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tesi elicicoltura, domande per gli allevatori 
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Salve a tutti, sono una studentessa di agraria di Viterbo, già dottoressa in Scienze Agrarie ed Ambientali; sto facendo una tesi con argomento l'elicicoltura e come forse potete ben immaginare mi sono trovata di fronte ad una serie di problemi soprattutto nel reperimento di dati REALI e GIUSTIFICATI! ( e vi posso assicurare che è un anno che giro tra allevatori, pubblicazioni e link!)
So che i dubbi che avrò ora sono solo una parte di quelli che svilupperò nel corso della ricerca delle informazioni, ma inizio da ora a chiedere sperando che qualcuno, chiunque, possa aver voglia di aiutarmi.
Il primo problema è, ed immagino che io non sia la sola ad averlo riscontrato, la mancanza di informazioni libere dalla leadership dei due "grandi" dell'elicicoltura, mi spiego meglio, Avagnina e Madonita hanno messo in circolazione una serie di informazioni che però risultano spesso non riscontrate dagli allevatori stessi, altre informazioni invece non sono date proprio sapere!

Alcune domande dunque potrebbero essere (mi riferisco ad allevamenti all'aperto):

- avete notato delle differenze nei costi di impianto rispetto ai bilanci fatti da loro? Se si quali?Avete comprato il "pacchetto intero" che vi offrivano o avete provveduto autonomamente al reperimento dei materiali? In questo caso avete risparmiato rispetto al previsto?
- quanto riuscite a produrre a mq al netto della spurgatura e della mortalità? Si raggiunge effettivamente la produzione minima di 1,5 kg?
- utilizzate il mix di sfarinati fornito da loro (nel caso del metodo Madonita) o utilizzate altri metodi con risultati comparabili?
- avete in generale apportato migliorie al sistema elicicolo? nel caso, se avete voglia di condividerle, quali? (alimentazione, semine, lavorazioni, creazione fisica degli impianti..)
- avete mai provato a differenziare la filiera dal prodotto gastronomico tal quale (bava, sughi, caviale e quant'altro)? Il vostro profitto è migliorato?
- Riuscite agevolmente a vendere il prodotto al di fuori del sistema all'ingrosso? Che prezzi spuntate di media sia all'ingrosso che al dettaglio?Le vostre aspettative vengono rispettate o il prezzo spuntato risulta insoddisfacente?
- Definireste in generale l'elicicoltura un allevamento proficuo o "il gioco non vale la candela"?!

Ringrazio in anticipo chiunque abbia in mente ulteriori informazioni, link utili, libri (che non sia quello di Avagnina) e proprie esperienze personali e che abbia voglia di condividerle.

Sia chiaro che non sto cercando di denigrare il lavoro di nessuno, il mio obiettivo è solo quello di riuscire ad esaminare, prettamente dal punto di vista economico, il sistema elicicolo in quante più sfaccettature è possibile.
Trovo grave che ad oggi l'elicicoltura, che sta vedendo un esplosione in termini di ettari investiti, non sia ancora sostenuta da una bibliografia sincera che sia di aiuto e di appoggio ai produttori; le informazioni sono in mano a talmente poche entità che l'economia reale, sistema del quale dovremmo far parte, si trasforma silenziosamente in monopolio.
Per questo sono alla ricerca di ALLEVATORI che abbiano voglia di aiutarmi, per far si che anche l'elicicoltura diventi a disposizione di tutti!
Scusate la mail prolissa, ma era difficile riuscire a spiegare tutto in maniera (spero) chiara!!

Grazie

Giulia


04/03/2015, 17:45
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Non ho esperienza di allevamento perchè sono agli inizi. Provo a dare qualche risposta:

