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Iscritto il: 31/10/2008, 0:29
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Ho da poco messo a dimora delle piante da frutto prese da un vivaio e mi hanno dato un foglio dove ci sono i trattamenti basilari da fare
le piante sono pesco, albicocco, prugno, ciliegio
adesso a novembre dovrei fare il primo trattamento con riferimento alla caduta delle foglie del pesco
il trattamento è : Ossicloriuro di rame 75gr/10Lt + Proclami Combi 35gr/10 Lt acqua

La mie domande sono:
1) se alla completa caduta delle foglie del pesco le altre ancora le hanno devo fare ugualmente il trattamento a tutte?
2) il trattamento va fatto solo alle piante giovani a deve essere fatto anche ad altre piante grandi che già ho?

grazie


17/11/2008, 13:28
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http://www.comune.camponogara.ve.it/ima ... TIFERI.pdf
Dai un'occhiata.
Ciao

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I


17/11/2008, 17:54
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Ciao. nei trattamenti invernali oltre all'ossicloruro di rame , puoi usare in alternativa poltiglia bordolese : la presenza di calce permette una maggiore persistenza del prodotto a dilavamenti prodotti dalle pioggie. Se tieni tanto alle piante di pesco, non aspettare la caduta totale delle foglie ma fai un trattamento a metà caduta, e un'altro a caduta completa; lo scopo di questi trattamenti è quello di cercare di prevenire la bolla , una malattia presente in tutti gli ambienti peschicoli , assumendo particolare importanza in quelli contradistinti da un decorso climatico primaverile freddo e umido. I prodotti a base di rame possono essere tossici per certe cultivar di drupacee( ciliegi , pesche , susini, albicocchi). I trattamenti vanno eseguiti sia su piante giovani che su piante non più giovani. Su ciliegi , susini e albicocchi aspetta che siano cadute tutte le foglie. La potatura delle drupaccee và eseguita subito dopo il raccolto o all'inizio vegetazione. Eventuali tagli superiori ai 3cm. coprili con del mastice per innesti o con del vinavil. Marcello


18/11/2008, 0:01
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Ciao Marcello,
il rame non è fitotossico per tutte le drupacee quindi?

_________________
Saluti,
Flavio.


18/11/2008, 0:04
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Ciao Flavio,
il rame è fitotossico per le drupacee quando sono nello stadio vegetativo, quando invece sono in stasi vegetativa si può usare senza problemi.
Saluti Francesco

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- La morte non è niente - aveva affermato il 12 dicembre 1804, nello splendore della sua potenza. - Ma vivere sconfitti e senza gloria - aveva aggiunto - significa morire ogni giorno. (Napoleone)
Egli vive ancora.


18/11/2008, 0:31
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Formazione: Perito agrario e Dott. in Tut. e Gest. delle Ris. Faunistiche
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Esatto Francesco, infatti mi riferivo proprio a questo. La risposta di Marcello però mi faceva pensare si riferisse solo ad alcune drupacee parlando di fitotossicità.
Probabilmente ho frainteso ;)
Ciao

_________________
Saluti,
Flavio.


18/11/2008, 2:36
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La potatura delle drupaccee và eseguita subito dopo il raccolto o all'inizio vegetazione
Chiedo gentilmente maggiori dettagli in merito.
Ciao e grazie

_________________
I


18/11/2008, 20:34
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Difesa del pesco

