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CURIOSITA' CASEARIE COMMERCIALI. 
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xxxxx aiuta i produttori: pagherà il latte 38 centesimi di euro al litro

Scritto il 4 febbraio 2015

Presa di posizione dell’insegna della Gdo contro i 35 euro imposti dalla Comunità Europea. Venerdì sciopero generale degli allevatori in tutta Italia

Un annuncio di xxxxxx, nota catena alimentare presente su tutto il territorio nazionale compare a tutta pagina in molti quotidiani. Invita a prendere coscienza della situazione drammatica dei produttori di latte, che vedono ridursi sempre di più i margini di guadagno e che, per normativa comunitaria, venderanno il latte a 0,35 euro al litro. È un obbligo, non c’è possibilità di deroga. Non è un prezzo consigliato, è quello imposto. Un prezzo che rischia di far saltare l’intero comparto, che promette di dare battaglia con uno sciopero generale, fissato per venerdì 6 febbraio

Questa catena alimentare ha deciso che a tutto c’è un limite, che la guerra al ribasso sul prezzo di un bene primario come il latte non può e non deve esistere. Che ogni mattina gli italiani devono prendere coscienza che la loro colazione non può passare per la distruzione di una filiera produttiva. E quindi la catena di supermercati prende una decisione: pagherà ai produttori di latte 38 centesimi di euro al litro. Quei tre centesimi detti così sembrano una cifra irrisoria, in realtà permetteranno ai produttori di sopravvivere e di non rimetterci. Un gran bel risultato. L’amministratore delegato di xxxxxxx, xxxxxxxxx xxxxxxx, non ha nascosto la sua preoccupazione “per la crisi che sta affossando il settore”.

“Dalla xxxxxxxxxx è arrivata una prima e tempestiva risposta all’annuncio della nostra mobilitazione di venerdi prossimo 6 febbraio per salvare le stalle italiane con la più grande operazione di mungitura pubblica mai realizzata in Italia e nel mondo“. E’ invece il commento del presidente della Coldiretti, il quale auspica che anche le altre catene della distribuzione e dalle principali industrie alimentari siano responsabilizzate dalla maximungitura che coinvolgerà ministri, governatori delle Regioni, sindaci, politici, esponenti della cultura, dello spettacolo e del mondo economico e sociale che trascorreranno insieme un giorno da allevatore nelle piazze italiane in cui sarà allestita una vera e propria stalla per mungere, dare da mangiare e custodire gli animali.

“Le parole dell’amministratore delegato xxxxxxxxxx – sottolinea la Coldiretti – sono un primo segno concreto di solidarietà, vicinanza e sostegno al lavoro che tutti i giorni svolgono gli allevatori italiani, per garantire latte fresco e grandi formaggi Made in Italy ma anche la biodiversità e il presidio del territorio anche nelle aree più difficili. L’appuntamento per salvare le stalle italiane è fissato nelle principali piazze del Paese, dove saranno allestite le stalle con gli animali secondo le diverse specificità regionali: da Roma, in Piazza del Campidoglio, a Milano, da Torino a Udine, da Bologna a Firenze, da Napoli a Bari, da Cosenza a Palermo, ma anche a Venezia, dove la stalla sarà galleggiante nel molo di Piazza San Marco.

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06/02/2015, 22:00
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Si si, tanto le grandi industrie casearie comperano il latte dai paesi dell'est europeo a 20 euro al quintale compreso trasporto...

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Il rugby è stato inventato dai gentlemen per reagire alla moda fin troppo plebea e stradaiola della pedata: però per non restare troppo delusi, converrebbe meglio nascere in Nuova Zelanda.
(Gianni Brera)


07/02/2015, 5:21
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xxxxxxxxx / L’etichetta che gabba consumatore e produttore nazionale

Scritto il 8 febbraio 2015

Ogni giorno beviamo latte a lunga conservazione proveniente chissà da dove e mangiamo Mozzarelle prodotte con cagliate estere. E ci viene nascosto…

di G. B.

