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Virus suini 
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Dalle istituzioni europee l'invito ai servizi veterinari a monitorare la situazione degli allevamenti. Senza dimenticare blue tongue e peste suina
di Angelo Gamberini

Si fa un gran parlare in questi giorni, spesso a sproposito, dell’influenza AH1N1, alla quale era stato affibbiato inizialmente il nome di influenza suina. Perché i primi focolai, come molti ricorderanno, si erano verificati in Messico con la migrazione del virus dal suino all’uomo. Si paventò chissà quale catastrofe sanitaria, ma oggi è noto, voglia di allarmismo a parte, che si tratta di una banale influenza. Almeno per l’uomo. Non così per il suino, dove si manifesta con pesanti ripercussioni sulle performance produttive degli animali. Ma tutti presi dall’influenza umana, ci si è dimenticati di quella del suino e della necessità di porre in atto tutte le possibili misure di prevenzione. Nei primi giorni di novembre il SCoFCAH (comitato permanente per la filiera alimentare e la salute degli animali) è però intervenuto con la stesura di un documento nel quale si tracciano le indicazioni sulle misure di controllo e di sorveglianza per la protezione dei suini dal contagio con il virus dell’influenza AH1N1. Il documento della SCoFCAH fa leva sui servizi veterinari dei singoli Stati membri affinché concentrino i loro sforzi sull’individuazione del virus con azioni di sorveglianza mirata. La diffusione del virus fra gli animali avviene per solito con il contatto diretto e la comparsa della malattia in allevamento è per lo più legata alla movimentazione degli animali. Di qui la necessità di prestare attenzione all’ingresso di nuovi animali, ma anche ai mezzi di trasporto che varcano le soglie dell’azienda e alle persone che hanno accesso all’allevamento e che potrebbero essere inconsapevoli vettori del virus. Queste misure di igiene e prevenzione sono nella maggior parte dei casi sufficienti ad impedire la comparsa dell’influenza negli allevamenti suini, ma è necessario non abbassare la guardia e continuare nella applicazione delle norme di biosicurezza, norme che negli allevamenti sono per solito sempre ben seguite.

Attenti alla blue tongue

Nella stessa giornata lo SCoFCAH ha preso in esame anche la febbre catarrale maligna degli ovini, forse più conosciuta con la definizione anglosassone di blue tongue, che tanti problemi ha creato nel recente passato negli allevamenti di pecore e di bovini. Ora la situazione è decisamente migliorata grazie alle vaccinazioni di massa. Contribuisce a migliorare la situazione anche la stagione invernale con la scomparsa dell’insetto vettore della malattia, un moscerino del genere Culicoides. Ma con la prossima primavera e con il ritorno di questi insetti sarà necessario rialzare la guardia e per questo è stata ipotizzata la proroga a tutto il 2010 delle norme ancora oggi in vigore. E’ stato anche confermato il vincolo allo spostamento degli animali dalle zone infette a quelle indenni, che potrà avvenire solo a condizione che gli animali siano vaccinati.

Peste suina in Romania

Si è parlato anche della peste suina, problema che affligge ancora gli allevamenti della Romania, dove però si fanno registrare netti miglioramenti grazie alle campagne di eradicazione di questa patologia. L’orientamento indicato dalla SCoFCAH è quello di proseguire con le misure di controllo sanitario e di monitoraggio degli allevamenti. Un compito reso più difficile dalla presenza in Romania di numerosi piccoli allevamenti a carattere famigliare che possono sfuggire ai controlli e diventare così pericolosi serbatoi di sopravvivenza e quindi di diffusione del virus.

