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Trattamento dopo grandinata 
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Tu non ti rendi conto di quello che scrivi....è una tristezza! Ti saluto.


21/07/2017, 16:41
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A proposito mortotoccaci ma possibile che nessuno capisca l' importanza delle viti resistenti?Sono il futuro...le regioni dovrebbero svegliarsi perché possano entrare in concorrenza con gli altri vitigni presenti sul mercato e non stiano chiuse in un cassetto o usate solo da hobbisti..qui si sta parlando di fare vero biologico non chiacchiere


21/07/2017, 18:24
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Purtroppo si resta legati ad un visione miope della viticultura.
Oggi il consumo del vino in Italia è in crollo drastico. Si è già perso in 10 anni il 30% dei vigneti. La Basilicata ha visto risursi la superficie a vite del 55%. Il vino in Italia sarà export. Il 2% del Pinot Grigio viene consumato in triveneto. Il resto è export.
Se da una parte ci si muove con Doc interregionali capaci di promuovere il prodotto (eliminando vecchie Doc troppo piccole per competere - in Friuli abbiamo una Doc fatta di 8 produttori!) dall'altra parte non ci si rende conto che promuovere piccole varietà autoctone costa cifre esorbitanti con risultati pessimi (vedasi il caso del Tocai). Queste devono rimanere come nicchie di mercato, il grosso della produzione deve seguire il mercato, sennò scompare. E al traino del consumo di massa troveranno spazio anche le piccole perle locali.
Oggi il mercato vuole impatto minimo sul ambiente. Ma nonostante i capofila in Italia del bio siano Sicilia e Puglia queste regioni hanno visto perdere il 30% della superficie a vigneto in 10 anni. Perchè il bio costa. Non ha resa in prodotto.
Per competere in export devi abbassare i costi. Il mercato del vino sfuso è passato dall'Italia alla Spagna. E' vero che l'Italia ha aumentato la marginalità grazie all'imbottigliato, ma di fatto questo riguarda solo gli spumanti. Toscana e Piemonte coi loro grandi rossi sono da anni in difficoltà. Il Centro Italia è praticamente scomparso.
Per abbassare i costi le resistenti sono eccezionali, poi anche l'ambiente ringrazia.
Volendo si potrebbe modificare geneticamente la cultivar col solo gene resistente del selvatico avendo una pianta al 99,99% identica all'originale ma che non si ammala. Purtroppo questa è ingegneria genetica e viene esclusa dalla UE. Poca importa se sono geni di una pianta quasi identica.
Con gli incroci per impollinazione ci si mette anni e i risultati non sono ottimali ne dal punto di vista della resistenza ne del profilo organolettico del vino.
A qualcuno non piace ne questo ne quello, la politica cavalca le stupidità e l'unico settore dell'agricoltura che traina perde colpi su colpi. La Germania immette in catalogo nazionale tutte le loro nuove resistenti come vitis vinifera ed hanno una qualità organolettica e di resistenza ridicola rispetto alle nostre.
Da noi funziona così.


21/07/2017, 18:38
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A proposito mortotoccaci ma possibile che nessuno capisca l' importanza delle viti resistenti?Sono il futuro...le regioni dovrebbero svegliarsi perché possano entrare in concorrenza con gli altri vitigni presenti sul mercato e non stiano chiuse in un cassetto o usate solo da hobbisti..qui si sta parlando di fare vero biologico non chiacchiere


come hobbista ho cercato nei vivai ma non ci sono, forse online ma mi sembra tutta roba Tedesca o in Trentino ma le fanno pagare.... anche per sbaglio uno le volesse provare non ci sono.... per uno che fa il vino a casa sarebbero l'ideale allora sì che basterebbe il rame e lo zolfo...


21/07/2017, 23:11
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Come detto più volte anche da mortotoccaci, tutto dipende dalla zona, e non si può prescindere da ciò. Non esiste una regola che vada bene ovunque.
Dalle mie parti ad esempio sta diventando la normalità andare di solo rame e zolfo: tutte le cantine principali qui stanno andando in quella direzione, e non è nulla di impossibile. Poi chiaramente cambiando zona o addirittura regione variano anche tutti i parametri climatici, le varietà, i terreni. Basti pensare ad esempio che da mortotoccaci considerano il rame dilavato con 15mm, qui con 30mm. Tutto questo per dire che il concetto "si deve fare così, PUNTO" non esiste proprio. Ma direi che vale per tutti gli aspetti dell'agricoltura: solo l'esperienza personale all'interno dei nostri appezzamenti può dettarci leggi di questo tipo ;)


22/07/2017, 7:33
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Marcoz80 ha scritto:
Cita:
A proposito mortotoccaci ma possibile che nessuno capisca l' importanza delle viti resistenti?Sono il futuro...le regioni dovrebbero svegliarsi perché possano entrare in concorrenza con gli altri vitigni presenti sul mercato e non stiano chiuse in un cassetto o usate solo da hobbisti..qui si sta parlando di fare vero biologico non chiacchiere


come hobbista ho cercato nei vivai ma non ci sono, forse online ma mi sembra tutta roba Tedesca o in Trentino ma le fanno pagare.... anche per sbaglio uno le volesse provare non ci sono.... per uno che fa il vino a casa sarebbero l'ideale allora sì che basterebbe il rame e lo zolfo...


Innestate 800 mila. vendute 500 mila.
Se ci ritiri le 300 mila che restano facciamo un buon prezzo


24/07/2017, 7:00
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Ciao a me hanno risposto min 200 viti..ne volevo provare 50..


24/07/2017, 18:02
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eh allora la prox volta dobbiamo fare acquisti di gruppo, anche io ne avevo chieste 50, ma a me ha detto direttamente che non le ha mai trattate mbho...


24/07/2017, 18:44
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0427948811
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24/07/2017, 19:17
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Grazie mortotoccaci.. ma poi non è che mi mandano dal rappresentante di zona che vuole che ne compro 200??


24/07/2017, 19:22
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