La denuncia arriva dalla Coldiretti, attraverso la pubblicazione del dossier “L’attacco alle stalle italiane”. Tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri, mentre la metà delle Mozzarelle vengono prodotte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero. Sconvolgente. Tanto più prendendo atto che queste cose vengono nascoste al consumatore. Già, perché non è obbligatorio riportarle nell’etichetta. Incredibile ma vero. L’origine della materia prima, in questo caso la zona di mungitura, secondo chi legifera nella Ue non è da divulgare.
La maggior parte dei prodotti ottenuti da cagliate congelate provenienti dall'estero, vengono realizzate e commercializzate al nord (circa il 32%), seguono centro (19%) e sud (5%)

Così dobbiamo fare i conti con un realtà sconcertante. Dalle nostre frontiere passano ogni giorno 24 milioni di litri di latte tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate, polveri di caseina per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente Mozzarelle, formaggi o latte italiani. Sempre secondo la Coldiretti, complessivamente in Italia sono arrivati 8,6 miliardi di chili in equivalente latte (fra latte liquido, panna, cagliate, polveri, formaggi, yogurt e altro) che vengono utilizzati per latticini e formaggi all’insaputa dei consumatori e con conseguente grave danno agli allevatori di casa nostra.

Il consumatore è convinto di mangiare o bere prodotti italiani. Invece viene fatto passare per italiano latte proveniente in cisterne soprattutto da Germania, Francia, Austria, Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia e Olanda. In particolare, si assiste a un sostanziale aumento dell’import dei Paesi dell’Est ( +18% Ungheria, +14% Slovacchia, +60% Polonia) e a una diminuzione di quello importato dai Paesi dell’Ovest (-7% dalla Germania e -13% dalla Francia), secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relative ai primi dieci mesi del 2014. Ci sono però anche le cagliate da impiegare nella produzione di Mozzarelle, che provengono principalmente dai Paesi dell’Est in quantitativi che hanno raggiunto il milione di quintale all’anno. Un terzo è diretto in Campania, gli altri due terzi in Lombardia… Tra i Paesi esportatori, la Lituania negli ultimi 3 anni ha triplicato le spedizioni verso l’Italia.

Un chilogrammo di cagliata usata per fare formaggio sostituisce circa dieci chili di latte. Anche in questo caso la presenza non compare in etichetta perché non è ancora obbligatoria l’indicazione di origine. Oltre ad ingannare i consumatori, ciò genera concorrenza sleale nei confronti dei produttori che utilizzano esclusivamente latte fresco.

Ma non finisce qui. Sul mercato europeo, e anche in Italia, sono arrivati i similgrana di bassa qualità, spesso venduti con nomi di fantasia che ingannano i consumatori sulla reale origine. Quale? Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Estonia e Lettonia.
Una concorrenza sleale pianificata nei confronti degli autentici Parmigiano Reggiano Dop e Grana Padano Dop, che devono essere ottenuti nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione. Il mercato dei similgrana prodotti nell’Unione Europea è una operazione che, da calcoli prudenziali della Coldiretti, vale sul mercato della distribuzione 2 miliardi di euro ed equivale, in termini di valore, all’intero export di Parmigiano Reggiano e Grana Padano.

Un enorme business perpetrato alle spalle del consumatore. Richiederebbe risposte forti che, oggi come oggi, non registriamo. Anzi.
La nuova etichetta europea per i prodotti alimentari, entrata in vigore lo scorso 13 dicembre, è il risultato di anni e anni di lavoro del Consiglio e del Parlamento Tanto lavoro indefesso, avrebbe dovuto portare a un aumento della trasparenza, cioè a un maggiore rispetto del consumatore. Invece, è avvenuto il contrario. Non è obbligatorio inserire in etichetta la sede dello stabilimento di produzione o confezionamento (obbligo che c’era in Italia grazie alla legge 109/1992) e nessuna regola che faccia comparire l’origine del prodotto che mangiamo.
Sconfortante.

