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Pascolo biologico e zootecnia NON biologica 
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Ciao a tutti,

domanda da ignorante in materia. Parlando con un'azienda zootecnica, che dispone di pascoli in alta quota, ma pratica l'allevamento convenzionale, avevamo un dubbio:
* può un'azienda certificare, per fini contributivi o commerciali, SOLO i pascoli come "colture biologiche", ma continuare a praticare forme convenzionali di allevamento , es. con la somministrazione di mangimi convenzionali o di antibiotici o medicinali allopatici di sintesi chimica ?
Grazie


09/03/2016, 12:14
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Non puoi nn curare un animale malato, ma x coerenza quei animali che gai curato devi venderli come non bio, e il latte dopo la cura finito il periodo di sospensione andrebbe dato ai vitelli in 3.
Con mangimi ci sono quelli fatti con cereali farine proteiche crusca bio , integrati con sali minerali permessi(niente tamponi e vitamine,ma solo lieviti ).
Poi e' l wnte che certifica che detta le regole e fa i controlli, nn esiste il bio autocertificato

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09/03/2016, 14:03
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Grazie grintosauro,

quello che non riesco a capire è se posso ad esempio ricevere contributi solo per il mantenimento di un pascolo a biologico, e NON per la produzione di latte da vacche allevate con metodo non biologico (seppur alimentate in parte con l'erba del pascolo a biologico).
E se io vendessi il fieno come biologico, vendendolo ad altri allevamenti della zona? In questo caso il pascolo può essere considerato una coltura biologica?


09/03/2016, 14:43
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Posso girare la questione anche nella sezione dello Sviluppo Rurale???


09/03/2016, 16:37
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Questo nn saprei rispondere, so che NON puoi avere solo una parte a bio ma avere tutta la azienda a biologico sua come superfice e presumo anche come filiera.
Sul produrre fieno bio e venderlo come normale , e le possibili contestazioni , il consiglio e di chiederlo ai centri di assistenza contabile, perché son tutte norme ad applicazione interpretativa, non sono norme dove bianco e' bianco e nero e' nero , almeno fisse granata sarebbe riconoscibile.

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09/03/2016, 22:51
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Esatto, perchè il prato-pascolo può essere falciato per la vendita del fieno, e gli animali invece alimentati con mangimi. E' un controsenso lo so, ma voglio appunto capire fino a che punto si arriva nell'intendere un pascolo come biologico.
Intanto grazie, provo a girare la domanda anche sul forum Sviluppo Rurale


09/03/2016, 23:55
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Sui pascoli in regime di bio non puoi spandere letame se nn proveniente da una stalla bio.
I casi potrebbero essere 2 o nn metti nulla o quei pochi concimi permessi. Se lo fai a scopo di lucro sfalcia quel po di fieno che viene intascatu la pac riservata al bio e nn farti tante domande

Sul fatto di cercare le risposte nel forum quando poi i dirigenti che sono atti a fare i controlli sono si un altra idea... Nn dose imbarcarti on una impresa simile sia buoni risultati.

Tieni conto che oggi lo stato investe dove dai garanzie di occupare. Gente . La maggior parte non ha ne arte ne parte e soprattutto nn vuole responsabilità.
Anche se fare bio luo essere. Il male minore

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10/03/2016, 9:49
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Potresti avere l'azienda in BIO e la zootecnia CONVENZIONALE...purchè tu abbia strutture separate per ricoveri animali e materie prime (stalle fienili magazzini etc etc).....almeno credo!


08/04/2016, 9:46
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Non mi sembra questo il caso perché l allevamento e una dipendenza sotto il punto di vista fiscale Dell azienda, nel senso che entrambi le produzioni anche se in parte reintegrate fanno parte dello stesso conto economico. E non di due bilanci separati. E visto e considerato che non si può avere parte Dell azienda a bio e una parte convenzionale.
Premetto una considerazione.

Non esiste un mercato di un fieno biologico, perché non si fanno trattamenti sul prato tale da tilevate residui. A meno che si tratti di prati che confinano con seminativi frutteti vigneti.
Ma anche perché, ed e' la cosa piu pericolosa sec me ci darebbe il pericolo delle contaminazioni ambientali da inquinamento da attività industriali automobilistico ecc ecc.
Chi si prenderebbe la briga dei danni?

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08/04/2016, 12:37
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