente raggiungibile?

“Attualmente in Europa il sorgo viene coltivato su circa 700mila ettari di terreno, ma la tendenza è in aumento e credo per due aspetti principali. In primo luogo metterei la sua capacità di rispondere a vari indirizzi produttivi: dall’alimentazione animale a quella umana (gluten free) passando per un utilizzo industriale attraverso l’alimentazione di impianti a biogas. Secondariamente non possiamo sottovalutare i grandi cambiamenti climatici che stanno coinvolgendo l’intero pianeta con una siccità che via via sta interessando anche i Paesi del Nord Europa, obbligando gli agricoltori a trovare colture alternative. Il sorgo, non avido di acqua, è una di queste, oltre a favorire una maggiore rotazione colturale in grado di combattere meglio le infestanti. Per tutti questi motivi, che si traducono in evidenti vantaggi, io sono convinto che entro 2-3 anni si arriverà a un milione di ettari di sorgo coltivati in tutta Europa”.

Miglioramento genetico e potenzialità di sviluppo del sorgo saranno alcuni dei temi al centro del Congresso. Può darci qualche anticipazione al riguardo?

“La ricerca scientifica incentrata sul miglioramento genetico del sorgo è in atto da diversi anni, purtroppo però non è sufficientemente conosciuta. Uno degli obiettivi di Sorghum ID è proprio questo e il Congresso che si terrà a Milano il 7 e l’8 novembre prossimi rappresenterà la sede più appropriata per illustrare i progressi fin qui raggiunti. Da oltre 30 anni numerose aziende sementiere lavorano su diversi ambìti come la resa produttiva, la precocità di maturazione della pianta, la resistenza alla siccità o alle basse temperature soprattutto nella fase dell’emergenza e della fioritura, ma si lavora anche per avere una coltura resistente alle malattie e ai predatori senza dimenticare il problema legato all’allettamento in determinate condizioni. Non ultima, la ricerca è impegnata anche nel miglioramento delle qualità nutrizionali e sanitarie del sorgo. Questi aspetti, che convergono totalmente nel grande tema della selezione genetica, saranno al centro di alcuni workshop a cui parteciperanno relatori di fama internazionale provenienti da diversi Paesi europei ma anche dall’Australia, dove la ricerca scientifica sul sorgo è particolarmente avanzata”.

A suo giudizio per quale motivo in Paesi come l’Italia la coltivazione del sorgo, pur posizionandosi al secondo posto a livello europeo, non ha avuto quello sviluppo che secondo i più autorevoli ricercatori come il dottor Fabrizio Quaranta del Crea avrebbe invece meritato?

“Penso che il motivo sia da addebitare principalmente a una scarsa conoscenza di questa coltura, guardata a volte anche con un po’ di diffidenza. Per anni la si è accusata di contenere un elevato contenuto di tannini e per questo ritenuta non digeribile. La realtà è che da oltre 30 anni gli ibridi selezionati in Europa sono privi di tannini e quindi perfettamente digeribili. Queste sono informazioni molto importanti che devono arrivare al mercato. Un mercato in cui il sorgo possa essere economicamente valorizzato attraverso il suo miglior utilizzo nella produzione di alimenti destinati alla nutrizione umana e zootecnica”.

L’appuntamento per tutta la filiera del sorgo è quindi fissato al Centro Congressi dell’Hotel Sheraton di Milano Malpensa per il 7 e l’8 novembre prossimi, una due giorni di incontri e approfondimenti durante i quali gli operatori potranno trovare risposte a tutti i loro quesiti e ampliare il raggio delle loro conoscenze nei confronti di una cultura che come ha ricordato Charles-Antoine Courtois è ancora in parte sconosciuta, ma racchiude numerose e interessanti potenzialità di sviluppo.

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Charles-Antoine Courtois, responsabile del progetto europeo Sorghum ID


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Congresso Europeo sul Sorgo (Milano, 7-8 novembre 2018)

Italia secondo produttore europeo

I vantaggi ambientali ed economici del sorgo

11 ottobre 2018 – La quasi totalità dei semi di sorgo seminati ogni anno in Italia, circa 600 tonnellate di prodotto ibrido, viene importata principalmente da Francia e USA e commercializzata da aziende sementiere nazionali.