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09/02/2015, 21:49
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Caso Terra dei Fuochi, a farne le spese è l’export della Mozzarella di Bufala

Scritto il 10 febbraio 2015

Persi 57 milioni nei soli primi nove mesi del 2014. Una vera e propria emorragia che non accenna a diminuire. Nonostante i responsi favorevoli

Quanto è costato ai produttori di Mozzarella di Bufala Campana Dop il danno di immagine della Terra dei Fuochi? 56,6 milioni di euro di export nei primi nove mesi del 2014. Questa è la perdita secca rispetto ai 174 milioni fatturati con l’export nel 2013. Una vera e propria emorragia che non accenna a diminuire, visto che in termini percentuali il terzo trimestre segna -44,7% rispetto alla media del -38,4% tra gennaio e settembre. L’amara verità è registrata nel consueto rapporto elaborato dalla direzione Studi e Ricerche del Banco di Napoli sull’andamento dei principali distretti economici del Mezzogiorno.

Una tendenza che si inserisce in un macrodato comunque negativo, ossia il -1,5% di tutto il Sud rispetto al +2,2% dell’Italia e in cui la Campania con il -0,9% è penalizzata proprio da questo crollo del comparto bufalino: quasi 57 milioni in tutto, contati però solo sull’export, a cui vanno aggiunti comunque i numeri negativi del mercato nazionale.
Gli altri due grandi distretti campani monitorati da questo studio, quelle delle conserve e quello della pasta/caffè, restano invece stabili, il che vuol dire che le immagini dei ritrovamenti dei rifiuti tossici nelle aree del Casertano e del Napoletano hanno colpito quasi esclusivamente la Mozzarella di Bufala Campana.

Come dire che il latticino più amato dagli italiani, una delle dieci Dop più importanti d’Italia, viene irrimediabilmente identificata con le difficoltà ambientali del territorio. A nulla sono serviti i responsi scientifici di chi per dovere pubblico deve assicurare la salubrità del cibo in commercio, Asl e Istituto Zooprofilattico di Portici. Nulla ha prodotto neanche l’idea del Consorzio di Tutela che fece analizzare dei campioni raccolti dalle associazioni dei consumatori senza preavviso per consegnarli direttamente ai laboratori tedeschi.

Il punto vero è che l’identificazione della Mozzarella con il disastro della Terra dei Fuochi esercita un fascino irresistibile presso alcuni media, una deriva verso la quale sembra non esserci nulla da opporre.

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11/02/2015, 21:41
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Emirati Arabi, +15% l’export dei formaggi italiani. Sfondata la soglia di un milione di kg

Scritto il 12 febbraio 2015

In corso a Dubai GulFood, l’importante fiera alimentare. Presente anche Afidop. La Mozzarella il nostro prodotto caseario più richiesto

E’ in corso a Dubai (domani ultima giornata) GulFood, una delle più importanti esposizioni internazionali dell’agroalimentare, una vera e propria porta d’accesso per i nostri prodotti nel mondo arabo. All’interno del Padiglione Shk Saeed 1 si trova la nutrita ed agguerrita schiera delle imprese casearie associate ad Assolatte e molti tra i più importanti Consorzi di tutela.

Presente alla fiera per il secondo anno anche Afidop (l’Associazione dei formaggi Dop e Igp) organizzatrice di un’importante cena di gala per i buyer del settore.

“Con 4,5 milioni di abitanti, Dubai è uno dei Paesi più importanti degli Emirati Arabi Uniti – sottolinea xxxxxxxx, delegato alla presidenza di xxxxxxxx -. Con un reddito procapite tra i più alti al mondo, gli Emirati sono la seconda popolazione più numerosa tra le economie dei Paesi del Golfo e attraggono una moltitudine di investimenti esteri. Si tratta di un mercato particolarmente interessante per le nostre imprese, avvantaggiate dall’apprezzamento del mercato locale per l’alto livello qualitativo dei nostri alimenti”.

