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100% tunisino: l’olio d’oliva nordafricano sbarca sul web 
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La US Hamman Marketing Associates Program ha da pochi giorni lanciato il sito internet “100% Tunisian Olive Oil”, una iniziativa che rientra nei progetti di sviluppo a lungo termine nel settore dell’olio di oliva messi a punto dal governo tunisino.
Il sito promuoverà sul mercato statunitense le caratteristiche e le qualità dell’olio di oliva tunisino, le possibilità d’acquisto, i benefici per la salute, un nutrito numero di esportatori e produttori, ricette e una serie di informazioni generali.

“Con questo sito -ha spiegato il promotore dell’iniziativa Al Hammam- vogliamo catalizzare l’attenzione dei consumatori americani mostrando la Tunisia come uno dei paesi produttori più forti, andando ad ampliare le opportunità già offerte dal progetto 100% Tunisian”.

La Tunisia ha infatti istituito da alcuni anni un fondo per la promozione del proprio olio di oliva a cui possono accedere direttamente produttori ed esportatori che vogliono rafforzare la propria posizione sul mercato estero: chi per rivedere i propri circuiti di distribuzione e di marketing, chi per entrare nella grande distribuzione come è stato nel caso di Marocco e Russia, chi per lanciare la propria etichetta commerciale. Un fondo che copre anche le spese di partecipazione alle fiere specializzate, la creazione di piattaforme di comunicazione sull’olio –come il progetto 100% Tunisian Olive Oil- e le iniziative esplorative in Giappone, Cina, Usa e Francia.

M. Adessalem Mansour, il Ministro dell’agricoltura tunisino, ha recentemente ribadito l’interesse del paese per l’olio di oliva sottolineando come la Tunisia sia passata dall’imbottigliare 2450 tonnellate nel 2008 a 5500 t nel 2009: il fatto che il mercato italiano, ha detto il Ministro, assorbe oggi il 50% della nostra esportazione ci fa capire come il nostro olio sia pregiato e conforme agli standard internazionali di qualità.

La Tunisia è, ad oggi, il maggiore produttore extra europeo e vende il suo olio quasi interamente sfuso a società confezionatrici fuori dal paese: un prodotto che vale ben il 42% dell’export dell’agroalimentare tunisino.

Per questo motivo, attraverso il fondo statale, il governo vuole invertire questa tendenza facendo crescere il business estero delle vendite di olio di oliva imbottigliato, un segmento che per ora rappresenta solo il 2% ma che arriverà presto, secondo le stime tunisine, al 10%.

Se nel 2009 sono state infatti vendute 5.500 t di olio imbottigliato, l’obiettivo tunisino è quello di raggiungere entro il 2012 le 20.000 t, grazie soprattutto allo sviluppo del settore degli oli bio e all’aumento del numero di etichette immesse sul mercato globale.

Sotto il solo grande ombrello del 100% Tunisian Olive Oil, la Tunisia ha sicuramente il merito di aver capito meglio di quanto abbia fatto l’Italia che per apparire commercialmente e qualitativamente forte agli occhi dei consumatori internazionali –aumentando dunque il proprio mercato e il fatturato- è fondamentale remare nella stessa direzione sfruttando tutti i canali oggi a disposizione. Ma soprattutto, è riuscita in una operazione che a noi risulta impossibile: poche e chiare idee per l’interesse economico di tutto il settore e dell’intero paese. Ma noi, ci riusciremo mai?


di Duccio Morozzo della Rocca
16 Gennaio 2010 Teatro Naturale n. 2 Anno 8

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16/01/2010, 20:03
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O becchiamoci questa...

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Saluti,
Flavio.


16/01/2010, 22:16
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Cita:
Tunisian Olive Oil, la Tunisia ha sicuramente il merito di aver capito meglio di quanto abbia fatto l’Italia che per apparire commercialmente e qualitativamente forte agli occhi dei consumatori internazionali –aumentando dunque il proprio mercato e il fatturato- è fondamentale remare nella stessa direzione sfruttando tutti i canali oggi a disposizione. Ma soprattutto, è riuscita in una operazione che a noi risulta impossibile: poche e chiare idee per l’interesse economico di tutto il settore e dell’intero paese. Ma noi, ci riusciremo mai?


Effettivamente becchiamoci questo :!: :!: :!:

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17/01/2010, 21:30
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eugenio ha scritto:
Cita:
Tunisian Ma soprattutto, è riuscita in una operazione che a noi risulta impossibile: poche e chiare idee per l’interesse economico di tutto il settore e dell’intero paese. Ma noi, ci riusciremo mai?


Penso proprio di NO!!!!! Purtroppo

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- La morte non è niente - aveva affermato il 12 dicembre 1804, nello splendore della sua potenza. - Ma vivere sconfitti e senza gloria - aveva aggiunto - significa morire ogni giorno. (Napoleone)
Egli vive ancora.


18/01/2010, 0:03
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l'agricoltura italiana messa com'è messa adesso o fa una ripresa pazzesca o crolla definitivamente

qui in romagna si sente sempre più spesso dire

"i cuntàden i và a gàmb p'raria tòt"
lascio a voi la traduzione :(

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Mai discutere con un idiota. Ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza. ( Oscar Wilde )


18/01/2010, 0:12
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io tirerei in ballo oltre la programmazione nazionale ad opera del MIPAAF anche il ruolo delle associazioni.
Quante sono, che ruolo hanno, che costi hanno x gli agricoltori, che benefici apportano
A chi tocca organizzare le famose filiere?biodinamiche,biologiche,integrate,convenzionali?la valorizzazione, la promozione?
la giusta remunerazione per i coltivatori?
troppi interessi fuori dal mondo agricolo per un prodotto agricolo che per questo nn riesce a remunerare in modo adeguato chi produce

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I


19/01/2010, 0:25
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