La ricerca sul miglioramento genetico di questa coltura, in Italia, è praticamente ferma al palo nonostante il nostro Paese si posizioni al secondo posto, in Europa, per produzione dopo la Francia (241.500 tonnellate nel 2017 – fonte Istat) e addirittura al primo in termini di resa produttiva (6,4ton./ha – fonte DG Eurostat).

Due aspetti della stessa medaglia che contrastano e che, tra gli altri, saranno al centro del dibattito al secondo Congresso Europeo sul Sorgo che si terrà al Centro Congressi dell’Hotel Sheraton di Milano Malpensa il 7 e l’8 novembre 2018, organizzato dall’Organizzazione Interprofessionale Sorghum ID (www.sorghum-id.com ).

L’evento è legato al progetto triennale Sorghum ID che punta a promuovere e incentivare la coltivazione del sorgo a livello europeo per arrivare a coprire nei prossimi anni 1 milione di ha coltivati.

Numerosi i relatori di fama internazionale che parteciperanno al Congresso.

Tra loro anche Alessandro Ragazzoni, docente presso il Dipartimento di Scienze e tecnologia agroalimentari dell’Università di Bologna che illustrerà i risultati ottenuti dalle più recenti prove volte a stabilire la convenienza economica e ambientale della coltivazione del sorgo.

“L’analisi si è basata su 4 parametri principali – afferma Ragazzoni - Il primo, economico, è legato al margine netto derivante dal rapporto euro/ha; il secondo e il terzo rispettivamente al consumo energetico e idrico richiesto dalla coltivazione del sorgo; mentre l’ultimo ha considerato le emissioni di CO2 per tonnellata di prodotto/ha, che non hanno superato 1,8 tonnellate di anidride carbonica equivalente, un dato di tutto rispetto se si considera che in genere, nelle colture intensive, si arriva a 3,3 ton. di CO2 equivalente. L’elaborazione di questi parametri, già testati sul campo, è assolutamente positiva e dimostra che la sostenibilità ambientale nella coltivazione del sorgo, soprattutto in tempi di grandi cambiamenti climatici come quelli che stiamo vivendo, rappresenta un elemento che dovrebbe incentivarne la diffusione”.

“Purtroppo una delle motivazioni che in Italia hanno in parte impedito al sorgo di conoscere una maggiore diffusione è legata a una scarsa conoscenza della coltura da parte degli agricoltori – spiega un esperto di una delle più importanti aziende sementiere italiane – che spesso si unisce a una certa forma di diffidenza rispetto a qualcosa di relativamente nuovo. I vantaggi della sua coltivazione, per l’agricoltore, sono indiscutibili a iniziare da un più ridotto impiego di mezzi tecnici rispetto ad altre coltivazioni. L’obiezione che in alcune circostanze mi è stata rivolta dagli operatori ha riguardato il rischio di un depauperamento del terreno se in rotazione colturale si prevede di seminare cereali a paglia, problema che ritengo facilmente risolvibile adottando un reintegro di azoto. A questo si può aggiungere la grande attenzione che il sorgo richiede nelle prime fasi di coltivazione, soprattutto se le temperature tendono ancora a valori abbastanza bassi che potrebbero in parte pregiudicare l’accestimento della pianta. Al di là di questi accorgimenti però, credo che l’agricoltore italiano avrebbe sicuramente molti vantaggi da trarre dalla coltivazione del sorgo. Per quello che riguarda la mia esperienza posso dire che le potenzialità per un incremento delle superfici coltivate, in Italia, ci sono e dovrebbero essere sfruttate. Su questo fronte peraltro molte aziende sementiere italiane si stanno muovendo con maggiore energia, tant’è vero che quasi tutte in catalogo dispongono di numerose varietà di sorgo che, va detto, grazie alla ricerca sul miglioramento genetico applicata nei Paesi esportatori con ottimi risultati, garantiscono ottime rese produttive di qualità. Alla luce di queste considerazioni – conclude – ritengo che la promozione e una maggiore diffusione di superfici coltivate a sorgo in Italia debbano passare necessariamente da una più capillare informazione nei confronti degli agricoltori. Anche così sarà possibile superare alcune comprensibili diffidenze, dando spazio alle potenzialità estremamente vantaggiose di questa coltura”.

