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Quercia da sughero: nuovo attacco fungino ?? 
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Iscritto il: 13/01/2016, 9:42
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Ciao a tutti gli amici del forum. Qualche anno fa, nel 2016 per l'esattezza, ho ricevuto un forte aiuto da questo forum, in relazione ad un problema che ho esposto qui: https://www.forumdiagraria.org/coltivazioni-arboree-f22/quercia-da-sughero-con-macchie-nere-sul-tronco-e-malata-t99350.html riuguardante un bellissimo esemplare di quercia da sughero.

Purtroppo credo che il problema si sia ripresentato: altra macchia nera sul tronco, molliccia, che trasuda liquido. Inoltre, vi è un forte odore come di "legno marcio" in corrispondenza della macchia. La pianta, cresciuta tanto e bene dal 2016, quest'anno ha pochissimi germogli: è evidentemente in sofferenza.

Riprenderò la cura usata allora (soluzione satura di solfato di rame + antifungini sistemici), ma il fatto che si sia ripresentata la stessa patologia, mi preoccupa non di poco: possibile che il fungo non si stato debellato del tutto all'epoca ed ora si sia ripresentato in maniera, magari, più forte?

Nel 2016, una persona molto esperta e disponibile di questo forum, che non smetterò mai di ringraziare, avanzò l'ipotesi che l'agente patogeno fosse "Diplodia mutila": che voi sappiate, esiste qualche cura ad hoc per tale agente patogeno ?

Ringrazio anticipatamente.

antonio


23/04/2019, 15:05
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Località: abruzzo
Formazione: Maestro di musica
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Ciao, prova a rifare lo stesso trattamento. Ti consiglio di parlare con un fitopatologo per capire meglio il suo destino. Saluti

_________________
Azienda Agricola MicoVivai
Produzione piante da tartufo certificate.
www.micovivai.it
@micovivai


28/04/2019, 6:26
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Non so chi ti abbia parlato di Diplodia mutila (vd. foto 1), da parte mia mi sento solo di farti una sorta di esposizione, nel senso che una vera diagnosi fitopatologica di casi come il tuo richiederebbe quantomeno un prelievo di campioni e analisi in laboratorio per isolare il(i) patogeno(i) responsabile(i).

Si può tuttavia rimanere solo sulle congetture, ma occorre procedere con logica fitopatologica, il che significa:

1. Incominciare a vedere cosa viene riportato circa l'eziologia di alterazioni assimilabili a quella in argomento (ad es. sul Manuale dell'Agronomo il citato fungo è riportato con molti altri a proposito del cosiddetto oak decline)

2. Cercare di descrivere meglio il quadro sintomatico, in quanto esso è conseguente al tipo di malattia: in particolare occorre poter stabilire se si tratta di una malattia necrotossica come il cancro (solitamente non provoca emissioni di liquidi) oppure di un marciume da fitoftora (al contrario esso è accompagnato da abbondanti emissioni di liquido mucillaginoso e scuro, tanto che in inglese si chiama stem bleeding perché paragonato a una sorta di emorragia; le fitofore sono patogeni tellurici e le lesioni sono localizzate di conseguenza tra radice, colletto e parte basale del tronco, vd. foto 2)

3. Cercare in letteratura scientifica studi in materia di alterazioni corticali della quercia. Ad es. in uno studio fatto negli USA si legge che nei casi oak decline si osservano più tipi di lesioni corticali (vd. foto 3), in particolare lesioni localizzate che appaiono come zone necrotiche a carico della corteccia anche estese al legno sottostante (bisogna ovviamente scortecciare un poco per vedere come stanno le cose) e talvolta accompagnate da emissione di liquame, oppure crepe longitudinali che si aprono mostrando i sottostanti tessuti necrotizzati; da campioni di corteccia/legno sono stati isolati più di 40 patogeni, di cui uno molto frequente è Pezicula cinnamomea (causa cancri corticali in particolare su quercia rossa).

Mi dirai: a cosa serve tutto questo sproloquio?
Risposta: concettualmente la patologia vegetale non è diversa dalla medicina, nel senso che a data malattia corrisponde adatta cura. Nel caso di cancri può andar bene - diciamo in realtà come palliativo - il rimedio che ti è stato a suo tempo suggerito, viceversa se si trattasse di un attacco di fitoftora per cercare (dicesi cercare) di contrastare il processo bisognerebbe pensare a cure endoterapiche con fosfonati.


Allegati:
Diplodia corticola.jpg
Diplodia corticola.jpg [ 138.46 KiB | Osservato 1382 volte ]
Phytophthora_bleeding1.width-500.jpg
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28/04/2019, 15:46
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Messaggi: 22
Località: Nolano - Provincia di Napoli
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Alessandro1944 ha scritto:
Non so chi ti abbia parlato di Diplodia mutila (vd. foto 1), da parte mia mi sento solo di farti una sorta di esposizione, nel senso che una vera diagnosi fitopatologica di casi come il tuo richiederebbe quantomeno un prelievo di campioni e analisi in laboratorio per isolare il(i) patogeno(i) responsabile(i).

