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Chi ha salvato la cinta(che sarebbe meglio chiamare grigio)? 
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Sono nuovo di questo foro anche se da tempo lo leggo. Ho sempre pensato che la cinta senese fosse stata salvata da un certo Bezzini, un allevatore della montagnola senese che nell'88 vendette a Carlo Cattaneo dell'azienda massanera i pochi capi rimasti. Cattaneo fondó la compagnia della cinta e insieme a Paolo Parisi attraverso incroci con maiali bianchi che riuscivano a sopportare lo stato brado ridiede il via alla razza...l'elevato livello di consanguineitá dei pochi capi rimasti impedí infatti la via della purezza e Cattaneo e Parisi furono obbligati all'incrocio. L'altro giorno ascolto a Milano un'intervista a Falorni di greve che dice che la razza la salvó lui in collaborazione con l'universitá di Firenze circa 25 anni fa...chi bara? A chi credere? E soprattutto la cinta-grigia che esiste oggi ha davvero le stesse qualitá organolettiche della cinta di Lorenzetti o quella avrebbe potuto davvero competere con il maiale iberico (vivendo in Spagna soffro lo sputtana.... iberico nei nostri confronti con particolare sensibilitá)...


16/09/2009, 13:53
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Può essere che nessuno dei due bari e siano stati due tentativi indipendenti.
La razza attualmente è piuttosto diffusa. Esistono linee molto simili al vecchio maiale tradizionale ed altre che denotano indici produttivi migliori forse in ragione del rinsanguo.
Esistono per contro anche maiali molto scadenti ottenuti per pesante intervento genetico del cinghiale.
Nel complesso la razza nel suo insieme rappresenta piuttosto bene quello che doveva essere il maiale dei primi del 900 attualizzato al sistema allevatoriale odierno.

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Dobbiamo avere più coraggio di guardare la realtà, così ci farà meno paura. Alessio Z.

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16/09/2009, 14:21
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Il maiale rappresentato nel dipinto e preso come riferimento presenta solo alcuni caratteri dell'animale codificato come Cinta senese ( potrebbe essere un porcastro ottenuto per incrocio col cinghiale).
Verranno poi interventi di razze Asiatiche introdotte in epoche antiche che daranno il caratteristico portamento pendulo delle orecchie ed il caratteristico aspetto.
http://www.agraria.org/suini/razzeantiche/toscana.htm


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16/09/2009, 14:31
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Insomma non ci sarebbe un salvatore unico, come per Mario Lazzari con la mora (ma anche qui con 12 esemplari di partenza, sicuro che ci saranno stati incroci con maiali bianchi?) Inoltre, credi che delle razze autoctone italiane sopravvissute quella che conservi meglio il patrimonio genetico originale sia la cinta? Ë la casertana l'anticerdoiberico italiano? In effetti nel dipinto di Lorenzetti sembra piú simile alla cinta casaldianni della Consdabi, che alla senese attuale. Sono stato a Tricarico alla 1a sagra del suino nero lucano: ne sai qualcosa? Da mezzo lucano mi piacerebbe si trattasse dell'antica cavallina lucana che allevava mia nonna ma ne dubito...


16/09/2009, 16:12
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Anche per la Mora pur riconscendo Lazzari univocamente, in seguito si sono aggiunti capi di varia provenienza non ultimi ibridi con cinghiali o con la dannosa Duroc ecc ecc.
Meglio sarebbe stato sicuramente un incrocio con suini bianchi molto più compatibili e con caratteri genetici non antagonisti.

Tutte le razze italiane non sono estranee a erosione genetica su base di incrocio con suini migliorati e dico tutti. Tranne forse alcuni nuclei di suino Siciliano.

Il lucano di cui parli è un allargamento territoriale del suino Calabrese che ha propagini ora pure nel Lazio ed in Puglia. che si sono adeguati a questo Standard e Registro Anagrafico.


Recentemente su un sito ho visto però una foto che mi ha molto impressionato .
Un suino con caratteri delle antiche razze con balzane e muso bianco.

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16/09/2009, 17:19
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La foto viene dal sito della Regione Basilicata.
Come potete notare un suino a dir poco inusuale.
Ero combattuto se fare la segnalazione presso gli enti regionali per risalire Aa chi alleva questo suino Somigliante a molte vecchie razze estinte d'Italia.