- avete notato delle differenze nei costi di impianto rispetto ai bilanci fatti da loro? Se si quali?Avete comprato il "pacchetto intero" che vi offrivano o avete provveduto autonomamente al reperimento dei materiali? In questo caso avete risparmiato rispetto al previsto? Rispetto ai preventivi se reperisci da solo i materiali risparmi e questo è logico
- quanto riuscite a produrre a mq al netto della spurgatura e della mortalità? Si raggiunge effettivamente la produzione minima di 1,5 kg? non lo so. dipenderà da troppi fattori. Non è possibile fare una stima precisa perchè il valore può variare tantissimo. Allevare lumache non è una scienza esatta...almeno per il momento.
- utilizzate il mix di sfarinati fornito da loro (nel caso del metodo Madonita) o utilizzate altri metodi con risultati comparabili? Non so dire se altri metodi sono comparabili per esperienza ma a rigor di logica si. I madonita non hanno la formula magica.
- avete in generale apportato migliorie al sistema elicicolo? nel caso, se avete voglia di condividerle, quali? (alimentazione, semine, lavorazioni, creazione fisica degli impianti..) ancora no. mi limito per ora ad applicare non il metodo madonita o il metodo cherasco ma prendo vari aspetti dei vari metodi che ritengo migliori per la mia situazione economico/ambientale/climatica/logistica
- avete mai provato a differenziare la filiera dal prodotto gastronomico tal quale (bava, sughi, caviale e quant'altro)? Il vostro profitto è migliorato? no. un domani penso di provarci.
- Riuscite agevolmente a vendere il prodotto al di fuori del sistema all'ingrosso? Che prezzi spuntate di media sia all'ingrosso che al dettaglio?Le vostre aspettative vengono rispettate o il prezzo spuntato risulta insoddisfacente? non ho ancora mai venduto. sentendo in giro la media è 4-5 euro ingrosso e 10 euro dettaglio.
- Definireste in generale l'elicicoltura un allevamento proficuo o "il gioco non vale la candela"?! Cominciando adesso mi rendo conto che il lavoro e i rischi sono veramente tanti (e sto solamente all'inizio). A parole è tutto facile e tutto bello ma la realtà è che bisogna rimboccarsi le maniche e il risultato sarà proporzionato all'impegno e a dei fattori esterni imprevedibili. Proprio per non sentire una sola voce ho sentito anche la storia di tanti allevatori che hanno chiuso proprio perchè si immaginavano facili guadagni. La realtà delle cose è che è un lavoro come tutti in cui ci vuole tanta passione e impegno. è un lavoro a 360 gradi che tocca i settori dell' agricoltura, dell' allevamento, della lavorazione e trasformazione del prodotto e della sua commercializzazione.

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Chi semina, raccoglie!


05/03/2015, 9:40
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Quoto Udaca.

Anche se mi sento un po' fuori posto a risponderti, in quanto il nostro e' un allevamento all'estero e con una parte del ciclo al chiuso (riproduzione), provo a darti un mio parere generale.

In questo momento l'elicicoltura sta conoscendo un boom per una, secondo me, campagna piu' o meno involontaria da parte dei media, e volontaria e talvolta fraudolenta, di alcuni operatori che si sono accorti dell'onda nascente di interesse per questa attivita'. il motivo non e' nemmeno cosi' difficile da capire: vista da fuori sembra un'attivita' semplice o addirittura banale, semini, metti le lumache, dai l'acqua e raccogli.
Spinti dalla crisi incalzante e dalle false promesse tanta gente si butta nel buio sulla scorta di informazioni fumose, approcci superficiali e a volte finiscono in vere e proprie truffe.

In Italia era gia' dai tempi di Cherasco che c'era un certo numero di inizi-chiusure, poi e' arrivata la proposta di altri operatori, con modifiche sempre piu' sostanziali al metodo originario e in ultimo internet, con i suoi pro e contro. Per esemplificare la questione, qua in Polonia dove il costo della vita e il valore delle paghe sono diversi, il ritmo e' ulteriormente accelerato e la forbice dei successi-insuccessi piu' larga, nel senso che tanti, avendo uno stipendio di peso occidentale con mezzo ettaro, stanno galoppando, tanti altri, avendo fatto e trascurato un investimento con costo iniziale parimenti di peso occidentale sono annegati miseramente, e in rete sempre piu' si incontrano commenti dileggiativi verso l'attivita'.

Sul fatto che l'informazione sia viziata da una parzialita' originale e' palese, e per certi aspetti normale e legittimo, in quanto proposte da operatori commerciali, che ovviamente e in tutta liceita' perseguono il proprio interesse aziendale.