Nei primi dieci mesi del 2013 gli Emirati hanno importato prodotti alimentari italiani per circa 164 milioni di euro, con una crescita rispetto all’analogo periodo precedente del 26,3%. I prodotti più importati sono pasta e prodotti ortofrutticoli.
In cima alla classifica dei prodotti d’origine animale preferiti dagli emiratini, con il 3,5% del valore totale delle importazioni, si trovano formaggi e latticini.

Le esportazioni di formaggi italiani negli Eau sono in continua crescita. Negli ultimi cinque anni i volumi sono quasi raddoppiati. I dati gennaio-ottobre 2013 mostrano un aumento dei volumi esportati del 15,1% e un aumento in valore del 6,9%. Se tali tendenze verranno confermate, le esportazioni annuali sfonderanno la soglia di 1 milione di kg.
I prodotti più apprezzati dagli emiratini sono le Mozzarelle e i formaggi freschi, aumentati nei primi dieci mesi del 2013 del 23,5%, seguono Grana Padano e Parmigiano Reggiano (13,2%).

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13/02/2015, 19:08
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Nasce il Gelato alla Mozzarella di Bufala Campana firmato

Scritto il 16 febbraio 2015

Sarà presentato dal maestro gelatiere xxxxxxxxxxx il 23 febbraio a Londra, nell’ambito della tappa inglese de “Le strade della Mozzarella”

Una squisitezza (annunciata) per una data molto importante. Il maestro gelatiere xxxxxxxxxxx il 23 febbraio a Londra, nell’ambito della tappa londinese de “Le Strade della Mozzarella“, l’appuntamento annuale dedicato alla valorizzazione della Mozzarella di Bufala Campana Dop, che si terrà il 13 e il 14 aprile a Paestum (Salerno), presenterà un gelato alla Mozzarella di Bufala Campana Dop.

Nella cornice dell’Hotel xxxxxxx di Londra (Hyde Park Gate) a partire dalle ore 14.30 si alterneranno sul palco, del tour europeo iniziato a Parigi e previsto anche a Ginevra, chef e produttori chiamati a valorizzare questo prodotto tipico campano: dai pizzaioli xxxxxxxxxxxxxxxxxx agli chef xxxxxxxxxxx e xxxxxxxxxxx, dal creativo maestro gelatiere xxxxxxxxxxx fino a xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx, chiamati a promuovere il ragù napoletano e la Panzanella.

Realizzato con latte e panna di bufala e, naturalmente, con Mozzarella di bufala, il gelato preparato da xxxxxxxxxxx risulta come una prelibata crema senza uovo: “Questo per me è il gelato – commenta xxxxxxxx – e a volte è proprio la semplicità a risultare il traguardo più difficile, arrivare a gelare prodotti simbolo di una tradizione o di un territorio come nel caso della mozzarella di bufala, pilastro fondamentale della cucina mediterranea. Proporla sotto forma di gelato, in una variante avvalorata e impreziosita dalla lavorazione artigianale in cui non solo la Mozzarella, ma anche il latte e la panna di bufala contribuiscono a evidenziarne l’essenza, è un po’ come farla tornare al suo stato iniziale“.

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17/02/2015, 21:15
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Tavolo ministro Martina-Gdo: definite quattro strade operative

Scritto il 18 febbraio 2015

Promozione prodotti Dop e Igp, investimento nel web del lavoro agricolo, sostegno all’export, zona di mungitura nell’etichetta del latte

Il tavolo promosso dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali con i rappresentanti di tutte le principali sigle della Grande distribuzione organizzata operanti in Italia si è concluso ieri con l’indicazione condivisa di quattro punti di azione.
E’ stata abbozzata un’operazione straordinaria di promozione dei prodotti di qualità Dop e Igp nazionali con azioni dedicate nei negozi della Distribuzione organizzata. Il tutto abbinato a una campagna di educazione alimentare e di promozione verso i consumatori.
Quindi è stato delineato un investimento nella Rete del lavoro agricolo di qualità, la cui cabina di regia si è insediata ieri presso l’Inps.
Inoltre, sostegno all’export con piattaforme logistico distributive all’estero.
Infine, maggiore coordinamento su alcune filiere, a partire da quella lattiero casearia.

