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Allevamento professionale, come partire con il piede giusto 
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grazie. siamo due privati senza essere imprenditori agricoli. per quanto riguarda il quantitativo di letame, per quello bovino non abbiamo problemi di quantità, per quello equino forse. si chiederemo ad un'associazione e vedere se sia più conveniente essere imprenditore agricolo o aprire una semplice società.
ho un terreno nel cilento di circa 12.000 mq con una casa e vorrei sapere se lì avrei problemi di odori che pediscono a me e agli ospiti di poter soggiornare. vorrei inoltre sapere:
1)quanti metri quadri bisogna avere a disposizione per una rendita dignitosa per due persone, cioè quanto humus si dovrebbe produrre?
2)l'attività può essere svolta completamente all'aperto?
3) c'è bisogno di un grosso quantitativo d'acqua ( dove ho il terreno non c'è l'acqua di irrigazione ma solo acqua potabile)
4) esiste una certificazione di humus "biologico"?


15/03/2014, 20:22
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nello69 ha scritto:
grazie. siamo due privati senza essere imprenditori agricoli. per quanto riguarda il quantitativo di letame, per quello bovino non abbiamo problemi di quantità, per quello equino forse. si chiederemo ad un'associazione e vedere se sia più conveniente essere imprenditore agricolo o aprire una semplice società.
ho un terreno nel cilento di circa 12.000 mq con una casa e vorrei sapere se lì avrei problemi di odori che pediscono a me e agli ospiti di poter soggiornare. vorrei inoltre sapere:
1)quanti metri quadri bisogna avere a disposizione per una rendita dignitosa per due persone, cioè quanto humus si dovrebbe produrre?
2)l'attività può essere svolta completamente all'aperto?
3) c'è bisogno di un grosso quantitativo d'acqua ( dove ho il terreno non c'è l'acqua di irrigazione ma solo acqua potabile)
4) esiste una certificazione di humus "biologico"?


La consistenza e la persistenza degli odori dipendono dal tipo di letame utilizzato, l’ equino è quello che dà meno problemi, ma sempre di letame stiamo parlando. Ci sono dei teli antiodori che limitano le emissioni. Venendo alle tue domande
1) Con queste poche indicazioni è impossibile dare una risposta credibile alla tua prima domanda. Come in tutte le attività imprenditoriali il risultato dipende da molte variabili, molte delle quali aleatorie, che non possono essere pienamente governate a meno che non si operi in un regime di monopolio o in settori con forti barriere all’ingresso, cosa che non è per la lombricoltura. Quindi, primo consiglio diffida di chi ti risponde con l’equazione tot superficie= tot reddito. Quello che si può definire con un buon grado di certezza è la capacità produttiva di un impianto in base alla sua superficie, dando per scontato che venga gestito a dovere. Da qui, considerando i prezzi di mercato e arrotondando per difetto, si può desumere il valore della produzione con l’avvertenza che per passare dal valore della produzione al fatturato e, tolti i costi, all’utile di mezzo c’è la vendita, attività non banale né scontata, anzi. E allora come fare?
A chi ha intenzione di avviare un impianto professionale consigliamo un’attività preliminare articolata in uno studio di fattibilità tecnica ed economia e un business plan su base triennale oltre a un servizio di accompagnamento al mercato. Se sei interessato ad approfondire il discorso inviami un messaggio privato.


2) Sì può essere svolta interamente all’aperto soprattutto alle tue latitudini

3) Sì occorre una discreta quantità di acqua soprattutto tra aprile e ottobre con punte elevate nei mesi più caldi. Senza l’adeguata l’umidità nelle lettiere i lombrichi scappano se possono o muoiono

4) Per la legislazione italiana l’humus di lombrico è un prodotto consentito in agricoltura biologica senza la necessità di ulteriori certificazioni

