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Produzione, qualità e valorizzazione dei prodotti agroalimentari
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Coloranti; definizione e rischi

12/02/2009, 1:08

I coloranti alimentari (codici da E100 a E199) fanno parte degli additivi alimentari.
Di seguito una panoramica che illustra quali possono essere i danni derivati dall'eccessivo uso di prodotti contenenti coloranti e soprattutto gli effetti dannosi sui bambini dovuti alla tossicità.
In questa sezione abbiamo consultato più fonti possibile e il risultato è che meno ne facciamo uso e meglio è!
Consulta la "Tabella dei coloranti" e scopri se il prodotto può essere dannoso per il tuo bambino.

Cosa sono.
Sono identificati dalle sigle da E100 a E199 e servono per dare un aspetto e un colore più gradevole al prodotto. L’utilizzo di additivi è regolato dalla legge (Dm n. 209 del 27/2/96 e successive modifiche), che stabilisce i criteri generali di utilizzo ed enumera gli additivi autorizzati.
Alcuni coloranti sono di origine naturale (vegetale), altri sono sintetici (ottenuti chimicamente in laboratorio). E' importante verificare il grado di tossicità che hanno.
Definizione del Ministero della salute.
I coloranti sono sostanze che conferiscono un colore ad un alimento o che ne restituiscono la colorazione originaria, ed includono componenti naturali dei prodotti alimentari e altri elementi di origine naturale, normalmente non consumati come alimenti né usati come ingredienti tipici degli alimenti.
Tossico o no?
Alcuni sono consentiti dalle leggi italiane e dall'Unione Europea, mentre in altri paesi del mondo sono stati vietati. Non è stato facile raccogliere questi dati e forse alcuni possono non essere precisi o aggiornati, c'è tanto in materia e tante contestazioni da parte di organi eletti alla protezione dei consumatori. Le pressioni commerciali sono sempre fortissime e che non è possibile debellare in poco tempo certi ingranaggi economici in nome della salute. Se il consumatore, però, informato, evita prodotti a rischio conduce il produttore ad abbandonare certi additivi, facilitando poi così la legge a fare il corso.
Senza farsi prendere dal panico, dare uno sguardo ai coloranti contenuti nei prodotti che diamo ai nostri bambini, può essere utile a non esagerare con le dosi quotidiane.
Assolutamente VIETATI.
Su alcuni coloranti c'è concordanza di giudizio fra le varie legislazioni, per esempio questi additivi sono stati proibiti nel dopoguerra e oggi l'UE non li consente: E103, E105, E106, E107, E111, E121, E125, E126, E130, E152, E181, E197, E201, E236, E237, E238, E240, E264, E636, E637.
Alcuni sono proibiti addirittura per motivi estranei alla salute!
Dosi giornaliere.
Quando c'è una dose giornaliera massima accettabile è necessario verificare se tale dose può comunque essere superata in circostanze in cui vengono aggiutni altri alimenti contenenti additivi, a tal punto che la dose giornaliera viene facilmente superata.
Tossicità dei coloranti.
Gli additivi che vengono definiti tossici, sono comunque ammessi (entro certi limiti di dosaggio) per uso alimentare.
Gli additivi sono testati singolarmente. La realtà è che si consumano innumerevoli e spaventose combinazioni di additivi. I danni provocati dalla combinazione di diversi additivi è diventato soltanto negli anni recenti di interesse in campo scientifico.
Per quali prodotti è VIETATO l'uso di coloranti.
Per alcune categorie di prodotti alimentari vige il divieto di aggiunta di coloranti, e tra questi: acqua, zucchero, miele, latte, pane, pasta, carne, pesce, olio, caffè, cioccolato, torrone, aceto, succhi
ATTENZIONE PER I BAMBINI: rischio di iperattività.
Alcuni bambini sono più sensibili ai cibi trattati e mostrano effetti immediati, subito dopo l’ingestione di coloranti. A piccole dosi gli additivi chimici non sono dannosi. Gli effetti sono legati alla quantità e al peso, i bambini consumano sette volte più additivi della “dose giornaliera accettabile” (ADI).
I neonati hanno una limitata capacità di disintossicarsi, dovuta al prematuro sviluppo del fegato e degli enzimi che metabolizzano i veleni, inoltre il peso esiguo del loro corpo può scatenare la tossicità.
Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Southampton (Gran Bretagna), i coloranti artificiali contenuti negli alimenti sono estremamente pericolosi per la salute. Infatti i ricercatori britannici, guidati da John Warner hanno evidenziato che la rimozione di queste sostanze dai cibi è in grado di diminuire l’incidenza di iperattività nei bambini piccoli. Lo studio, condotto su 300 bambini di tre anni, è stato pubblicato su Archives of Disease in Childhood.
Per chi possono essere dannosi.
Vi è una serie di additivi nocivi alle persone che soffrono di asma o che sono allergiche all'acido acetilsalecilico (la comune aspirina).
il Rosso 2G, meglio noto nelle etichette come E128 può essere cancerogeno, secondo la valutazione effettuata dall'Efsa sugli additivi alimentari, e trasmessa alla Commissione Europea.