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Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità.
Vandana Shiva


11/11/2009, 8:19
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La blue tongue o lingua blu
http://www.rivistadiagraria.org/riviste ... brica=2005
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11/11/2009, 8:51
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Vaccino pandemico donato all'Oms

GlaxoSmithKline (Gsk) annuncia la firma di un accordo per la donazione di 50 milioni di dosi di vaccino pandemico anti-A/H1N1 all'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in vista della loro distribuzione ai Paesi in via di sviluppo già a partire da fine novembre. L'intesa con l'Oms - ricorda l'azienda - si aggiunge ad altre misure in atto come la fornitura del vaccino contro la nuova influenza A a prezzi preferenziali ai Paesi più poveri, secondo i criteri previsti da Gavi (The Global Alliance for Vaccines and Immunisation) e Banca Mondiale. Operazione per la quale è stato riservato il 20% della produzione degli stabilimenti Gsk in Canada, donazione attuale inclusa. Gsk sta inoltre mettendo a disposizione dei 50 Paesi meno sviluppati del pianeta zanamivir (Relenza) a prezzi not-for-profit, e sta valutando un'eventuale donazione. "L'Oms lavorerà ora per assicurarsi che i vaccini siano distribuiti a coloro che ne hanno davvero bisogno", assicura il direttore generale dell'Oms, Margareth Chan. "Gsk è impegnata a supportare i Governi e le autorità sanitarie mondiali nei loro sforzi volti a proteggere le popolazioni dalla pandemia in corso - afferma il Ceo del colosso farmaceutico Gb, Andrew Witty - Il nostro impegno è un riconoscimento dei bisogni dei Paesi in via di sviluppo, e questa donazione di 50 milioni di dosi permetterà di avviare tempestivamente la vaccinazione in alcuni dei Paesi più poveri del mondo".

Fonte: DoctorNews

...dubitare...dubitare...e poi anche dubitare...
Ciao,
Jacopo

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13/11/2009, 8:17
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...e poi quello che si pensa a volte non è in realtà proprio così....

Pandemia 1918, il killer forse fu lo pneumococco
A uccidere oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo, 400 mila solo in Italia, durante la pandemia di Spagnola (1918-1919) fu in realtà una superinfezione causata dallo Streptococcus pneumoniae
E' la conclusione di uno studio curato da Keith Klugman, della divisione di Malattie infettive alla Emory University (Usa), che ne ha parlato venerdì a Roma in occasione del 'Bridging to the Future - Pneumococcal Conjugate Vaccine Summit'. La teoria apre scenari nuovi anche per quanto riguarda l'influenza A. Klugman e il suo team assicurano di aver identificato quale fu la vera causa della letalità della più grave pandemia che la storia dell'umanità abbia mai registrato. "Nel 1918 non erano disponibili né vaccini né trattamenti farmacologici efficaci - ha spiega l'infettivologo - mentre oggi gran parte della popolazione è coperta da vaccini contro lo pneumococco, che causa polmoniti, meningiti e altri gravi disturbi. In un'era di antibiotici e di vaccini probabilmente quella stessa pandemia farebbe molti meno morti". La ricerca, pubblicata sulla rivista 'Emerging Infectious Diseases' e riportata sul sito dei Centers of Disease Control and Prevention (Cdc) americani, sostiene quindi che a causare gli alti tassi di mortalità dell'epoca non fu tanto l'influenza in sé, quanto una complicanza che sorse in conseguenza della malattia, appunto un'aggressiva infezione dovuta allo Streptococcus pneumoniae. E quando sarà terminata la nuova pandemia influenzale si potrà dire con sicurezza se i Paesi che vaccinano i bambini contro lo pneumococco, avranno meno morti causati dall'influenza A.

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16/11/2009, 8:21
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...e i dubbi continuano...
Ciao a tutti,
Jacopo



