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Re: prime esperienze con agrumi

27/12/2015, 19:07

ho 5 piantine di arancio amaro,nate da seme.
quanto tempo passa prima che si possano usare come portainnesto.

altra domanda: l'arancio tarocco va potato, ha un succhione alto un 50 cm e bello robusto, pensavo di fare una margotta.
andrà a fiore ed a frutto anche il succhione margottatto oppure rimarrà senza niente.

Re: prime esperienze con agrumi

27/12/2015, 19:20

anche il succhione andrà in fioritura e fruttificazione
le piantine di arancio amaro per essere innestate devono raggiungere un buon diametro, poi dipende a che altezza le vuoi innestare se lo vuoi fare ad albero devi spettare più anni
se lo fai a cespuglio 2-3 anni

Re: prime esperienze con agrumi

27/12/2015, 19:35

ok.in primavera margotto l'arancio invece di buttare il succhione.
le altre attendo, innesto basso a cespuglio.

Re: prime esperienze con agrumi

27/12/2015, 19:52

in gergo si dice
quando vedi che il tronco "regge" la mazza puoi fare l'innesto

ciao

Re: prime esperienze con agrumi

27/12/2015, 20:49

ok , ho compreso.
altra domanda visto che sei sempre disponibile: come hai visto ho fatto una margotta di macrophilla che in effetti è un cespuglio alto un 50 cm ben ramificato.
vorrei innestare su questa macrophilla, ma su un ramo , non sul tronco.
vorrei tentare di avere una pianta che produca 2 frutti diversi.
la cosa è fattibile?

Re: prime esperienze con agrumi

28/12/2015, 0:29

puoi usare già la forma della pianta innestando ogni ramo con una marza della stessa varietà o varietà diverse

ciao

Re: prime esperienze con agrumi

28/12/2015, 0:36

non viene fatto a livello vivaistico perché ogni punta ha il suo sviluppo e rischia di prendere sul sopravvento sull'altra
ma a livello amatoriale tutto si può fare

ciao

Re: prime esperienze con agrumi

28/12/2015, 0:59

grazie, mi è venuta l'idea in quanto ho visto delle piante con 3 innesti diversi, ed ho sentito il giardiniere che si lamentava proprio del fatto che non riusciva a gestirli per via della crescita diversa.
piante di agrumi che erano in una villa del FAI.

devi pasticciare un pò altrimenti non c'è gusto!

Re: prime esperienze con agrumi

29/12/2015, 14:26

ho visto in un garden delle piante di arancio bizzarria con dei frutti.
a parte le foglie che nella mia pianta hanno forme strane e sono anche striate mentre queste sembravano di un arancio amaro, anche i frutti erano tutti identici simili all'arancio canaliculata.
la mia bizzarria produce frutti diversi, costolati come l'arancio, tondi, ovali con dei cornetti, oltre al colore che in alcuni frutti è striato , verde, arancio e giallo , insomma mi ritrovo frutti diversi ed anche i fiori, alcuni sono bianchi completamente ed altri sfumati in rosa viola.
ritengo che la mia pianta sia la bizzarria originale, al contrario di quelle che ho visto.

Re: prime esperienze con agrumi

29/12/2015, 14:44

si chiama bizzarria perché all'interno della stessa pianta fa frutti, fiori e foglie diverse talvolta anche sullo stesso ramo,
c'è da dire che spesso nella fase giovanile manifesta solo un tipo massimo due che poi, speriamo, nella fase adulta vengano fuori
il nome bizzarro fa capire bene il tuo di piante che abbiamo difronte (fa un po' come vuole)


La Bizzarria, o per esattezza il Citrus Aurantium “Bizzarria” è – come dice il suo stesso nome – una rarità, una chimera, un agrume unico e particolarissimo che, pur avendo i caratteri genetici dell?arancio amaro, si presenta morfologicamente come tre specie diverse di agrumi: arancio amaro, cedro e limone, contenuti contemporaneamente nello stesso frutto.
La Bizzarria, o per esattezza il Citrus Aurantium “Bizzarria” è – come dice il suo stesso nome – una rarità, una chimera, un agrume unico e particolarissimo che, pur avendo i caratteri genetici dell’arancio amaro, si presenta morfologicamente come tre specie diverse di agrumi: arancio amaro, cedro e limone, contenuti contemporaneamente nello stesso frutto. I suoi frutti sono infatti mostruosi: bitorzoluti e di colore giallo, arancione e verde.
Pietro Nati, direttore dell’orto botanico di Pisa, scrive nel 1674 una Osservazione fitologica fiorentina del pomo cedrato-arancio in Firenze volgarmente La Bizzarria e si rivolge nel’introduzione al Marchese Don Lorenzo Panciatichi nel giardino del quale, nella villa di Torre degli Agli, era stata scoperta nel 1644 la Bizzarria. Scrive Nati: “Il nuovo pomo aureo nato per la prima volta nello amenissimo giardino della tua magnifica villa suburbana, che una volta suscitò l’ammirazione di tutta la Toscana e che ora più largamente propagato per mezzo dello innesto merita il plauso universale di tutto il mondo, …richiedeva uno scrittore piacevole che rendesse pubblica la sua notizia storica e le ignote cause della sua origine…”.
L’origine di questa “Bizzarria” è stata infatti lungamente dibattuta. Altri casi di bizzarria si sono verificati e si verificano tuttora in diverse piante. La loro origine è attribuibile o ad ibridi d’innesto, cioè gemme che si formano nel punto in cui vengono a contatto i tessuti di due piante diverse innestate tra loro, oppure per insorgenza di una mutazione in cellule di apici vegetativi.
Francesco Redi così la descrive in una lettera del 1665 al cardinale Leopoldo de’ Medici: “…una bizzarria esternamente fatta a strisce alternative irregolarmente di cedrato e d’arancio…la tagliai nel mezzo e .. mi avvidi di aver tagliato tre pomi incastrati l’uno nell’altro.
Il primo conteneva in seno gli altri due. L’altro pomo che succedeva era un’arancia schietta tanto nella buccia quanto nell’agro, il terzo e ultimo pomo…era un cedrosino ben fatto e senza punto di mescolanza d’arancio.” Ne parla anche Paolo Bartolomeo Clarici, nella Istoria e coltura delle piante (1726), definendo la Bizzarria “una pianta di sua natura non generata dal caso né dell’arte prodotta”. Un frutto di questo strano agrume fu disegnato nel XVII secolo dal pittore Baldassarre Franceschini il Volterrano, il quale lavorò presso le Ville Medicee di Castello e La Petraia.
La Bizzarria, che ha affascinato i botanici per secoli, ha avuto anche un destino bizzarro: si pensava che fosse andata perduta all’inizio del ‘900 e invece è stata ritrovata da Paolo Galeotti, responsabile del giardino della Villa Medicea di Castello, negli anni ’80. Da allora, riprodotta tramite innesto e conservata, è stata portata anche nel giardino di Boboli e presso l’orto botanico di Firenze e si spera che non vada nuovamente perduta!
difficile perderla visto che adesso viene prodotta da diversi vivaisti
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