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«Dubito ci siano molti altri animali che abbiano giocato un ruolo così importante nella storia del pianeta come i lombrichi», Charles Darwin
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17/03/2014, 11:48
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nello69 ha scritto:
grazie. siamo due privati senza essere imprenditori agricoli. per quanto riguarda il quantitativo di letame, per quello bovino non abbiamo problemi di quantità, per quello equino forse. si chiederemo ad un'associazione e vedere se sia più conveniente essere imprenditore agricolo o aprire una semplice società.
ho un terreno nel cilento di circa 12.000 mq con una casa e vorrei sapere se lì avrei problemi di odori che pediscono a me e agli ospiti di poter soggiornare. vorrei inoltre sapere:
1)quanti metri quadri bisogna avere a disposizione per una rendita dignitosa per due persone, cioè quanto humus si dovrebbe produrre?
2)l'attività può essere svolta completamente all'aperto?
3) c'è bisogno di un grosso quantitativo d'acqua ( dove ho il terreno non c'è l'acqua di irrigazione ma solo acqua potabile)
4) esiste una certificazione di humus "biologico"?


Ciao,
cerco di rispondere alle tue domande:
- Noi usiamo letame bovino e i problemi d'odore lo hai se fai un cumulo di letame fresco sotto le finestre della casa, basta che lo accumulo ad una certa distanza dalle finestre. Devi usare letame maturo (almeno 3-4 mesi , ma più vecchio è meglio è) e l'odoro pian piano se ne va.
Per quanto riguarda le lettiere, dove man mano alimenti con letame, non emettono odori sgradevoli, anche perchè ne aggiungi pochi cm alla volta
- Io ti consiglio di partire con almeno 100mq e man mano sdoppiarti (come forse avrei letto io e ingenuus la pensiamo diversamente).
- Assolutamente si, completamente all'aperto. Le nostre lettiere sono sopravvissute a caldo afoso (oltre 30°C), neve, freddo (abbiamo fatto un mese sempre a temperature attorno ai -10°C) e terremoto ed i lombrichi non hanno fatto una piega
- Grossi quantitativi no, ma in estate devi tenere umide le lettiere soprattutto luglio e agosto, ma comunque dipende dal clima della tua zona.
- Si esiste una certificazione, devi per prima cosa registrarti al registro dei produttori dei fertilizzanti, così puoi commercializzare il prodotto, e poi si richiede la certificazione al ministero dell'agricoltura. Molti vendono humus senza certificazione, in quanto comunque è un prodotto ammesso, ma a noi le aziende bio con cui lavoriamo e diamo il nostro prodotto pretendono, giustamente, il pezzo di carta dal ministero che dichiara che il nostro prodotto è bio

Se hai altre domande chiedi pure qui o attraverso messaggio privato

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Giulia Caramaschi
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17/03/2014, 20:13
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Così rischiamo di generare confusione. Un conto è la "certificazione di humus biologico", altro è l’iscrizione nel registro dei produttori di fertilizzanti presso il Mipaaf. Sono due cose diverse. In quest'ultimo caso si tratta di un obbligo previsto dal decreto legislativo sui fertilizzanti per poter commercializzare il vermicompost. Viene rilasciata decorsi 90 giorni dalle presentazione della domanda a cui dovranno essere allegati i risultati delle analisi del vermicompost prodotto realizzate da un laboratorio accreditato.
Nel nostro ordinamento non è prevista alcuna certificazione biologica per l’humus in quanto già per il fatto di essere prodotto in conformità delle norme del decreto legislativo sui fertilizzanti, ne è consentito l’uso in agricoltura biologica. In Germania ci sono enti certificatori che attestano la “biologicità” dell’humus, volendo si potrebbe far certificare lì

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18/03/2014, 16:39
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grazie per le vostre risposte sempre molto esaustive.
avrei tante domande da fare se non disturbo continuo. fatemi sapere e grazie 1000


