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Impianto mini lecceta da zero 
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Iscritto il: 15/04/2019, 17:20
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Salve a tutti!
Apro questa discussione per avere dei consigli su questa idea che ho deciso di intraprende per soddisfazione personale che per utilità vera e propria, ma che comunque in futuro potrebbe avere.
In ogni caso ho deciso di impiantare una piccola lecceta (15/20 piante) partendo dalla ghianda per poi arrivare all'albero vero e proprio.
La mia idea sarebbe di recarmi in una foresta verso la fine dell'estate/autunno per raccogliere delle ghiande per poi farle germogliare in vaso e dopo che avranno acquisito un minimo di robustezza impiantarle su terreno.
Qui mi servono dei consigli:
1) le ghiande verranno prese da piante cresciute in terreni calcarei, per poi in futuro essere impiantate su terreno a fondo basaltico. Potrebber oesserci dei problemi?
2) Il terreno in cui intendo piantare è spesso frequentato da bestiame al pascolo. Per il primo periodo sarebbe meglio proteggere le piante?
3) consigli sulla germogliazione?

Grazie a tutti in anticipo!


15/04/2019, 18:09
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Salve, per il terreno non ha importanza se le ghiande provengono da piante cresciute sul calcare, quello che conta è il terreno in cui dovranno crescere; il leccio è una specie che si adatta bene a quasi tutti i terreni.
Per quanto riguarda la protezione delle piantine dal bestiame, questa specie nella forma giovanile presenta le foglie spinose simili alla Quercus Coccifera, evolute proprio per "resistere" al pascolamento, ma secondo me ti conviene comunque proteggere le piantine magari con una recinzione circolare intorno ad esse.
Invece per la germogliazione sarebbe opportuno porre i vasi con i semi in zone ombreggiate poichè il leccio è una specie sciafila (che richiede ombra) soprattutto nelle fasi giovanili.


15/04/2019, 23:07
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Ciao, oltre a quello già detto da frassino aggiungo che il leccio é una pianta che non sopporta i terreni troppo umidi, i ristagli, e i terreni asfittici. Saluti angelo

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16/04/2019, 7:01
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Dopo aver fatto svariate prove per anni posso consigliarti la tecnica con la quale ho ottenuto la crescita più veloce:
Fare una buca di almeno 60 cm di profondità, mettere nel fondo 30 cm di legno molto vecchio, quasi fradicio, riempire il rimanente con terra mista a terriccio/compost, ideale è il misto di sottobosco (dove si può prelevare). Posizionare le ghiande a 7/8 cm dal livello del terreno, riempire il restante solamente con foglie di quercia (sono meglio di quelle del leccio perché compattano meno e tengono umido).

I consigli che ti hanno dato sono giustissimi, l'unica cosa che ho notato è che una pianta seminata in vaso ha un comportamento molto diverso da una nata in piena terra, la prima soffre il pieno sole e nel momento del trapianto va seguita con molte precauzioni (ombreggiamento, irrigazioni, sarchiature) altrimenti per un paio di anni blocca o quasi la crescita, nel secondo caso è resistente al sole e sviluppa subito un bel fittone che la rende più resistente alla siccità. Lecci seminati con questo sistema non hanno avuto bisogno di irrigazione neanche nel primo anno di vita, nonostante in estate non abbia piovuto per più di tre mesi!


16/04/2019, 11:39
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Iscritto il: 02/10/2012, 12:16
Messaggi: 3385
Località: abruzzo
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Ciao alver è un ottima tecnica anche per gli impianti tarufigeni ma a differenza si prende il truciolato delle potature appena tagliate. È in programma di acquistarlo appena economicamente potrò. Saluti Angelo

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16/04/2019, 19:20
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Località: Alta Valle del Tevere
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Tarty81 ha scritto:
Ciao alver è un ottima tecnica anche per gli impianti tarufigeni ma a differenza si prende il truciolato delle potature appena tagliate. È in programma di acquistarlo appena economicamente potrò. Saluti Angelo


Fammi capire, si prendono i rami potati dall'impianto esistente, si biotriturano e si interrano (freschi/verdi?) per le nuove tartufaie? Ma anche per il melanosporum?


17/04/2019, 12:54
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