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Re: Varietà brevettate e riproduzione

08/11/2017, 12:11

In questi termini mi pare si sposti però il tema iniziale.
Infatti, come avevo già osservato, mi sembrava che si ponesse il quesito essenzialmente sotto il profilo giuridico-teorico e in tale direzione avevo cercato indicazioni legislative.

La misura che ritieni possa costituire un uso famigliare del prodotto alla fine ricavabile non mi pare comunque indifferente: assumendo una resa media a ettaro di Sauvignon di 100 ql, (sono i dati riportati per il Trentino di Sauvignon Superiore, delibera Giunta P.A.T. 2013), se non sbaglio a fare le proporzioni 1000 mq significa 10 ql di uva cioè diciamo circa 70 ettolitri di vino, che imbottigliato vuol dire 930 bottiglie all'anno....direi che ce n'è da ubbriacarsi quotidianamente per tutta una numerosa famiglia ;) :lol:

Re: Varietà brevettate e riproduzione

08/11/2017, 13:38

Macchè... a parte che in 1000 Mq si stenta a produrre quella quantità, comunque sia fatti i calcoli parliamo
di 10 quintali di uva, quindi pulito siamo a circa 650/700 litri di vino, parliamo di circa 900 bottiglie..... ;)

Ciao

Re: Varietà brevettate e riproduzione

08/11/2017, 19:44

JeanGabin ha scritto:Macchè...


Perché l'avversativa?
Mi pare invece che siamo sugli stessi valori di calcolo previsionale (ovviamente riferiti a vigneto in piena produzione): circa 900 o più bottiglie.

Il limite di superficie di 1000 mq (e cantina da 1000 litri) penso sia stato ripreso dalla precedente normativa sui diritti di impianto e relativa tenuta dei registri; con le nuove disposizioni comunitarie tuttavia, pur rimanenedo invariato il limite di superficie, è previsto quanto segue (riporto pari pari):

- i produttori interessati a realizzare nuovi impianti per il solo consumo familiare, o che già coltivano vigneti destinati unicamente al medesimo scopo, comunicano all’Amministrazione competente per territorio gli estremi catastali dell'impianto, la superficie realizzata, le varietà di vite utilizzate e la planimetria da cui risulti evidenziata la particella da impiantare;
- la comunicazione è obbligatoria e l'impianto non è soggetto ad alcuna autorizzazione;
- l’Amministrazione tiene registrazione delle comunicazioni ricevute ed effettua controlli a campione sugli impianti esistenti, al fine di verificare se sono conformi alle norme vigenti. In caso di non conformità il vigneto è considerato illegale.


Tutto ciò comunque a mio avviso non so quanto abbia a che vedere rispetto alla riproducibilità di varietà vegetali soggette a diritti di brevetto.
Peraltro, stando alle norme di cui sopra, dovendosi denunciare superficie e varietà di vite utilizzate all'atto dell'impiaanto, diventa praticamente impossibile farsi un vigneto da 0,1 ha partendo dall'acquisto di una o poche barbatelle brevettate.

Re: Varietà brevettate e riproduzione

09/11/2017, 11:16

mortotoccaci ha scritto:Vale per tutte. Anche per il portainnesto Fercal per esempio.
Sotto i 1000 metri è vigneto per uso personale (e non si deve vendere comunque l'uva in bianco) e nessuno guarda a cosa fai. Ovviamente se la casa detentrice del brevetto ti scopre ti fa causa. Ma come fa a scoprirti se non sei censito da nessuna parte? Dovrebbe beccarti, fare i test del dna e poi farti causa per pochi euro di roialty. Vicino all'impossibile.

Ho capito cosa intendi: è una pratica accettata per l'impossibilità di un controllo e l'inefficacia di una sanzione.
Bisogna però dire che questa dei "<1000mq" non è una regola (non credo la si possa nemmeno definire tale) valida per qualsiasi pianta brevettata, in quanto ci sono specie arboree che necessitano di meno terreno della vite per essere commercialmente significative, e sono inoltre più facili da riprodurre: prendiamo ad esempio una nuova varietà di lampone brevettato.
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