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pastore maremmano abruzzese 
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Iscritto il: 15/09/2008, 14:04
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Da: Ettore D'Orazio, "Storia della pastorizia abruzzese", in R.A.S.L.A., 1906-1907.

"Il lupo si appressa alle mandre cautamente, eludendo la vigilanza stanca dei mastini addormentati. Ai primi gemiti del gregge aggredito i mastini si rizzano, si slanciano come frecce verso il luogo che il fiuto loro addita, abbaiando incessantemente: è il latrato speciale che indica il lupo, un latrato secco, senza posa, fittissimo, che i mandriani riconoscono di primo acchito. I pastori sbucano ad un tratto dalla capanna, vestiti come si trovano nei loro giacigli, muovono in gruppo alla volta della mandria assalita, brandendo tizzoni ardenti, pali e forcine. E il loro compito si restringe ad aizzare i cani all'assalto, con le voci e coi sibili che il gergo pastorale prescrive:
- 'Ussss, té cqua qua qua qua qua qua'
- 'Liò!... ussss piglia, ussss, té té té té...'
In men che non si dica i mastini circondano il lupo - 'l'arrotano', secondo la pittoresca espressione del linguaggio pastorale - le fanno attorno un circolo di voraci bocche latranti, abbaiando incessantemente, furibondi, inconciliabili, in un atteggiamento di aggressione che raramente si risolve in una mischia. Nel mezzo del circolo, il lupo ringhia inviperito, dal pericolo imminente reso insieme smarrito e furente, tiene a bada gli assalitori con la mostra assidua degli adunchi denti acutissimi, leva in alto la coda in atto di minaccia suprema, gira intorno a se stesso, sempre attento ad evitare i morsi dei più pericolosi aggressori, sempre scrutando un punto debole che possa offrirgli un varco. Il suo occhio è tenacemente intento al collo dei mastini, che egli addenterebbe tanto volentieri ove non fossero i larghi collari di ferro irti di pungiglioni acuminati, e che talvolta, reso cieco dall'ira, addenta ad onta dei pungiglioni, ferendosi gravemente la bocca.".


02/02/2009, 23:41
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Da: Giovanni Titta Rosa, "L'avellano", Milano, 1965.

"I pastori del mio paese," (Santa Maria del Ponte, frazione di Tione degli Abruzzi) "come li vide e li fantasticò la mia infanzia, al finire dell'estate scendevano dalla montagna e passavano per il tratturo, guidando le greggi con una mazza d'avellano. L'avevano tagliata dai boschi della montagna, e istoriata con figure ed emblemi religiosi e profani; sicché la faccia d'Orlando paladino e del Guerino detto il Meschino stava accosto al volto di Cristo crocifisso e di Sant'Antonio abate, e il dolente volto della Madonna inciso accanto a quello fiorito d'Angelica.
I miei occhi, forse per timore, non andavano agli alti mastini, grandi come vitelli, col collare di punte di ferro, che passavano a fianco delle mandrie...".


03/02/2009, 8:38
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Da: Domenico Demarco, "La Statistica del Regno di Napoli nel 1811", a proposito dell'Abruzzo Ulteriore II (che comprendeva, allora, il territorio dell'attuale provincia di L'Aquila più quello del Cicolano oggi in provincia di Rieti).

"(...) ridonda di lupi; il loro numero è cresciuto e cresce a dismisura. Lecce e Collelongo nella Marsica, Petrella e Capradosso nel Cicolano(...) Roccaraso ed altri comuni, il Sulmontino, Rocca di Mezzo(...) ne sono indicibilmente infestate.
Per difendersene si tengono grossi mastini, il di cui mantenimento, a conto fatto, assorbisce un quarto del ritratto della pastorizia.".


03/02/2009, 8:51
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Da: Stefano Di Stefano, "La ragion pastorale", Napoli, 1731.

L'Autore faceva presente che, nella parte dedicata ai cani, avrebbe trattato "solo di quei, che sono utili, e necessari ad una greggia di pecore, e da Columella, 'pecuarii', da Apulejo, 'pastoritii', da Virgilio, 'molossi', da Molossia città d'Epiro, e da altri, 'mastini' sono volgarmente chiamati.".


03/02/2009, 8:58
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Da: Paolo Breber, "Il cane da pastore maremmano-abruzzese", Firenze, 1987.

"Il termine per designare la razza usato più frequentemente dagli addetti alla pastorizia è oggi 'cane da pecora' ma il suo nome proprio sarebbe 'mastino abruzzese'.".


05/02/2009, 0:38
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Salve a tutti
Scusate se mi intrometto nella discussione, mi sono iscritto preprio oggi per fare una domanda che gravita intorno al mondo di questa razza, ma avendo anche un maremmano - abruzzese mi intrufolo per commentere anch'io.
Che io sappia, le testimonianze scritte risalenti a due millenni fa, parlano appunto di un cane "dal manto bianco candido" i quali erano ausiliari ai pastori delle montagne di quella regione che oggi chiamiamo abruzzo, ma non solo, nel quale si trova L'Aquila, che fino alla fine del regno d'Italia era capitale della lana, e che con Foggia gestiva il monopolio, inoltre un proverbio, ovviamente non condivisibile recita: Li fije rosc e li can pezzat s'adann accid appena nat (credo si scriva così), che significa che i figli rossi e i cani pazzati si devono uccidere appena nati. Ripeto, non condivido, ma questo ci fa capire l'importanza della selezione a favore del manto bianchissimo, mentre lo standard tollera leggere sfumature marroni, che per gli addetti ai lavori, i pastori, sarebbero cani impuri e che quindi venivano facilmente ceduti, mentre gli standardizzatori della razza essendo toscani, da li la denominazione a favore della splendida regione della maremma, in buona fede hanno accettato ciò che dagli antichi fino ad oggi era considerato un difettaccio. Ora io lancerei una provocazione in virtù di queste filosofie opposte, sia perchè un cane o è tutto bianco o non lo è, sia per le dimensioni, dato che la mia femmina come tante senza pedigree ma presa in montagna pesa 65 chili mentre il solito standard parla di 45 chili, perche non creare due razze?
Sono bene accette inplementazioni e critiche.


03/03/2009, 13:28
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Iscritto il: 13/10/2008, 20:03
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http://www.onciari.net/#

Riporto ancora un 'altro link della conformazione geografica periodo Borbonico dell' Abruzzo o per meglio dire degli Abruzzi.


Ps fare 2 razze???? bah!!! quando nn vogliamo sapere neanche il vero su di una, credo nn ha senso.

Anche i miei cani pesano oltre 60 kg, nonostante siano presenti in azienda da oltre 4 generazioni, sicuro nn hanno il pedigree, ma la capacità di abbattere anche i cinghiali quando capita.


09/03/2009, 14:11
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Iscritto il: 26/05/2009, 18:38
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tempo fa ho letto da qualche parte (non ricordo la fonte) che l'equivoco maremmano/abruzzese fu causato dai soliti cinofili inglesi che nell'800 erano i principali studiosi di razze canine .Questi trovando in maremma (romana toscana non so) cani con particolari caratteristiche le codificarono ignorando "gli originali" che viveno in regioni non interessate ai loro "tour".E' anche vero che la selezione moderna da manifestazione canina si basa su caratteristiche estetiche mentre i pastori preferivano selezioni caratteriali.Questo vale per il maremmanoabruzzese come per il collie.


28/05/2009, 17:37
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