In particolare c’è stata adesione alla proposta del Ministero di garantire al consumatore una maggiore trasparenza sull’origine del latte, attraverso un segno chiaro e omogeneo per l’indicazione della zona di mungitura in etichetta.

Ne dà notizia il Mipaaf, con il ministro Maurizio Martina che lo definisce “un incontro molto proficuo al quale seguiranno a breve altre riunioni operative per attuare le azioni”. “La grande distribuzione – aggiunge Martina – può svolgere un ruolo ancora più determinante nel rilancio del comparto agroalimentare italiano e il Governo è impegnato per favorire questo processo. Sono soddisfatto in particolare per la convergenza sulla nostra proposta di dare un’informazione chiara e trasparente al consumatore in merito alla zona di mungitura del latte, evidenziando l’origine del prodotto e dando così uno strumento di maggiore competitività alle aziende”.

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19/02/2015, 21:26
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Firenze, il Provolone Valpadana Dop in tre locali cult: ricette per gourmet

Scritto il 20 febbraio 2015

Degustazioni fino a domani a Il Santo Bevitore, il Santino e il Santo Forno. Un modo diverso di proporre la storica Dop. Il tour continuerà

Una passeggiata tra i vicoli Oltrarno, alla scoperta di uno dei gusti più caratteristici del Made in Italy. Il Provolone Valpadana Dop sbarca a Firenze e diventa l’ospite d’eccezione di tre storici ed esclusivi locali della città. Fino a oggi, 21 febbraio, il celebre formaggio sarà infatti in degustazione presso Il Santo Bevitore, Il Santino e il Santo Forno, dove verrà proposto in quattro originali ricette per autentici gourmet.

Il tour fiorentino alla scoperta del Provolone Valpadana Dop comincia da Il Santo Bevitore. Il ristorante di xxxxxxxxxxxx presenterà due piatti speciali: la Millefoglie di lingua e Provolone Valpadana e Risotto con animelle mantecato al Provolone Valpadana. Due ricette che appartengono alla tradizione toscana, ma reinterpretate in chiave moderna.

Per l’aperitivo l’appuntamento è a Il Santino, enoteca e tapas bar xxxxxxxxxxxxxx. Qui gli ospiti potranno degustare un bicchiere di Radici Lambrusco delle Cantine Paltrinieri in abbinamento con una bruschetta con Provolone Valpadana Dop, nella sua versione dolce, con pancetta. Il formaggio a pasta filata della Val Padana sarà protagonista anche al Santo Forno, il panificio artigianale xxxxxxxxxxxx che offrirà una quiche con Provolone Valpadana e verdure di stagione e un muffin salato al Provolone Valpadana.

Oltre a Firenze, il Provolone Valpadana DOP presenterà il suo carattere moderno, versatile e divertente a Torino, Milano, Verona, Bologna, Napoli, Bari, Lecce e Palermo, in un viaggio per tutta la Penisola dedicato ai consumatori più esigenti e attenti agli stili di consumo contemporanei

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22/02/2015, 15:00
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Proposta quote-latte: “Rateizzare le multe di tre anni senza interessi”

Scritto il 24 febbraio 2015

Arriva dal commissario alla Pac xxxxxxxx. Lo Stato membro dovrà farsi carico delle multe entro il 2015, per poi recuperarle

In vista della fine delle quote latte il 31 marzo 2015 “ho proposto alla Commissione Ue di permettere agli Stati membri di rateizzare le multe di quest’anno a carico dei loro allevatori – per un massimo di tre anni e senza interessi”.
Lo ha detto il commissario alla Pac, xxxxxxxxxxx, in occasione del Salone dell’agricoltura a Parigi.

Intanto – assicurano fonti Ue – “è partita la procedura scritta per il via libera del collegio dei commissari questa settimana, massimo la prossima”.

