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Propoli e miele contaminati. Come fare a capire? 
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Ciao a tutti,
cavolo, ho appena letto una tremenda notizia: sono state bloccate dal Corpo Forestale duemila confezioni di propoli contaminate con antiparassitari gravemente dannosi per la salute dell'uomo, utilizzati nella lotta alla varroa, prodotti e commercializzati da una ditta del Comune di Bagno di Romagna.
E' già stata avviata la procedura di allerta alimentare attraverso gli organi del ministero della Salute per il ritiro del prodotto contaminato; per di più dalle indagini, finalizzate ad accertare la qualità del miele biologico, è emerso che la presenza degli antiparassitari nella propoli era 34 volte superiore ai limiti consentiti dalla legge.

E chi vi scrive è un consumatore attento e goloso sia di mieli che di propoli, soprattutto in questo periodo.
Confesso che sono anche molto ignorante in materia, quindi vi chiedo, come facciamo ad acquistare un propoli o un milele "sicuro"? Come fa un profano come me a capire da un allevamento che tutto viene condotto "a norma di legge" e che non vengono utilizzati prodotti farmacologici illegalmente importati?
Io potrei provare a dare delle indicazioni per "riconoscere" un corretto allevamento di grossi animali, ma per le api proprio non saprei dove sbattere la testa.
Vi ringrazio,
buona giornata!
Jacopo

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Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità.
Vandana Shiva


23/01/2010, 10:04
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jgoracci ha scritto:
come facciamo ad acquistare un propoli o un milele "sicuro"?

da un "piccolo" apicoltore italiano, la grande produzione è fuori controllo perchè fatta all'estero. in italia i controlli dei nas ci sono e il produttore italiano deve giustamente rispettare le leggi, mentre è molto più facile importare miele da romania ungheria argentina .. e ti assicuro che loro non hanno i nostri riguardi. per quanto anche in italia ci sono i furbetti.. se fai attenzione al miele che compri sicuramente non lo compri al supermercato, però ad alcuni mercati mi è capitato di vedere banchi di "apicoltori" dalle mie parti vendere tra gli altri anche miele di eucalipto, di arancia... piante che qui decisamente non ci sono, la gente spesso non se lo chiede ma ve lo assicuro che un apicoltore con il banco al mercato sicuro non porta le sue api dal piemonte alla sicilia!! quindi il miele che ha è comprato e allora chissà... l'unica è il contatto diretto con l'apicoltore in apiario. siamo dappertutto sicuramente ce ne sono anche dalle tue parti.
jgoracci ha scritto:
Come fa un profano come me a capire da un allevamento che tutto viene condotto "a norma di legge" e che non vengono utilizzati prodotti farmacologici illegalmente importati?

non puoi.
ti puoi basare sul numero di alveari al lavoro, più è basso il numero più è "facile" per l'apicoltore tenere sotto controllo la sanità delle sue famiglie in maniera """""biologica""""", più è alto più è possibile che si aiuti con farmaci antibiotici ecc.. ma questa non è una regola assoluta .. fondamentalmente non puoi...

ciao


23/01/2010, 12:05
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Sottoscrivo in pieno Yuvan. La legislazione attuale impone di indicare l'origine del miele in etichetta. Purtroppo esiste qualche dubbio sulla assiduita' e completezza dei controlli sul miele importato in grande quantita' (containers), visto il ruolo marginale che riveste il miele nella filiera alimentare.
Inoltre e' abbastanza ridicolo che il prezzo al consumatore del miele extra-UE sia comparabile o addirittura superiore a quello della filiera corta, cioe' del piccolo/medio apicoltore, conosciuto sul territorio e ben tracciabile.
Cosi' mentre i NAS fanno le pulci ai piccoli apicoltori per la regolarita' del laboratorio di smielatura, intere partite vengono bloccate alla dogana per presenza di antibiotici.
A peggiorare la situazione, si si mette la lobby italiana degli importatori, che vorrebbe introdurre la soglia minima di sostanze estranee (attualmente non e' consentita alcuna quantita', e le tecniche di laboratorio sono sempre piu' precise) in modo da poter importare miele "sporco".


24/01/2010, 11:20
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Grazie a tutti,
ma ahimè la risposta non è quello che speravo, ma francamente è proprio quello che pensavo...
L'unica strategia, quindi, è quella del "conosci il produttore e mangia locale"?
Jacopo

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Vandana Shiva


25/01/2010, 9:21
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La strategia migliore e' quella della filiera corta, almeno conosci l'interlocutore.