Per quello che e' la nostra esperienza personale abbiamo assemblato le esperienze del metodo nordeuropeo per la riproduzione, con quello cheraschiano e francese per l'ingrasso nei recinti all'aperto. unica soluzione per concludere il ciclo nell'anno con risultati economicamente soddisfacenti.
usiamo un mix di sfarinati di cereali di produzione aziendale (abbiamo 4 ettari a coltivazioni cerealicole svincolate dalle chiocciole) o dei nostri ex soci, che hanno qualche centinaio di ettari di seminativi. Come per ogni altro mangime relativo a qualunque specie allevata nessuno ha la polvere d'oro nei sacchetti, quindi, assodata l'equivalenza qualitativa, fanno da ago della bilancia il prezzo, il costo della logistica e la qualita' del servizio di approvvigionamento.
sulla differenziazione della produzione con l'inserimento nell'offerta di prodotti alternativi al mollusco tal quale non abbiamo esperienza diretta, e al momento, stante la normativa estremamente piu' restrittiva e onerosa della Polonia, rispetto all'Italia, non pensiamo di destinare investimenti in questa direzione, salvo trovare qualche azienda cui commissionare le lavorazioni.

L'elicicoltura in Italia ha il grande plus dello smercio diretto, stante la tradizione di consumo del prodotto fresco, cosa che qui e' praticamente inesistente. Al momento, comunque, le quotazioni del prodotto che conferiamo sia in Polonia che fuori e' soddisfacente.

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05/03/2015, 13:48
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Grazie mille per l'aiuto!
Intanto ne approfitto e vi chiedo altre cose:

per Lumacosio:
- posso chiederti di spiegarmi meglio come funziona il metodo che utilizzate voi? (strutture e alimentazione)Avrebbe senso utilizzarlo anche in Italia o il clima più mite non giustifica l'investimento a tuo parere? quanto produce nelle vostre aree questo tipo di allevamento a metro quadro?

per chiunque voglia:

- cosa dovrebbe contenere uno sfarinato per essere bilanciato ? quale potrebbe essere una "ricetta"? Di quali integratori necessitano le chiocciole?solo Calcio?in che forma e in che dosi si può integrare? Quanto peso ha nell'allevamento l'alimentazione integrativa?

- Quale può essere una semina razionale?

- C'è chi mi ha detto che nel suo allevamento semina a strisce Bietola-trifoglio-bietola e che sfalcia le piante a 40 cm prima della fioritura verso giugno(parliamo ovviamente soprattutto delle bietole) ..questo vorrebbe dire eliminare in buona parte il costo degli sfalci (nei metodi Avagnina e Madonita vengono considerati numerosi sfalci annuali) e in più eliminare tante ore di lavoro. Lui integra inoltre con zucca e cavolo nero da settembre-ottobre in poi e a necessità usa un mix di farina di grano orzo e mais....secondo voi può essere un metodo realistico e sensato?

- Una volta che avete raccolto le lumache dove le stoccate? usate anche dei frighi? quanto influisce il loro costo?

- un produttore che ho incontrato sostiene che, in Italia, la media produttiva corrisponde al massimo al doppio del prodotto di partenza (se parto da 1000 kg a fine ciclo avrò 2000kg) Qualcuno può avvalorare o smentire questa affermazione?

Grazie in anticipo a chiunque vorrà rispondere!


05/03/2015, 16:40
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agrognoma ha scritto:
- posso chiederti di spiegarmi meglio come funziona il metodo che utilizzate voi? (strutture e alimentazione)Avrebbe senso utilizzarlo anche in Italia o il clima più mite non giustifica l'investimento a tuo parere? quanto produce nelle vostre aree questo tipo di allevamento a metro quadro?


elicicoltura-f113/metodo-per-climi-freddi-t77399.html" target="_blank" target="_blank


agrognoma ha scritto:
- cosa dovrebbe contenere uno sfarinato per essere bilanciato ? quale potrebbe essere una "ricetta"? Di quali integratori necessitano le chiocciole?solo Calcio?in che forma e in che dosi si può integrare? Quanto peso ha nell'allevamento l'alimentazione integrativa?

