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Incrocio tra viti 
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Ciao, e grazie dell'intervento... premesso che come scrivevo fin dall'inizio lo faccio per diletto, per hobby, so bene che è una lotta impari. D'altro canto, non giocando al superenalotto, sfido le scarse probabilità di riuscita con qualcosa che mi faccia stare a contatto con la natura e che mi piace. Detto questo il mio obiettivo "ideale" è arrivare al brevetto ed eventualmente poi venderlo a chi ha un tale potere contrattuale da poter fronteggiare le varie beghe successive. Sono convinto che, a livello probabilistico sia molto difficile già questo, ma per adesso mi concentro sul tipo di incrocio che voglio ottenere, perchè se penso a tutte le beghe in una volta, finisce che abbandono una cosa che invece mi piace. E a non riuscire, cosa può succedere di tremendo? Che viene fuori una varietà non troppo particolare che regalo ad amici e conoscenti e a cui do affettuosamente il nome di mia figlia o di mio nonno? Beh dai, sarà sempre meglio che aver passato parte del tempo libero davanti a una slot machine (come fanno in troppi ahimé)!
Detto questo sulle varietà da tavola, che sono quelle su cui mi sto concentrando, hai perfettamente delineato la richiesta di mercato, tenuto conto che le varietà seedless potrebbero subire una battuta d'arresto: l'uso di fitormoni e lo sviluppo di consumatori sempre più attenti alla "genuinità" del prodotto, potrebbero far sterzare le richieste nuovamente su delle varietà con semi.
Riguardo all'uva da vino, ciò che hai scritto (esperimenti riusciti ma su cui non si investe) è il motivo
per cui ho iniziato a incrociare con la prospettiva di produrre delle viti di uva da tavola.
Ciao!


09/05/2018, 9:58
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Vorrei solo fare una precisazione su quanto dice mortotoccaci riguardo al lavoro del vivaio in laboratorio. Il lavoro in laboratorio avviene sulle cellule meristematiche anzichè su seme, probabilmente è vero. Ma la cosa che rende davvero impari il confronto tra il breeder faidate e i laboratori scientifici, è la possibilità, per i laboratori, di marcare alcuni geni per vedere, da subito, se sono presenti nell'incrocio, senza cioè dover aspettare la fruttificazione. Il genoma della vite è stato decodificato, e ad esempio, il gene che determina l'aromaticità delle uve è stato identificato, marcarlo geneticamente significa sapere già dallo stato di plantula in quanti incroci fatti in laboratorio è stato trasmesso (o meglio se è attivo in una certa modalità). Questo consente, anche solo prelevando un campione di fogliolina dalla pianta appena germogliata, di sapere se quel tratto genetico è presente nel vivaio, e quindi di eliminare le, tanto per dire, 2000 piantine che non presentano quel gene . A fronte di questo, il breeder faidate che ha, per dire, solo 30 piantine deve pure aspettare che siano adulte per vedere se quel tratto genetico si è effettivamente espresso. Qui sta a mio avviso, il dato che rende veramente impari il confronto! Ma intanto, che dire, il lavoro di selezione fatto dall'uomo sulle piante nate da seme è andato avanti per migliaia di anni ed è stato proficuo, selezionando i genitori si fa già qualcosa, e si ha la piccola soddisfazione di dare un minuscolo contributo alla biodiversità tanto calpestata e bistrattata. Dunque, perchè no?


09/05/2018, 17:42
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Si procede da cellula meristematica solo per avere la certezza di partire da virus zero, Poi si procede con la creazione della pianta e con innesto. Tra poco sarà prono il nostro nuovo centro sperimentale a Rauscedo dove dovremmo essere in grado di fare quello che stai facendo tu. Se ti va di passare a fare una visita passa pure. Intanto se riesci nell'ipresa facci sapere, con le royalties si vive bene. ;)


09/05/2018, 19:30
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Mi piacerebbe molto venirti a trovare, non oso immaginare come verrà il vostro centro sperimentale... Sarà certamente una macchina da guerra (in senso buono)! In quanto alle royalties, la mia speranza e le mie chance sono bassissime, ma ci provo, non si sa mai :-) la strada che vedo percorribile però è piuttosto quella della vendita del brevetto, non avrei molti soldi da investire in campi sperimentali e procedure legali... Manterrei solo l'obbligo del nome per le ragioni a cui accennavo indietro. Ma per adesso l'obbligo è restare coi piedi per terra! Grazie mille dell'invito!


09/05/2018, 20:21
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Io mi concentrerei sulle uve da tavola, purtroppo per te ( ma per la gioia e fortuna di costitutori e breeders) i marker ci sono, non vederla come una "sfida" nei loro confronti, continua ad ibridare e divertiti, mai dire mai....

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10/05/2018, 18:26
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Grazie dell'incoraggiamento! No comunque non vado in competizione, anzi sono un fan dei programmi di miglioramento genetico. Io mi diverto e va bene così...


10/05/2018, 20:17
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Colgo l'occassione per una fare una domanda generica, in particolare credo che mortocacci ne sappia a riguardo; in generale, per quanto riguardo i fruttiferi, quindi non solo vite, se si effettuano incroci per costituire nuove cultivar partendo da cultivar protette da brevetto e quindi con royalties, si può fare oppure è vietato?

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12/05/2018, 20:29
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Non saprei dirti. Credo, ma è una mia supposizione, che se la nuova pianta è geneticamente diversa dai genitori in maniera significativa, questa sia da considerarsi una nuova varietà e quindi non soggetta a protezione alcuna dal costitutore di uno dei genitori.


14/05/2018, 7:20
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mortotoccaci ha scritto:
Non saprei dirti. Credo, ma è una mia supposizione, che se la nuova pianta è geneticamente diversa dai genitori in maniera significativa, questa sia da considerarsi una nuova varietà e quindi non soggetta a protezione alcuna dal costitutore di uno dei genitori.

Grazie, ma per significativa cosa intendi?

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14/05/2018, 7:45
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Cioè che ha il profilo genetico (che puoi vedere anche sul registro nazionale delle varietà on line) diverso. Il difficile comunque è sempre la stabilità genetica nella vite.


14/05/2018, 19:01
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