Si può tuttavia rimanere solo sulle congetture, ma occorre procedere con logica fitopatologica, il che significa:

1. Incominciare a vedere cosa viene riportato circa l'eziologia di alterazioni assimilabili a quella in argomento (ad es. sul Manuale dell'Agronomo il citato fungo è riportato con molti altri a proposito del cosiddetto oak decline)

2. Cercare di descrivere meglio il quadro sintomatico, in quanto esso è conseguente al tipo di malattia: in particolare occorre poter stabilire se si tratta di una malattia necrotossica come il cancro (solitamente non provoca emissioni di liquidi) oppure di un marciume da fitoftora (al contrario esso è accompagnato da abbondanti emissioni di liquido mucillaginoso e scuro, tanto che in inglese si chiama stem bleeding perché paragonato a una sorta di emorragia; le fitofore sono patogeni tellurici e le lesioni sono localizzate di conseguenza tra radice, colletto e parte basale del tronco, vd. foto 2)

3. Cercare in letteratura scientifica studi in materia di alterazioni corticali della quercia. Ad es. in uno studio fatto negli USA si legge che nei casi oak decline si osservano più tipi di lesioni corticali (vd. foto 3), in particolare lesioni localizzate che appaiono come zone necrotiche a carico della corteccia anche estese al legno sottostante (bisogna ovviamente scortecciare un poco per vedere come stanno le cose) e talvolta accompagnate da emissione di liquame, oppure crepe longitudinali che si aprono mostrando i sottostanti tessuti necrotizzati; da campioni di corteccia/legno sono stati isolati più di 40 patogeni, di cui uno molto frequente è Pezicula cinnamomea (causa cancri corticali in particolare su quercia rossa).

Mi dirai: a cosa serve tutto questo sproloquio?
Risposta: concettualmente la patologia vegetale non è diversa dalla medicina, nel senso che a data malattia corrisponde adatta cura. Nel caso di cancri può andar bene - diciamo in realtà come palliativo - il rimedio che ti è stato a suo tempo suggerito, viceversa se si trattasse di un attacco di fitoftora per cercare (dicesi cercare) di contrastare il processo bisognerebbe pensare a cure endoterapiche con fosfonati.


Gentile Alessandro1944, ti ringrazio per la tua risposta (altro che sproloquio, condivido a pieno il tuo approccio scientifico e metodico).

Cercherò di essere quanto più preciso nella descrizione della sintomatologia attuale, nalla speranza di avere un'indicazione sul tipo di trattamento da porre in essere. Mi scuso anticipatamente per il linguaggio poco appropriato che utilizzerò: nella vita mi occupo di tutt'altro ed ho iniziato ad interessarmi di piante quando ho piantumato la quercia alla nascita di mio figlio (ecco perchè ci tengo così tanto).

    1. La malattia è localizzata nella zona bassa del tronco, dal colletto in su. Nella manifestazione patologica di qualche anno fa, vi erano più zone malate, una in corrispondenza del colletto, altre due più su. Le zone che qualche anno erano malate, ora sono sode e ricoperte da sughero: non vedo nulla di strano . La zona malata in questo momento è a una 50 di cm dal colletto;
    2. Scorticando la zona malata, è evidente che la necrosi interessa anche le zone sottostanti la corteccia. Non vi sono crepe longitudinali, se non quelle che ho creato io per scorticare e rimuovere le zone malate.
    3. Le emissioni di liquido vi sono, ma non sono abbondanti, nè scure, nè mucillaginose: il liquido al tatto sembra avere la densità dell'acqua, non è scuro, direi quasi trasparente, con delle venature rosee, ha uno strano odore come di .. "fungo"(di quelli commestibili ) o di terra

Infine, facendo riferimento alle immagini che hai allegato, i sintomi sono molto simili alle due parti della prima foto. In particolare, la corteccia in sughero in prossimità della zona malata si presentava molto simile alla prima foto - parte dx - poi, scorticando, la situazione è molto simile alla prima foto - parte sx.

Allo stato attuale ho ripreso il trattamento fatto all'epoca: ho scorticato e rimosso la parte necrotica e son dovuto andare abbastanza in fondo, ahimè.. Poi ho spennellato la combinazione di antifunginei ( suggeritami dall'agronomo che contattai all'epoca) sulla zona malata (a base di tiofanato-metile + Fosetyl-Al ); ho quindi irrigato ed irrorato le foglie con un antifungineo sistemico (a base di Fosetyl-Al).

Ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato e per ulteriori informazioni vorrai fornirmi.
Grazie


28/04/2019, 18:06
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Circa la consistenza e la quantità di liquidi a seguito di attacchi al tronco di fitoftore c'è evidentemente variazione in rapporto alla specie di fitoftora e alla pianta ospite (su castagno ad es. la malattia si chiama 'mal dell'inchiostro' proprio per il colore delle emissioni dovuto al tannino).
Ad ogni modo il trattamento che stai facendo di per se stesso va bene sia contro patogeni fungini sia contro oomiceti (attualmente non sono più classificati tra i Funghi in senso proprio in quanto differiscono in aspetti importanti).
Mi chiedo se sei in possesso dell'abilitazione all'impiego dei PF, perchè entrambe le sostanze che stai impiegando sono per uso professionale (per inciso il tiophanate-metile viene impiegato anche contro il cancro colorato del platano e il fosetil-Al è un promotore di difese valido contro gli oomiceti; entrambi sono sistemici).


28/04/2019, 19:20
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Ok va bene. Come riferitomi dall'agronomo all'epoca dell'ingaggio, l'autorizzazione all'impiego dei fitofarmaci nella mia regione non è necessaria se l'impiego è per piante ornamentali in contesti privati. D'altra parte, per quanto riguarda la profilassi, mi sto attenendo alle indicazioni di un professionista.


29/04/2019, 7:23
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