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ibridi isogenetici 
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alessiozanon ha scritto:
L'articolo termina con l'interrogativo sulla disaffezione sulle razze pure.

Io direi che meglio sarebbe dire disaffezione a come vengono gestite le razze pure.
Con la massima vena polemica :mrgreen:

Non parliamo poi di come si sceglie il seme oggi .....
e di come non si allevano più le rimonte in azienda :cry:


Mi scuso con xsempremaledetto se distolgo ancora un poco il filo principale del discorso dalla sua domanda, ma resto curioso di sapere cosa intende dire alessiozanon con questo sopra riportato, permettendomi comunque di dissentire sul fato che non si allevino più le rimonte in azienda perchè questo, immagino, dipende molto dalle zone e comunque, lo considero una pratica piuttosto rischiosa; non tanto per l'ignoranza riguardo al patrimonio genetico che si acquista, resto comunque convinto che quando una vacca è una frisona le possibilità che produca quantitativi accettabili di latte sono comunque alti, quanto per il fatto che la gestione sanitaria di una simile pratica è estremamente complicata e pericolosa. Io ne ho fatto le spese di persona.

Ciao


23/11/2008, 7:24
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Ciao Tremor
La prima frase si riferisce a come in modo del tutto sbagliato si indirizza una razza ad uno stato fisiologico permanentemente alterato in cui le funzioni vitali non sono più in equilibrio.
(longevità minima, alte percentuali di sterilità , incapacità degli animali di introdurre sufficiente energia per sostenere le proprie produzioni).
Desolante uso di stalle (NUOVE) a stabulazione libera senza paddock ( non tenendo conto che all'estero le stesse stalle sono collocate in aziende con pascoli limitrofi alle strutture.
Per molti allevatori italiani la vacca deve mangiare, fare tre passi mettersi nella cuccetta ed andare a farsi mungere in sala di mungitura senza disturbare troppo ( completamente assurdo......).

Scelta del Seme: si sceglie seme del miglior toro poi si lascia un toro fra le vacche per salvare il salvabile. Oppure si sceglie seme a caso........

Per quanto riguarda le manze qui da me (Parma) preso atto della impossibilità di allevare manze valide (chissà come mai??) è tornata di moda la deprecabile abitudine di andare a fare spesa dagli amici tedeschi .
Non solo manze ,ma vacche all'inizio della produzione da sfuttare fino all'osso e poi da buttare via quando completamente sfruttate.

Naturalmente questo non è riferito alla totalità degli allevatori ( io stimo gli allevatori ma quelli bravi e coscenziosi che amano illoro lavoro come Tremor)

Ciao Alessio

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Dobbiamo avere più coraggio di guardare la realtà, così ci farà meno paura. Alessio Z.

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23/11/2008, 20:47
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alessiozanon ha scritto:
...Ciao Alessio


Ciao Alessio, quello che dici è tutto vero, ma si scontra con la realtà di leggi urbanistiche particolari, capitali fondiari diversificati su un'area che va da Tripoli a Stoccolma, io stesso, pur disprezzando la teoria delle cuccette, ipotizzando un ulteriore ampliamento della stalla, mi vedrei costretto mio malgrado a fare questa scelta. Concordo con te che sul patrimonio genetico della Frisona sta nascendo un problema, ma spesso il problema più grosso da risolvere rimane quello ambientale e alimentare, è vero che le potenzialità di questi bovini sono enormi ma, la maggior parte degli allevatori che conosco sta riconsiderando e anche mettendo in pratica la possibilità di non spingere al massimo per poter recuperare qualche animale e risparmiare più di qualche soldo di spese sanitarie.
Per me è l'area promozionale di alcune, non tutte, ditte sementiere che crea una visione distorta di quello che è il mondo del latte di vacca in italia. Senza con questo voler scagionare gli allevatori che, comunque, si farebbero in quattro per un litro di latte in più, ma bisogna anche comprendere con che margini di guadagno si sta lavorando. Se ci fossero garanzie di poter spuntare un euro per ogni litro di latte che si vende io tornerei volentieri ad allevare non più di trenta vacche.
A presto, ciao.


24/11/2008, 9:30
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Scusate, mi sono dovuto allontanare, voglio aggiungere anche che, se la prassi è quella di acquistare la rimonta da terzi, non ci si può aspettare che le cose vadano proprio a gonfie vele dal punto di vista sanitario, con la manza si comprano anche una serie di "rogne" che nell'allevamento di origine dell'animale possono essere state più o meno sopite ma, quando l'animale entra in una nuova stalla con un patrimonio immunitario diverso dal suo, fa lo stesso effetto dei conquistadores quando arrivarono nelle terre vergini del sud america, sterminarono intere popolazioni inoculandogli semplicemente il virus dell'influenza!
Io credo che il patrimonio genetico della frisona, come dice ALessio sia effettivamente troppo spinto, ma che non tutti i guai delle frisone derivino da ciò. Trovare linee di sangue nuove non è un'impresa impossibile e gli allevatori sono praticamente già convinti dell'utilità di selezionare con più convinzione gli aspetti morfologici di questi animali che quelli produttivi.
Resta da risolvere il nodo del costo del materiale genetico che, in situazioni di fertilità problematica è veramente eccessivo.
Resto convinto che la pratica dell'incrocio sia un'arma a doppio taglio estremamente pericolosa da usare, conoscendo me e i miei colleghi mi fa doppiamente paura perchè si rischia veramente di buttare all'aria cinquant'anni di sforzi e sacrifici. Certo, con rese del capitale del 20% tutto sarebbe diversoe, forse, nelle stalle, anche quelle più piccole, potrebbe esserci qualcuno che si occupa esclusivamete dell'aspetto riproduttivo e genealogico degli animali così come siamo oggi, con un addetto ogni cento capi nò.