Non dico che sia Una Cavallina o una Cappuccia ma crto è che animali con caratteri pigmentari del genere sono più unici che rari nel panorama zootecnico nazionale.


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16/09/2009, 17:28
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Non vorrei proprio che nella rigidità di condurre tutto a qualcosa di ben codificato si rischiasse di macellare un soggetto che ha presentato caratteri etnici così particolari e rari da osservare.

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16/09/2009, 17:40
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Per quanto riguarda la Cinta mi sento di poter dire senza nessuno imbarazzo e con assoluta certezza, che l'università e tutti gli altri arrivarono almeno con 5 anni di ritardo sul lavoro di Carlo Cattaneo, ripeto almeno ... ho seguito tutto dall'inizio quando ne l'ANAS ne l'associazione allevatori APA di Siena si occupavano della Cinta, Cattaneo aveva cominciato con i mezzi di cui disponeva, un recupero che se pur certi versi criticabile ne aumentò considerevolmente il numero e di conseguenza ridusse il rischio che si perdesse tutto. Da pochi capi del Bezzini risalì a numeri importanti operando in assoluta trasparenza. La Compagnia della Cinta, il ritorno al brado e semibrado, le prime arche, le recinzioni importate e tutto il lavoro sui trasformati fu enorme. Come spesso avviene quando poi il carro è partito sono in tanti a salirci e a prendersene i meriti, ancora una volta la passione e le risorse economiche non indifferenti di un singolo, Cattaneo in questo caso, hanno fatto qualcosa che sarebbe toccata fare ad altri; ricordo per curiosità che addirittura dopo alcuni anni il suo allevamento, da cui proveniva quasi tutto il materiale genetico allevato, fu allontanato dalla selezione per via di divergenze e di opinioni con alcuni esperti. Anche io nel piccolo ho dato il mio contributo in assoluto isolamento solo il Coordinamento Toscano dei Produttori Biologici ha creduto dall'inizio a questa razza, pubblicai un articolo dal titolo: Cinta Senese una razza ritrovata, sull'Informatore Zootecnico n. 6 1996, andatelo a leggere e capirete, saluti Mario


16/09/2009, 18:42
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http://old.alsia.it/agrifoglio/monograf ... _suino.pdf
Se siete interessati a sapere qualcosa di piú sul suino lucano, visitate il sito dell'alsia e la rassegna stampa intorno all'11-15 di agosto...pare che abbiano ritrovato 6 suini neri o chiazzati in un bosco e abbiano affidato questa razza relitto a un allevatore di Tricarico. Gerardo Possidente della Timpa del Cinghiale si é informato per una possibile trasformazione ma mi ha rivelato che per il momento ne hanno solo 40 soggetti...ripeto magari fosse la cavallina, me ne dubito (d'altronde se ne sono perse le tracce da 30 anni...). Quindi é tutto merito di Cattaneo, anche se poi Parisi ne ha ricevuto i maggiori guadagni e pubblicitá. Questo Bezzini é rintracciabile? Quindi anche la mora é un quasi ibrido? E per il nero casertano avete informazioni sugli artefici del salvataggio (la masseriadei trianelli c'entra?)


16/09/2009, 19:31
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E' solo una opinione personalissima, ma non credo minimamente a questi ritrovamenti miracolosi, moltissime incroci di cinta nascono con calzini, grugno chiaro ...orecchie diritte, cadenti a 3/4 ... in questi lunghi anni lavorando con i suini neri ho ritrovato tutto, per "riaffioramento", perché in fondo nei grandi numeri e non esattamente in purezza, grazie alla variabilità genetica, se non oggi è domani ma riecco apparire qualunque cosa; quando produssi il Brado del Montefeltro usai il verro Cinto in purezza su scrofe Duroc X Landrace , i prodotti ottenuti dovevano chiudere il ciclo e ritornare sempre ai genitori di partenza, ma alcuni allevatori continuarono ad usare i polimeticci così ottenuti, in seconda e terza generazione riappariva di tutto dal Landschwein tedesco al Berkshire inglese, poi Tamworth, Saddleback ... bastava crederci o meglio farlo credere agli altri, ciao, saluti Mario


16/09/2009, 22:50
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