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Fao: il patrimonio boschivo mondiale in grave pericolo 
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Si è svolto in questi giorni a Buenos Aires il tredicesimo appuntamento del Congresso Mondiale delle Foreste, nel corso del quale un bilancio dello stato attuale del patrimonio boschivo sul pianeta è stato presentato e un nuovo piano di tutela discusso. Tale summit si svolge ogni sei anni (dal 1926) per volere della FAO, organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, e a parteciparvi sono vari enti e organismi interessati alla tematica. La situazione è niente affatto che sotto controllo: ogni anno migliaia di ettari di boschi sono rasi al suolo per far spazio a culture o cementificazioni, con l’effetto che le preziose risorse di ossigeno del pianeta si stanno via via assottigliando e il naturale patrimonio di biodiversità sta andando in fumo. “I danni agli ecosi stemi forestali stanno portando conseguenze in tutto il mondo a causa dei cambiamenti climatici, della scarsità di acqua e della perdita della diversità biologica” spiega Jan Heino, vicedirettore generale del Dipartimento Foreste della FAO. “Il sistematico cambio d’uso delle terre, trasformate da boschi in suolo agricolo, contribuisce per circa un terzo alle emissioni di gas serra”. Uno dei temi caldi di questa edizione del Congresso è la progressiva distruzione delle foreste pluviali in Indonesia, che lasciano spazio alle coltivazioni di acacia, da cui le industrie cartiere locali si alimentano, e a quelle di palma da olio, usata per la produzione di biocarburanti. Il disboscamento in Indonesia, oltre a rappresentare una perdita di preziosa foresta primordiale, ricca in biodiversità floristica e faunistica, provoca un’ingente emissione di gas serra nell’atmosfera. Il paese detiene oggi il primato mondiale per la deforestazione ed è al quarto posto per le emissioni di anidride carbonica. Le proteste e la resistenza da parte delle comunità (in Indonesia si contano circa 50 milioni di indigeni, con 1000 lingue differenti), costrette per volere delle imprese ad abbandonare le terre da secoli popolate, si sono fatte sentire più volte. Ma spesso hanno portato a scontri diretti tra abitanti delle foreste e rappresentanti delle forze dell’ordine, sfociati nella repressione violenta, nella reclusione e anche uccisione di alcuni civili. L’associazione ambientalista indonesiana Kabut ha chiesto alle cartiere europee di interrompere gli acquisti di carta e cellulosa della APRIL in segno di protesta per cercare di arginare il fenomeno del disboscamento. L’Italia è il primo acquirente europeo di tale materia prima dall’Indonesia e, visto che APP e APRIL sono i due maggiori colossi industriali del luogo, è evidente come il nostro paese sostenga indirettamente il fenomeno. Secondo i dati raccolti dalla FAO, tra il 1996 e il 2007 la sola APP ha distrutto 177.000 ettari di foresta, quantità che rappresenta il 65% di tutto il disboscamento registrato in Indonesia. Tra le aree coinvolte persino quella che è riconosciuta dall’UNESCO quale riserva della biosfera; dei 700.000 ettari originari ne resta solo un terzo, gli altri due sono già stati convertiti in piantagioni di acacia. (Terranauta.it)

Ciao,
Jacopo

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Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità.
Vandana Shiva


02/11/2009, 19:17
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perfetto, io sarei dell' avviso di elencarli tutti i settori che depauperano l'ambiente.
Mi spiego fare un elenco totale di tutto ciò che incide sull' ambiente e non solo una cosa, perchè non siamo bravi a leggere le sole cose che ci interessano.

Per chi vuole Greean peace ha qualcosa di simile, di sicuro qualcuno sarà sorpreso che il meteorismo delle vacche incide MOLTO meno di tanti altri.

Ben vengano topic del genere.

Io vado in giro con taccuino come un vecchio smemorato dove ho riportato le sigle che fanno meno male al pianeta, esempio la sigla per la carta riciclata o fatta con foreste secondaria pilotate ecc...


02/11/2009, 19:38
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Paolo,
concordo pienamente e mi dispero ormai troppe volte leggendo tutte le varie notizie in tema di agro-ambiente.
Penso che il quaderno dove scrivere tutto ciò che danneggia il Pianeta debba essere dotato di molte pagine...anzi no, forse di una sola: scriviamo "UOMO", penso riassuma tutto alla perfezione.
Peccato. Poteva essere "un'invenzione" interessante.
Ciao,
Jacopo

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Vandana Shiva


02/11/2009, 20:00
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Iscritto il: 14/09/2009, 14:20
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Aimè avete ragione la sostituzione degli ecosistemi forestali con sistemi colturali semplificati, con le conseguenze sulle popolazioni locali che dovremmo dare per scontate, e' da troppo tempo attuale. Secondo me quello delle foreste e' un problema indefinibile: non solo ambientale ma anche socio economico. Mi verrebbe da dire "umano" per l'egoismo che ne e' alla base e la distruzione che porta.


02/11/2009, 21:40
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Iscritto il: 13/08/2009, 13:29
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Località: Pistoia
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a proposito di deforestazione, mi domando da parecchio tempo quale sia l'effettiva utilità, o meglio capacità di incidere positivamente sull'ambiente in generale, delle varie iniziative a cosiddetto impatto zero. mi riferisco a quelle iniziative volte a compensare le emissioni di co2 di industrie, società, eventi, eccetera, attraverso progetti e contromisure fra cui la prima la ri-forestazione in varie aree del mondo, tecnologie per ridurre le emissioni e altro che non ricordo. mi sembra che ci stiano tirando su una specie di business con la possibilità di acquistare e scambiare quote di emissioni e contro-emissioni (mi scuso per i termini inappropriati). faccio un esempio: il mega-concerto per la Terra, Live Earth, comportava un certo tot di emissioni di co2 (calcolate su elettricità, aerei, eccetera) che furono compensate attraverso la creazione di nuove foreste in italia e costarica.

mi domando, insomma, serve davvero a qualcosa o è soprattutto una bella operazione di markenting, con cui aziende e popstars possono rifarsi una verginità ambientalista? mi riferisco soprattutto al fatto che piantare alberi e alberelli è sicuramente una bella cosa, ma prima che si formi una foresta ne ha da passare di tempo, o sbaglio?


03/11/2009, 16:37
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