24/11/2008, 12:30
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Ciao Tremor concordo con te .
Tu applichi questa metodica in allevamento o l'incrocio con razze da carne?

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29/11/2008, 12:19
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alessiozanon ha scritto:
Ciao Tremor concordo con te .
Tu applichi questa metodica in allevamento o l'incrocio con razze da carne?

Io cerco di allevarmi la rimonta e mantenere la purezza, capisco che il rischio di consanguineità è alto e i problemi non sono pochi. In tutti i sensi, se ci si trova a dover aumentare il numero degli animali allevati in poco tempo, la strada dell'acquisto è una via obbligata; scegliere di farlo di prassi per sostituire le vacche a fine carriera per me, anche se può sembrare conveniente, è molto rischioso, se poi lavori con molti capi direi che è praticamente insostenibile.
La tecnica dell'incrocio mi interessa, bisogna però che capisca per la mia parte come posso gestirla, non sarei felice di trovarmi con incroci poco riusciti perchè la registrazione degli ascendenti della vacca è stata fatta in modo aprossimativo.
Ciao


01/12/2008, 10:18
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Riguardo alle problematiche di stretta consanguineità ho appreso la pratica di alcuni allevatori di accaparrarsi alcune vecchie fiale di tori Frisoni ormai da tempo usciti dal circuito .

Sempre tori Frisoni ma di vecchia data che hanno apportato variabili spazzate via dalla selezione spinta.

I risultati a quanto si può giudicare dai risultati preliminari non sono male e si sono ottenuti animali molto più longevi e fertili.
Un salto nel passato per un futuro migliore . Che ne pensi??

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01/12/2008, 18:15
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alessiozanon ha scritto:
Riguardo alle problematiche di stretta consanguineità ho appreso la pratica di alcuni allevatori di accaparrarsi alcune vecchie fiale di tori Frisoni ormai da tempo usciti dal circuito .

Sempre tori Frisoni ma di vecchia data che hanno apportato variabili spazzate via dalla selezione spinta.

I risultati a quanto si può giudicare dai risultati preliminari non sono male e si sono ottenuti animali molto più longevi e fertili.
Un salto nel passato per un futuro migliore . Che ne pensi??

Io non sono un genetista, lo premetto, non so che succede quando si accoppia una bovina con un suo bisavolo, dal punto di vista dei geni dico. Se però ciò porta ai risultati che hai detto, ben venga; per me dal punto di vista della gestione della mandria si riesce certamente a fare un lavoro più ordinato e attendibile, almeno dal punto divista della purezza genetica dei soggetti.
Il mio timore, nell'incrociare razze diverse è sempre quello del riaffiorare di caratteri recessivi sopiti da chissà quanto tempo che, alla fine, possono dare problemi, senza parlare della difficoltà nella gestione degli ibridi di seconda generazione perchè: le indicazioni di accoppiamento sono chiare e abbastanza semplici da seguire ma, in stalla, bisogna catturare la vacca, vedere di chi è figlia, essere certi della paternità e "calcolare" con che toro fecondarla, se si hanno i minuti contati non è sempre certo che tutto vada a buon fine.
Tu sembri esperto dell'argomento, secondo te che rischi si corrono?


02/12/2008, 6:00
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quanto sono vecchie le fiale dei tori usati? o meglio... da quando la selezione si è così intensificata da far sì che si "spingesse" sempre sulle stesse linee non tenendo conto dei rischi a cui si sarebbe andati inevitalbilmente incontro...

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Diffida dal bue davanti, della mula dietro, del monaco da tutte le parti. (Miguel De Cervantes, 1547-1616)


02/12/2008, 17:19
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Mi sembra di aver capito che si parla di fiale molto vecchie 30 anni rimaste in depositi e mai più richieste.

Selezionando è logico che si escludono alcune variabili sacrificate nella ricerca di parametri positivi.
In questo senso l'uso di tori "superati" reimette in circolo alcune variabili perse.
Rimane ben inteso che per ora si tratta di semplici esperimenti portati avanti in modo autonomo dagli allevatori.
Per esprimere un giudizio bisognerebbe seguire per più generazioni la progenie.

Non so esprimere un giudizio su questa cosa mi sono limitato ad osservarla fra gli amici allevatori.

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02/12/2008, 17:33
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