Buongiorno a tutti,
ho recentemente ereditato alcuni terreni agricoli che mio padre e uno zio avevano in passato affittato (ignoro se per iscritto oppure no) ad un coltivatore diretto.
Gli appezzamenti sono vari, credo che gli scritti (o gli accordi verbali) siano stati registrati all'ufficio delle entrate (così mi disse l'impiegato dell'ADE).

A gennaio abbiamo terminato le pratiche di successione e ci si presenta la necessità di rinnovare questi contratti.
Ho alcuni dubbi, dettati da una scasa conoscenza della materia e da alcune "voci" sentite in passato che vorrei approfondire.

Ho un paio di quesiti:

- supponiamo che il conduttore attuale detenga il fondo da più di 20 o 30 anni, in qualche maniera può vantare dei diritti? (usucapione, buonuscite o altro)? Se si, la successione interrompe questo periodo?

- è consigliabile la forma scritta per queste locazioni? A cosa occorre fare attenzione? Sono contratti annuali o hanno altre durate?

Scusate se non sono stato preciso nella terminologia ma sono argomenti che conosco poco, per questo vorrei approfondirli.

Grazie!

Se c'è un contratto (affitto o comodato) non c'è usucapione.
Meglio un contratto scritto. Dovresti rivolgerti a una associazione di categoria.

Post vecchissimo, ma ho letto e volevo dare un consiglio personale. Mia nonna aveva ereditato un terreno da un suo zio con tutto l'affittuario. L'affittuario in 40 anni ha costruito abusivamente recinti e tettoie in amianto, gli abbiamo fatto causa due volte. Prima mio nonno (causa persa) e poi mia madre (abbiamo patteggiato). Nonostante l'amianto che ha portato sul terreno ha chiesto migliaia di euro per le (presunte) migliorie.
I contratti di durata eccessiva sono sempre da scongiurare.