18/03/2014, 21:58
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18/03/2014, 22:02
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ingenuus ha scritto:
Così rischiamo di generare confusione. Un conto è la "certificazione di humus biologico", altro è l’iscrizione nel registro dei produttori di fertilizzanti presso il Mipaaf. Sono due cose diverse. In quest'ultimo caso si tratta di un obbligo previsto dal decreto legislativo sui fertilizzanti per poter commercializzare il vermicompost. Viene rilasciata decorsi 90 giorni dalle presentazione della domanda a cui dovranno essere allegati i risultati delle analisi del vermicompost prodotto realizzate da un laboratorio accreditato.
Nel nostro ordinamento non è prevista alcuna certificazione biologica per l’humus in quanto già per il fatto di essere prodotto in conformità delle norme del decreto legislativo sui fertilizzanti, ne è consentito l’uso in agricoltura biologica. In Germania ci sono enti certificatori che attestano la “biologicità” dell’humus, volendo si potrebbe far certificare lì



certo, sono due cose distinte la certificazione prodotta da un ente certificatore che dalla registrazione al ministero come da legge; intanto il ministero anche se ricevute le analisi fatte da laboratorio accreditato e comunciazioni fatte come la legge richiede, non ti risponde, almeno ci hanno detto che la "commissione tecnica" è bloccata o meglio è stata tolta e quindi è tutto fermo li. quindi la domnada è: uno come fa ad essere sicuro che loro ti rispondano??

qua entra la burocrazia tutta italiana, da pochi mesi si è resa obbligatoria una registrazione al sito del siarl come utente qualificato(che hanno 40gg di tempo per poterti mandare questa password di accesso :o ) per poter inserire il fertilizzante.


fatto questo nel nostro caso ci si mette pure la regione Lombardia...pare e dico pare vogliano un'ulteriore registrazione in un database regionale x prodotti consentiti nell'agricoltura bio.

Detto questo abbiamo interrogato enti certificatori come l'ICEA se le loro aziende bio possono utilizzare il vermicompost con le nostre registrazioni o da come pare vogliano pure la certificazione dell'ente!!!


Non so te che iter hai avuto ma noto molta confusione e poca preparazione in materia sia negli enti che nelle organizzazioni


19/03/2014, 1:53
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Vale la regola del silenzio assenso, decorsi 90 giorni dalla presentazione della domanda di iscrizione al Registro se il minisero non muove obiezioni sei a posto. In caso di controlli dimostri che hai presentato la domanda (la raccomandata meglio inviarla senza busta, ripiegando i fogli su se stessi così i timbri vengono apposti direttamente sul lato libero) con data certa e che in 90 giorni nessuno si è fatto vivo

Quelle delle aziende biologiche con cui hai contatti è' una richiesta insensata, per legge il vermicompost è un ammendante consentito in agricoltura biologica, lo stesso decreto impone di riportare questa dicitura sulla confezione. L'unico modo è farglielo capire con dati certi e oggettivamente incontestabili. Gli agronomi delle aziende biologiche nostre clienti hanno fatto timide resistenze iniziali dovute alla mancata conoscenza del prodotto e delle norme che ne regolano la commercializzazione. Ci siamo armati di pazienza e norme alla mano abbiamo smontato punto per punto tutte le loro obiezioni.

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19/03/2014, 6:54
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ingenuus ha scritto:
Vale la regola del silenzio assenso, decorsi 90 giorni dalla presentazione della domanda di iscrizione al Registro se il minisero non muove obiezioni sei a posto. In caso di controlli dimostri che hai presentato la domanda (la raccomandata meglio inviarla senza busta, ripiegando i fogli su se stessi così i timbri vengono apposti direttamente sul lato libero) con data certa e che in 90 giorni nessuno si è fatto vivo

Quelle delle aziende biologiche con cui hai contatti è' una richiesta insensata, per legge il vermicompost è un ammendante consentito in agricoltura biologica, lo stesso decreto impone di riportare questa dicitura sulla confezione. L'unico modo è farglielo capire con dati certi e oggettivamente incontestabili. Gli agronomi delle aziende biologiche nostre clienti hanno fatto timide resistenze iniziali dovute alla mancata conoscenza del prodotto e delle norme che ne regolano la commercializzazione. Ci siamo armati di pazienza e norme alla mano abbiamo smontato punto per punto tutte le loro obiezioni.

Dammi riferimenti legislativi dove dicono della regola del silenzio assenso.. io non li ho trovati
Grazie

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19/03/2014, 12:32
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Dammi! Mah

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19/03/2014, 12:51
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