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funghi o cosa??? 
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Tarty81 ha scritto:
:roll: Non credo che ci siano funghi che arrecano danni agli alberi anzi....il fungo in questione di quale famiglia è basidiomiceta? È un soprofita? Saluti e grazie


qui veramente entriamo nel difficile e facciamo una discussione un po accademica.Se qualcuno trova delle cose inesatte è pregato di farlo presente.
il fungo in questione è basidiomicete cioè ha spore portate esternamente da organi chiamati basidi che a sua volta si suddividono ordini.
il phallus impudicus fa parte dell'ordine degli AGARICALI e della famiglia delle PHALLACEE che non sto a descrivere perchè le foto e le descrizioni dei precedenti post sono alquanto esaurienti.
tutto ciò per il piacere del sapere ma nei fatti non cambia niente.

amelanchier è vero che i chiodini possono arrecare danno alle piante ospiti ma di solito dove essi crescono sono piante (spesso ceppaie )o già morte oppure moribonde

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ma che film la vita grazie augusto grazie nomadi


02/11/2017, 22:12
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Dal punto di vista della patologia vegetale la maggior parte delle malattie delle piante sono causate dei funghi (compresi i c.d. pseudofunghi); si tratta di funghi sub-microscopici e anticamente per tale motivo venivano chiamati micromiceti.
Poichè i funghi sono organismi eterotrofi in qualche modo devono rimediare i nutrienti, ma non ci sono solo parassiti: molti di quelli dei boschi stabiliscono con le piante una simbiosi mutualistica (micorrize), altri sono saprofitari come il satirione in argomento o anche antagonisti di altri funghi (qualità questa che viene sfruttata per produrre formulati fitosanitari biologici).
I chiodini sono le fruttificazioni di Armillaria spp., che afferisce al phylum dei basidiomiceti come il satirione o le ruggini le quali sono parassiti obbligati: ciò per dire che la differenza morfologica, ecologica e di comportamento attiene alla specie oppure è riferibile al livello sistematico del genere o della famiglia, ma non certo a un grande gruppo come quello dei basidiomiceti (all'interno di tale phylum sono state descritte 15.000 specie e si stima che al mondo esistano 1.500.000 specie di funghi solo in minima misura classificati; metto un paio di foto di mie foto della ruggine della rosa per visualizzare il concetto).
Sotto il profilo fitopatologico Armillaria spp. ha un comportamento che può variare dal saprofita, al parassita di debolezza e finanche al parassita primario: ciò dipende da una parte dallo stato e dalla specie della pianta ospite, dall'altro da fattori intrinseci. In effetti il genere Armillaria attualmente comprende molte specie, alcune molto affini, tanto che si parla di 'specie criptiche' di Armillaria mellea complex, ossia specie morfologicamente quasi indistinguibili ma geneticamente differenziate, quindi anche come aggressività.
Una caratteristica peculiare di A. mellea è la bioluminescenza.


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03/11/2017, 1:42
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E cosa succede agli alberi quando ci crescono i chiodini? Saluti

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03/11/2017, 8:10
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Che è solo questione di tempo, ma moriranno :roll:


03/11/2017, 9:15
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Il micelio dell'Armillaria m. è molto tetro e sotto la corteccia "abbraccia" mortalmente la pianta. Ricorda il film "La guerra dei mondi" con Tom Cruise.


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03/11/2017, 9:25
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Armillaria mellea è un fungo è in grado di penetrare, in determinate condizioni, nelle radici: si formano dei cordoni detti rizomorfe (in quanto di aspetto simile a radici) che producono dei cunei di penetrazione, quindi il fungo sviluppa placche di micelio biancastro sub-corticale, a livello del colletto/radici, che si espande a ventaglio con distruzione del tessuto cambiale, penetra attraverso i raggi midollari e forma rizomorfe sub-corticali molto ramificate che col tempo assumono un colore nerastro (quelle nella foto sopra postata).
Tutto ciò è molto utile per la diagnosi visiva in campo di piante attaccate da A. mellea.

La pianta non si mostra in grado di compartimentare l'attacco, per cui il fungo continua inesorabilmente ad avanzare anche nel cilindro centrale con una disgregazione simile a quella della carie ma che si manifesta come marciume (la malattia viene chiamata "marciume radicale fobroso"). La malattia può propagarsi nel terreno da una pianta ammalata a una sana attraverso le rizomorfe.
La malattia è in aumento in ambiente forestale a causa, si ritiene, delle modificazioni causate dalle piogge acide...perciò è più facile trovare i chiodini (se li trovi guarda con attenzione alla base del gambo dove ci sono le rizomorfe).


03/11/2017, 12:20
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sig. Alessandro, in parole povere io so che attacca anche piante sane (o mi sbaglio?) e le porta alla morte, quando contadino toscano parla di piante moribonde, è stato il fungo a portarle a quello stadio.

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03/11/2017, 14:15
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amelanchier ha scritto:
sig. Alessandro, in parole povere io so che attacca anche piante sane (o mi sbaglio?) e le porta alla morte, quando contadino toscano parla di piante moribonde, è stato il fungo a portarle a quello stadio.


Come parassita attacca preferibilmente piante già debilitate (è esattamente quello che ha detto Contadino Toscano; in termini fitopatologici si dice 'parassita da debolezza' appunto perché approfitta dello stato debolezza dell'ospite che non riesce ad arginare l'infezione), ma può anche comportarsi da 'parassita primario', cioè agente di malattia in grado di aggredire piante sane.
Avevo accennato che fino a non molto tempo fa in Europa si parlava di un'unica specie, la quale veniva generalmente indicata con il nome binomiale Armillariella mellea o, più spesso, Armillaria mellea; poi studi più approfonditi hanno permesso negli ultimi decenni di chiarire l'esistenza, diciamo, di "varianti" (in Europa ne sono stati identificate cinque, di cui quattro presenti in Italia: tre con comportamento saprofita/parassita da debolezza e una anche come parassita primario).
Come agente di malattia su piante di interesse agrario, quindi in grado di colpire piante sane, è segnalato su vite, fruttiferi, olivo, ornamentali e arbusti (es. genista).
La malattia non è curabile. Una volta eradicata la pianta morta bisogna togliere bene tutte le radici, lasciare esposta la buca per almeno un anno dopo averla disinfettata ad es. con calciocianamide o calce viva meglio se combinata con la solarizzazione bagnando e coprendo con un telo di plastica in piena estate (per almeno un mese)
La diagnosi sicura (anche su campioni di suolo) viene eseguita in laboratorio con metodi molecolari (analisi del DNA).
Una linea di difesa moderna consiste nell'immettere con la piantumazione funghi antagonisti del gen. Trichoderma (reperibili in commercio come prodotti fitosanitari) che entrano in contatto con le radici della pianta stabilendo una micorriza difensiva.

P.S. Mi scuso se siamo scivolati su un tema diverso dall'originale ma mi è parso opportuno rispondere compiutamente alla domanda


03/11/2017, 16:19
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grazie per la risposta, e anche se siamo andati fuori tema per una cosa interessante e abbastanza comune, credo che faccia piacere a tutti sapere come intervenire.

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03/11/2017, 17:56
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Comunque si parla sempre di funghi soprofiti....perche se parliamo ad esempio del comune edulis della famiglia dei basidiomiceti che a differenza micorizza per spora l apparato radicale come nella famiglia degli ascomiceti ( tartufi) non fa altro che migliorare lo stato di saluti del ospite! Giusto? Saluti angelo

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03/11/2017, 20:06
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