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11/10/2018, 16:42
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Congresso Europeo sul Sorgo (Milano, 7-8 novembre 2018)
Patrice Jeanson, ricercatore:
“Il miglioramento genetico renderà il sorgo una coltura sempre più competitiva”

23 ottobre 2018 - La ricerca scientifica legata al miglioramento genetico della pianta. Anche questo sarà uno dei principali temi al centro del secondo Congresso europeo sul Sorgo che si terrà presso il Centro Congressi dell’Hotel Sheraton di Milano Malpensa il 7 e l’8 novembre prossimi. L’evento è stato organizzato dall’Organizzazione Interprofessionale Sorghum ID (www.sorghum-id.com) e ha come obiettivo principale quello di promuovere e incentivare la coltivazione del sorgo in Europa e nei Paesi confinanti. Il progetto Sorghum ID, partito nella metà del 2017 e di durata triennale, ha già coinvolto 11 Paesi: Francia, Spagna, Italia, Bulgaria, Romania, Russia, Ucraina, Austria, Ungheria, Iran e Turchia.

Della ricerca sul miglioramento genetico del sorgo e delle sue prospettive di sviluppo abbiamo parlato con Patrice Jeanson, ricercatore presso una delle più importanti aziende sementiere francesi

- Dottor Jeanson, quali sono le caratteristiche più importanti che il sorgo oggi deve avere per rispondere ai bisogni del mercato?

“Partirei dalla resa produttiva, che deve garantire risultati ottimi e costanti per rendere il sorgo competitivo rispetto alle altre colture. Oggi la ricerca orientata al miglioramento genetico della pianta, sia da granella che da foraggio, si concentra sulla maggiore capacità di sopportare gli stress idrici, contrastare patologie insidiose come la fusariosi e la macrophomina e ridurre l’allettamento. Le varietà di ibridi da granella oggi in commercio sono completamente prive di tannino e per questo possono garantire un elevato tenore energetico e un’eccellente digeribilità delle proteine. Parallelamente, le varietà ibride di sorgo da foraggio che sviluppiamo, anche queste altamente digeribili, soddisfano i più esigenti allevatori di bovine da latte”.

- La ricerca sul miglioramento genetico in Francia è molto attiva, contrariamente a quanto accade in Italia che rimane comunque il secondo produttore di sorgo a livello europeo. Come giudica questa situazione?

“Non metterei a confronto i due Paesi, preferisco parlare di un gruppo di aziende importanti che in Francia credono nello sviluppo del sorgo. Ricordiamoci che stiamo parlando del quinto cereale coltivato e consumato al mondo, che può essere prodotto in molti e differenti territori e essere indirizzato a molteplici utilizzi, quindi non solo alimenti umani e/o mangimi per animali ma anche impieghi industriali. I cambiamenti climatici in atto e la capacità del sorgo di rispondere ai loro effetti, gli stanno restituendo una seconda vita al punto che importanti Istituti di ricerca pubblici come l’Inra (Istituto nazionale della ricerca agronomica, ndr) stanno lavorando sul sorgo con numerosi nuovi progetti, mentre Cirad (Associazione francese di ricerca agronomica e cooperazione internazionale per lo sviluppo delle regioni mediterranee e tropicali, ndr) porta avanti altre iniziative in collaborazione con altri Paesi”.

- Secondo la sua esperienza cosa manca, se manca, al sorgo per diventare una coltura veramente competitiva?

“Il sorgo è già una coltura competitiva e lo sarà sempre di più. Il limite piuttosto è nel numero di produttori che dovrebbero utilizzare questa materia prima come fonte numero uno della loro produzione. È una coltura che richiede un impiego ridotto di mezzi tecnici e ha un basso fabbisogno di azoto, questi due elementi rispondono positivamente al contenimento dell’inquinamento delle falde acquifere oltre che agli effetti del riscaldamento globale. Il supporto dell’Europa per sostenere le colture che rispondono a questi indirizzi, indicati peraltro anche dalla Pac è più che giustificato ed è la giusta risposta alle nuove sfide che ci attendono”.