http://www.alimentipedia.it/Tabelle_uti ... ntari.html

Re: Coloranti; definizione e rischi

12/02/2009, 1:10

Additivi alimentari
Per "additivo alimentare" si intende qualsiasi sostanza, normalmente non consumata come alimento in quanto tale e non utilizzata come ingrediente tipico degli alimenti, indipendentemente dal fatto di avere un valore nutritivo, aggiunta intenzionalmente ai prodotti alimentari per un fine tecnologico nelle fasi di produzione, di trasformazione, di preparazione, di trattamento, di imballaggio, di trasporto o immagazzinamento degli alimenti, che si possa ragionevolmente presumere diventi, essa stessa o i suoi derivati, un componente di tali alimenti direttamente o indirettamente.

Molti additivi sono costituenti naturali di alimenti: ad es. l’acido citrico, la lecitina, le pectine i tocoferoli;

Gli additivi alimentari, sono sostanze ampiamente studiate e documentate sotto il profilo tossicologico e il loro uso è costantemente sotto il controllo di Organizzazioni Internazionali e Nazionali. Per essi è fissata una dose accettabile giornaliera, che rappresenta la quantità di additivo che può essere ingerita giornalmente attraverso la dieta nell’arco di vita senza che compaiano effetti indesiderati;

Nella preparazione e conservazione degli alimenti è autorizzato l’impiego solo di quelle sostanze esplicitamente elencate in una apposita lista positiva. Il principio autorizzativo della lista positiva è la prima garanzia a tutela del consumatore.

L’additivo autorizzato è una sostanza di cui è stata valutata la sicurezza d’uso, di cui sono stati fissati i requisiti di purezza chimica, e comunque è consentito l’uso solo nel caso di documentata esigenza tecnologica: ossia, anche se ritenuto non nocivo, l’additivo non è consentito se non è necessario.

Indicazioni del Ministero della Salute: Classificazione e definizione degli additivi alimentari

COLORANTI - I coloranti sono sostanze che conferiscono un colore ad un alimento o che ne restituiscono la colorazione originaria, ed includono componenti naturali dei prodotti alimentari e altri elementi di origine naturale, normalmente non consumati come alimenti né usati come ingredienti tipici degli alimenti. (Vedi tabella).
EDULCORANTI - Gli edulcoranti sono sostanze utilizzate per conferire un sapore dolce ai prodotti alimentari o per la loro edulcorazione estemporanea. (Vedi tabella).


ADDITIVI DIVERSI DAI COLORANTI E DAGLI EDULCORANTI:

Si intendono per:

