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Produzione, qualità e valorizzazione dei prodotti agroalimentari
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Cultura e alimentazione: è necessaria una tassa?

15/01/2010, 14:32

Proprio oggi leggo che entro Marzo 2010 la Romania potrebbe introdurre una nuova tassa che interesserà i prodotti industriali. La particolarità è rappresentata dal fatto che ad essere tassati saranno i produttori di alimenti ricchi di sale, grassi, zuccheri e additivi, in poche parole, dei cosiddetti cibi veloci come torte e caramelle industriali, patatina fritte e altri spuntini simili, oltre che a bevande gassate .
Fanno eccezione l’acqua e il succo in bottiglia.
Con questa iniziativa la Romania fisserà un precedente a livello mondiale. Il ministro della salute Attila Czeke ha annunciato il 5 marzo scorso che i ricavati della nuova tassa saranno destinati al programma di salute EurActiv, promettendo comunque un tavolo di discussione con i produttori e i distributori dei prodotti in questione.
Il ministero ha poi sottolineato: “Sempre più gente in Europa soffre di obesità, rischio diabete, di ipertensione e morte prematura, e questo incide anche sulla spesa sanitaria e sul rendimento”. Ma Dragos Frumosu, capo della federazione industria alimentare rumena, protesta perché il progetto di legge è stato elaborato senza una discussione pubblica e avverte :“L’introduzione della tassa aumenterà i prezzi degli alimenti costringendo i produttori a spostare i loro commerci all’estero”.
Fonte: BioagricolturaNotizie per Via Campesina /B@n

Cosa ne pensate?
Molte volte in questo forum abbiamo criticato la mentalità dei PECO, che, noncuranti delle nuove conoscenze in tema di risparmio energetico e tutela ambientale, vorrebbero OGGI la loro "rivoluzione industriale" legata all'agricoltura, come l'hanno avuta gli altri Paesi come del resto anche l'Italia...
Questo sembrerebbe un passo in avanti, o comunque un cambiamento di tendenza.
Jacopo

Re: Cultura e alimentazione: è necessaria una tassa?

15/01/2010, 19:35

Ho sentito alla televisione che anche il sindaco di New York sta lanciando una battaglia contro l'uso eccessivo del sale e gli alimenti che ne contengono troppo.
Io personalmente credo più all'informazione adeguata che al proibizionismo.
Ciao,
Marco

Re: Cultura e alimentazione: è necessaria una tassa?

16/01/2010, 8:31

Concordo Marco,
ma qui non si parla di "proibire" (molto contrario anch'io), ma solamente di tassare ciò che non fa bene e concedere fondi aggiuntivi a chi promuove cultura.
A me non sembra male.
Aggiungo che la nuova "crociata" del sindaco di New York Michael Bloomberg riguarda la riduzione graduale del 25% (variabile dal 10 fino al 40%!) del sale in 61 tipologie di prodotti confezionati e 25 piatti da ristorante. Questo esperimento in USA è già stato provato da ditte private, le quali, però, hanno visto crollare i consumi dei loro prodotti (fiocchi d'avena)...alla faccia di pressione alta, infarto e ictus cerebrale...comunque pare che le varie aziende americane abbiano già iniziato a ridurre il contenuto di sale nei propri prodotti (succo di pomodoro, pasta in scatola, fast food, ...).
L'assunzione di sale consigliata varia tra i 1500 e i 2300 milligrammi/d, mentre la media nazionale è pari a 3400...
Jacopo

Re: Cultura e alimentazione: è necessaria una tassa?

29/01/2010, 13:19

Forse la tassa è una cosa un pò esagerata, però dovrebbero essere i produttori a fare una campagna pubblicitaria sui rischi che corre la gente ad abusare troppo dei loro prodotti.
By tsuna (ex obeso)

Re: Cultura e alimentazione: è necessaria una tassa?

29/01/2010, 20:09

Forse sarebbe meglio che i produttori facessero illoro lavoro in maniera impeccabile e suggerissero possibili strategie di markenting a chi ha il tempo, le competenze e gli strumenti per attuarlo correttamente.
Questo è per me un altro grave problema: l'allevatore deve essere oggi: imprenditore, agronomo, veterinario, geometra, burocrate, contabile, ragioniere, mercante, pubblicitario, agente di borsa...AAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH...troppe!
Jacopo
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