- In quale misura gli effetti dei cambiamenti climatici e una maggiore domanda di alimenti proveniente da Paesi in via di sviluppo pesano o peseranno sulla ricerca volta al miglioramento genetico del sorgo?

“La domanda di cibo aumenta ogni anno ed è guidata dalla Cina che acquista sempre più per nutrire la sua popolazione e il bestiame allevato. Il fatto che il sorgo si posizioni al quinto posto a livello mondiale tra i cereali più consumati sia nel settore umano che animale ci fa capire quanto le sue qualità nutrizionali siano importanti. Questo aspetto, insieme agli effetti dettati dai cambiamenti climatici, pone questa coltura ai vertici nella capacità di soddisfarne la richiesta perché possiede le necessarie peculiarità al riguardo. Anche la ricerca scientifica indirizzata al miglioramento genetico dovrebbe seguire lo stesso percorso, aumentando gli sforzi necessari per raggiungere i migliori risultati possibili”.

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23/10/2018, 20:22
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Congresso Europeo sul Sorgo

(Milano, 7-8 novembre 2018)



Sorgo e alimentazione animale,

un successo assicurato





29 ottobre 2018 – “Un cereale molto vantaggioso, che da un punto di vista nutrizionale assicura al bestiame un elevato contenuto di energia digeribile”. Andrea Formigoni, docente presso il Dipartimento di Scienze mediche veterinarie dell’Università di Bologna ed esperto in nutrizione e alimentazione delle bovine da latte, è da sempre un grande estimatore del sorgo, a cui ha dedicato e dedica tuttora un’ampia fetta della sua attività professionale.

Tra pochi giorni, il 7 e l’8 novembre, presso il Centro Congressi dell’Hotel Sheraton di Milano Malpensa si terrà il secondo Congresso Europeo sul Sorgo, promosso dall’Organizzazione Interprofessionale Sorghum ID (www.sorghum-id.com).

“Il sorgo è un cereale particolarmente sicuro perché per le sue caratteristiche e per le condizioni di coltivazione e raccolta è meno suscettibile agli attacchi fungini, quindi alla contaminazione da micotossine – afferma Formigoni – Un aspetto quindi molto importante, soprattutto se lo leghiamo agli effetti dei cambiamenti climatici in atto e alle ripercussioni che possono avere sul ciclo produttivo delle colture”.

Nell’alimentazione dei suini destinati alla produzione del Prosciutto di Parma Dop, il Disciplinare prevede che nella razione alimentare la componente riservata ai cereali rappresenti almeno il 55% della sostanza secca e se al mais viene destinata la medesima percentuale, quella relativa al sorgo, analogamente all’orzo, raggiunge il 40% mentre gli altri cereali si fermano al 25% della s.s. Anche per la produzione del Parmigiano Reggiano la composizione della razione prevede che il sorgo, oltre agli altri cereali previsti, possa essere utilizzato nella quota massima del 40% rispetto al totale dei mangimi somministrati giornalmente. “In alcune prove condotte su bovine da latte destinato al Parmigiano Reggiano dove il sorgo è stato utilizzato come unico cereale – continua il docente universitario – abbiamo raggiunto percentuali di grasso e proteine molto interessanti: rispettivamente 3,33% e 3,04%. Alla luce di queste considerazioni quindi, non vi è alcun dubbio che il sorgo rappresenti un’opportunità eccezionale di coltivazione anche per il ridotto fabbisogno di interventi agronomici che richiede. Possiamo quindi affermare che da un punto di vista nutrizionale il sorgo garantisce un elevato contenuto di energia digeribile, una somma di fattori antinutrizionali inferiore rispetto agli altri cereali con un conseguente miglioramento delle condizioni igieniche intestinali degli animali e un profilo lipidico più favorevole per la qualità del grasso del suino pesante destinato alla produzione di salumi Dop e per mantenere più elevata la percentuale di grasso del latte”.

Il programma del secondo Congresso Europeo sul Sorgo: https://www.sorghum-id.com/it/programma ... esso-2018/ prevede una serie di incontri ad alto livello con i maggiori esperti internazionali di questa coltura, che rappresenta il quinto cereale per importanza al mondo, con caratteristiche produttive estremamente interessanti in grado di rispondere alle esigenze del comparto agrozootecnico moderno, all’interno di una complementarietà in cui la sicurezza produttiva rappresenta uno dei punti centrali.