- Quale può essere una semina razionale?


dipende dall'alimentazione che vuoi somministrare, se fai un 70 o piu' per cento di mangime cosa semini e' relativo, anche solo un erbaio di colza o ravizzone va bene, in quanto la funzione primaria e' quella di habitat finche' sono piccole, poi l'incremento in peso lo fara' il mangime.

Se invece la parte predominante e' il verde le cultivar che vanno per la maggiore sono biete, cavoli acefali, colza, ravizzone, trifoglio e graminacee/cicorie, in base alla scuola di pensiero. queste ultime hanno piu' funzione protettiva che alimentare.

Resta poi a discrezione dell'allevatore come proporzionare la quota concentrato e verde.

un'altra integrazione e' la semina su terreni esterni di piante destinate all'integrazione, in genere si usa il girasole, proteica a grande sviluppo con buona proporzione tra costo di coltivazione e massa prodotta ad ettaro sul tq.

agrognoma ha scritto:
C'è chi mi ha detto che nel suo allevamento semina a strisce Bietola-trifoglio-bietola e che sfalcia le piante a 40 cm prima della fioritura verso giugno(parliamo ovviamente soprattutto delle bietole) ..questo vorrebbe dire eliminare in buona parte il costo degli sfalci (nei metodi Avagnina e Madonita vengono considerati numerosi sfalci annuali) e in più eliminare tante ore di lavoro. Lui integra inoltre con zucca e cavolo nero da settembre-ottobre in poi e a necessità usa un mix di farina di grano orzo e mais....secondo voi può essere un metodo realistico e sensato?


Ha dimenticato di dirti quanto produce, e quanto e' conservabile il suo prodotto, parametro influenzato dal tipo di alimentazione, quindi in definitiva quanto e' potenzialmente remunerativa la sua gestione..
Sarebbe da dire che la bieta va a fiore il secondo anno, e, a parte quello, che gli sfalci servono a rinnovare le foglie che vengono caricate di feci e bava dal passaggio dei molluschi, oltre che, alzandosi troppo, possono ostacolare l'irrigazione.
Le lumache per loro natura mangiano piu' o meno quasi tutto, l'integrazione a verde o ortaggi si puo' fare con diversi prodotti, in base al costo e alla facilita' di reperimento, anche se le rese di conversione sono molto diversificate.

agrognoma ha scritto:
Una volta che avete raccolto le lumache dove le stoccate? usate anche dei frighi? quanto influisce il loro costo?


Ci sono un paio di post in cui si parla diffusamente di conservazione, il costo di gestione di un impianto di refrigerazione e' proporzionale alla sua dimensione e alla quantita' di prodotto conservato ( piu' massa c'e', piu' c'e' inerzia termica e meno i motori lavorano)

agrognoma ha scritto:
- un produttore che ho incontrato sostiene che, in Italia, la media produttiva corrisponde al massimo al doppio del prodotto di partenza (se parto da 1000 kg a fine ciclo avrò 2000kg) Qualcuno può avvalorare o smentire questa affermazione?


In genere si considera un fattore di produzione di un riproduttore inserito nel metodo italiano con riproduzione esterna contro 23-25 lumache vendibili.


COmunque una buona quantita' di queste risposte sono state dibattute e le puoi trovare con il motore di ricerca interno del forum ;) :mrgreen: :geek:

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05/03/2015, 18:28
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Salve a tutti, qualche tempo fa avevo già rotto le scatole con la mia tesi...ora sono tornata!
Sto facendo un'analisi costi-benefici dell'allevamento di chiocciole per la gastronomia e per la bava.
Ciò che mi serve sono i costi dell'allevamento...ora se qualcuno di voi ha voglia di leggere l'elenco a seguire può dirmi gentilmente se c'è qualcosa che manca?
Per capirci..sto descrivendo un metodo che prevede l'uso dei mangimi.

Considero sia le spese fisse che le variabili dell'anno 1.
Qualcuno potrebbe dirmi a quanto ammontano eventuali tasse, registrazioni asl, iscrizione alla camera di commercio...ossia tutta la parte di trafila burocratica...e soprattutto che tipo di magazzino di stoccaggio serve (lamiera zincata? muratura?...è davvero necessario?!) e quanto può costare a mq?