"conservanti" le sostanze che prolungano il periodo di conservazione dei prodotti alimentari proteggendoli dal deterioramento provocato da microorganismi;
"antiossidanti" le sostanze che prolungano il periodo di conservazione dei prodotti alimentari proteggendoli dal deterioramento provocato dall'ossidazione, come l'irrancidimento dei grassi e le variazioni di colore;
"coadiuvanti", inclusi i solventi veicolanti, le sostanze utilizzate per sciogliere, diluire, disperdere o altrimenti modificare fisicamente un additivo alimentare senza alterarne la funzione tecnologica (e senza esercitare essi stessi alcun effetto tecnologico) allo scopo di facilitarne la manipolazione, l'applicazione o l'impiego;
"acidificanti" le sostanze che aumentano l'acidità di un prodotto alimentare e/o conferiscono ad esso un sapore aspro;
"correttori di acidità" le sostanze che modificano o controllano l'acidità o l'alcalinità di un prodotto alimentare;
"antiagglomeranti" le sostanze che riducono la tendenza di particelle individuali di un prodotto alimentare ad aderire una all'altra;
"antischiumogeni" le sostanze che impediscono o riducono la formazione di schiuma;
"agenti di carica" le sostanze che contribuiscono ad aumentare il volume di un prodotto alimentare senza contribuire in modo significativo al suo valore energetico disponibile;
"emulsionanti" le sostanze che rendono possibile la formazione o il mantenimento di una miscela omogenea di due o più fasi immiscibili, come olio e acqua, in un prodotto alimentare;
"sali di fusione" le sostanze che disperdono le proteine contenute nel formaggio realizzando in tal modo una distribuzione omogenea dei grassi e altri componenti;
"agenti di resistenza" le sostanze che rendono o mantengono saldi o croccanti i tessuti dei frutti o degli ortaggi, o che interagiscono con agenti gelatificanti per produrre o consolidare un gel;
"esaltatori di sapidità" le sostanze che esaltano il sapore o la fragranza o entrambi di un prodotto alimentare; m)
"agenti schiumogeni" le sostanze che rendono possibile l'ottenimento di una dispersione omogenea di una fase gassosa in un prodotto alimentare liquido o solido;
"gelificanti" le sostanze che danno consistenza ad un prodotto alimentare tramite la formazione di un gel; (Vedi tabella)
"agenti di rivestimento" (inclusi gli agenti lubrificanti) le sostanze che, quando vengono applicate sulla superficie esterna di un prodotto alimentare, gli conferiscono un aspetto brillante o forniscono un rivestimento protettivo;
"umidificanti" le sostanze che impediscono l'essiccazione dei prodotti alimentari contrastando l'effetto di una umidità atmosferica scarsa o che promuovono la dissoluzione di una polvere in un ambiente acquoso;
"amidi modificati" le sostanze ottenute mediante uno o più trattamenti chimici di amidi alimentari, che possono aver subito un trattamento fisico o enzimatico e possono essere fluidificati per trattamento acido o alcalino, sbiancati;
"gas d'imballaggio" i gas differenti dall'aria introdotti in un contenitore prima, durante o dopo aver introdotto in tale contenitore un prodotto alimentare;
"propellenti" i gas differenti dall'aria che espellono un prodotto alimentare da un contenitore;
"agenti lievitanti" le sostanze, o combinazioni di sostanze, che liberano gas aumentando il volume di un impasto o di una pastella;
"sequestranti" le sostanze che formano complessi chimici con ioni metallici;
"stabilizzanti" le sostanze che rendono possibile il mantenimento dello stato fisico-chimico di un prodotto alimentare. Essi comprendono le sostanze che rendono possibile il mantenimento di una dispersione omogenea di due o più sostanze immiscibili in un prodotto alimentare ed includono anche sostanze che stabilizzano, trattengono o intensificano la colorazione esistente di un prodotto alimentare; (vedi tabella).
"addensanti" le sostanze che aumentano la viscosità di un prodotto alimentare. (vedi tabella).
http://www.alimentipedia.it/Tabelle_uti ... zioni.html

Re: Coloranti; definizione e rischi

12/02/2009, 1:12

Edulcoranti (dolcificanti): cosa sono
Sono additivi alimentari usati per sostituire lo zucchero, le sigle sono da E950 a E969 + E420 + E421. Tra i principali l’acesulfame K, l’aspartame, il ciclammato e la saccarina. Esistono due categorie di sostituti dello zucchero: gli edulcoranti intensivi e i polioli. Li troviamo nei prodotti "light", "diet" e "senza zucchero". Sono indicati soprattutto per diabetici e per chi deve seguire diete ipocaloriche.
Se consumati in quantità normali (rispetto alla Dose Giornaliera Ammissibile DGA, calcolata in funzione del peso corporeo) non comportano rischi, ma meglio evitarne il consumo nei bambini in età inferiore ai 3 anni.
(Vedi anche "Tabella edulcoranti").

La scoperta.
Fino alla fine del secolo scorso per "addolcire" si aveva a disposizione solo prodotti della natura, come: zucchero, miele, il glucosio derivato dall’amido, il lattosio, tutti di alto valore calorico.
Nel 1879 venne scoperto per caso un prodotto sintetico dolcificante: la saccarina. Rapidamente venne utilizzata dai diabetici in sostituzione dello zucchero, vietato dai medici. I numerosi altri sostituti dello zucchero, naturali o di sintesi, sono molto più recenti.

Oltre che nei prodotti alimentari senza zucchero, gli edulcoranti intensivi e i polioli sono presenti in numerosi medicinali (sciroppi, sospensioni, pasticche per la gola) e nei dentifrici.

Limitazioni della Commissione Europea.
L’impiego di questi sostitutivi è adesso regolamentato dalla direttiva CE 94/35.
La Commissione Europea ha stabilito il livello massimo dei vari edulcoranti intensi che può essere presente in ogni categoria di prodotti alimentari. Talvolta in etichetta viene riportato, invece del contenuto reale, questo limite. Esempio: una caramella senza zucchero contenente acesulfame e aspartame può aver specificato sull'etichetta “ASPARTAME (INF. A 0,05%)" o "ACESULFAME (INF. A 0,05%)".
Nella comunità europea gli edulcoranti intensi e i polioli possono essere utilizzati per dolcificare solo prodotti che non contengono zucchero o che contengono almeno il 30% di calorie in meno rispetto al prodotto tradizionale.