Nel suo intervento, il commissario europeo ha tenuto a sottolineare che l’avvio della procedura per la rateizzazione senza interessi delle multe 2014-2015 è la risposta “alle preoccupazioni che gli sono state presentate dagli Stati membri”.
Tra questi ne aveva fatto richiesta anche il ministro per le Politiche agricole e agroalimentari, Maurizio Martina, con il sostegno di Polonia, Estonia, Slovenia, Romania, Lituania, Irlanda, Ungheria, Lettonia e Cipro.

Per xxxxxxx la misura – una volta terminato l’iter decisionale – fornirebbe “una notevole flessibilità agli agricoltori e un beneficio significativo a livello di liquidità in un momento, quello post-quote in cui potrebbe essere interessante investire“. A Bruxelles c’è quindi la volontà di andare in fretta ma la procedura decisionale richiede alcune tappe indispensabili.

La proposta di xxxxxxxx è ora all’esame dei suoi colleghi nei vari gabinetti. Successivamente il testo passa sul tavolo degli esperti degli Stati membri, nell’ambito del Comitato europeo di gestione del settore. Infine, xxxxxxxx potrà sottoscrivere il provvedimento di rateizzazione delle multe 2014-2015, senza interessi e per un periodo massimo di tre anni.

Sarò lo Stato membro – spiegano all’Ansa – che dovrà farsi carico delle multe entro il 2015, per poi recuperarle tramite un piano di rateizzazione nazionale senza interessi. xxxxxxxx ha anche assicurato “che sarà molto vigile, nei mesi successivi l’abolizione del sistema delle quote latte, e non esiterà – se lo riterrà adeguato – ad utilizzare la rete di sicurezza disponibile”.

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25/02/2015, 20:35
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Quote latte, Italia deferita a Corte Giustizia Ue per mancato recupero prelievi

Scritto il 26 febbraio 2015

La stangata è arrivata. Circa 1.752 miliardi non sono ancora stati recuperati. Il ministro Martina: “Ora gli inadempienti pagheranno”

La Commissione Europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia per il mancato recupero di 1,75 mld di prelievi dai produttori per l’eccesso di produzione rispetto alle quote latte tra il 1995 ed il 2009. Lo rende noto l’esecutivo europeo nell’ambito della comunicazione sul pacchetto mensile di infrazioni.

Ogni anno, dal 1995 al 2009, l’Italia – si legge in una nota della Commissione – ha superato la quota nazionale e lo Stato italiano ha versato alla Commissione gli importi del prelievo supplementare dovuti per il periodo in questione (2,305 miliardi di euro).
Tuttavia – prosegue la nota – nonostante le ripetute richieste della Commissione, risulta evidente che le autorità italiane non hanno preso le misure opportune per recuperare il prelievo dovuto dai singoli produttori e caseifici. 

Ciò compromette il regime delle quote e crea distorsioni della concorrenza nei confronti dei produttori che hanno rispettato le quote e di quelli che hanno preso provvedimenti per pagare gli importi individuali del prelievo supplementare.

Come sottolineato dalla Corte dei conti italiana, questa situazione è iniqua anche nei confronti dei contribuenti italiani. La Commissione Ue stima che, sull’importo complessivo di 2,305 miliardi di euro, circa 1,752 miliardi non siano ancora stati recuperati. Parte di questo importo sembra considerato perso o rientra in un piano a tappe di 14 anni, ma la Commissione stima che siano tuttora dovute sanzioni per un importo pari a 1,343 miliardi di euro.

“Secondo me è inaccettabile che per 1.000 allevatori disonesti ci vadano di mezzo 34 mila allevatori onesti e l’intero Paese – ha commentato il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina -. Nella legge di stabilità c’è una norma che non si era vista che indica esplicitamente chi deve operativamente gestire la riscossione. Nelle prossime settimane partiranno le cartelle per quei 1.000 che non hanno pagato“.

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26/02/2015, 22:31
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