Difende a spada tratta la scelta del Governo polacco di non prender parte alla corsa contro il tempo per acquistare vaccini anti-A/H1N1. Il ministro della Salute polacco Ewa Kopacz, in un appassionato intervento in Parlamento, ha puntato il dito sulla scelta fatta dai Paesi più ricchi del pianeta per contrastare l'avanzare della pandemia. E ha messo sotto accusa, senza usare mezzi termini, gli accordi stretti dalle Istituzioni con le case farmaceutiche: "Lo Stato polacco è molto saggio - ha tuonato vestita con una fiammante giacca rossa, in un video visibile sul web - i polacchi sanno distinguere la verità dalle balle con molta precisione. Sono anche in grado di distinguere una situazione oggettiva da una truffa". Secondo Kopacz, che ha ricordato di essere un medico con 20 anni di esperienza alle spalle, il contratto segreto che il Governo polacco avrebbe dovuto firmare con le aziende farmaceutiche aveva oltre 20 clausole che sovvertivano la legge. "Qual è - ha chiesto dunque Kopacz guardando i parlamentari da un estremo all'altro dell'Aula - il dovere di un ministero della Salute? Concludere accordi che facciano il bene dei cittadini oppure siglare accordi che facciano l'interesse delle case farmaceutiche?". "So che attualmente ci sono tre vaccini disponibili sul mercato - ha fatto notare - realizzati da tre produttori diversi. Ognuno di loro ha una differente quantità di sostanze attive: non è strano che siano trattati tutti alla stessa stregua? Non è dunque ragionevole che il ministero della Salute e i suoi esperti nutrano alcuni dubbi in proposito?".

Fonte: DoctorNews

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19/11/2009, 8:06
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Bene! delle prese di posizione ufficiali ci vogliono, ma personalmente ritengo che servirà a poco, ma meglio di niente, ciao Mario


19/11/2009, 9:18
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Pediatri di famiglia, vaccinazioni e omeopatia
di Antonella Bondi

Si è svolto il 21 novembre a Carrara il convegno "Vaccinarsi in Toscana" organizzato dalla FIMP Toscana, cui hanno partecipato la gran parte dei pediatri di famiglia della regione. All'evento ha portato il proprio saluto anche l'Assessore alla Salute Enrico Rossi, che ha lodato il lavoro e l'impegno dei pediatri della Toscana e ha evidenziato il continuo miglioramento dell'assistenza sanitaria toscana sia nella pediatria del territorio che in quella ospedaliera e universitaria. Il convegno, dedicato ad una analisi ampia delle vaccinazioni disponibili oggi e alla opportunità delle stesse, ha visto alternarsi al podio relatori esperti in pediatria, immunologia, oncologia e medicina legale. Un intervento è stato affidato alla dottoressa Simonetta Bernardini, che aveva il compito di illustrare la posizione dell'omeopata di fronte alle vaccinazioni. Un argomento, quello dei bambini in cura omeopatica, che sta diventando di grande attualità dal momento che circa il 30% dei cittadini toscani utilizza le medicine complementari e che la Toscana è l'unica regione in Italia in cui l'omeopatia è considerata medicina ufficiale ed è accolta negli ambulatori del Servizio Sanitario regionale. Nella corso della sua relazione la dottoressa ha sottolineato che l'omeopatia è un sistema medico fondato su un paradigma differente rispetto a quello della medicina cosiddetta convenzionale; ha analizzato alcune conflittualità e difficoltà di gestione che potrebbero crearsi tra pediatra di famiglia e pediatra omeopata a causa dell'approccio fortemente individualizzato dell'omeopatia, che tende a scegliere il momento più opportuno per le vaccinazioni nella storia clinica del bambino e della necessità che tale individualizzazione si concili con le concrete esigenze di un servizio sanitario pubblico consultoriale e della pediatria di famiglia che deve, per forza di cose, adottare regole finalizzate all'ottimizzazione delle prestazioni. Ha evidenziato come ancora oggi, anche se in misura minore rispetto al passato, via sia scarso dialogo tra i pediatri di famiglia e i pediatri omeopati, a causa delle resistenze della medicina cosiddetta ufficiale a condividere i temi proposti dalla medicina omeopatica. Simonetta Bernardini ha poi concluso il suo intervento auspicando che in futuro le occasioni di confronto e di scambio culturale tra omeopati e pediatri di famiglia possano intensificarsi e che si possa giungere, con il contributo di tutti, a concordare un approccio interdisciplinare alla cura. A commento di questa esperienza finalizzata ad un tentativo di dialogo, la conclusione della SIOMI è un apprezzamento a FIMP per l'iniziativa, che farà piacere anche ai molti pediatri di famiglia esperti in omeopatia soci sia della SIOMI che della FIMP.

