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Virus suini 
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Influenza A, un fallimento miliardario
l virus H1N1 festeggia in questo inizio di nuovo anno i suoi primi dodici mesi di vita e lo fa con un bilancio pieno di sorprese...
di Carlo Di Stanislao

Un tasso di mortalità di gran lunga inferiore al previsto e addirittura minore rispetto a quello dell'influenza stagionale, un deciso calo dei ricoveri negli Stati Uniti e in Europa proprio nei giorni in cui si temeva il picco e le polemiche sull'operazione vaccinazioni che in Italia è stata un totale fallimento: poco più di 800.000 vaccinati contro 24 milioni attesi ed una risposta positiva del personale medico e paramedico appena del 15%. Inoltre i dati ci dicono che solo il 12% degli anziani sottoposti a tale vaccino ha sviluppato, a sei mesi, una adeguata protezione. Chi ne è uscita vincitrice è la Big Pharma, la casa produttrice, con un jack point da 20 miliardi di euro (pari a due manovre finanziarie) per una pandemia mai davvero avviata. Mentre l'Organizzazione Mondiale della Sanità è stata costretta ad aprire un'inchiesta interna per verificare i possibili conflitti di interessi dei suoi consulenti scientifici accusati di essere pure nel libro paga dell'industria, in Italia si parla ancora di una ipotetica nuova ondata fra qui e marzo, per giustificare l'acquisisione di dosi inutilizzate. Sia ben chiaro, nessuno nega che il virus esista e che la sua pericolosità sia direttamente proporzionale alla globalizzazione del mondo. Gli effetti però sono stati meno gravi del previsto. E non solo. Il virus sta mutando e il vaccino in commercio potrebbe non servire più. E se l'umanità, per fortuna, si è ammalata poco in compenso sul fronte finanziario c'è chi scoppia di salute poichè la Virus Spa, un sapiente mix di vaccini e di indotto, figlio dell'ansia "preventiva", ha già macinato i suoi miliardi. Non si tratta, aprioristicamente, di essere pro o contro i vaccini, ma di valutarne il reale ruolo preventivo, caso per caso. Ed è pericoloso, riteniamo, proporre, come ha fatto in questi giorni Margaret Chan, direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, di donare le scorte residue ai Paesi in via di sviluppo: una vaccinazione di massa in soggetti spesso immunocompromessi potrebbe dare più problemi di quanti ipoteticamente ne possa prevenire.

Vaccino ergo sum
di Massimo Saruggia

La verità non ha bisogno del Grande Fratello, nasce dalla osservazione intelligente dei fatti. I dati sulla influenza AH1N1 sono a portata di mano ed afferrabili. La copertura vaccinale della popolazione "eleggibile" (i quasi 19 milioni di italiani che avrebbero dovuto essere vaccinati) ha superato da poco la quota del 4%. I medici sentinella sono passati da 1154 nel pieno della "crisi" a 720 a metà di dicembre: non si trasmettono dati perché non c'è nulla da trasmettere. Ma lo scioglimento della banchisa vaccinale non riguarda solo l'Italia.
Regno Unito e Francia ad esempio avevano previsto di vaccinare due volte quasi tutta la popolazione "eleggibile", ma anche in queste nazioni lo sforzo vaccinale ha mostrato, come in Italia, la sua sublime inutilità. Ma la cattiva notizia che aleggia nell'aria, questa sì come un contagio, è che i paesi occidentali sono inondati da una quantità strabocchevole di dosi di vaccino per l'influenza AH1N1. Quanto ci piacerebbe assistere al funerale del vaccino non consumato! Potrebbe essere uno sfoggio di sontuosità che ancora ci manca. Invece sarà un piacere negato poiché si sentono all'opera le astuzie degli virologi, degli igienisti, delle organizzazioni sanitarie internazionali e dei governi. Da una parte infatti le autorità sanitarie continuano a ripetere che è necessario concludere il programma vaccinale per mettersi al riparo da una ricomparsa del virus che è oramai per loro un fantasma, un sogno vagante che tornerà rafforzato e questa volta offensivo. Dall'altra si è passati ai saldi, offrendo a prezzi irrisori il vaccino a paesi del terzo mondo africano e dell'Europa povera dell'est: insomma un affronto all'etica in nome dell' economia.
Lo sappiamo perché stupirci: è il disease mongering, bellezza! Ma ci rimane comunque la penosa sensazione che l'epidemiologia emozionale, come l'ha definita Danielle Offri su un numero recente del NEJM, termini in un giardinetto già visto, già pensato.

Fonte: Omeopatia33

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Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità.
Vandana Shiva


15/01/2010, 8:58
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Un panel valuterà gestione emergenza H1N1

Un panel composto da 29 esperti indipendenti, chiamati a fare il punto sulla gestione della pandemia innescata dal virus A/H1N1

A istituirlo l'Organizzazione mondiale della sanità, finita a più riprese al centro delle polemiche proprio per le strategia messe in campo per mettere al tappeto l'influenza A. Il comitato di esperti, ha spiegato Keiji Fukuda dell'Oms, esaminerà l'operato della stessa Organizzazione mondiale della sanità e dei 193 Stati membri 'arruolati' contro la pandemia. Il risultato del lavoro del gruppo consisterà in un rapporto che dovrà fornire indicazioni per la gestione di possibili crisi future, da consegnare al direttore generale dell'Oms, Margaret Chan, per la prossima Assemblea mondiale della sanità, in programma per il mese di maggio. Il report definitivo dovrebbe tuttavia essere pronto solo per l'Assemblea dell'anno successivo. Sotto la lente di ingrandimento del panel, tra le altre cose, le risposte alla pandemia fornite dai diversi Paesi, capire se i rischi sono stati sottovalutati o si è generato troppo allarmismo, valutare l'accesso dei Paesi poveri ai vaccini. «La linea di fondo - ha detto Fukuda, le cui dichiarazioni sono rimbalzate su diverse testate internazionali - è identificare di cosa avremo bisogno per fare meglio in futuro».

Fonte: Doctor News

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31/03/2010, 9:57
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