All'atto pratico i problemi sono due: antibiotici contro la peste americana, e acaricidi contro la varroa.
I primi sono stati trovati in miele importato dalla Cina (antibiotici vietati), nella UE non e' ammesso alcun residuo nel miele, mentre gli americani li usano sistematicamente.
Pero' da noi il piccolo apicoltore di solito non li usa, hanno solo un effetto batteriostatico lasciando le spore sul posto, per cui una volta iniziato ad usarli se ne e' dipendenti per sempre. Se si interrompono, le spore germogliano ed e' peste ovunque.
Diciamo che questa tecnica e' "geneticamente" rivolta alla grossa apicoltura, dove l'incidenza della manodopera per il controllo e prevenzione della PA e' maggiore, e qualcuno potrebbe venire tentato da soluzioni "all'americana".

Di acaricidi ne esistono di legali e di vietati, ma la norma attuale non consente alcun residuo nel miele. In generale, alla lunga causano farmacoresistenza, ed anche il piccolo apicoltore li puo' usare in modo piu' o meno civile.


25/01/2010, 11:09
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Grazie Renzo,
veramente chiarissimo.
Jacopo

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Vandana Shiva


25/01/2010, 12:14
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Il mio consiglio é quello di acquistare i prodotti biologici, possibilmente di un apicoltore biologico di tua fiducia.
i prodotti che sono biologici devono essere certificati da un ente, che a sua volta effettua delle analisi in laboratorio sulla cera, miele o altro proprio per verificare l´assenza di residui.
nell´agricoltura biologica per combattere malattie o altro non é consentito l´utilizzo di sostante chimiche ma solo "naturali".

saluti Apibio


30/01/2010, 15:45
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Una cosa e certa, il miele biologico e praticamente impossibile da produrre perchè troppi fattori influiscono..
pertanto non fidatevi mai di chi vi parla di miele biologico..non esiste! e lo fanno solo per aumentare il prezzo

L'unica e filiera corta e conoscere il produttore


30/01/2010, 16:36
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Carin Ricola e Apibio,
mettiamoci d'accordo!
Esiste o no il metodo di produzione di miele biologico? Cioè, può esistere un metodo di conduzione di alveari che possa seguire senza deroghe quello che impone l'ente certificatore?
Essere categorici e assoluti certo non mi aiuta a capire.
Mi sembra strano che ciò sia impossibile, però mi sembra altrettanto strano che chi è certificato biologico sia così tanto controllato come dice Apibio...e chi vi scrive è un'allevatore certificato bio...
Aiutatemi a conoscere meglio questa realtà di allevamento che non mi appartiene...

Per Yuvan,
nell'azienda per la quale lavoro, diamo il permesso ad un apicoltore trentino di mettere le sue arnie nei nostri campi. Lui ha api in Trentino, Toscana, Puglia e Sicilia. E ce le ha davvero!
E' proprio vero: conoscere il produttore forse è l'unica possibilità di "salvezza", ma, ripeto, capire se quello che ti racconta l'apicoltore sia davvero la realtà è veramente difficile...
Jacopo

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31/01/2010, 10:30
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Il disciplinare per la produzione di miele bio esiste e da noi vari medi/grossi apicoltori vi si stanno orientando per uscire dalla trappola dei prezzi stracciati del miele d'importazione extra-UE (Cina e Sudamerica).
A quanto ne so, e' previsto l'uso di cera bio per i fogli cerei, niente medicinali o prodotti di sintesi contro la varroa, distanza da fonti inquinanti, analisi del miele per tipologia prodotta, nutrizione stimolante con candito/sciroppo bio, etc. etc.

Il fatto che un'apicoltore non rispetti le condizioni e' un'altra cosa: in pratica e' una truffa ma non invalida il concetto, come per ogni altra produzione biologica (e non). A parte il fatto che e' difficile sfuggire all'analisi del miele.

Uno dei caratteri principali sta nel mancato uso di medicinali contro varroa o peste americana (solo prodotti naturali, timolo e acidi organici), ma guarda caso e' lo stesso consiglio dato a tutti gli apicoltori oggi, perche' alla fine *conviene*.
Gli antibiotici contro la PA sono una trappola mortale, e lo stesso dicasi dei prodotti di sintesi contro la varroa, per via della farmacoresistenza.

Inoltre vale la pena ricordare che per legge e' vietato qualsiasi residuo nel miele, bio o non bio.

La distanza da fonti inquinanti e' forse la condizione piu' soggettiva che distingue il bio dal normale, ma non conosco i dettagli della prescrizione.


31/01/2010, 11:43
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