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29/10/2018, 17:15
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Congresso Europeo sul Sorgo (Milano, 7-8 novembre 2018)
Due giorni dedicati al sorgo per scoprirne le potenzialità e i risultati sul suo miglioramento genetico


2 Novembre 2018 – Milano si prepara ad ospitare il secondo Congresso Europeo dedicato al Sorgo, organizzato dall’Organizzazione Interprofessionale Sorghum ID (www.sorghum-id.com) .

Il 7 e l’8 novembre prossimi infatti, presso il Centro Congressi dell’Hotel Sheraton di Milano Malpensa tutti gli attori della filiera si ritroveranno per un confronto tecnico-scientifico di alto livello, che vedrà la partecipazione dei maggiori esperti e dei più qualificati operatori.

Attualmente in Europa il sorgo viene coltivato su circa 700mila ha, ma l’obiettivo del progetto europeo Sorghum ID, che ha coinvolto 11 Paesi non solo europei (Francia, Spagna, Italia, Bulgaria, Romania, Russia, Ucraina, Austria, Ungheria, Iran e Turchia) è quello di arrivare nel giro di 2-3 anni a 1 milione di ha. “L’aumento delle superfici coltivate a sorgo che stiamo registrando in questi ultimi anni – spiega Charles-Antoine Courtois, responsabile del progetto Sorghum ID – dimostra che gli agricoltori stanno cominciando ad apprezzarne le qualità, a iniziare dai vari indirizzi produttivi a cui il sorgo, nelle varie tipologie, può essere destinato: dall’alimentazione umana e animale alla possibilità di impiegarlo per la produzione di biogas grazie alla sua struttura genetica e alle radici molto profonde”.

L’Italia, dopo la Francia, è il secondo più importante produttore europeo di sorgo, cereale che nel mondo si colloca al quinto posto tra quelli più consumati sia per l’alimentazione umana che animale. L’Emilia Romagna è la regione dove si concentrano i tre quarti della produzione complessiva nazionale. Nel 2017 il totale prodotto nel nostro Paese ha raggiunto 241.514 ton. ottenute su circa 41mila ha, mentre la previsione per il 2018 assegna a questa coltura una superficie complessiva di poco più di 44mila ha (fonte Istat). Secondo il ricercatore francese Patrice Jeanson, il sorgo sarà sempre più una coltura competitiva perché non solo sopporta i climi difficili e gli stress idrici non richiedendo dosi eccessive di acqua, “ma il suo ridotto fabbisogno di mezzi tecnici e di azoto gli permettono di rispondere positivamente al contenimento dell’inquinamento delle falde acquifere oltre che agli effetti del riscaldamento globale”.

Al tavolo dei numerosi workshop previsti dal programma del Congresso siederà anche Alessandro Ragazzoni, docente presso il Dipartimento di Scienze e tecnologia agroalimentari dell’Università di Bologna che illustrerà i risultati ottenuti dalle più recenti prove sulla convenienza economica e ambientale del sorgo. “L’analisi ha preso in considerazione 4 parametri – afferma - e più precisamente l’aspetto economico, quello legato ai consumi energetici e idrici e alle emissioni di CO2 per tonnellata di prodotto/ha. Ebbene, i risultati hanno dimostrato che a questo riguardo le emissioni non hanno superato 1,8 tonnellate di anidride carbonica equivalente, che paragonate a 3,3 ton. di CO2 equivalente prodotte mediamente da altre colture intensive ci fa capire le potenzialità del sorgo”.

La ricerca sul miglioramento genetico della pianta, in Italia, non è particolarmente attiva, a differenza di quanto avviene in altri Paesi come la Francia. “Se sulle rese produttive il sorgo deve registrare una flessione compresa tra il 20 e il 30% rispetto al mais, è altrettanto vero che nelle razioni alimentari di bovine da latte dove quest’ultimo cereale è stato sostituito dal sorgo in percentuali comprese tra il 20 e il 50% - sottolinea Aldo Dal Prà, ricercatore del Centro ricerche produzioni animali di Reggio Emilia (Crpa) - la produzione di latte non ha registrato particolari flessioni. A questo bisogna poi aggiungere che secondo gli studi più recenti condotti in Italia, la coltivazione del sorgo riduce i costi di produzione, rispetto al mais, in una cifra mediamente compresa tra i 500 e gli 800 euro/ha”.