Categorie di edulcoranti.
Esistono due categorie di edulcoranti:
1 - edulcoranti intensivi
2 - edulcoranti polioli

1 - Edulcoranti intensivi (Vedi "Tabella edulcoranti")
Gli edulcoranti intensivi sono sostanze edulcoranti molto dolcificanti.
In Italia i più diffusi sono:

- acesulfame K
- aspartame
- ciclamato
- saccarina

Altri due edulcoranti intensivi sono autorizzati nei Paesi della Comunità Europea ma non vengono praticamente utilizzati in Italia: la neoesperidina DC e la taumatina.

Dove si trovano.
Gli edulcoranti intensivi sono presenti sia nei cosiddetti “edulcoranti da tavola” (in compresse, bustine, polvere o gocce) che nella maggior parte dei prodotti cosiddetti “senza zucchero”, “light” o “diet” : gomme da masticare, caramelle, bevande analcoliche, yogurt, marmellate, ecc.
Potere calorico.
Il loro potere calorico è quasi nullo. Ne sono sufficienti piccolissime quantità per sostituire il saccarosio.
Danni per la salute.
Come per la maggior parte degli additivi alimentari, l’abuso può provocare danni all’organismo. E' meglio non superare la Dose Giornaliera Ammissibile (DGA), cioè la quantità, calcolata in funzione del peso corporeo.
Esempio 1: una donna di 50 chili che consumi ogni giorno 10 bustine contenenti aspartame o ciclammato raggiungerebbe solo dal 5 al 12% della DGA. Con bustine contenenti saccarina, arriverebbe invece al 50% della DGA. Le bevande analcoliche light disponibili sul mercato contengono acesulfame, ciclammato, aspartame, saccarina, da soli o in combinazione.
Esempio 2: per un bambino di 25 chili, la DGA è dimezzata e basta quindi mezzo litro di bevanda analcolica light (tre bicchieri) per raggiungere il 70% della DGA. All’assunzione di edulcoranti artificiali con la dieta va aggiunta l’assunzione con medicinali senza zucchero quali le caramelle per la gola, gli sciroppi e le sospensioni, in cui spesso lo zucchero è stato sostituito per limitarne la cariogenicità.
Da questi calcoli possiamo dedurre che nell’adulto il rischio di superare la DGA (Dose Giornaliera Ammissibile) esiste solo se un soggetto consuma tutti i giorni diverse categorie di alimenti che contengono lo stesso edulcorante o un unico alimento ma in quantità elevate. Questo rischio teorico è più elevato con il consumo di bevande che non con il consumo di caramelle o gomme (per via della quantità più elevata ingerita in ogni occasione di consumo).
Conclusione: chi volesse fare un uso sistematico di prodotti senza zucchero deve prestare attenzione alle etichette e possibilmente non utilizzare come edulcorante da tavola lo stesso edulcorante presente nello yogurt o nelle caramelle che consuma abitualmente.
Raggiungere saltuariamente la DGA di un additivo non costituisce un rischio per la salute.

2 - Edulcoranti polioli (Vedi "Tabella edulcoranti")
I polioli, talvolta chiamati polialcoli o zuccheri-alcol, sono agenti edulcoranti “di sostituzione” o “di massa”.

Quelli più utilizzati in Italia sono:

- sorbitolo (o sciroppo di sorbitolo),
- maltitolo (o sciroppo di maltitolo),
- mannitolo
- isomalto
- xilitolo
- lactitolo (meno frequente)

Dove si trovano.
Si trovano nelle gomme e caramelle “senza zucchero”. Le categorie di prodotti alimentari in Italia con edulcoranti intensivi e/o polioli sono: confetteria (gomme e caramelle), bevande analcoliche, yogurt, marmellate, biscotti e edulcoranti da tavola.

Potere calorico
I polioli hanno un potere dolcificante medio, simile a quello del saccarosio. I prodotti che contengono polioli non sono acalorici come gli edulcoranti intensivi. I polioli hanno però il vantaggio, rispetto agli edulcoranti intensivi, di dare consistenza ai prodotti.
Una caramella o una gomma senza zucchero contiene il 30 - 50% in meno di calorie rispetto allo stesso prodotto con zucchero.

I bambini possono consumare dolcificanti?
E’ meglio evitare l’uso di prodotti senza zucchero contenenti edulcoranti da tavola almeno fino ai tre anni. Vanno però evitati o quanto meno limitati sia gli edulcoranti da tavola che i prodotti “senza zucchero”, se non sotto consiglio di un dietologo.

Consumo in gravidanza
Meglio evitare. Preferibile un consumo limitato di prodotti senza zucchero con polioli e non con edulcoranti intensi (alcune caramelle, gomme da masticare e prodotti da forno).

http://www.alimentipedia.it/Tabelle_uti ... ranti.html
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