è un post un po' infame me ne rendo conto, ma credo sia utile anche per avere un quadro d'insieme sulle spese da affrontare!...se qualcuno avesse la voglia di rispondere avrà tutta la mia stima!!vi ringrazio!
Giulia


terreno
pali per recinti
reti per recinti
pali recinto perimetrale
ondulit rec. perimetrale
tubazioni
manichette per irrig.
famiglia di riproduttrici
pompa dell'acqua da 2cv
decespugliatore

letamazione
aratura
erpicatura
scavo per posizionamento reti
semina
disinfestazione
diserbo tra i recinti

reti per il confezionamento
cassette per la raccolta
costruzione magazzino stoccaggio
spese varie

acqua
elettricità
benzina
mangime
sementi


11/07/2015, 19:03
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la burocrazie gira sui 5000 euro annui mal contati tra iscrizioni e previdenza.

il magazzino serve se sei sopra, a naso, sui 7-8000 metri e se vuoi fare dettaglio. se conferisci a ingrosso appena raccolto basta un locale er esempio affittato per la spurgatura.
deve essere sano e termicamente compatibile, un box in lamiera diventa un forno o una ghiacciaia..
muratura ideale, magari un ex camion frigo.. si fa di necessita' virtu' e i costi relativi sono molto variabili in base alla soluzione che si sceglie.

a botta dall'elenco manca la spesa piu' importante: la manodopera. in un bilancio la dovresti conteggiare soprattutto se salariata.

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11/07/2015, 20:36
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i l mio problema è stato pozzo guasto, poca vegetazione
specie sbagliata dovevo allevare muller... :|
ci sono molti fattori che nn si possono prevedere


12/07/2015, 14:15
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Rieccomi....scusate...ancora qualche domanda se qualcuno ha voglia di rispondere...

-avrei bisogno di sapere quali sono i costi di realizzazione dell'impianto irriguo, cioè: (tolta la pompa)...i costi degli scavi per la posa delle tubazioni, i tubi, i raccordi, le manichette.....cosa altro serve e sapete per caso quanto si spende?nonostante il prontuario di agricoltura ho difficoltà a ricostruire i costi.

-avete un magazzino per ricovero attrezzi? di che tipo?(muratura o in lamiera?

-chi usa mangime quanto spende mediamente?

- con il decespugliatore quante ore lavorate a stagione? avete idea di quanto si riesce a fare ogni ora?

...scusate ma ci sono dati che non posso conoscere se non chiedendo a chi pratica su campo. nessun prontuario può darmi alcune risposte!!!

Grazie mille ancora!!Poi se qualcuno è interessato vi spedisco la tesi eh!!


16/07/2015, 19:30
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sono quesiti troppo generici per una risposta concreta.
Le mie risposte sono riferite a 7000 metri di impianto in Polonia.

agrognoma ha scritto:

-avrei bisogno di sapere quali sono i costi di realizzazione dell'impianto irriguo, cioè: (tolta la pompa)...i costi degli scavi per la posa delle tubazioni, i tubi, i raccordi, le manichette.....cosa altro serve e sapete per caso quanto si spende?nonostante il prontuario di agricoltura ho difficoltà a ricostruire i costi.
gli scavi sono stati fatti a mano, 3 giorni tra scavo, posa e reinterro. spesi circa 2000 euro compresa la raccorderia e gli irrigatori.

-avete un magazzino per ricovero attrezzi? di che tipo?(muratura o in lamiera?risposta un po' impropria in quanto il locale ci serve per la riproduzioe, ed era preesistente. comunque muratura e legno

-chi usa mangime quanto spende mediamente?
circa 0,35 a kilo
- con il decespugliatore quante ore lavorate a stagione? avete idea di quanto si riesce a fare ogni ora? dipende dalla prestanza dell'operatore, considerato che si fa nelle ore piu' calde del giorno. io non vado oltre i 10 recinti al giorno..

...scusate ma ci sono dati che non posso conoscere se non chiedendo a chi pratica su campo. nessun prontuario può darmi alcune risposte!!!

Grazie mille ancora!!Poi se qualcuno è interessato vi spedisco la tesi eh!!

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17/07/2015, 7:20
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