PESCO: LA DIFESA INVERNALE
La difesa fitosanitaria invernale del pesco si basa principalmente sul controllo congiunto della bolla
(Taphrina deformans Berk.) e del corineo (Coryneum beijerinckii Oud.).
La bolla, comunque, è la malattia fungina, che nei nostri ambienti, ha la maggiore incidenza sulla
coltura; essa infetta ricorrentemente i tessuti giovani, a partire dalla ripresa vegetativa, manifestando le
tipiche bollosità dovute all'ipertrofia dei tessuti vegetali.
Non avendo ancora ad oggi, come per altre malattie crittogame (es.: ticchiolatura, peronospora, ecc..) un
modello previsionale che consenta di conoscere il momento preciso in cui l'infezione si verifica, l'unica
strategia di difesa valida, per questa malattia, rimane quella basata sui tradizionali interventi estintivi.
Questi trattamenti sono finalizzati ad abbassare drasticamente la massa di inoculo albergante sulle piante. In
effetti, l'agente eziologico della bolla, un fungo ascomicete (Taphrina deformans), trascorre l'inverno sotto
forma di spore libere nelle scabrosità dei rami o al riparo delle perule delle gemme. Tale fungo può
sopravvivere da un anno all'altro come micelio lungo i rami e le gemme contaminate nei mesi primaverili ed
estivi. Gli organi svernanti poi, a fine inverno, non appena le temperature raggiungono già 7-8 °C e la pianta
rimane bagnata per alcune ore, germinano ed iniziano il processo infettivo a carico di tutti gli organi verdi
(soprattutto foglie) ed in qualche caso anche dei frutti. Lo sviluppo della malattia è strettamente legato
all'andamento climatico vigente durante il periodo di fine inverno e quello primaverile. Infatti in
corrispondenza di annate caratterizzate da clima asciutto e da temperature elevate si ha un arresto dello
sviluppo della bolla. Al contrario in annate umide, piovose e fredde i cicli di infezione della fitopatia si
ripetono ed il fungo diviene molto virulento e difficile da controllare.
La difesa fitosanitaria, vista l'epidemiologia della malattia, è fondamentalmente di tipo preventivo ed è
imperniata su due interventi "al bruno", il primo da eseguirsi a fine caduta foglie ed il secondo a fine inverno,
a cavallo tra la seconda metà di gennaio e gli inizi di febbraio, in coincidenza delle prime giornate calde e
soleggiate. Questo trattamento di fine inverno ha lo scopo di devitalizzare gli elementi ibernanti prima che
riprendano la loro attività vegetativa e patogenetica a carico degli organi di nuova formazione della pianta.
Tale intervento, di solito, viene applicato dai nostri peschicoltori, tardivamente e spesso viene spostato
direttamente alla fase di "bottone rosa" approfittando di intervenire anche nei confronti degli afidi. Il ritardo
di questo intervento, in annate umide e fredde, può compromettere il controllo della malattia e costringere
all'effettuazione di interventi di emergenza in vegetazione, che molto spesso forniscono scarsi risultati.
I prodotti che meglio si prestano per questi trattamenti sono ancora i ditiocarbammati (ziram e tiram) alle
dosi d'impiego invernale. E' da precisare, però, che il loro uso deve essere limitato al solo periodo
invernale.
Le uniche alternative ai ditiocarbammati sono la dodina e i rameici che, comunque, non hanno l'efficacia
antibolla dello ziram. La dodina presenta rispetto ai carbammati un miglior profilo tossicologico e non
sembra indurre sugli operatori agricoli le fastidiose reazioni allergiche provocate talvolta dai carbammati.
Tale prodotto può essere impiegato oltre che per i trattamenti invernali anche in vegetazione.
I rameici possono essere impiegati nei pescheti in cui vi sono problemi di batteriosi o nelle aziende a
conduzione biologica; fra questi prodotti sono da preferire le formulazioni liquide o in pasta (flowable)
essendo meno fitotossiche. Negli impianti interessati da problemi di cancri (fusicocco) e/o disseccamenti
rameali (citospora) è consigliabile iniziare la difesa anticrittogamica già all'inizio della caduta delle foglie
protraendola fino alla completa defogliazione, effettuando 2-3 trattamenti con prodotti a base di dithianon o
bitertanolo. I trattamenti contro i cancri possono essere ripetuti alla ripresa vegetativa (bottone rosa -
scamiciatura). Nei pescheti con infestazioni di cocciniglia nera (cocciniglia di S. Josè) è consigliabile
l'impiego di polisolfuro di bario nella fase di rigonfiamento gemme - bottone rosa. Questo tradizionale
prodotto inorganico ha effetto collaterale anche nei confronti della cocciniglia bianca e delle crittogame del
pesco (bolla, corineo, oidio, monilia). Il polisolfuro intacca lo scudetto della cocciniglia nera impedendo
l'uscita delle giovani neanidi e svolgendo anche una azione antifissativa, per queste ultime, e sterilizzante nei
confronti delle femmine. Vista la polivalenza che questo prodotto ha nell'ambito della difesa dei fruttiferi, si
consiglia di utilizzarlo, con regolarità tutti gli anni in modo da ottenere nel tempo, sia una considerevole
riduzione di tutte le avversità del pesco sia una valorizzazione degli insetti utili nell'agrosistema.
http://www.coredimo.it/note/allegato.php3?id=19
ciao

_________________
I


18/11/2008, 23:18
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Ciao. Le drupacee se potate quando sono in pieno riposo , sopratutto in ambienti eccessivamente umidi , vanno soggette a emissione di una sostanza gommosa, sostanza gommosa che emettono per difendersi dalle ferite inferte dalle potature. Inoltre si può meglio regolare l'entità delle asportazioni in rapporto ai danni causati da eventuali gelate. Piccoli tagli si possono gia eseguire dopo il raccolto, rimandando all'inizio vegetazione tagli maggiori , ricordandosi sempre di coprire i tagli superiori a 3 cm, di diametro con del vinavil o mastice per innesti. Per quanto riguarda la bolla questa si presenta all'inizio vegetazione in: presenza di acqua e a livelli termici oscillanti tra i 7-8°c e i 15-18°c., In pratica l'evoluzione della malattia cessa (fine primavera) con l'innalzarsi della temperatura stagionale, e il diminuire dell'umidità , in questo periodo non và fatto più nessun trattamento anche se sono presenti foglie con simtomi di bolla. I trattamenti vanno fatti fino all'ingrossamento gemme con sali di rame(per la maggior persistenza sulla pianta) . con foglie spuntate data la tossicità del rame bisogna agire con ditiocarbammati. Marcello


19/11/2008, 0:00
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Se appena dopo il raccolto ti riferisci alla potatura verde, va bene.Per i tagli a vegetazione iniziata non sono d'accordo in quanto con la pianta in "tiro" sarebbe un danno ed inoltre si perderebbero sostanze della pianta.In genere le drupacee mal sopportano i tagli per cui meglio evitare i tagli superiori a 3 cm.
Per le drupacee che sono abbastanza precoci nella fioritura si cerca di evitare zone di coltivazione dove possano verificarsi gelate primaverili.
Ciao

_________________
I


19/11/2008, 8:14
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