Conferma le proprietà nutrizionali del sorgo anche Andrea Formigoni, docente presso il Dipartimento di Scienze mediche veterinarie dell’Università di Bologna che ricorda le percentuali di grasso e proteine registrate nel latte destinato alla produzione di Parmigiano Reggiano: rispettivamente 3,33% e 3,04%, dimostrando che “il sorgo è un cereale molto vantaggioso, in grado di assicurare al bestiame un elevato contenuto di energia digeribile”.

“Oggi le materie prime necessarie per la produzione di alimenti zootecnici – puntualizza Giulio Usai, responsabile dell’area economica di Assalzoo (Associazione nazionale produttori alimenti zootecnici a cui aderisce il 75% delle aziende mangimistiche italiane) - raggiungono il 65% di quota importata. Un aumento produttivo di sorgo da destinare alla produzione di mangimi potrebbe ridurre questa percentuale con indubbi vantaggi per l’intera filiera zootecnica”.

Dalle qualità nutrizionali scientificamente dimostrate alla capacità di rispondere ai climi difficili che in Europa, come abbiamo visto l’estate scorsa, si stanno manifestando non solo nel sud del Vecchio Continente, il sorgo rappresenta davvero un’opportunità a cui gli agricoltori devono guardare con sempre maggiore interesse. Alla recente, ultima edizione di Watec Italy svoltasi a Cremona, l’ex ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ha sottolineato che la lotta agli sprechi e un consumo più responsabile della risorsa idrica passano anche dallo sviluppo di vegetazioni più tolleranti alla siccità, in grado di sopportare ambienti aridi. Il sorgo è una di queste.


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Milano ha ospitato il secondo Congresso Europeo sul Sorgo
Opportunità e valorizzazione di una coltura dalle grandi potenzialità

12 Novembre 2018 - Il secondo Congresso Europeo sul Sorgo che si è svolto a Milano il 7 e l’8 novembre scorsi si è concluso con un bilancio nettamente positivo, sia per la massiccia presenza di pubblico sia, soprattutto, per la qualità delle relazioni che hanno caratterizzato i due giorni dei lavori, animati dagli interventi di oltre 60 relatori provenienti da tutto il mondo.

Opportunità. È questa la parola che ha fatto da leit motiv all’evento. Una coltura, il sorgo, che come hanno ricordato gli esperti è ancora poco conosciuta nonostante sul mercato mondiale dei cereali occupi il quinto posto. Opportunità, ma anche grandi potenzialità di sviluppo grazie alle sue caratteristiche che oggi come non mai rispondono alle sempre maggiori esigenze legate alla sostenibilità ambientale.

“La conoscenza è la base per lo sviluppo di una filiera solida – ha detto aprendo i lavori del Congresso Daniel Peyraube, presidente di Sorghum ID (www.sorghum-id.com) – Dobbiamo coordinarci con gli altri attori della filiera per valorizzare tutte le peculiarità del sorgo e trovare nuovi sbocchi per un mercato sostenibile. Il nostro imperativo deve essere la costanza nella qualità, non solo nella quantità”.

Con una produzione mondiale che si mantiene stabilmente intorno ai 60 milioni di tonnellate, ottenute su una superficie di circa 40 milioni di ettari, “negli ultimi 10 anni il commercio globale di sorgo ha conosciuto una grande evoluzione – ha spiegato nel suo intervento Pierre Guillaumin della Federazione francese dei produttori di mais e sorgo /FNPSMS – soprattutto dal 2014 in poi, quando la Cina è diventata il maggiore acquirente di sorgo a livello mondiale”. La produzione cinese di sorgo infatti non supera i 3 milioni di tonnellate, ma il consumo interno raggiunge i 5 milioni. “Quasi tutto il sorgo che produciamo viene destinato alle distillerie, mentre il 95% della quota importata viene utilizzata dall’industria mangimistica”, ha illustrato Li Zhao Yu, Dirigente dell’ufficio export cereali di Pechino. L’entrata in vigore dei dazi americani però sta creando non pochi problemi alla Cina, dal momento che specificamente sul sorgo la tassazione è schizzata al 27%. Problemi che per Paesi come l’Argentina, altro importante produttore di sorgo, si potrebbero rivelare opportunità. Esattamente come per l’Europa che dovrà comunque prima dotarsi di un Protocollo europeo sul sorgo da esportare in Cina. Tempi, in questo caso, che non saranno certo brevi.