Fonte: Omeopatia33

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26/11/2009, 9:28
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Vaccino H1N1: troppe allergie, ritirato in Canada

L'azienda britannica produttrice di vaccino H1N1, GlaxoSmithKline, ha chiesto al governo canadese di fermare l'utilizzo di 172mila dosi di vaccino a causa di un notevole aumento di gravi reazioni allergiche.

In particolare è stato bloccato l'uso della consegna A80CA007A avvenuta alla fine di ottobre, mentre l'azienda e responsabili sanitari federali canadesi stanno investigando su cosa possa essere successo. Il tasso di reazioni allergiche sarebbe salito da uno su 100mila a uno su 20mila vaccini inoculati. Anche se tutte le province hanno bloccato la somministrazione del vaccino giunto con la consegna segnalata, la maggior parte del vaccino sarebbe stato già utilizzato, anche se non si conosce in che quantità. In totale, l'azienda ha distribuito in tutto il Canada 7,5 milioni di dosi di vaccino contro l'influenza A. Tra i rischi segnalati di recente legati al vaccino ci sarebbe l'asma, anche se i bambini asmatici sono stati considerati tra i gruppi prioritari e hanno ricevuto il vaccino per primi. Lo studio è stato condotto dall'Ospedale Sick Children di Toronto.

Fonte: Ansa

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26/11/2009, 16:20
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Un primo passo verso l'inutilità del vaccino?
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Anche in Italia l'H1N1 mutato

Anche in Italia, come in Norvegia e in altri Paesi nel mondo, è stata rilevata una mutazione del virus A/H1N1. La conferma arriva dal ministero del Welfare, dopo che l'Istituto superiore di sanità si è messo a lavoro per stanare eventuali 'metamorfosi' del virus che ha innescato la pandemia influenzale. "Circa una settimana fa - ricorda il dicastero in una nota - le autorità sanitarie norvegesi hanno segnalato l'identificazione di una singola mutazione dell'emoagglutinina (proteina virale di superficie) del virus della nuova influenza A/H1N1, consistente nel cambiamento di un unico aminoacido (una glicina al posto di un acido aspartico), in alcuni pazienti affetti da una grave polmonite. Casi sporadici della stessa mutazione sono stati riportati, a partire da aprile, in diversi paesi del mondo sia in pazienti con polmoniti gravi che in pazienti con decorso benigno della malattia". "A seguito di tali segnalazioni, l'Istituto superiore di sanità ha rivalutato le sequenze di oltre 100 ceppi virali identificati da altrettanti pazienti diagnosticati negli ultimi mesi in diverse regioni italiane - prosegue la nota - La mutazione è stata rinvenuta sino ad ora in un solo paziente, affetto da una grave forma di polmonite risolta a seguito di trattamento con ECMO", ovvero la macchina "salva-polmoni", "eseguito in terapia intensiva. Nessuno degli altri pazienti esaminati, inclusi quelli con manifestazioni gravi o letali, presentava la nuova della forma della proteina. I dati italiani confermerebbero quindi che questa non appare per ora predominante nei casi gravi o letali di nuova influenza; inoltre, la stessa mutazione ha un carattere sporadico e non sembra allo stato attuale in fase di diffusione".

"Tale evoluzione del virus - ribadisce il ministero - non influisce sull'efficacia del vaccino né sull'efficacia del trattamento con farmaci antivirali. A questo proposito si ricorda che, secondo i dati dell'Iss, su oltre 160 pazienti analizzati sinora, si è riscontrato un unico caso di resistenza a oseltamivir", il medicinale antivirale usato per contrastare la nuova influenza. "Tale resistenza - puntualizza il ministero - è insorta a seguito del trattamento prolungato di un paziente affetto da gravi patologie preesistenti ed è rimasta isolata, non avendo dato seguito ad episodi di trasmissione del ceppo resistente".

Fonte: DoctorNews

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01/12/2009, 7:44
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Vandana Shiva
16/12/2009, 12:27
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