Ma il Congresso europeo sul Sorgo, per quanto importanti, non si è concentrato solamente sugli aspetti commerciali. Numerose delle relazioni che lo hanno caratterizzato si sono focalizzate sul miglioramento della selezione genetica “soprattutto per aumentare le varietà oggi a disposizione degli agricoltori – ha sottolineato il responsabile del progetto Sorghum ID, Charles-Antoine Courtois – e implementare il settore mangimistico attraverso un intenso lavoro sul sorgo foraggero, ma anche sulle varietà che possono essere destinate all’alimentazione umana e alla produzione di biogas”.

Al termine della seduta plenaria, il Congresso è stato suddiviso in 3 importanti workshop che si sono concentrati su temi specifici coinvolgendo gli esperti più qualificati provenienti da diversi Paesi internazionali compresa l’Australia. Tecniche agronomiche innovative, opportunità offerte anche dalla selezione genomica, come dai programmi di miglioramento del sorgo foraggero per incentivarne la produzione in Nord Europa e la stabilità sono stati alcuni dei temi al centro dei dibattiti. “Uno dei grandi vantaggi offerti dalla coltivazione del sorgo – ha sottolineato Charles-Antoine Courtois – è quello di non essere esposto alla contaminazione da micotossine e di necessitare di ridotti trattamenti con fungicidi o insetticidi se non in casi eccezionali. A questo dobbiamo aggiungere la sua capacità di valorizzare l’acqua perché a differenza di altri cereali il suo fabbisogno idrico è molto contenuto. Sul fronte delle criticità dobbiamo lavorare sul controllo delle malerbe, rispetto alle quali non sempre l’agricoltore dispone di soluzioni efficaci, e in questo caso crediamo che la rotazione colturale possa contribuire a dare un aiuto importante. È vero che sotto il profilo economico i margini lordi sono inferiori rispetto ad altri cereali, ma è altrettanto vero che se consideriamo il minore ricorso ai mezzi tecnici, ai fertilizzanti, ai consumi idrici propri della coltivazione del sorgo, i vantaggi economici risultano evidenti. Piuttosto, credo occorra lavorare per arrivare a una stabilità del prezzo: negli Stati Uniti e in Australia le quotazioni raggiungono o anche superano quelle del mais, perché questo non avviene in Europa? Su questo occorre agire se vogliamo avere maggiori chance commerciali a livello globale”.

Nel dibattito non poteva mancare un approfondimento sulla Pac 2020-2026 (Politica agricola comune) di cui si sta discutendo a Bruxelles. Secondo Pierre Bascou della DG Agri della Commissione le parole che caratterizzeranno la futura Pac dovranno essere sostenibilità, resilienza e competitività, “e in questo contesto una coltura come il sorgo potrebbe trovare interessanti opportunità. L’Europa è intenzionata a triplicare il budget destinato alla ricerca per rafforzare il rapporto tra il mondo produttivo e quello scientifico e in questo contesto gli agricoltori potranno agire in prima persona per chiedere alla Comunità gli aiuti necessari a sviluppare la coltivazione del sorgo”.

“La Pac in discussione a Bruxelles pone forti interrogativi – ha dichiarato concludendo i lavori del Congresso Pierre Pagès, presidente della Federazione francese dei produttori di mais e sorgo (FNPSMS) - il nostro lavoro è ben avviato soprattutto sul miglioramento genetico della coltura. Non possiamo che auspicare una costruttiva collaborazione con l’Europa per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che ci siamo dati”.

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12/11/2018, 13:18
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